torna all'indice

Martine

wpeE.gif (10563 byte)

Anche la lettura de su contu de Tiu Martine, contrapposta a quella de Sos Ladrones, può svolgere una funzione catalizzatrice per una riflessione di tipo sociale. Tiu Martine è sì, appassionato di contos de foghile, ma parla sotto metafora, di problemi di matematica e fa raccontare al suo personaggio, ladro e bardanatore, una strana storia di rapine, di lotte intestine in una comunità, di fughe e di scontri, di vincitori e di vinti. Il racconto si conclude con la morte del personaggio e la rinuncia alla ulteriore ricerca del tesoro nascosto. Solo Tiu Martine saprebbe dove trovarlo.

Se riflettiamo un attimo sul nome del personaggio derubato, Donna Zometria Deplano, esso è in grado di evocare i nomi altri signori oggetto del desiderio dell’Uomo di appropriarsi dei loro averi: da quell’irascibile proprietario di giardini coltivati a meli e tanto gelosi di questi frutti dal vietarne la raccolta a chiunque e per qualunque motivo, a quei dispettosi signori che per essersi accorti che un servo aveva sottratto loro una scintilla ben decisero di incatenarlo a un picco roccioso e fargli divorare il fegato da un’aquila. A donna Zometria i rapinatori sottraggono i suoi tesori, che altro non possono essere se non i suoi bellissimi teoremi. E di essi i ladri si servono per nasconderli in luogo sicuro con lo scopo di riutilizzarli quando si sarà placata l’ira della derubata. Le cose così non andranno, e per eventi politici, sociali e religiosi, da Euclide di Alessandria fino a Padre Girolamo Saccheri questi teoremi rimarranno ben nascosti per quasi quattordici secoli.

Quando verranno riscoperti le loro implicazioni critiche porteranno ad uno sviluppo superaccellerato della conoscenza della realtà nella quale l’uomo vive. Si sarà trovata un’altra chiave di lettura dell’universo, come diceva Galileo.

E allora, se ai miti di Adamo e di Prometeo, senza irriverenza si accosta quello de Tiu Martine, altro non si fa se non sottolineare la rottura rivoluzionaria degli assetti culturali e scientifici dati per scontati e ben definiti in eterno. Nel mito di Adamo si racconta dell’acquisizione della consapevolezza del bene e del male, (rivoluzione etica), nel mito di Prometeo della conquista della capacità di governare il fuoco, (rivoluzione tecnologica), e nel mito di Tiu Martine della presa di coscienza della libertà di governare i processi logico-matematici, (rivoluzione scientifica). La non linearità dei processi rivoluzionari lascia ampi spazi di fiducia a quanti credono che anche gli assetti sociali e politici non possono essere dati e definiti per sempre.

Tiu Martine inizia a schiodare la bara nella quale alcuni, ( politici, filosofi e scienziati), hanno sepolto i desideri e le aspettative di giustizia sociale.

Torna all’indice

successiva