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Sokal

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Vediamo in breve di che cosa si tratta, quali problemi solleva e in quale dibattito di tipo culturale l’Affare Sokal si colloca. Di riflesso anche Sos Contos. Due anni fa il fisico newyorkese Alan Sokal redasse un articolo per la rivista di studi sociali Social Text la quale lo pubblicò. L’articolo, zeppo di citazioni e di riferimenti bibliografici degli autori cosiddetti postmoderni, interpretando in modo strampalato risultati di fisica teorica e teoremi matematici sosteneva il punto di vista degli autori postmoderni che consiste grosso modo in questo: la realtà oggettiva non esiste, essa è inerente a chi la percepisce; la geometria è contestuale a chi vive una esperienza, tutta la matematica è un linguaggio, un gioco di parole che dimostra solo ciò che vuole; non esistono teorie vere o teorie false, esistono solo teorie strategiche finalizzate a scopi politici e pertanto storicizzate; il metodo scientifico Galileiano-Cartesiano-Newtoniano è solo una costruzione ideologica superata nei fatti dai grandi risultati della teoria fisica della gravità quantistica che unifica e supera in un solo colpo la meccanica quantistica di Heisenberg e la relatività generale di Einstein; conseguenza di questa unificazione oltre al dissolvimento dello spazio-tempo di Minkowski, è la demistificazione della cosidetta scienza moderna e del ruolo degli scienziati al soldo del sistema capitalistico. La costruzione teorica che opera questo capovolgimento nella fisica e nella matematica, recentemente messa a punto, è la teoria di campo morfogenetico, che viene boicottata dagli scienziati di formazione newtoniana per esclusiva difesa di casta.

Al posto della scienza moderna falsamente oggettiva rimangono le percezioni soggettive, le tradizioni popolari, le esigenze dei gruppi sociali emarginati, gli slanci libertari delle femministe, degli omossessuali, degli ecologisti, dei gruppi etnici minoritari, degli emarginati delle periferie urbane e di centinaia di gruppi, dai cultori dei fuzzy-sistems ai sostenitori della metempsicosi che seguono nelle loro indagini critiche i paradigmi scientifici della scienza postmoderna. Sokal ha scelto nelle sue citazioni, (della femminista Luce Irigaray, del filosofo Stanley Aronowitz, dello psicanalista Jacques Lacan e di un altro centinaio di filosofi postmoderni),brani che contengono macroscopici svarioni matematici e vere e proprie stupidità scientifiche, compresa la proposta di internare i matematici in campi di rieducazione per far superare loro l'atteggiamento autoritario e le caratteristiche elitarie, e riformandone il loro habitus mentale, spingerli a ricerche più inerenti i bisogni di democrazia nella scienza. In particolare i matematici si dovrebbero d’ora in poi dedicare allo studio della risoluzione delle equazioni differenziali alle derivate parziali non lineari su varietà multidimensionali, allo studio della teoria del caos e dei sistemi dinamici nella meccanica dei fluidi, alle applicazioni ai sistemi sociali della teoria delle catastrofi, allo studio delle applicazioni dell’algebra delle funzioni complesse, una branca della matematica di recente messa a punto. La ragione di tutto ciò, sostiene ancora Sokal citando gli autori, risiede nel fatto che queste branche della matematica, se innestate all’albero dei saperi alternativi possono produrre conoscenze scientifiche postmoderne liberatorie ed emancipatrici. Per esempio, citando il saggio di Luce Irigaray ‘è sessuata la scienza?’ evidenzia il seguente fatto: ‘finora i fisici e i matematici, assecondando i loro istinti maschilisti, si sono esclusivamente dedicati allo studio della fisica dello stato solido trascurando volutamente la meccanica dei fluidi. Lo studio di questa branca della fisica con le sue implicazioni matematiche nella teoria delle catastrofi e la sua enfatizzazione dialettica delle nuove categorie ideologiche scorrevolezza/discontinuità/fluidità aprirebbe la scienza alla sua vera vocazione libertaria’.

Contemporaneamente alla pubblicazione su Social Text dell’articolo Abbattere le barriere, Sokal pubblicava su un’altra rivista, Dissent, un altro articolo in cui si chiedeva, retoricamente, se fosse possibile che una rivista scientifica, autorevole, prestigiosa, altamente specialistica in studi filosofici e sociologici, potesse pubblicare un finto saggio infarcito di macroscopici errori ed evidenti falsità scientifiche quali l’annuncio della messa a punto di una teoria quantistica-gravitazionale, l’annuncio della scoperta dei campi morfogenetici, l’annuncio della recente messa a punto della teoria dei numeri complessi, (questa teoria è stata definitivamente sistemata da Gauss tre secoli fa), e tanto altro ancora. La risposta sconcertante è si.

La risposta degli scienziati postmoderni è stata fuori misura, non solo negli Stati Uniti, ma soprattutto in Francia e in America Latina. Il re è comunque rimasto nudo. Alla profonda ignoranza in fisica e in matematica dei nuovi filosofi si è accompagnata anche la scoperta dell’uso mistificatorio dei saperi scientifici a loro estranei, utilizzati soprattutto per mettere in soggezione i lettori e gli eventuali critici delle loro teorie. Decine di migliaia di siti in Internet da due anni a questa parte pubblicano prese di posizione pro o contro Sokal, (e un recente suo libro scritto in collaborazione col fisico belga Jean Bricmont, Imposture Intellettuali), e vecchie e nuove teorie sociali e scientifiche vengono riviste alla luce di questo profondo dibattito. Il quale produce anche profonde implicazioni politiche: Alan Sokal è un militante sandinista e un marxista ortodosso; i post moderni di ogni risma sono gli ideologi della nuova sinistra europea e vorrebbero soppiantare i vecchi paradigmi scientifici cartesiano-newtoniani. La contestazione dell’incontro mondiale di Seattle non nasce comunque dal nulla: esso trova il suo terreno teorico nelle centinaia di pubblicazioni degli Social Studies e le sue radici nelle analisi europee degli scienziati postmoderni.

 

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