VAGLI SOPRA: L'EREMO DI SAN VIVIANO

Il rinvenimento di una necropoli ligure attesta la presenza dell'uomo nel territorio di Vagli, in Garfagnana, fin dal primo millennio a.C. Immersa nel paesaggio alpino, la chiesa di Vagli Sopra ha una struttura particolarissima, essendo stata "ricavata" da una grotta assai vasta, situata quasi a metà di una parete scoscesa. In questa grotta San Viviano, patrono dei cavatori, sarebbe vissuto da eremita. Non è mai stato possibile stabilire quando visse né quali furono, con esattezza, le sue vicende biografiche: innumerevoli leggende popolari lo riguardano, spesso attribuendogli miracoli. A San Viviano è da ricondurre anche uno dei prodotti alimentari tipici del territorio di Vagli, il cavolo selvatico. Secondo una antica tradizione, sembra che un cavolo selvatico fosse spuntato spontaneamente dalla terra quando San Viviano si trovava in preda a sofferenze atroci dovute ai diversi giorni di digiuno. Ancora oggi, questo tipo di cavolo, chiamato "Kauli de San Vian", è il caratteristico prodotto del territorio di Vagli: ogni anno il 22 maggio, data in cui è celebrata la festa del patrono, a Vagli Sopra vengono messi in mostra gli splendidi marmi del territorio e sono offerti assaggi di cavolo selvatico. Gli abitanti di Vagli, del resto, rispettano e onorano certi segni ed impronte che, sempre stando alle leggende popolari, sembra siano state lasciate da San Viviano: ai piedi della scala d'ingresso della chiesa l'impronta del ginocchio e in località "Fossa" il calco di tre dita impresso nella viva roccia, da cui sgorga un'acqua ritenuta miracolosa.
Nelle foto: l'eremo di San Viviano, presso Vagli Sopra.
La foto in alto mostra l'interno dell'eremo: la piccola cappella è parzialmente scavata nella parete a strapiombo, tra le balze e i dirupi del Monte Tambura.
Il luogo è meta di pellegrinaggi.