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Scolpito
sopra una pietra del porticato antistante la cattedrale di San Martino
di Lucca, il labirinto ha sempre suscitato la curiosità dei turisti
e dei cittadini lucchesi.
L'epigrafe posta a fianco del labirinto:
HIC QUEM CRETICUS EDIT DEDALUS EST - LABERINT - HUS DE Q(U)O NULLU
- S VADER - E QUIVIT - QUI FUIT - INTUS - NI THESE US - GRAT - IS
ADRIAN - E STAMIN - E IUTUS
la cui traduzione "Questo è il labirinto che costruì il cretese Dedalo
dal quale nessuno che ci rimase dentro potè uscire se non Teseo aiutato
per le sue grazie dal filo di Arianna" indica in maniera molto evidente
la sovrapposizione tra la mitologia classica-greca e quella medioevale.
Il filo di Arianna è sovrapponibile alla presenza Divina, capace di
condurre il peccatore fuori dal peccato. Del resto, in epoca medievale
il labirinto assurgeva a simbolo del tortuoso itinerario che l’anima
doveva compiere per arrivare a Dio.
Posto in questa sede, sul pilastro che sorregge il campanile, il labirinto
rappresenta più in particolare la centralità di Lucca, simbolicamente
considerata una tappa fondamentale per i pellegrini diretti a Roma.
Stando ad alcune fonti storiche, pare che i condannati a morte fossero
portati di fronte al labirinto: coloro che, al primo tentativo, erano
in grado di risolvere l'enigma, venivano graziati. |
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