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Nome: Alfred Joseph Hitchcock
Data e luogo di nascita: 13 Agosto 1899, Londra, Gran
Bretagna
Data e luogo di morte: 29 Aprile 1980, Los Angeles,
California, USA
«Larte di creare suspence è nello stesso tempo
quella di mettere il pubblico nellazione facendolo
partecipare al film. Lo spettacolo, da questo punto di
vista, non è più un gioco che si fa a due (il regista +
il suo film), ma a tre (il regista + il suo film + il
pubblico) e il suspence, come i sassi bianchi di
Pollicino o la passeggiata di Cappuccetto Rosso, diventa
un mezzo poetico perché il suo obiettivo è quello di
commuoverci, di farci battere più forte il cuore» (F.Truffaut).
Questo affermava il regista francese a proposito di
Alfred Hitchcock (1899-1980), universalmente riconosciuto
come il più grande creatore di thriller (anche
numericamente: 54 lungometraggi in 53 anni di carriera)
della storia del cinema.
«Limmagine hitchcockiana per eccellenza - continua
Truffaut - è quella di un uomo innocente scambiato per
un altro, inseguito e che ritroviamo mentre sta cadendo
da un tetto, aggrappato ad una grondaia sul punto di
rompersi» (ivi, p.293). E questo perché nellopera
del maestro inglese, trasferitosi nel 1940 negli Stati
Uniti, non cè quasi mai, come nel giallo, la reale
preoccupazione di seguire e dipanare un intreccio, né,
come nel noir classico, linteresse a descrivere un
mondo, le sue leggi e i suoi personaggi. Quello che
interessa ad Hitchcock è mettere in scena le paure
comuni delluomo comune, e fare in modo che lo
spettatore le viva in prima persona mentre le osserva e
non le subisca invece attraverso un racconto. Le
vertigini, la perdita didentità propria o di chi
ci è a fianco, il tradimento, lessere accusati
ingiustamente, la claustrofobia, il venire
improvvisamente strappati dal proprio mondo, lessere
braccati: il cinema di Hitchcock suscita queste
sensazioni, che sono tutte facce di uno stesso sentimento
di base, la paura. Una paura motivata e ragionevole, non
lontana e soprannaturale come quella dellhorror,
con cui ogni spettatore potrebbe trovarsi un giorno a
fare i conti.
Limportanza degli innumerevoli capolavori
hitchcockiani non consiste però solo nellaver dato
un volto a tutti i timori quotidiani del borghese medio:
film come Il club dei 39 (1935), Rebecca la prima moglie
(1940), Notorius (1946), Io confesso (1953), La finestra
sul cortile (1954), La donna che visse due volte (1958),
Psyco (1960), Gli uccelli (1963) e tanti altri, simposero
anche per la loro bellezza formale, il più delle volte
raggiunta attraverso una costante sperimentazione tecnica.
Nodo alla gola (1948), ad esempio, è un unico piano-sequenza
di oltre unora e un quarto, mentre la famosa scena
della doccia in Psyco fu ottenuta montando 70 posizioni
di macchina diverse per 45 secondi di film.1 - Biografia
Alfred Hitchcock
nacque nel 1899 a Londra. Di famiglia cattolica, venne
allevato secondo antiquati canoni di severità e mandato
a studiare dai gesuiti, ad ingegneria elettrica per
trovare lavoro, ed in seguito si iscrisse alla scuola di
belle arti per coltivare la sua predisposizione al
disegno; venne così assunto dalla compagnia del
telegrafo come tecnico e da un grande magazzino come
disegnatore pubblicitario. Nel 1920 fu assunto dalla
filiale di una casa cinematografica americana per
disegnare i titoli di testo e le didascalie dei film
muti; di qui passò allo studio di montaggio (si occupò
anche di girare gli esterni senza attori) e al reparto
degli sceneggiatori. Nel 1922 venne assunto da un'altra
casa come aiuto-regista. Si era ormai impratichito di
tutte le fasi della produzione cinematografica ed aveva
anche diretto un paio di spezzoni. Dopo due tentativi
abortiti, Hitchcock diresse il suo primo film nel 1925.
Girò in tutto nove
film miti; nel 1929 realizzò il primo film sonoro
inglese e il primo dei quattordici da lui diretti in
patria.
Alla vigilia della
guerra si trasferì a Hollywood. L'esordio gli valse il
suo unico Oscar e fu seguito da venticinque film in meno
di vent'anni. Divenne in breve tempo un autore di
successo, un beniamino del pubblico, poté finalmente
ingaggiare attori di alto livello: Cary Grant, James
Stewart, ....(i suoi colpevoli, innocenti ideali,
personificazione del cittadino onesto e simpatico), Grace
Kelly, Ingrid Bergman, Kim Novak, Marlene Dietrich (glaciali
bellezze misogine).
Negli anni Sessanta,
anche a causa delle precarie condizioni di salute, la sua
attività si ridusse sensibilmente: nel secondo ventennio
hollywoodiano diresse appena sei film (e con attori di
nuovo di secondo piano), più l'incompiuto del 1980,
l'anno in cui si spense.
2 - Agiografia
L'enorme risonanza
della sua opera fu accompagnata da uno schivo riserbo
nella vita privata. In contrasto con i temi dei suoi
film, il regista condusse una tranquilla esistenza
piccolo borghese; lento e grasso, abitudinario e
sornione, cinico e meticoloso, non lasciava trapelare
nulla che potesse giustificare una fantasia così truce.
Era un cattolico osservante, un appassionato gastronomo,
un discreto giocatore di golf, un modesto collezionista
d'arte. Un trauma infantile, forse quando il padre lo
fece rinchiudere in prigione per dieci minuti, potrebbe
spiegare il suo sesto senso per la paura.
Un cinico affarista.
Hitchcock fu ripetitivo; continuò a sfruttare con grande
artigiana maestria il genere di cui possedeva
praticamente il monopolio. Fece soldi vendendo la propria
silhouette, il proprio marchio, la propria firma a
periodici e trasmissioni televisive.
Un qualunquista
agnostico. Il film per Hitchcock è un esercizio
narrativo astratto: quel che importa non è il contenuto,
ma la forma: come nei cruciverba o nei puzzle, non
contano i significati delle parole, ma soltanto la loro
struttura. Perciò si serve spesso di soggetti altrui: il
soggetto era soltanto un pretesto. Nessun riferimento
alla realtà sociale e politica, se non per incidere
meglio sulla fantasia del pubblico o per sfruttare un
pretesto "reale" particolarmente ghiotto.
3 - Filologia
Uno scienziato del
suspence. Hitchcock studiò attentamente le regole del
thriller: ogni singola quadratura era girata in modo da
generare tensione (il film è un mosaico girato a
pezzetti, ma rigorosamente pianificato a tavolino e ....si
aggira sulla scena come il più conturbante dei
personaggi per far partecipare psicologicamente lo
spettatore, riprende dall'alto e dal basso, in primo
piano o attraverso)....e ...whodunit e invariate rispetto
a incubi dell'inconscio e a capricci dell'assurdo (psicoanalisi
e surrealismo possono essere immersi in dosi qualsiasi,
come i Gange nelle equazioni della fisica teorica, per
plasmare il film nella forma più conveniente), il
montaggio ubbidiva alle leggi della meccanica del terrore
(un principio di causalità combinatoria, secondo il
quale causa ed effetto possono rivelarsi in infiniti tipi
di successioni temporali ma esiste un solo modo di
ordinarli in maniera che venga generato l'intero insieme
di eventi che compongono ogni singola possibile
successione) della psicologia del terrore (far sapere al
pubblico il pericolo di cui il protagonista è ancora
ignaro), la sceneggiatura costituiva un rigoroso
sillogismo dell'ansia (atmosfera di ambiguità, mistero,
rivelazione), la logica della finzione è la logica delle
emozioni (sono le emozioni umane, più che i mostri ad
incatenare il pubblico, perché lo spettatore si
riconosce nell'emozione ed è come se vivesse in prima
persona la situazione di pericolo.
Così, nei
capolavori di Hitchcock ricorrono situazioni simili: la
vicenda è concentrata attorno a pochi personaggi ben
caratterizzati e si svolge in pochi ambienti (secondo una
prassi quasi teatrale, che acuisce l'angoscia con il
senso di chiuso e l'evocazione del cupo espressionista)
fotografati in modo premonitore (l'ambiente è a volte il
vero protagonista del film, o per lo meno la scintilla
che genera il dramma; gli attori a quel punto si riducono
a marionette che, calati in quell'ambiente non possono
agire diversamente da come agiscono); la trama è
imperniata su un innocente che i fatti fanno apparire
colpevole (un uomo soggetto ad un incubo spaventoso); il
mistero viene svelato da una coppia: un detective freddo
e calcolatore e una donna bella ed intelligente.
La finzione. Nei
film di Hitchcock tutto è basato sulla finzione, sovente
molteplice. Per rincarare la dose, il regista ambienta le
sue storie nel mondo dello spettacolo (c'è sempre un
teatro, un circo, un luna-park), in modo che la
riscossione delle finzioni degeneri a più livelli,
gettando anche un'ombra torbida sui rapporti fra arte e
crimine.
Un pittore. come nei
ritratti dei grandi pittori, nei film di Hitchcock ci
sono delle inquadrature (dei "particolari" del
ritratto) che colpiscono e connotano l'intera opera: un
mulino, una scogliera, una chiave, o una bottiglia
acquistano un forte risvolto semantico. Questo vale tanto
per i primi piani di oggetti, quanto per i paesaggi o per
le riprese virtuosistiche attraverso una porta o per i
particolari messi lì ad ispirare le azioni dei
personaggi.
Un omosessuale
misogino. Hitchcock prediligeva le attrici belle e
glaciali (alla Grace Kelly) o le bionde più facili da
seviziare (alla Kim Novak). Dichiarò che, in una scena
durante la quale un corpo nudo di donna giace in mezzo a
un mucchio di patate, la sua attenzione era tutta per le
patate. Nei suoi film c'è poco posto per gli idilli, e
anche per le smancerie romantiche: sono degli intrighi.
La superstizione.
Fin dal primo lungometraggio Hitchcock instaurò con il
pubblico una buffa tradizione: quella di comparire per un
attimo sullo schermo; una presenza fugace e pleonastica,
uno scherzo, una gag, un tema mondano (dove! come! quando
apparirà!!) o un marchio di fabbrica, o una firma
d'autore, o un'altra delle sue abitudini piccolo
borghesi; una superstizione forse, un rito propiziatorio,
un'occulta schiavitù psicologica; oppure un modo per
calare la realtà nella finzione, per dimostrare che
quello proiettato sullo schermo è il mondo di tutti i
giorni, e che le angosce interpretate dagli attori sono
quelle in mezzo a cui vive il regista, sono le sue
angosce.
Maestro del brivido
e dell'ironia. Hitchcock possedeva uno humour britannico,
sintetico e pungente; nei suoi film questa vena
umoristica aveva lo scopo di esorcizzare la violenza. In
questo doppio senso, Hitchcock è al tempo stesso allievo
di Lubitsch e Lang. Grazie alla fusione dei due temi,
Hitchcock forgiò il film avventuroso, moderno,
progenitore di tanti agenti segreti, in bilico fra giallo
e commedia, spettacolare, brioso e ironico.
Un filosofo
dell'infelicità. Le gag gialle dei suoi film
costituiscono altrettante riflessioni sulla vita, alla
luce di un relativismo quasi eretico che non vede al
centro del cosmo la mano di una provvidenza divina, ma
bensì la mano di un caso statistico: l'uomo innocuo del
mondo può in realtà essere il più feroce dei
criminali, l'oggetto più insignificante può essere la
spiegazione di tutto. Ogni suo meccanismo narrativo
diventa un apologo sul conflitto fra caso e libero
arbitrio. Diventa una metafora fra delle dissonanze che
deformano l'armonia della vita quotidiana. Diventa una
meditazione sull'inesorabile infelicità dell'esistenza,
inerme al cospetto del caso e prima o poi preda "statistica"
dei suoi crudeli ingranaggi.
L'età dell'ansia.
Hitchcock interpreta l'ansia della società capitalistica
attraverso l'individualismo dei suoi eroi (detective o
colpevoli innocenti) presi in un intrigo che rappresenta
la ragnatela di condizionamenti di tale società. La
ricerca della verità (attraverso la pretestuosa
soluzione dell'enigma) è una ricerca di libertà.
Little Gidding.
Sovente le sceneggiature di Hitchcock finiscono nello
stesso luogo in cui erano cominciate; è un modo di
tornare sul luogo del delitto, ma è anche un modo di
"arrivare dove avevamo cominciato e conoscere il
luogo per la prima volta" (Eliot), un modo di
saldare i cicli della vita e della morte, e un modo di
suggerire che il caso, supremo fattore dell'universo, non
è poi così arbitrario come sembra; è anche un modo di
espiare attraverso un incubo-confessione o un calvario-inseguimento;
affrontare il dolore della verità.
Una carriera
prolifica di capolavori narrativi, di perfetti congegni
spettacolari; se si prescinde dai contenuti, scarsi nulli
o ambigui, è l'opera più imponente della storia
cinematografica.
The Pleasure
Garden (1925) è un melodramma esotico, ma con tratti
caratteristici del regista: il montaggio parallelo,
l'alternarsi di situazioni tragiche ed umoristiche,
l'incubo, il teatro.
Una ballerina
va a trovare il marito che lavora in Africa.
Arriva senza preavviso lo trova tra le braccia di
un'altra. Il marito, per ottenere il suo perdono,
simula il suicidio dell'amante, ma ne è poi
ossessionato in sogno a tal punto da tentare di
uccidere la consorte. Un giovane amico la salva,
sopprimendo il folle, e poi la sposa.
The Lodger (1926),
si ispira al più celebre criminale inglese, "Jack
the Ripper".
Una tranquilla
famiglia londinese ospita un giovane dal
comportamento misterioso che si innamora della
figlia. I genitori credono di riconoscere
nell'uomo il famigerato seviziatore di prostitute
che uccide solo donne bionde e solo di martedì,
e il poliziotto, ex fidanzato della giovane, lo
denuncia. Il sospetto tenta la fuga, la polizia e
la folla lo inseguono nella nebbia. All'ultimo
momento giunge la notizia che il vero criminale
è stato arrestato.
Il film fece colpo,
primo perché presentava ambienti e situazioni insoliti,
e poi perché calamitava l'attenzione dello spettatore
con la "suspense" della fuga. Il film rivelava
l'ambivalenza morale del regista: simpatia per il maniaco
sessuale, indifferenza o apatia per i perbenisti; il
fascino sta tutto nella prima parte.
Downhile (1927)
amplifica il concetto del colpevole innocente: uno
studente di buona famiglia viene cacciato dal collegio e
di casa perché accusato, a torto, di aver violentato una
cameriera; vagabonda senza meta da una città all'altra
del continente, ossessionato dalla minacciosa figura
paterna, fino a ridursi ad un relitto umano; paura e
orgoglio lo terrebbero lontano da casa per sempre se un
caso non lo riportasse in patria, facendogli scoprire di
essere stato scagionato.
The ring (1927)
non si regge tanto sulla trama melodrammatica, la donna
contesa fra due pugili, quanto sulle sottolineature
virtuosistiche e apparentemente ridondanti delle metafore
visive (ogni gesto ed ogni oggetto è in armonia con
quanto sta accadendo).
Champagne (1928)
è una commedia urbana, grossolana e superficiale, sul
classico tema della figlia di un miliardario che non può
sposare l'uomo che ama perché è uno squattrinato, che
fugge di casa e costringe infine il padre a cedere,
infarcita di gag e con una visuale quasi lubitschiana del
mondo dei ricchi.
The manxman (1929)
è il suo melodramma più compiuto. Un pescatore povero
chiede la mano di una ragazza, ma suo padre esige prima
che lui faccia fortuna; perciò il giovane parte alla
ventura, lasciando la sua bella nelle mani dell'amico
fidato, un ricco avvocato; la notizia di un naufragio dà
però via libera ai due, e lei rimane incinta; il
pescatore comunque non è morto e quando fa ritorno sposa
la fidanzata; nasce il bambino, che tutti credono
legittimo, ma lei, disperata, tenta di suicidarsi; in
tribunale, davanti all'amante, si scopre la verità: i
due peccatori sono espulsi dal villaggio con il frutto
del loro peccato.
Qui culmina e
termina la prima fase dell'opera di Hitchcock, già
matura nella tecnica ma ancora ancorata a soggetti
tradizionali. Il reiterato cimento nel melodramma gli ha
comunque fatto capire l'importanza delle emozioni. Qua e
là atmosfere da incubo, con picchi improvvisi nei film
con colpevole-innocente, e tocchi umoristici.
Blackmail (1929)
torna all'intrigo e alla suspense.
Una ragazza,
dopo aver litigato con il suo fidanzato
poliziotto, accetta di farsi accompagnare da un
pittore nel suo studio, ma quando questi, con il
pretesto di volerla ritrarre, le salta addosso,
lei lo accoltella. Un amico del pittore la vede
uscire dallo studio e decide di ricattarla.
Dell'indagine viene incaricato il fidanzato, che,
scoperta la verità, accusa il ricattatore.
Questi si dà alla fuga sui tetti e precipita nel
vuoto. Il poliziotto fa appena in tempo a fermare
la fidanzata che aveva deciso di costituirsi.
La morale vittoriana
è salva, non importa se grazie alla morte di un
innocente. Il rimorso della giovane, l'impotenza del
poliziotto e la viltà del ricattatore creano l'atmosfera
da incubo: l'idea risolutrice del poliziotto scatena la
suspense prima attraverso l'inseguimento del ricattatore
e poi attraverso la corsa del poliziotto per fermare la
fidanzata. Un doppio colpevole-innocente (la ragazza e il
ricattatore) e un doppio inseguimento. Metafore visive:
il ritratto dal dito puntato nello studio, il museo
dentro cui cerca rifugio il fuggiasco.
Murder (1930)
è un film ad intrigo, questa volta con finale a
sorpresa, ovverosia con "colpo di scena", e un
altro omaggio al mondo dello spettacolo.
Un'attrice di
circo viene scoperta accanto al cadavere di una
collega e perciò condannata a morte. Un uomo,
che si è innamorato di lei, prosegue le immagini
fino a scoprire che il vero omicida è il
trapezista omosessuale di un circo ricattato
dalla vittima, che era a conoscenza del suo
segreto. Questi, smascherato, si getta dal
trapezio impiccandosi con un nodo scorsoio. Il
film si conclude con la calata del sipario su una
rappresentazione teatrale, come se tutto non
fosse stato altro che una commedia, una finzione
dentro la finzione del film.
L'arguta ironia del
regista si manifesta anche nel tratteggiare il carattere
dell'imperturbato detective, e persino nella prima scena,
che è peraltro la più espressionista dell'intero film,
con i rumori nel buio (pipistrelli e gatti), le luci che
si accendono, il vociare confuso, e in primo piano l'arma
del delitto.
Rich And Strange
(1932) è la storia avventurosa e comica di due coniugi,
oppressi dalla routine della loro esistenza piccolo
borghese, che hanno la possibilità di godersi una
crociera, ma un naufragio li porta su una giunca cinese a
contatto con gente umile che accetta fatalisticamente il
proprio destino.
Number Seventeen
(1932) è un delirio di inseguimenti a caccia di una
collana: in una casa se la contendono un mendicante, una
ragazza, uno sconosciuto, tre banditi ed una
avventuriera, che si ritrovano, dopo una serie di
peripezie, su un treno lanciato nella notte senza guida.
Alla fine il thriller si riconduce alla commedia vivace.
Anche in questo film, dominato dalla sagoma metafisica di
una scala nella prima parte e dai modellini in miniatura
della seconda, vi sono influssi dell'espressionismo.
The 39 Steps
(1935) è il primo capolavoro del thriller a inseguimento.
In un teatro di
varietà londinese scoppia il panico in seguito
ad un colpo di pistola. Richard, un uomo d'affari
canadese, accompagna a casa una una ragazza,
Annabella, che gli rivela di essere inseguita da
due agenti segreti determinati a ucciderla per
via di una certa formula. Richard non le crede,
ma la notte stessa viene pugnalata e in punto di
morte gli rivela il segreto di un'organizzazione
spionistica e lo supplica di consegnare la
formula a un professore scozzese. Ma la mattina
scopre che la polizia lo ricerca per il delitto
della ragazza. Si mette in viaggio, inseguito
tanto dalla polizia quanto dalle spie. Si
innamora di una ragazza incontrata in treno,
Pamela, che dapprima non gli crede, ma poi si
lascia coinvolgere. Vengono catturati e
ammanettati insieme dalle spie travestite da
poliziotti, ma riescono a fuggire. Le
vicissitudini di Richard terminano in un teatro,
dove il capo delle spie dalle dita amputate viene
smascherato.
Questo film ad
inseguimento e` l'epitome dei film di Hitchcock. Il
colpevole-innocente diventa anche il detective. Si forma
la coppia che fonde emozione e azione, intrigo amoroso e
intrigo poliziesco; l'inseguimento è una sorta di
viaggio purificatore e rivelatore: al termine ci sono la
maturità e l'amore; l'ironia disinnesca la tensione
dovuta al pericolo doppio e permanente; l'inseguimento è
un pretesto per itinerare l'esplorazione di ambienti
sconosciuti; il teatro, un comizio politico, una riunione
di puritani, il treno diretto in Scozia, il viadotto, la
villa della spia: ogni volta il colpevole-innocente è
come un bambino abbandonato in una stanza buia che cerca
soltanto di scappare. I film ad inseguimento di Hitchcock
saranno sempre una sorta di stravolgimento delle
avventure itineranti di Alice in Wonderland.
The Man Who Knew
Too Much (1934, ma rifatto nel 1956), apre la serie
dei grandi film spionistici.
Durante una
vacanza a St. Mauritz, un inglese viene coinvolto
in un gioco spionistico: un francese in punto di
morte gli rivela un piano per uccidere un
diplomatico straniero e poco dopo qualcuno gli
rapisce la figlia perché lui non dica alla
polizia cio` che ha saputo. L'uomo risolve la
crisi di coscienza, che dapprima lo ha spinto
egoisticamente ad anteporre la vita di sua figlia
per uno sconosciuto, e negare davanti alla
polizia di aver ricevuto alcuna confidenza, e si
mette a caccia del nemico, sia pur in condizioni
di netta inferiorità. Viene catturato anche lui,
ma all'ultimo momento, durante un concerto,
l'attentato viene sventato dalla moglie con un
urlo, che aiuta poi la polizia ad assediare il
covo dei banditi e a liberare gli ostaggi.
Questo film
rappresenta anche la prima sfida titanica dell'individuo
qualsiasi contro un nemico più potente che il caso gli
pone di fronte. La coppi di borghesi che entra in lotta
contro l'organizzazione spionistica, abbandonando tutte
le reticenza di classe, e anzi contravvenendo addirittura
agli ordini di Scotland Yard, ha scoperto che la loro
esistenza è molto più precaria di quanto sembrasse e
che stanno vivendo in una società anarchica e violenta,
dove l'ordine e le buone maniere sono soltanto delle
apparenze. Tutto il film ha l'apparenza di un incubo, che
viene spezzato dal grido della donna; quel grido ha anche
altri significati: entra a far parte integrante della
partitura eseguita sul teatro, e risveglia i borghesi
dalla loro apatia; l'urlo è il significato del film.
La versione del 1956:
Stewart and Day
are an average American couple with a child, just
enjoying their vacation in Morocco. On a bus they
meet a distinguished French-Arab fellow, Bernard,
who invites them to dinner, but then at the last
minute has to run away on some urgent business.
At the restaurant, a couple of British tourists
recognizes Day, who used to be a singer. While
they are familiarizing, they notice Bernard enter
the restaurant with a lady. The following day at
the market they witness the police chasing a man
dressed in white. The man runs through the crowd,
but is eventually stabbed by another Arab. It
turns out the victim is Bernard, whom, before
dying, crawls towards Stewart and whispers
something in his ear about an assassination
planned against a statesman in London. The
British friend advises Stewart to lie to the
police in order to minimize the bureaucratic
hassle. Stewart and Day are being interrogated by
the captain of the French police when somebody
phones Stewart and threatens to kill his child if
he reveals what Bernard told him. This is how
Stewart learns that the child has been kidnapped.
Stewart takes Day back to the hotel. The British
couple has disappeared and Stewart understands
what happened: Bernard approached them, Stewart
and Day, because he was on the lookout for a
suspicious couple, but the couple he was after
was the British friends. When Bernard found them,
they had him killed. They, the fake British
couple, had the child kidnapped to silence
Stewart.
They decide to fly to London and search
themselves for their child. Their arrival does
not go unnoticed. At the airport they are greeted
by a crowd of fans of Day and by the police. The
British police chief has guessed everything that
happened and why they came to London. But Stewart
refuses to collaborate, for fear of jeopardazing
his son's life.
Stewart looks up the name that Bernard whispered
to him, while Day is visited by old acquiatances
of the musical theater. Stewart is on the wrong
track, but Day understands that the name is the
name of a location, not of a person. Both parents
hurry to the place, which is a chapel. That is,
indeed, where the child is held and where the
spies are preparing the assassination.
Stewart tries to free his son but is captured,
while Day calls in vain the police. The spies
transfer the child to a foreign embassy, while
Stewart manages to escape from the chapel by
climbing its belltower. In the meantime, Day has
reached the symphony hall where the assassination
is to occur. Day figures out where the killer is
and, when Stewart arrives, directs him to his
booth. But it's too late and all Day can do is
scream... That scream saves the life of the prime
minister. The killer dies trying to avoid Stewart.
At the embassy, the ambassador orders the spy to
kill the child. By coincidence, that very night
the prime minister is to attend a reception at
the embassy. Stewart and Day manage to get
invited and, while Day sings for the dignitaries,
Stewart frees his son.
The atmosphere of
the remake is more claustrophobic, but the plot is
implausible and full of stereotypes.
The Secret Agent
è un altro spionistico che acuisce il freddo cinismo di
Hitchcock e gioca con il brio della commedia degli
equivoci.
Durante la
prima guerra mondiale le autorita` rendono
omaggio alla salma di un caduto. Appena escono,
pero`, il becchino (monco) prende la bara sotto
braccio: e` vuota.
Il "morto" e` un coraggioso capitano
inglese, che, appena tornato da una missione,
apprende della propria morte. Viene incaricato di
smascherare una pericolosa spia, che opera in un
hotel svizzero. Gli viene affidato un complice,
che si fa chiamare "generale" ma e`
semplicemente un killer e un donnaiolo. Appena
arrivato, il capitano scopre che il servizio
segreto gli ha anche procurato un'avvenente
moglie, Elsa, a cui un brillante giovane
americano (Marvin) sta gia` facendo la corte.
L'agente segreto e il generale si recano a
trovare l'organista di una chiesa ma lo trovano
morto: fra le dita stringe un bottone. I due
raggiungono la Elsa e Marvin al casino` e i loro
sospetti cadono su un turista che riconosce il
bottone come suo. Lo invitano a una gita in
montagna, mentre Elsa intrattiene la moglie, e il
generale lo getta giu` da un precipizio. Appena
tornati, scoprono pero` di aver ucciso l'uomo
sbagliato.
Elsa confessa il proprio amore all'agente
segreto, e, colsa da rimorsi, lo convince a
dimettersi. Ma il generale ha fiutato una nuova
pista e l'agente non resiste. Si recano insieme
in una fabbrica di cioccolata che serve da
ufficio postale per lo spionaggio tedesco, dove
un informatore passera` loro un telegramma che
contiene il nome della spia. Qualcuno informa la
polizia e i due devono fuggire. Vengono raggiunti
dall'informatore e leggono nel telegramma il nome
di... Marvin. Nel frattempo Elsa ha deciso di
partire e ha incontrato Marvin che sta a sua
volta partendo. Non avendo una meta, gli chiede
di viaggiare con lui. L'agente segreto e il
generale accorrono alla stazione e saltano sul
treno, rivelandole cio` che hanno scoperto. Il
treno entra in Germania e i due devono nascondere
la loro identita`. Elsa vuole impedire un altro
omicidio. Marvin, ignaro della presenza dei due,
sequestra Elsa, che sospetta di essere sulle sue
tracce e tira fuori una pistola. Irrompono i due,
decisi a eliminarlo. Aerei britannici attaccano
il treno, che deraglia. La spia muore ma fa in
tempo a uccidere il generale. L'agente segreto ha
compiuto la sua missione senza bisogno di
macchiarsi le mani di sangue.
Hitchcock discetta
pero` su caso e su destino in maniera un po' naif. La
direzione degli attori ricorda ancora quella del cinema
muto. La trama e` un po' raffazzonata. La suspense non
c'e` quasi mai, visto che le scene sono molto prevedibili.
Lo sviluppo piu` rilevante e` semmai in direzione comica:
il dialogo, soprattutto nella prima parte, e` divertente
e frizzante. L'agente segreto incaricato di identificare
e sopprimere una spia sbaglia tutto e ammazza un
innocente. In compenso, la vera spia muore
accidentalmente nel deragliamento di un treno. Hitchcock
se la ride dei suoi stessi servizi segreti. Ma la
psicologia dei personaggi e` appena abbozzata, e la
storia sembra improvvisata sul momento.
Sabotage (1936),
ancora più perfido è ambientato nel traffico caotico
della metropoli londinese e più specificamente in una
sala cinematografica.
Una spia si
serve per un attentato dell'ignaro cognatino, che
salta in aria con la bomba. La moglie scopre la
verità e accoltella la spia. Un detective
protegge la donna e quando il cinema viene fatto
esplodere da altri dinamitardi, le prove del
delitto vanno definitivamente in fumo.
Con freddo cinismo
Hitchcock fa saltare in aria un bambino che accarezza un
cagnolino e poi lascia impunito un omicidio. Ancora una
volta il caos universale vede e provvede, risistemando al
loro posto colpevoli e innocenti. La scena in cui muore
il bambino costituisce uno dei pezzi più preziosi del
museo Hitchcockiano della suspense: l'autobus avanza
lentamente nel traffico cittadino, scavalca faticosamente
un incrocio dopo l'altro, mentre un orologio scandisce i
minuti che mancano all'esplosione.
Con Young And
Innocent (1937) Hitchcock si concede invece una pausa
rilassata. Il thriller e` in realta` una commedia
sofisticata alla It Happened One Night
Durante un
temporale una diva litiga con l'uomo che l'ha
scoperta. Il giorno dopo il mare restituisce
sulla spiaggia il suo corpo senza vita. Lo trova
un giovane, che corre a chiedere aiuto. Alcune
bagnanti lo vedono e pensano che stia scappando.
Quando arriva la polizia, scopre che la donna e`
stata strangolata con la cintura di un
impermeabile, e i sospetti cadono sul giovane,
tanto piu` che la diva gli ha lasciato un'ingente
somma nel testamento e tanto piu` che la cintura
si scopre appartenere al suo impermeabile.
Il giovane riesce pero` a sgattaiolare fuori dal
tribunale senza essere visto e si nasconde
nell'auto della figlia del capo della polizia.
Quando le si rivela, la convince a lasciarlo in
un mulino abbandonato e a non rivelare nulla al
padre. La notizia della sua evasione ha ormai
fatto il giro della naziona e la polizia lo sta
braccando. Il giovane convince la ragazza, Erica,
della propria innocenza e lei si presta,
inizialmente controvoglia, ad aiutarlo nella
ricerca dell'impermeabile che gli fu rubato. Si
recano nel locale in cui lo perse e capiscono che
dev'essere stato un barbone. Sempre scappando
dalla polizia, ritrovano il barbone in un
dormitorio pubblico, e lo rapiscono per fargli
confessare. Questi restituisce l'impermeabile, ma
rivela di averlo a sua volta ricevuto da un altro
uomo, uno sconosciuto afflitto da un tic agli
occhi. Per sfuggire l'ennesimo inseguimento della
polizia, si nascondono in una miniera, ma la
miniera spronfoda e Erica quasi precipita con
l'auto. Catturata dalla polizia, rifiuta di
collaborare, portando il padre sull'orlo delle
dimissioni. Il giovane intanto ha trovato una
scatola di fiammiferi del Grand Hotel. Erica
veste il barbone da gentleman perche' possa
introdursi nel Grand Hotel e riconoscere l'uomo
dal tic. Passano tutta la serata a osservare gli
ospiti, ma nessuno ha un tic agli occhi. Il
problema e` che loro stanno osservando la folla,
non i musicisti: il batterista truccato da nero
ha un tic agli occhi, e, riconosciuto il barbone,
deve prendere un po' di pillole per calmarsi. La
polizia arresta il giovane, che era di fuori ad
aspettare, e poi la ragazza e il barbone. Ma
proprio all'ultimo momento il batterista, causa
le pillole, sviene sulla scena. La ragazza si
offre di aiutarlo e vede il tic. Il barbone
riconosce lo sconosciuto, che confessa nel
delirio, e il giovane e` scagionato.
La vicenda giallo-rosa
si snoda attraverso una seria di gag irriverenti (l'imputato
abbandona tranquillo il tribunale che lo dovrebbe
processare, i poliziotti finiscono in un autocarro pieno
di maiali, alla fine la polizia arriva in massa ad
arrestare il vero colpevole senza averci capito nulla).
Hitchcock fa anche il moralista: il batterista
rappresenta l'Inghilterra dei locali equivoci, in
contrasto con l'Inghilterra per bene del capo della
polizia, che dice la preghiera ad ogni pasto.
Ancora una volta è il caso a punire il colpevole: il
caso e` ormai diventato la chiave di volta per creare la
suspense.
La trama e` pero` un po' raffazzonata (non e` chiaro ne'
come facciano a sapere che la cintura e` del suo
impermeabile, ne' come lui faccia a dimostrare che
l'impermeabile del barbone e` il suo, ne' tutto il resto)
e il lieto fine arriva improvviso e gratuito. Ne' e`
molto chiaro a cosa serva la lunga scena del party dalla
zia (forse doveva essere un intermezzo comico, ma non fa
ridere). La scena della miniera, in cui il giovane salva
la ragazza all'ultimo momento, e` tutto fuorche'
mozzafiato.
The Lady Vanishes(1938)
sfiora addirittura l'operetta mitteleuropea prima di
abbordare lo spionistico e il genere d'inseguimento, un
divertissment paradossale, una fiaba quasi onirica.
Su un treno una
vecchietta apparentemente innocua che in realta`
serve i servizi segreti britannici, che viene
rapita sul treno; la sua giovane compagna di
viaggio supplica invano i passeggeri di fare
qualcosa: sono tutti contrari a fermare il treno
e piuttosto scettici sull'accaduto; un musicista
le da una mano e insieme riescono a liberare la
vecchietta; i cospiratori circondano allora il
treno e la vecchia, prima di tentare la fuga,
affida loro il terribile segreto: una melodia; i
due giovani scampano alle spie e si precipitano a
Scotland Yard, dove peraltro e` gia` arrivata
l'anziana agente segreto. Come "THE SECRET
AGENT", e` una parodia delle spie. Ma e`
anche una storia ambigua, perch ha inizio
quando la giovane si addormenta nello
scompartimento: come Alice prima di cadere nel
paese delle meraviglie, e poi sviene, si
addormenta di nuovo, sviene, ha delle
allucinazioni, e cosi` via.
Rebecca (1940)
è la storia morbosa di una fedeltà o di un'ossessione,
una storia di fantasmi.
A Montecarlo,
un ricco e nobile vedovo (Olivier) s'invaghisce
della giovane donna di compagnia di un'anziana
aristocratica e decide di sposarla. La porta al
maniero, immerso nella nebbia, dove visse con la
prima moglie, Rebecca, che ancora impregna la
vita del castello. La governante le è ostile, la
perseguita, come se le rinfacciasse di aver
cercato di prendere il posto della sua padrona,
la convince che lui ama ancora la morta, la porta
alla disperazione e cerca di farle commettere un
suicidio. Ma una notte viene ritrovata una barca,
ed in essa il cadavere di Rebecca. Lui le
confessa di averla uccisa e di averla sempre
odiata: era una donna perfida, malvagia e
crudele, che dopo averlo tradito voleva
addirittura che lui riconoscesse il bambino di
cui era incinta. Nella colluttazione lui la
uccise. Lei lo convince a non parlare con nessuno
della cosa, mentire alla polizia, etc. Così,
alla polizia, lui riconosce soltanto di aver
commesso un errore all'epoca nel riconoscere un
altro corpo, nulla di più. Al processo però un
ricattatore rivela che la donna era incinta e
suggerisce che il marito l'abbia uccisa; il
giudice interroga allora il medico privato della
donna, e questi, quando Olivier pensa oramai di
essere perduto, rivela che la donna non era
incinta, bensì malata di cancro. Olivier capisce
allora che gli disse di essere incinta per essere
uccisa da lui, il modo più perfido di commettere
un suicidio. Rebecca è a lungo l'invisibile
protagonista del dramma. La sua perfidia agisce
attraverso l'odio palpabile della governante. La
sposina vive nella costante ossessione di doversi
confrontare con un essere perfetto. Ma l'amore
vero e profondo trionfa (melodramma): una volta
scoperta la vera personalità della morta, la
sposina capisce quale è la sua nemica e la
combatte senza pietà. I ruoli si capovolgono:
l'umile cenerentola diventa la sicura fredda
mente, l'esperto rude uomo di mondo le si affida
debole e spaurito. Vistasi sconfitta, la
governante (Rebecca?) da` fuoco al maniero, ma
rimane imprigionata nelle fiamme.
Un legame
soprannaturale sembra legare la governante a Rebecca,
come se quella fosse il fantasma di questa, che soltanto
la scoperta della verità può definitivamente
allontanare. Un film fiabesco, psicanalitico, poliziesco
e dell'orrore, che suggerisce come una persona
socialmente fuori posto possa destabilizzare l'ambiente
facendone emergere gli squilibri strutturali.
In Foreign
Correspondent (1940) il nazismo, che incombeva
mimetizzato anche nei film precedenti, emerge in
superficie:
Un reporter
Americano viene inviato dal suo giornale a una
conferenza pacifista Ad Amsterdam. A un party,
indetto da un anziano diplomatico, fa la
conoscenza di Fisher, il presidente del partito
pacifista, e di sua figlia, una donna
intelligente e indipendente che rifiuta di
leggere le note stupide che le hanno preparato e
tiene invece un appassionato discorso sulla loro
causa. La accompagna solitamente il distinto
Scott, amico di famiglia.
Un uomo viene assassinato da un falso fotografo
sotto i suoi occhi. Il reporter lo insegue per le
strade fra il traffico e infine salta su un'auto,
proprio quella su cui viaggiano la ragazza,
Carol, e Scott. Inseguono l'assassino per la
campagna olandese, finche' l'auto scompare
misteriosamente in un prato di mulini a vento.
C'e` soltanto un aereo privato che sta volando
sui mulini. La ragazza deve tornare in citta`, ma
il reporter e` insospettito dal movimento dei
mulini e rimane li` a investigare. Capisce cosi`
che i movimenti dei mulini sono segnali per gli
aeroplani. Si infila fra i colossali ingranaggi
del mulino e assiste all'incronto fra agenti
segreti tedeschi. In soffitta scopre proprio
l'ucciso, che e` vivo e vegeto, ma drogato: hanno
ucciso un sosia per far credere che lui e` morto
mentre lo porteranno in Germania per estorcergli
un segreto. Prima di perdere conoscenza, il
vecchio fa in tempo a scribacchiare qualcosa per
il reporter. Per evitare di essere scoperto il
reporter si arrampica in cima al mulino a vento.
Corre ad avvertire la polizia, ma quando
finalmente riesce a convincerli a seguirlo,
trovano soltanto un barbone addormentato. Scott
sorride divertito.
In hotel il reporter sta scrivendo una lettera al
giornale quando arrivano due agenti della polizia
a chiedergli di seguirli. Ma lui si rende conto
che qualcuno ha tagliato il filo del telefono e
sospetta che si tratti di una trappola. Fugge in
vestaglia dalla finestra e finisce nella camera
da letto della ragazza, esponendola allo scandalo
con i suoi amici. La ragazza dapprima e`
furibonda ma poi decide di scappare con lui in
Inghilterrra. La nave salpa un attimo prima che i
falsi poliziotti li possano raggiungere.
I due devono passare la notte in coperta e si
innamorano. A Londra cercano rifugio dal padre
della ragazza, ma nel suo ufficio trovano
nientemeno che il falso barbone di Amsterdam. Il
reporter e la ragazza mettono in guardia Fisher,
che si apparta con l'"olandese".
Nell'altra stanza rivela la sua vera personalita`:
e` il capo della rete di spie, e l'olandese e`
uno dei suoi uomini. Sa benissimo che l'anziano
diplomatico e` vivo, perche' e` stato lui a farlo
rapire. Poi Fisher torna dal reporter e gli
chiede di tenere segreto l'accaduto per dar tempo
alle autorita` di condurre indagini sulla rete di
spie. Lo affida a una guardia del corpo che
dovrebbe proteggerlo, ma prima tenta di gettarlo
sotto un camion e poi lo porta sulla torre della
cattedrale per buttarlo giu`... ma il reporter si
sposta all'ultimo secondo e la guardia del corpo
precipita al suo posto.
A credere alla storia del reporter e` soprattutto
Scott, che ha compiuto le sue indagini
sull'accaduto in Olanda, e si convince che Fisher
sia un traditore. Per incastrare Fisher, Scott
finge che sua figlia sia stata rapita, mentre in
realta` e` in campagna con il reporter. La
ragazza e` furibonda con il reporter perche'
pensa che lui abbia fatto finto di amarla
soltanto per poter compiere le proprie indagini.
La guerra sta per essere dichiarata e Fisher
convince la figlia a tornare negli USA. Prima
pero` si reca sul luogo in cui il vecchio
diplomatico viene tenuto prigioniero per compiere
un ultimo tentativo di estercergli il segreto.
Mentre lo sta interrogando, Scott irrompe e viene
catturato, ma riesce comunque a interrompere
l'interrogatorio e attirare l'attenzione del
reporter che sta a sua volta arrivando. Fisher e
i suoi nazisti fuggono. La polizia britannica
rifiuta pero` di arrestare Fisher perche' non ci
sono prove. Ma il vecchio si riprende e
testimonia, e Scott avverte le autorita`
Americane affinche' arrestino Fisher all'arrivo.
Sull'aereo Fisher si confessa a sua figlia. Il
reporter e Scott sono sullo stesso aereo. E il
reporter tenta di fare la pace con la ragazza.
Mentre si sta spiegando, una nave da guerra
tedesca abbatte l'aereo che precipita in mare. I
superstiti si arrampicano su un'ala che galleggia
sulle onde turbolente. L'ala sta per sprofondare
sotto il peso dei passeggeri, quando Fisher si
lascia scivolare in mare, e non si sa se lo fa
per sacrificarsi e salvare la figlia o se lo fa
nella speranza di raggiungere a nuoto la Germania.
Gli altri vengono salvati da una nave Americana.
Il comandante della nave vorrebbe impedire al
reporter di divulgare la sua storia per non
creare un imbarazzo diplomatico agli USA, ma il
reporter ha in linea il direttore del suo
giornale che sente tutto e manda la storia in
stampa.
Il film e` in un
certo senso il prototipo per North By Northwest e
tanti altri suoi classici: intrigo spionistico,
inseguimenti spericolati, intrigo amoroso, l'eroe anti-eroe
testardo e integerrimo, l'ossessione per il cadere
dall'alto, l'ambientazione internazionale. Ci sono altre
attrazioni pero`: uno dei primi disastri aerei, la
polemica contro i pacifisti e i temporeggiatori che di
fatto aiutano il nazismo.
Mr. and Mrs.
Smith (1941) è una commedia sofisticata, sulla
strada di Champagne e Rich and strange,
basata sugli screzi di una coppia che ha scoperto di non
essere mai stata sposata. Ancora una volta l'ombra di
Lubitsch.
Suspicion (1941)
è uno studio psicologico sulla interscambiabilità della
realtà e della menzogna, su come un dubbio fugace possa
a poco a poco radicarsi e portare alla certezza, su come
(senza alcuna prova, anzi proprio a causa dell'assenza di
prove) si possa passare da una certezza a quella opposta.
Cary Grant,
donnaiolo matricolato e squattrinato, seduce
un'ereditiera bruttina e la convince a ignorare
la scomunica paterna e fuggire con lui. Al
ritorno dal viaggio di nozze Grant rivela
candidamente di essere senza lavoro e di aver
contratto debiti su debiti per pagare la loro
casa. Finge di aver trovato un impiego, mentre in
realtà gioca alle corse. Lei sopporta
stoicamente perché ama sinceramente quello
scapestrato che, nonostante solenni promesse,
continua a tradire la sua fiducia. Lo perdona
anche quando scopre che lui è stato licenziato
da tempo per aver sottratto un'ingente somma
dall'azienda. Grant non sembra scosso dalla
notizia che il suocero è morto senza lasciare
nulla alla figlia, ma cerca di convincere il suo
migliore amico, malato di cuore, a mettersi in
società con lui.
Lei comincia a credere che il marito voglia
assassinare l'ingenuo e indispone Grant con i
suoi tentativi di mettere in guardia la presunta
vittima. La morte dell'uomo, per un attacco
provocato da una bevuta eccessiva in compagnia di
un amico rimasto sconosciuto, la convince che i
suoi sospetti erano reali.
È colta perciò dal terrore quando scopre che il
marito ha stipulato un'assicurazione sulla sua
vita, e che sta tentando di ottenere un anticipo
dall'assicurazione. Oltretutto Grant continua a
leggere gialli e a chiedere consigli all'amica
scrittrice su come si possa perpetrare un delitto
perfetto, e si eccita quando la sente parlare di
un veleno che non lascia traccia.
La donna decide di fuggire con la scusa di una
visita alla madre, ma Grant si offre subito di
accompagnarla in auto. Durante il viaggio, colta
da una crisi di nervi mentre lui guida come un
pazzo lungo un baratro, si getta dall'auto, ma
lui la raggiunge e la spiega che aveva avuto
l'intenzione di suicidarsi ma ora ha deciso di
scontare i debiti in carcere.
Questo finale ridicolo è falso. Quello vero
finiva con l'avvelenamento della donna e con il
marito che imbucava ignaro una lettera con la
denuncia di tutti i crimini da lui commessi.
Il film si basa sul
fatto di rimanere sempre in bilico fra una verità e
l'altra senza che nulla possa consentire di discriminare
con certezza l'assassino dall'innocente.
Saboteur (1942)
è il più spettacolare film di Hitchcock fino a quel
punto. Il tema e` quello di 39 Steps (un innocente
che deve dimostrare la propria innocenza lottando contro
tanto la polizia quanto i malvagi).
All'uscita da
una fabbrica due meccanici si scontrano e uno
cade. Uno dei due lasciare cadere delle buste e
del denaro. L'uomo che l'aiuta a rialzarsi,
Barry, legge il suo nome, Frank Fry, e poi gli
porta una banconota da cento dollari che era
rimasta in terra. Poco dopo scoppia un incendio.
Nell'incendio perisce l'amico di Barry, Ken.
La polizia interroga i testimoni. Fry nega di
aver visto alcunche', benche' fosse presente
quando Barry e Ken si precipitarono a spegnere
l'incendio. Barry va a consolare la madre
dell'amico, ma la polizia viene ad arrestarlo:
l'estintore che lui passo` all'amico era pieno di
benzina. Barry scappa aiutato dalla madre stessa
dell'amico e si propone di trovare Fry per
impedire che uccida ancora.
Ottiene un passaggio su un autocarro. Arriva alla
casa del destinatario della lettera di Fry. Il
gentiluomo nega di conoscere un Frank Fry, ma
appena si assenta Barry scopre un telegramma
inviato da Fry a questo indirizzo per confermare
la riuscita dell'attentato. Il gentiluomo lo
mette pero` arrestare e la polizia ovviamente
crede al ricco gentiluomo, non al ricercato
fuggitivo. Barry e` costretto a fuggire di nuovo.
Trova rifugio presso un cieco ospitale e
generoso, nonostante la nipote lo avverta che la
polizia sta cercando un pericoloso criminale. Il
cieco ha in realta` capito che Barry porta le
manette, ma ha deciso di aiutarlo egualmente. La
nipote invece tenta di portarlo dalla polizia, ma
lui le ruba il volante e di fatto la rapisce. La
ragazza si innamora di lui e lo segue quando lui
salta su un carro del circo. I mostri del circo
lo proteggono dalla polizia e lo portano al
villaggio dove vuole andare a cercare altre
tracce di Fry.
Il villaggio sembra abbandonato ma presto Barry e
la ragazza scoprono che si tratta di una base di
spionaggio. Quando arrivano due uomini, Barry,
nascosta la ragazza, finge di essere davvero il
terrorista che ha causato l'incendio e quindi di
essere dalla loro parte. La ragazza, che sta
origliando, scappa e corre dalla polizia ad
informarli dell'indirizzo della base a New York.
Il boss porta Barry con se` in auto a New York,
dove il giovane ha modo di far la conoscenza
delle autorevoli e rispettabili personalita` che
fanno parte dell'organizzazione. Ma uno di loro
intuisce che si tratta di un impostore. Nel
palazzo si tiene un ballo a cui partecipa anche
la ragazza, che interviene per salvarlo. Ma gli
uomini dell'organizzazione controllano tutte le
uscite e nessuna delle personalita` invitate al
ballo e` disposta a prenderlo sul serio quando
tenta di spiegare cosa sta succedendo. Alla fine
sequestrano la ragazza.
Barry riesce comunque a fuggire e la ragazza
riesce a far pervenire un messaggio alla polizia,
ma non riescono a sventare l'attentato contro una
nave. Barry viene arrestato. La ragazza pedina
Fry fino alla Statua della Liberta` e chiama
l'FBI, che si precipita portandosi dietro Barry.
Barry insegue Fry fino in cima alla fiaccola, ma
poi, quando Fry scivola giu`, e rimane appeso nel
nulla, Barry si cala fino a lui per salvargli la
vita. Nonostante i suoi sforzi, pero`, Fry
precipita nel vuoto.
18 - Shadow of a
dubt
Shadow of a dubt
(1943) è la storia di un altro sospetto, ma questa
volta, a differenza di Suspicion, fondato.
Charlie, per
sfuggire alla stretta sorveglianza di due uomini,
decide di andare a trovare la famiglia della
sorella in California.
Charlie e` lo zio misterioso che manca da tanti
anni. Ha la presenza di un uomo rispettabile,
andato a trovare i parenti che abitano in una
cittadina americana. La sorella e` estatica di
rivederlo dopo tanti anni. La nipote ragazzina
Charlene e` elettrizzata dalla sua presenza, che
attira l'attenzione di tutte le sue amiche. Il
capofamiglia e` un bancario bonario il cui
passatempo preferito e` di discutere di delitti
con il suo miglior amico.
Un giorno con un artificio Charlie strappa un
articolo dal giornale, ma Charlene lo vede. Tutto
il paese parla di lui e i giornalisti lo vogliono
intervistare, ma lui e` reticente. La sorella
tira fuori una fotografia di quando era bambino,
subito prima di un grave incidente in bicicletta
che lo fece cambiare per sempre. Due giornalisti
vengono a visitare la famiglia e cercano un
pretesto per entrare nella camera in cui e`
alloggiato lo zio e riescono a fotografarlo. Lo
zio si fa consegnare il rullino. Uno dei due
invita Charlene fuori. Charlene intuisce che non
e` un giornalista, e` un detective. Lui le rivela
di sospettare che Charlie sia un pericoloso
ricercato e le chiede di tenere il segreto.
La ragazza va in biblioteca a vedere cosa
conteneva l'articolo del giornale asportato dallo
zio e scopre che parlava della caccia
all'assassino di tre ricche mogli, una dopo
l'altra. Dal suo comportamento imbarazzato lo zio
capisce che ha scoperto qualcosa e la affronta,
la implora di credergli, di concedergli ancora
qualche giorno. Piu` di ogni altra cosa la
ragazza ha paura che la madre muoia di dolore
nell'apprendere la verita` sul fratello. Uno dei
detective le rivela che sostitui` il rullino con
un altro e la fotografia e` stata spedita in
citta` per farla vedere ai testimoni e
identificare lo zio.
Lo zio viene scagionato e tutto sembra tornare
alla normalita`. Il detective si e` sinceramente
innamorato di lei e gli dispiace dover lasciare
la citta`.
La ragazza si fa male quando uno scalino di legno
si spezza e non puo` fare a meno di sospettare
che qualcuno l'avesse segato apposta. Poi rischia
di morire soffocata dai gas di scappamento
dell'auto quando la porta del garage si chiude
misteriosamente dietro di lei e nell'auto non
c'e` la chiave per spegnerla (ce l'ha lo zio). Ma
non puo` dire nulla, per paura di quanto ne
soffrirebbe la madre. Vuole soltanto convincere
lo zio ad andarsene dalla loro casa. Ma
approfitta di un'assenza dello zio per curiosare
fra le sue cose e trova un anello. L'anello
convince lo zio a partire. Ma durante l'addio sul
treno, trattiene con una scusa la ragazza e, una
volta che il treno e` partito, tenta di ucciderla.
E` invece lui a cadere ed essere schiacciato da
un altro treno.
La polizia archivia il caso, che resterà un
affare privato fra i due giovani innamorati.
Entrambi sono
terrorizzati: lei che lui sia l'omicida, lui che lei lo
scopra.
Lifeboat (1943)
e` un intelligente apologo propagantistico.
Su una zattera
vanno alla deriva i superstiti di un naufragio:
una scrittrice aristocratica che parla tedesco,
altre due donne, un arrogante nazionalista, un
suo amico, un negro, un vecchio... e il capitano
di nave nazista. L'amico ha bisogno di
un'amputazione, e il tedesco si offre.
L'arrogante non si fida e dirige la barca in
direzione a quella indicata dal tedesco, ma alla
fine deve cedere alla volontà generale. Uno
degli uomini capisce che la rotta è sbagliata
dalla posizione delle stelle e poi gli altri
scoprono che nasconde una bussola. Scoppia la
tempesta e lui salva con perizia la barca, ma
rivela anche di sapere l'inglese! Si impadronisce
così del comando della barca, spingendola in
direzione della nave tedesca, mentre l'arrogante
e la scrittrice continuano a litigare. In un
momento in cui gli altri dormono spossati, il
tedesco getta l'uomo amputato in mare. Poi
scoprono che lui aveva nascosto cibo e acqua per
se, mentre loro morivano di fame e di sete. Gli
si avventano addosso tutti e lo massacrano.
Quando finalmente arrivano alla nave tedesca e
sperano di essere raccolti come prigionieri,
arrivano le navi americane che la bombardano. Un
naufrago tedesco si arrampica a bordo a loro di
nuovo accolgono il nemico, in una prova di
superiore generosità.
Il primo capolavoro
psicanalitico di Hitchcock e` Spellbound (1949),
ambientato in una casa di cura.
Ingrid Bergman
e altri psichiatri assistono al passaggio di
consegne fra il vecchio primario e il nuovo, un
giovane ricercatore (Gregory Peck) che ha scritto
libri importanti sul complesso di colpa.
Bergman, una scienziata diligente e asessuata,
nota che Peck si comporta in modo strano, ma ne
e` subito attratta e cade fra le sue braccia.
Peck continua a essere colto da crisi isteriche
quando vede righe su sfondo bianco.
Bergman ha la prova che Peck e` un impostore
quando scopre che la sua firma non e` quella del
celebre psicanalista.
Messo alle strette, Peck confessa di avere perso
la memoria, ma crede di aver ucciso il vero
primario e di averne preso l'identita`. Bergman
crede invece alla sua innocenza e, invece di
denunciarlo, decide di aiutarlo a nascondersi.
Lo staff della clinica ha intanto appreso la
verita` dalla governante del celebre psicanalista:
l'uomo e` scomparso misteriosamente e Peck e` un
impostore. Anche loro sospettano subito che si
tratti di un paziente dello psicanalista e che
lui lo abbia ucciso.
Per sfuggire alla caccia della polizia, la donna
decide di cercare rifugio a casa del suo maestro
di psicanalisi, un anziano burbero e saggio.
Man mano che gli sta vicino, Bergman si affeziona
di piu` al caso di Peck e a lui come uomo. Il
maestro intuisce che Peck sia affetto da problemi
e Bergman deve confessargli la verita`. Insieme
tentano di fargli recuperare la memoria e di
decifrare un suo ermetico sogno.
Riescono a far emergere dal subconscio del malato
il nome della località invernale del suo incubo.
Bergman e Peck vi si recano e, sciando, lui
ricorda d'improvviso il trauma d'infanzia che lo
blocca (scivolando da una ringhiera urtò il
fratellino che finì. infilzato sulle punte della
sottostante cancellata) e poi l'incidente
accaduto al primario: mentre sciavano insieme,
questi precipito` in una voragine.
L'incubo sembra finito: Bergman avverte la
polizia e il cadavere viene prontamente ritrovato.
Ma la polizia scopre anche una pallottola nel
corpo del primario e arresta Peck per l'omicidio.
Peck viene processato e condannato.
Bergman rimane sola a battersi per dimostrare
l'innocenza dell'uomo. Un giorno il direttore
della clinica si lascia sfuggire di conoscere un
dettaglio della vittima mentre aveva sostenuto di
non averlo mai incontrato.
Bergman gli sottopone il sogno di Peck e con
tutta calma lo psichiatra lo decifra: e` stato
lui a sparare al primario, per evitare che gli
rubasse il posto, e Peck lo aveva visto. Sta per
uccidere Bergman ma poi capisce di non avere
alcuna via d'uscita e si suicida.
Tutti i motivi di
Hitchcock ricorrono in questo film: l'inseguimento, il
colpevole innocente, la coppia che indaga, il cinismo (il
bambino infilzato nelle punte acuminate della ringhiera),
il disprezzo dell'autorità; ma accoppiata a una morale
sentimentale (l'istinto di una donna innamorata è più
efficace della scienza e dei metodi della polizia) e
soprattutto al primo esperimento cinematografico di
psicoanalisi (la scena dell'incubo, che si salda ai
deliri surrealisti degli anni Venti).
Hitchcock passa
anche troppo tempo a illustrare l'ambiente, i metodi e i
benefici della psicanalisi, spesso con risultati
controproducenti. Lo spettatore viene introdotto alla
psicanalisi nella prima scena, in cui una paziente che
odia gli uomini flirta con tutti quelli che incontra.
Ogni venti minuti uno dei personaggi tiene un sermone a
favore di Freud. E la decifrazione finale del sogno e`
non solo implausibile ma persino imbarazzante. La
passione per la psicanalisi gli prende chiaramente la
mano.
Dove Hitchcock
trionfa e` invece nel modo "matematico" in cui
dispone la sua tela. Alla fine del film ci si rende conto
che la vera paziente bisognosa di cura e` la donna,
un'insicura, frigida e frustrata, che durante il corso
dell'avventura viene guarita e diventa una donna
generosa, comunicativa e determinata. La donna non ha
alcuna prova dell'innocenza dello smemorato: ne e` pero`
stata attratta fin dal primo momento e non riesce a
rinunciare al piacere dell'attrazione sessuale. E`
disposta a rischiare la vita. A capovolgere ulteriormente
lo scenario e` l'altro malato mentale, che non e` mai al
centro del film ma che e`, alla fin fine, l'assassino e
pertanto il "who done it": il direttore della
clinica, lo psichiatra degli psichiatri. Alla fin fine
proprio i due che dovevano guarire gli altri si rivelano
i piu` malati. Il malato (Peck) ha soltanto perso la
memoria, ma non ha fatto nulla di grave.
Notorius (1946)
è l'ennesimo incrocio fra spionistico e commedia
sentimentale: Cary Grant è un agente segreto che
corteggia Ingrid Bergman, la figlia dissoluta di una spia
tedesca suicida in carcere, e la convince a collaborare
per sgominare la banda di un tedesco in Brasile; siccome
questi è un suo vecchio ammiratore, il capo di Grant le
chiede di sposarlo per potersi infiltrare nella casa dei
convegni; lei si sente tradita da Grant e per ripicca
accetta; Grant non le perdona di anteporre il dovere a
lui; continuano ad incontrarsi anche dopo il matrimonio,
ma soltanto per scambiarsi messaggi; la sua missione
nella casa è ostacolata dalla diffidenza della madre (dovuta
anche a gelosia) e dal fatto che lui non le lascia le
chiavi della cantina, dove sono custodite delle
misteriose bottiglie; durante un ballo, lei passa a Grant
la chiave che ha sottratto al marito e insieme vanno a
perlustrare la cantina; scoprono così che le bottiglie
contengono uranio, ma ne lasciano cadere una; siccome
stanno per essere sorpresi dal marito, fingono di
baciarsi; ma la sparizione della chiave e la sua
successiva ricomparsa insospettiscono il tedesco, che con
una rapida ispezione in cantina si rende conto
dell'accaduto; non potendo confessare la cosa ai
complici, che per uno sbaglio del genere lo
eliminerebbero subito, si confida alla madre ed insieme
decidono di avvelenarla un poco alla volta in modo che la
sua morte sembri naturale; nonostante l'astio che li
separa, Grant si preoccupa delle notizie sulla salute di
lei e del silenzio che è calato sulla casa; un giorno
irrompe in casa e penetra nella stanza della morente, che
lo supplica di portarla via; il marito non può opporsi,
per non suscitare sospetti nei complici e li accompagna
fino all'auto come se la sua signora fosse stata colta da
un malore improvviso; Grant carica la Bergman in auto e
lo pianta in asso davanti agli spietati congiurati,
firmando così la sua condanna a morte.
Come nel precedente,
ai motivi canonici della sua opera, Hitchcock accoppia un
motivo sentimentale, adatto alla grande diva (la donna
che vorrebbe rifarsi una vita, ma è ricacciata nel suo
passato, l'amore complicato dalle incomprensioni,
dall'orgoglio e dal dovere). E' un melodramma psicologico
in cui si confrontano una Bergman rassegnata e un Grant
amaro; il thriller nasce più dalla loro relazione
impossibile (siglata da quello che fu definito "il
più lungo bacio della storia del cinema" e che causò
non pochi intralci con la censura). E' anche un dramma di
cinica depravazione (la donna dissoluta che si dà ad un
vile nazista, l'affetto edipico tra madre e figlio),
costellato di metafore espressioniste (la scala sulla
quale si mettono in moto tante scene).
Paradine Case
(1947) è anche un'analisi di ambienti.
La protagonista
è una rispettabile borghese sospettata di aver
avvelenato il marito ricco e cieco. La difende in
tribunale un appassionato Gregory Peck, che non
si lascia influenzare da una passata relazione
fra la donna e il palafreniere della villa. La
moglie dell'avvocato, è d'altronde oggetto dei
desideri del giudice, Charles Laughton, che si
sfoga infierendo sull'imputata. Tanta incrociata
degradazione sfocia nel suicidio del palafreniere
quando il suo tradimento viene reso pubblico
nella rivelazione che l'avvocato si è innamorato
della accusata, e nella confessione di questa,
disperata per la perdita dell'amante.
Nonostante alla fine
Peck torni da sua moglie, il film si regge all'insegna
dell'abiezione senza scusanti. Il sesso contenuto di Notorius
deborda in orgia gombrowicziana, l'animalesco borghese.
Indirettamente, anche questo film è influenzato dalla
psicanalisi, ma Freud sta diventando un alibi per mettere
in scena gli spazi morbosi più reconditi dell'animo
umano.
Rope (1949)
segno` l'apice del virtuosismo tecnico di Hitchcock: il
regista lo girò tutto dentro una stanza in un unico
ambiente, rispettando il tempo dell'azione (un'ora e
mezza). Anche la trama era una esagerazione dei soliti
torbidi: due giovani studenti omosessuali, ispirandosi
alle lezioni di un loro professore, uccidono senza alcun
motivo un loro amico e ne nascondono il cadavere in casa.
In un
appartamento con vista sui grattacieli di New
York due giovani studenti uccidono un uomo e lo
nascondono in un cassettone. Quello che l'ha
strangolato, Brandon, e` calmo e sicuro di se`,
l'altro, Philip, e` nervoso e pauroso,
semplicemente succube della mente malata di
Brandon. Il primo decide persino di usare il
cassettone come una tavola per il ricevimento a
cui hanno invitato un gruppo di amici. L'anziana
governante serve gli ospiti, che comprendono il
padre della vittima, nonché la fidanzata della
vittima, Jane, e un suo ex spasimante, Ken. Per
ultimo arriva l'ex professore di filosofia di
Brandon, Rupert. E` Rupert l'ispirazione per
l'ideologia "Nietschana" di Brandon.
Rupert sostiene in maniera semiseria che
l'omicidio e` un'arte e dovrebbe essere
consentita agli esseri intellettualmente
superiori. Non e` chiaro se Rupert sia convinto
di cio` che dice, ma Brandon certamente lo e`
quando prende le sue difese e tenta di spiegare
al padre della vittima, scandalizzato, perche' ai
"superuomini" dovrebbe essere concesso
il privilegio di uccidere. Brandon, freddo e
disinvolto, si diverte a scandalizzare l'ignaro
padre della vittima e gongola del suo perverso
umorismo. Lo allieta anche il fatto che Ken e
Jane si rappacifichino approfittando dell'assenza
di David. Jane e` inviperita con Brandon, che
accusa di aver premeditatamente escluso David dal
party.
La governante confida a Rupert che il
comportamento di Brandon e` stato quantomeno
bizzarro quel giorno e Rupert comincia a
sospettare qualcosa. Stewart interroga
insistentemente il debole Philip. Philip avvisa
Brandon, ma Brandon è quasi divertito
nell'avvertire che Rupert sta indagando. Tutti
gli invitati cominciano a rendersi conto che
David e` assente e il party termina bruscamente.
Dopo che tutti gli invitati se ne sono andati,
Rupert torna con una scusa e riprende a
interrogare i due, tirando a indovinare
l'accaduto, finchè il debole crolla. Philip,
terrorizzato, impugna una pistola e Rupert deve
disarmarlo con la forza. Rupert indovina anche
che il corpo deve essere nascosto nel cassettone.
Smascherato, Brandon conserva la calma e rivela a
Rupert di essersi ispirato alle sue stesse
lezioni. Rupert è allibito nel rendersi conto
che alla base della loro follia sono state le sue
teorie sul bene e sul male. Rupert capisce cosi`
che le sue teorie sono sempre state sbagliate.
Furibondo, esplode alcuni colpi di rivoltella per
richiamare la folla e la polizia.
A meta` strada fra
kammerspiel espressionista e apologo "brechtiano"
sul malessere esistenziale dei borghesi, il film e`
indirettamente un altro studio dell'angoscia
metropolitana. Ma si tratta sostanzialmente di un'opera
molto minore per Hitchcock, piu` che altro una
dimostrazione di virtuosismo.
Rope fu anche
il primo film a colori del regista.
Under Capricorn
(1949) è un feuilleton ambientato in Australia nei primi
anni dell'Ottocento, brutta copia di Rebecca.
Bergman è una
donna di nobili origini che sposò lo stalliere
di casa sua, provocando violente liti che
culminarono nella morte del fratello, causata
peraltro, per difendere lei dal marito; questi
venne inviato alla deportazione e lei lo seguì;
l'ex galeotto emancipato divenne in pochi anni un
ricco proprietario, ma i rapporti fra marito e
moglie si deteriorarono; Bergman, schiacciata
dalla solitudine e odiata dalla governante che
medita di prenderne il posto, si è data
all'alcool; il giovane compatriota che è
diventato il suo unico amico cerca di guarirla,
ma suscita la gelosia del marito, grazie anche
alla malignità della perfida governante; i due
vengono anche alle mani e il giovane, per
difendersi, ferisce il ricco antagonista; è lo
stesso ex-galeotto però a farlo rilasciare dopo
l'arresto, in un impeto di generosità che
prelude alla riconciliazione dei due coniugi.
L'unica nota gialla
è data dai perversi tentativi della governante di
rovinare la sua padrona, un po' la replica del lento
avvelenamento di cui era vittima la stessa Bergman in Notorius.
E' un film che non gioca le carte che ha messo in tavola:
due possibili triangoli (l'amico con Bergman, la
governante con il padrone), due possibili pazzie (Bergman,
la governante) e due possibili omicidi (il fratello dal
marito, il marito dall'amico). Un Hitchcock insolitamente
pudico.
Hitchcock torna al
thriller mozzafiato, concentrato in pochi ambienti
attorno a due personaggi guida e a un colpevole
innocente, con Stage Fright (1950).
Il giovane
Jonathan chiede aiuto alla fidanzata Eve,
sostenendo di essersi inguaiato con la polizia
mentre cercava di simulare un alibi per l'amante,
una smaliziata attrice che ha ucciso il marito
durante un violento diverbio. In realtà dalla
sua descrizione dell'accaduto è facile intuire
che la donna ha fatto di tutto perché Jonathan
venisse incolpato del crimine da lei commesso.
Mentre l'amante malvagia, una corrotta attrice
d'avanspettacolo (interpretata da Marlene
Dietrich), tenta di rovinarlo, l'amante buona,
una studentessa di arte drammatica, tenta di
salvarlo, affidandolo al padre, un vecchio
reprobo che vive da eremita. Eve riesce a
comprare la complicità della cameriera
dell'attrice (una perfida megera) grazie al
denaro del padre e si sostituisce a lei.
Introdottasi in casa sua, riesce ad ascoltare le
menzogne che la perfida racconta alla polizia e
le macchinazioni che perpetra in combutta con il
suo agente.
E` una sfida fra due "attrici":
Dietrich, attrice (nel senso letterale del
termine) esperta e volgare, e la fidanzatina Eve,
principiante ma talentuosa, che recitano nella
vita privata l'una la parte della vedova
affranta, l'altra quella della cameriera Doris
("you are my audience" dice al padre).
Un detective, Wilfrid, che, nel frattempo, ha
intuito la tresca si introduce in casa della
ragazza e la corteggia, ma Eve continua a
proteggere il fuggitivo Jonathan con la
complicita` del padre.
Anche Jonathan ha modo di vedere il vero volto
dell'amante quando questa rifiuta di fuggire con
lui nonostante lui minacci di mostrare alla
polizia l'abito bianco intriso di sangue che lei
indossava la sera del delitto (abito che in realtà
lui ha subito bruciato). L'attrice lo lascia nel
camerino e lui verrebbe arrestato dalla polizia
se Eve/Doris non facesse rumore.
La frigida ma decisa Eve e` sempre piu` fredda
con Jonathan e sempre piu` affascinata dal
detective, che le carpisce anche un bacio mentre
si recano a una fiera. Alla fiera deve incontra
la vera cameriera che la ricatta, ma il padre
arriva in tempo a pagare.
Il padre ha un'idea: vince una bambola in uno dei
baracconi e poi la sporca di sangue per tendere
un tranello all'attrice che deve esibirsi in uno
dei padiglioni davanti a centinaia di persone. Il
padre chiede a un bambino di consegnarla
all'attrice che sta cantando sul palco,
provocandole una crisi di nervi davanti a Wilfred.
Wilfred non e` stupido e intuisce la verita`. Eve
confessa e lo prega di stare al gioco. Il padre
lo convince a piazzare un microfono nel camerino
dell'attrice. Eve/Nellie finge di voler ricattare
l'attrice: e` un bluff, ma l'attrice le offre
cifre enormi in cambio del fatidico vestito
bianco, e la conversazione, ascoltata via
microfono dalla polizia, inchioderebbe la donna.
Se non che' lei sostiene anche davanti a Eve che
ad uccidere è stato Jonathan e che lei vuole
soltanto salvare lui. Essendo ignara del
tranello, e pertanto in buona fede, l'attrice e`
credibile e il piano si sta rivoltando contro
Jonathan.
Jonathan, che era stato catturato dalla polizia,
si dà alla fuga, sempre protetto
dall'irriducibile fidanzata che lo porta nei
sotterranei. Il padre apprende da Wilfred che
Jonathan e` un pericoloso assassino che l'ha
sempre fatta franca, e tenta di avvertire Eve.
Eve sente il padre e, nel buio di uno stanzino,
capisce la verita`. Jonathan, freddissimo,
capisce che la sua unica via di salvezza e` di
dimostrare di non essere sano di mente e il modo
piu` semplice di riuscirci consiste nell'uccidere
anche lei.
Eve lo conduce astutamente sul palcoscenico, dove
un poliziotto gli fa cadere addosso il sipario
uccidendolo.
La tensione
raggiunge l'apice nell'ultimo agghiacciante
capovolgimento di scena, quando convergono il terrore e
l'impotenza della ragazza che sta per pagare con la vita
la sua assidua devozione e l'efferato cinismo del mostro
(disposto ad ammazzare chi l'ha aiutato pur di salvare se
stesso) e della polizia (che lo schiaccia come un verme).
Strangers On A
Train (1951) è centrato attorno ad un patto omicida
contratto da due uomini in treno: l'uno ucciderà la
moglie dell'altro per consentirgli di sposare un'altra,
l'altro ucciderà il padre di questi per consentirgli di
ereditare il patrimonio familiare; entrambi sono
insospettabili per il delitto che devono commettere.
L'idea è del primo, un cinico playboy disposto a tutto,
che ha dovuto sottostare troppo a lungo al regime
tirannico di casa sua e che insinua come un demone
malefico l'idea nel cervello del compagno di viaggio
appena conosciuto. Il secondo è però riluttante: è un
architetto serio e onesto, invaghito di una brillante
collega, ma a cui la moglie infedele non vuole concedere
il divorzio; il primo, invece sta alla parola: strangola
la moglie e va ad esigere la controparte minacciando
anche una denuncia alla polizia che inguaierebbe più il
marito che il vero assassino; all'innocente non resta via
di scampo: davanti ad un ultimatum si precipita dal
ricattatore e lo insegue su una giostra impazzita del
luna-park, dove il malvagio perisce e viene riconosciuto
da un inserviente come il vero assassino.
Durante un
viaggio in treno, un giovane marito insoddisfatto
incontra il figlio scapestrato (o psicotico) di
un milionario; questi gli fa notare in tono
scherzoso che entrambi risolverebbero ogni
problema se solo potessero liberarsi della
persona che li perseguita. Sul momento non gli da
retta, ma quando la moglie lo raggira,
rifiutandogli il divorzio, spassandosela con i
suoi soldi e atteggiandosi in pubblico a vittima,
non può fare a meno di telefonargli per sfogarsi.
Lo scapestrato si mette allora alle calcagna
della donna, la segue al luna-park, e la
strangola, apparentemente senza ragione. Poi va
ad aspettare il marito davanti a casa sua e gli
racconta ciò che ha fatto; alle sue reticenza,
gli spiega che nessuno crederebbe alla vera
storia: lo metterebbero subito in carcere con
l'accusa di omicidio; gli spiega che non ha altra
scelta che accettare il patto e uccidere suo
padre. Intanto deve provare la propria innocenza:
l'unico testimone che lo ha visto all'ora del
delitto era ubriaco e non ricorda, e nonostante
l'appoggio del padre senatore, della ragazza che
ama, la polizia lo tiene sotto controllo. Mentre
cerca di rigare diritto, più che mai accudito
dalla ragazza, l'altro lo perseguita con il suo
ricatto, e finisce per insospettire la ragazza e
sua sorella. Questa assomiglia alla vittima e
l'assassino ha una crisi di nervi quando la vede
ad un party del senatore. La ragazza del vedovo
capisce tutto e il suo fidanzato le confessa la
verità. Il giovane finge di accettare il patto
e, seguendo il piano dettagliato del "complice",
penetra nottetempo in casa del vecchio per
metterlo in guardia dal figlio, ma questi
subodora tutto. Fallito anche un tentativo di
sensibilizzare la madre dello scapestrato, i due
innamorati decidono di smascherare l'omicida con
un trucco. A sua volta questi ha deciso di
mettere in atto le sue minacce. La trappola
scatta al luna-park: i due lottano su una giostra
impazzita in mezzo a bambini terrorizzati per il
possesso di un accendino che potrebbe scagionare
o condannare. Quando la giostra finalmente si
schianta, il malvagio rimane sotto i rottami, ma
neppure in punto di morte compie una buona
azione, e rifiuta di confessare davanti al capo
della polizia; se non che, poco dopo spira e il
pugno gli si apre, rivelando l'accendino e
scagionando il giovane. Il malvagio è un maniaco
disumano, patricida senza scrupoli che uccide una
sconosciuta e specula sulla beata cieca stupidità
della madre. Film strettamente manicheo, a
tratti pretestuoso (tutto va bene per fare
suspense), racconta la lotta di un individuo (ovviamente
aiutato da una donna) per provare la propria
innocenza avendo contro tutta la società.
E' un apologo
inquietante sulla morale borghese, sceneggiato fra
l'altro da Raymond Chandler in persona.
I Confess (1953)
è un altro classico sul tema del colpevole innocente.
Un sacerdote
riceve la confessione di un assassino (un
tedesco, che per non farsi riconoscere ha usato
la sua tonaca); la vittima ricattava una donna
con cui il sacerdote era stato un tempo in intimi
rapporti; gli indizi si accaniscono proprio
contro di lui, che non si può discolpare perché
è vincolato dal segreto; al processo viene
assolto, ma la folla inferocita, tenta di
linciarlo; all'ultimo momento, la moglie del
tedesco confessa pubblicamente la verità;
l'assassino la uccide e si rifugia dentro un
albergo, ma viene colpito a morte dalla polizia;
in punto di morte viene confessato proprio
dall'uomo che stava per pagare al suo posto.
The body of a
man who has just been assassinated. A man dressed
like a priest walks in an alley and takes the
dress off. A priest prays in his church. In the
middle of the night one of his most devoted
parishioners (a German immigrant, Otto) comes to
confess his crime: he just killed a man. His
wife, Alma, who works for the priests, is
terrified that the police would arrest him but he
is sure that the priest would never turn him in.
The priest walks to the scene of the murder and
talks to the chief investigator, who is suprised
to see him talk to a blonde woman (Ruth) right
outside the house. The victim was an attorney.
The person who called the police is the murderer
himself, Otto. Otto is deeply tormented but can't
find the strength to tell the police the truth.
Neither does he believe he is completely guilty,
because of his conditions as a poor immigrant.
The police finds witnesses who have seen a priest
walk down that alley and the suspects fall on the
priest. Otto panicks and decides to help the
investigators in his own way: instead of washing
the dress he used for the murder, he makes sure
that the authorities find it. In the meantime,
the priest refuses to collaborate with the police
because he doesn't want to compromise somebody (Ruth).
Ruth learns that the priest is the suspect of the
murder. The husband (Pierre) sees that she is
worried and realizes that Ruth is still in love
with the priest. Ruth had an affair with him
before he got ordained and never loved the man
she subsequently married.
The police spies on the priest and sees him meet
with Ruth. The detective calls both Ruth and the
priest to his office and forces the woman to tell
him about her and the priest. She admits that she
had an appointment with the attorney and the
reason is that the attorney was blackmailing her.
The night before the murder she had secretely met
with the priest (for the first time in many years)
to discuss this topic. Under pressure from the
inspector, Ruth confesses that she and the priest
used to be lovers. Ruth thinks that she has
provided the priest with an alibi, but instead
the autopsy shows that the man was murdered just
when she left the priest.
Otto knows that the priest will not reveal his
confession to the police. He even takes the
liberty to testify at the trial and further
incriminate the priest. The jury finds the priest
not guilty, because there is enough evidence
against him, but everybody believes him a
criminal. The crowd is about to lynch the priest
when Alma runs to his help. Otto panicks and
shoots her. She dies asking the priest for
forgiveness and the detective overhears her. But
the priest still refuses to answer the
detective's questions. The police is chasing the
killer, who is hiding in a theater. Otto thinks
that the priest told the police and makes fun of
him, thereby betraying himself. Everybody
understands what had been going on. The priest
walks into the theater and confronts Otto. Otto
makes fun of the priest, whose friends have
disappeared and were even ready to lynch him. The
police shoots Otto before he can shoot the priest.
Otto dies in the priest's arms, while the priest
is absolving him of his sins. The premise is
quintessential Hitchcock, albeit with a moral
underpinning, but the film is a minor work,
weakened by the melodramatic figure of Ruth, by
an unusually slow pace and by disproportionate
behavior (the whole problem starts because Ruth
is afraid that the attorney could tell her
husband about an old affair that has no effect on
their married life, and it is a mystery why the
husband, in order to avoid being arrested,. would
kill his wife in front of the police, thereby
assuring that they would arrest him).
E' come se la vita
fosse un gioco con delle regole ben precise: purché
ognuno rispetti le proprie regole, tutto è permesso,
senza armonia; e tutti rispettano le proprie regole: il
tedesco cerca di salvare la pelle, il sacerdote si
attiene al giuramento, la moglie dell'omicida ubbidisce
alla sua religione, etc... La vicenda procede e si
conclude attraverso l'applicazione meccanica di queste
regole. Il cinico raziocinio di Hitchcock ha trasformato
l'esistenza in un giocattolo a ingranaggio.
L'ispettore di
polizia è cinico e spietato, non ha rispetto per gli
altri, si limita ad eseguire metodicamente il proprio
lavoro; dall'inizio alla fine ogni sua azione è dettata
soltanto dalla necessità di scoprire la verità, senza
tenere alcun conto dei risvolti umani della vicenda;
anche alla fine: prima ordina di non sparare
sull'assassino, perché vuole farlo parlare, poi, una
volta arrivata la confessione, non esita a sparare.
I tre poli del film
(il buono, cioè il prete, il cattivo, cioè il
sacrestano, e il neutro, cioè il poliziotto) sono
emblemi della solitudine. Tutti e tre non hanno amici: il
prete viene circondato da una folla ostile all'uscita dal
tribunale, una folla che lo lincerebbe se potesse; il
sacrestano è un immigrato che parla un cattivo inglese e
non si è inserito nella società americana. La stessa
eroina, che sacrifica il proprio decoro per deporre a
favore del prete, non comunica con il marito ed è
infelice. Buoni e cattivi sono accomunati dalla stessa
condizione di solitudine. Il carattere positivo, comune
un po' a tutti i protagonisti del puzzle, è la
determinazione a compiere fino in fondo il proprio
destino: il prete non viola il vincolo della confessione
neppure quando l'assassino è ormai impazzito e semina il
terrore nei corridoi; il poliziotto persegue la sua
disumana caccia alla verità.
27 - Dial M for
murder
Dial M for murder
(1954), è un puzzle girato interamente in interni.
Grace Kelly è
la ricca moglie di un playboy equivoco. Lei è
ancora innamorata di uno scrittore di gialli e
lui teme di sentirsi chiedere il divorzio da un
giorno all'altro. Architetta allora il delitto
perfetto. A Londra, Kelly e il marito fingono
accordo. Arriva l'americano scrittore di gialli
con cui ha avuto una avventura un anno prima. Gli
racconta di essere stata derubata di una sua
lettera e ricattata. Il marito li fa andare a
cena fuori. Rimasto solo si rivela freddo
calcolatore. Chiama il proprietario di un'auto
come se volesse acquistarla, ma scoprendo che
sono compagni di università, tesoriere al tempo
in cui fu rubata la cassa scolastica e in seguito
immischiato in grossi affari, gli rivela di
essere a conoscenza del tradimento della moglie,
e di essere spaventato all'idea di un divorzio,
perché dipende economicamente da lei; e di
averle rubato lui la lettera. Se lui non accetterà
di fare ciò che dice lui, lo smaschererà
davanti a coloro che stava truffando: ha passato
settimane ad indagare sul suo passato di
truffatore. Deve accettare di strangolare la
donna secondo un piano ingegnoso: il marito ruba
la chiave della moglie e la nasconde sotto il
tappeto delle scale; il killer si introduce in
casa mentre lei dorme e attende; il marito le
telefona da un party, alibi perfetto; lei va a
rispondere e dà modo al killer di prenderla alle
spalle. Ma la donna si difende e uccide
l'aggressore; poi chiede aiuto al marito, ancora
all'altro capo del telefono, il quale non perde
tempo a precipitarsi in casa e sistemare le cose
in modo da far sembrare che il morto ricattasse
la moglie e che lei lo abbia ucciso
premeditatamente: brucia la calza con cui tentava
di strangolarla, gli mette la lettera in tasca.
La polizia scopre che l'assassino era entrato
dalla porta (come se Kelly l'avesse fatto entrare),
e trova la lettera, ma non la calza. Lo scrittore
e l'ispettore smontano però il suo intrigo pezzo
per pezzo e con uno stratagemma gli fanno
commettere la mossa sbagliata che lo condanna
alla sedia elettrica.
Viene condannato a morte, il giorno prima
dell'esecuzione l'amante supplica il marito di
inventare una storia che scagioni la donna, e gli
propone esattamente ciò che è successo, senza
capire che è la verità; ma l'ispettore sospetta
già qualcosa, e l'amante scopre che ha una
valigetta piena di banconote, la stessa che ha
sostenuto gli è stata rubata. Il marito riesce a
spiegare la cosa dicendo che era il denaro
preparato dalla moglie per il ricattatore.
L'ispettore finge di credere a lui e non
all'amante, ma prima di uscire, scambia i loro
impermeabili con dentro le relative chiavi, in
modo che lui non possa più rientrare. Lui esce e
l'ispettore fa venire la donna, che non riesce ad
entrare. Torna il marito, che nella stessa
situazione, si ricorda della chiave sotto il
tappeto ed entra, per trovare l'ispettore, la
moglie, l'amante che l'aspettano: si è tradito.
La prende con il suo tipico fair play: offre un
drink agli ospiti!
La variazione per
antonomasia del tema Hitchcockiano è Rear Window
(1954), apologo morale in forma di commedia farsesca (piu`
che di thriller mozzafiato).
In un chiassoso
quartiere popolare, dove tutti vedono tutti, Jeff
(James Stewart) è un fotoreporter con una gamba
ingessata che trascorre la convalescenza su una
sedia a rotelle nel suo angusto appartamento, e
inganna il tempo osservando ciò che succede
nelle case dei vicini. Il film si apre proprio
con la cinepresa che si "affaccia alla
finestra" e inquadra gli edifici del
quartiere, attraverso le cui finestre si puo`
intuire la personalita` e la vita degli abitanti.
Si tratta di vite umili, delle quali Hitchcock
esalta il lato comico: la ballerina dalle pose
erotiche, gli sposini che sono sempre in camera
da letto, i coniugi che dormono sul balcone, la
donna che cena da sola simulando di avere un
ospite galante, etc. Poi la cinepresa inquadra
l'interno del protagonista: cimeli, ricordi,
strumenti del mestiere.
Jeff si e` rotto una gamba ed e` costretto
all'immobilita`, accudito da una bonaria
infermiera e dall'affettuosa fidanzata, Lisa. Due
lunghe conversazioni da commedia sofisticata
prima con l'una e poi con l'altra ricompongono la
personalita` e la vita del fotoreporter. In
particolare, la fidanzata tenta di convincerlo a
sposarla e a cambiare mestiere, mentre lui è
certo che sono troppo diversi: lei aristocratica
non è adatta alla sua vita avventurosa.
Jeff osserva per caso un vicino che esce di notte
portando una valigia, rientra pochi minuti dopo
ed esce nuovamente con la stessa valigia. Si
addormenta pero` prima dell'alba e non vede che
l'uomo esce con una donna. Fatto sta che il
giorno dopo la moglie (un'invalida isterica) e`
scomparsa e Jeff si convince che l'uomo l'abbia
uccisa, fatta a pezzi e fatta scomparire. La sua
sorveglianza diventa maniacale, ma non ha nessuna
prova. Dapprima l'infermiera e la ragazza lo
scherniscono e sono scandalizzate dalla sua
inguaribile curiosita`, ma presto entrambe si
convincono che lui abbia ragione e si lasciano
contagiare dalla sua curiosita`. Il trio tenta
pero` invano di convincere un amico detective di
Jeff, il quale invece, compiute alcune
superficiali indagini, decide che non c'e` nulla
di insolito. In particolare, il portinaio ha
visto l'uomo uscire con la moglie, e ci sono
testimoni che l'hanno vista salire sul treno. La
moglie e` semplicemente partita per una vacanza.
Tutt'intorno a loro continua la cacofonia delle
altre vite del quartiere.
Anche Jeff sta per darsi per vinto quando un
giorno il cagnolino dei vicini viene trovato
strangolato, e Jeff si ricorda di averlo visto
annusare un'aiola. Non solo: una vecchia
fotografia di quell'aiola rivela che qualcuno ha
scavato fra i fiori. Jeff e le donne si
convincono che l'uomo abbia nascosto li` gli
arnesi usati per tagliare la moglie a pezzi. Jeff
telefona all'uomo fingendosi un ricattatore e
invitandolo a un appuntamento fasullo. Infermiera
e fidanzata ne approfittano per andare a scavare
nottetempo, ma non trovano nulla. Approfittando
dell'assenza del sospetto, la fidanzata non esita
ad arrampicarsi nell'appartamento per cercare
prove delle loro congetture. Jeff si distrae un
attimo perché sembra che l'inquilina solitaria
stia per suicidarsi e vede troppo tardi che
l'uomo sta rientrando. Questi coglie in flagrante
Lisa nel proprio appartamento e le si avventa
addosso. Jeff chiama la polizia che arriva in
tempo per salvare Lisa, ma la polizia arresta
Lisa per essere entrata in casa d'altri. Lisa
segnala a Jeff di aver preso l'anello
matrimoniale che prova la colpevolezza dell'uomo,
ma l'uomo li vede e capisce di essere stato
spiato dal vicino. Mentre l'infermiera va a
pagare la cauzione per far scarcerare Lisa, Jeff
viene aggredito dall'uomo, che tenta di ucciderlo
spingendolo fuori dalla finestra. L'amico
detective e la polizia arrivano in tempo per
bloccare il criminale, ma Jeff precipita di sotto.
Nel quartiere regna di nuovo l'armonia, ma Jeff
e` adesso completamente paralizzato perche' si e`
rotto anche l'altra gamba.
Il quartiere e` co-protagonista
della vicenda. La storia principale e` sempre
accompagnata dalla vita del quartiere. Tutta la lunga
notte finale, in particolare, e` accompagnata dal party
del pianista.
I toni farseschi
derivano soprattutto dalle due donne, che contrappuntano
goffamente le congetture alla Sherlock Holmes di Jeff.
Jeff, fotoreporter
di mestiere e voyeur di natura, rappresenta
contemporaneamente il regista e lo spettatore: crea la
vicenda e la subisce. È impossibilitato a mescolarsi con
i personaggi proprio come lo sono il regista e lo
spettatore da due angolature diverse. L'insoddisfazione
che lo spinge a spiare il vicino è la mediocrità
piccolo-borghese che accomuna Hitchcock e lo spettatore.
Coerentemente, alla fine il protagonista non può né
morire né guarire, ma soltanto reiterare comicamente la
propria impotenza all'infinito.
L'indagine si sviluppa in un clima di gioco fra bambini,
che invano tentano di coinvolgere un adulto. Al tempo
stesso la loro caparbia perseveranza è un'asserzione
della propria capacità di raziocinio. I tre piccoli
detective si comportano comunque morbosamente nei
confronti dell'omicida e soprattutto della sua vita
privata; qualcosa di più di una semplice insoddisfazione
borghese, quasi un rituale sadomaso. Hitchcock satireggia
anche a piene mani: la polizia (che come sempre non
capisce nulla), la borghesia, la donna (un misogino
fotoreporter antepone la professione all'amore), se
stesso (finalmente il suo eroe non si arrampica sui
tetti, bensì precipita da una finestra).
Ma Rear window
è soprattutto un film sull'impotenza, su quell'infermità
cronica che inchioda l'individuo nel suo guscio e rende
goffi e ridicoli i suoi affannosi tentativi di svelare la
verità circostante. Di fronte all'omicidio la sua unica
risorsa è il voyeurismo: omicidio e voyeurismo diventano
parte di un dualismo dell'impotenza. Apologo sulla
violazione della privacy: Jeff è un registratore vivente
che osserva senza pietà tutte le vite del suo quartiere.
Hitchcock continua
anche i suoi esperimenti narrativi. Questa volta la
macchina da presa fa vedere soltanto ciò che può vedere
il protagonista, in modo da immedesimare lo spettatore
nella parte.
29 - To Catch a
Thief
Alla commedia
sofisticata si ispira To Catch a Thief (1959),
film molto meno metaforico, ma sottilmente psicologico,
perché la vicenda appartiene di diritto alla letteratura
sui sosia: Cary Grant è perseguitato da un sosia
malefico che può dissolvere soltanto incontrandolo; il
suo lungo inseguimento mira proprio al riconoscimento (è
anche una crisi di identità, un bisogno di scoprire il
proprio io) e il suo doppio si rivelerà per una
fanciulla (ironia e ambiguità come al solito).
Un gatto nero
cammina di notte sui tetti della Costa Azzurra.
E` una metafora per la serie di misteriosi furti
di gioielli che ha messo a soqquadro l'alta
societa` della riviera francese.
Grant è un leggendario ladro (il "gatto")
che si e` da tempo ritirato a vivere in una villa
isolata. Il misterioso ladro compie furti
imitando il suo stile (cresciuto in un circo,
Grant era diventato celebra prima della guerra
per la sua abilità acrobatica nello scalare
edifici e compiere i furti piu` impossibili, ma
poi si era redento durante la Resistenza) e la
polizia va ad arrestarlo, ma lui fugge in auto
per le strade tortuose. Grant semina la polizia,
prende un autobus e si rifugia nel ristorante di
un vecchio amico, un boss italiano della malavita.
Il boss gli crede e gli confida che qualche
giorno prima un personaggio sospetto era venuto a
parlare dei gioielli delle sue clienti. Tutti nel
ristorante, dal cuoco al maggiordomo, sono ex
gangster e sono furiosi verso di lui perche' lo
credono colpevole dei furti e si sentono messi in
pericolo dai suoi furti. D'altronde la tecnica
dei furti è inconfondibile. Chiunque li stia
compiendo, deve aver studiato attentamente i suoi
passati exploit. La polizia fa irruzione nel
ristorante e Grant viene messo in salvo su un
motoscafo dalla pupilla del boss, figlia del
maggiordomo zoppo, anche lei convinta che il
nuovo "gatto" sia sempre lui. La
ragazza, molto piu` giovane, e` maliziosa e
maligna, ma ovviamente interessata a lui e
risentita che lui la tratti ancora come una
bambina.
Grant e` piu` infastidito (i furti turbano la
quieta che si era costruito) che impaurito (ha
beffato la polizia cosi` tante volte). E forse e`
anche un po' risentito che qualcuno imiti il suo
stile. Il boss del ristorante gli procura un
incontro con il losco figuro che fa domande sui
gioielli. Grant scopre cosi` che si tratta
dell'agente della compagnia di assicurazione,
interessato quanto lui a catturare il vero
colpevole. Discutono camminando fra la folla e
presto si rendono conto di essere inseguiti dalla
polizia. Grant riesce a dileguarsi nella folla
dopo aver stretto un patto con l'agente.
Grant si mette così a guardia della presumibile
prossima vittima, una ingioiellatissima
miliardaria Americana in visita con la pudica e
zitella figlia (Grace Kelly) a caccia di marito.
La madre trova trova Grant simpatico e
interessante, e la figlia, corteggiata da frotte
di spasimanti, se ne incapriccia persino. Grant
tiene sott'occhio l'albergo. Qualcuno lo minaccia
facendogli pervenire una missiva all'albergo.
Sulla spiaggia Grant incontra di nuovo la vispa
ragazzina del ristorante che lo mette
simpaticamente in guardia dagli uomini del
ristorante: sono talmente convinti della sua
colpevolezza che stanno gia` discutendo la
possibilita` di eliminarlo. La vera ragione per
cui lo ha avvicinato e` la gelosia, e infatti si
accapiglia con Kelly quando Grant gliela presenta
mentre nuotano: le due donne sputano veleno l'una
sull'altra, una mocciosa e proletaria, l'altra
presuntuosa, viziata ed aristocratica. Kelly a
sua volta non e` stupida e intuisce che i due si
conoscono da tempo.
Kelly trova una scusa per dargli un passaggio in
auto. Guidano lungo la riviera, e ingaggiano una
schermaglia. Grant la tratta con sufficienza e un
po' di insofferenza, convinto che si tratti
soltanto di una donna stupida desiderosa di un
po' di avventura e soprattutto bisognosa di un
uomo vero che non la desideri solo per i soldi.
Kelly si accorge che sono tallonati dalla polizia
e li semina con una spericolata fuga in auto. Poi
lo sorprende, rivelandogli, non solo di essere a
conoscenza della sua vera identità, ma di volere
persino partecipare a qualcuna delle sue imprese.
Quasi lo obbliga a sedurla: Grant la bacia
nell'auto.
Di nuovo all'alberto Kelly lo porta fuori sul
balcone mentre fuori esplodono i fuochi
d'artificio e fa tutto cio` che puo` per sedurlo.
Si baciano e forse fanno l'amore. Poi nel mezzo
della notte Kelly gli si presenta a chiedergli di
restituire i gioielli...: Kelly ha scoperto che i
gioielli della madre sono stati rubati e crede di
essere stata usata dal ladro. Mentre Grant sta
indagando nella stanza della madre alla ricerca
di qualche traccia, Kelly chiama la polizia. La
madre pero` crede all'innocenza di Grant, non
fosse altro perche' non e` fuggito, e lo aiuta a
mettersi in salvo. La madre non e` stupida e
chiede a Kelly cosa Grant abbia rubato a lei...
La polizia viene comunque mobilitata, il che'
complica ulteriormente le indagini di Grant. Il
ladro millantatore intanto lo sfida (con una
lettera anonima) e Grant ne approfitta per
tendergli una trappola. Un uomo in calzamaglia
muore nel tentativo di ucciderlo: e` il
maggiordomo zoppo, padre della ragazzina. La
polizia, quando rinviene il cadavere, ne deduce
che si tratta del vero colpevole. Tutti i
giornali esultano, ma Grant non crede che un
invalido possa essere l'acrobatico ladro che ha
eluso tutte le cacce. E` convinto che l'uomo
abbia tentato di ucciderlo per salvare il vero
"gatto", e decide pertanto di tendere
un'altra trappola al vero ladro durante un ballo
in maschera.
Al funerale del morto Grant viene affrontato
dalla ragazzina furibonda e viene messo in
guardia dal boss del ristorante, il quale lo
invita a tornarsene in America con la ricca
ereditiera e dimenticare l'accaduto.
Grant deve bilanciare le indagini e la sua tresca
con l'aristocratica. Kelly gli chiede scusa e gli
confessa di amarlo. Spalleggiato dalla
miliardaria, che dirotta la polizia dietro
l'assicuratore in costume da gatto nero, Grant
attende con calma che il rivale si faccia vivo,
convinto che non resista alla tentazione di
compiere il grande colpo, e quando finalmente
compare lo insegue sui tetti e lo smaschera: è
la gelosissima ragazzina. Grant la costringe a
confessare davanti a tutti, tenendola sospesa sul
vuoto, che il piano dei furti era stato
organizzato dal boss italiano.
Libero, viene definitivamente conquistato da
Kelly, già pronta a fargli da moglie.
Hitchcock e`
pochissimo interessato ai furti in se`: e` interessato
alla caccia del gatto al topo (o, meglio, del vero gatto
al falso gatto). E` interessato alla caccia che un uomo
deve dare al proprio sosia per ristabilire la propria
identita`, e in particolare per riconquistare la propria
pace. E` interessato al doppio inseguimento: la polizia
che insegue il vero gatto, e il vero gatto che insegue il
falso gatto.
La ricerca della verità conduce Grant nel mondo
dell'alta società, un mondo di finzione perpetua (i
passatempi snob della giovane, il ballo in maschera); a
questo mondo falso o perverso, Hitchcock contrappone il
mondo rivale, composto di ladri e avventurieri, un mondo
di umili (il cameriere mutilato) che si prende la sua
rivincita sociale con l'astuzia; in mezzo a questi due
estremi di abiezione non c'è nulla, e Hitchcock, perso
per perso, propende cinicamente per la classe dei ricchi.
Lo humour, nel frattempo, e` da commedia brillante.
Hitchcock passa pochissimo tempo a raccontare i furti, le
indagini, etc. Passa molto tempo invece a curare i
dialoghi spiritosi fra i personaggi.
L'ironia sardonica
di Hitchcock, nel più puro black humour inglese, ricorre
anche nel successivo apologo, The Trouble With Harry
(1956), centrato questa volta sulla coscienza sporca,
sulla coda di paglia dell'uomo comune che, per quanto
innocua la sua esistenza possa sembrare, ha sempre
qualcosa da nascondere; è il tema del colpevole
innocente, capovolto e moltiplicato per quattro.
Un bambino
sente spari mentre sta giocando nel bosco con un
fucile-giocattolo e poco dopo scopre il cadavere
di un uomo. Poco dopo un anziano cacciatore
scopre il cadavere e teme di essere stato lui a
ucciderlo con la sua mira maldestra. Un'anziana
zitella lo vede mentre trascina il cadavere
dietro un cespuglio, ma, per nulla scossa, decide
di aiutarlo a nascondere l'incidente, forse anche
perche' e` invaghita di lui. La zitella lo
lascia, lui si rimette al lavoro per occultare il
cadavere, ma deve interrompere di nuovo perche'
il bambino sta portando la mamma a vedere il
cadavere: questa riconosce l'uomo, ma non sembra
per nulla sconvolta e se ne va senza curarsi del
cadavere. Mentre il cacciatore e` sempre nascosto
in attesa dell'occasione propizia per portar via
il cadavere, arriva un barbone che gli ruba le
scarpe. Il cacciatore si addormenta.
Vivono tutti in un idilliaco villaggio, dove il
pittore sta parlando con lo sceriffo. Lo sceriffo
ha deciso di investigare i colpi d'arma da fuoco
perche' e` illegale sparare in quel bosco. Il
pittore, che tenta invano di vendere i suoi
quadri fuori dell'emporio, si reca nel bosco,
scopre il cadavere, e, senza scomporsi, si mette
a ritrarlo. Il cacciatore si risveglia e chiede
al pittore di aiutarlo a nascondere il cadavere.
Discutono con calma la situazione e le opzioni a
disposizione. Il pittore consiglia di stabilire
prima il rapporto fra la madre del bambino e il
morto. Un uomo che sta leggendo un libro, e che
e` il dottore del villaggio, inciampa nel
cadavere, ma e` talmente cieco e assorto che non
se ne accorge.
Il pittore va a trovare la madre del bambino e
scopre l'identita` del morto: si tratta del
secondo marito della donna, che l'aveva ritrovata
dopo tanti anni di ricerche. Lei lo aveva messo
alla porta dopo avergli rotto in testa una
bottiglia, e l'uomo se n'era andato barcollando
verso il bosco. Il bambino ha anche trovato un
coniglio morto nel bosco, e il pittore suggetisce
che deve essere stato ucciso dal cacciatore. Il
bambino porta il coniglio al cacciatore, che sta
prendendo il te` dalla zitella.
Il pittore mantiene la promessa di aiutare il
cacciatore a seppellire il morto, ma, appena
finita l'opera, il cacciatore si rende conto di
essere innocente, perche' ha ritrovato tutte le
pallottole che aveva sparato. Dissotterrano il
morto e constatano che non e` morto di fucile. Il
cacciatore sospetta adesso che ad ucciderlo sia
stata la bella vedova, ma invece la sera la
zitella confessa: e` stata lei a colpirlo in
testa con la scarpa dopo che lui l'aveva
molestata, scambiandola per la moglie. La zitella
vuole costituirsi alla polizia e convince il
cacciatore a disseppellire di nuovo il cadavere.
Ma poi il pittore le spiega che la sua
confessione rivelerebbe a tutti i retroscena del
matrimonio che la ex moglie ha tentato di tener
nascosti tutti quegli anni. La zitella si lascia
convincere. Il pittore e il cacciatore
seppelliscono di nuovo il cadavere.
La padrona dell'emporio sta cercando il pittore
perche' un milionario vuole comprare tutti i suoi
quadri. Il pittore accetta di venderli a patto
che il milionario regali qualcosa a ciascuno dei
suoi amici. Poi chiede alla vedova di sposarlo.
In quel momento arriva lo sceriffo, che ha
incontrato il barbone e ha notato le scarpe nuove.
Il barbone gli ha raccontato di averle prese a un
cadavere.
Il pittore si rende conto che non puo` sposare la
donna perche' non possono dimostrare che e`
vedova. Devono disseppellire di nuovo il
cadavere, l'unica prova che la donna e` vedova.
Il dittore sta ancora girovagando da quelle parti
e questa volta si accorge del cadavere. I quattro
congiurati gli chiedono di fare un'autopsia sul
morto, portano il cadavere in casa della vedova e
lo mettono nella vasca da bagno.
Mentre aspettano il dottore, arriva lo sceriffo
che interroga il pittore: ha trovato il suo
ritratto del morto che combacia con la
descrizione fornita dal barbone. Lo sceriffo
quasi scopre il cadavere, ma gli amici riescono a
distrarlo. Lo sceriffo se ne va mentre arriva il
dottore. Il dottore esamina il cadavere e ne
constata la morte per infarto.
Lo rimettono dove lo hanno trovato.
I quattro congiurati, finalmente sereni, formano
due felici coppie di fidanzati.
Lungi dall'essere
uno dei suoi thriller, questo film e` una semplice
commediola satirica. Film molto minore, gioca con lo
spettatore facendogli credere a ogni passo una verita`
diversa, e ridendo di ciascuna verita`.
Anche qui domina, se non l'abiezione, perlomeno la
mediocrità: i quattro sono tanto indegni di essere dei
veri assassini quanto il morto è indegno di essere stato
assassinato; la bassezza di questa gente per bene è data
dal continuo seppellire e riesumare quel povero corpo
senza vita.
The Wrong Man
(1957) ritorna al giallo psicologico di atmosfera
Kafkiana , dove un colpevole innocente deve fronteggiare
un evento imprevisto e catastrofico e vive un incubo
drammatico dove tutto il mondo pare rivoltarsi contro di
lui (una variazione sul tema di I Confess).
Un onesto e
povero contrabbassista (Henry Fonda) si reca dal
suo assicuratore per riscuotere un anticipo che
servirà a pagare delle spese mediche; una delle
impiegate crede di riconoscere in lui un
rapinatore; fermato dalla polizia, viene
interrogato mettendo a dura prova i suoi nervi (a
casa la moglie lo aspetta ignara), viene
riconosciuto da altri testimoni come l'autore di
piccoli furti commessi nella zona; arrestato (ambienti
bui, scene Kafkiane, prigione, tribunale,
cellulare). Rivede i suoi soltanto alla prima
udienza, dove viene trattato come un criminale
qualsiasi. Il giudice stabilisce una cauzione
altissima e non lo lasciano parlare con la moglie:
la sorella riesce a raccogliere i soldi per la
cauzione. Trova un bravo avvocato, giovane e
inesperto, disposto a difenderlo senza compenso;
cerca due persone che potrebbero scagionarlo, ma
sono entrambe morte; ancora ambienti squallidi e
cupi: edifici decrepiti, strade miserabili, scale
strette; Fonda è disperato, la moglie impazzisce
e viene ricoverata in manicomio; la sua vita è
rovinata per sempre; quando la polizia scopre il
vero colpevole è troppo tardi.
Hitchcock si scaglia
velatamente contro i personaggi più antipatici dal suo
punto di vista: gli inetti e i malvagi poliziotti, gli
integerrimi e vili cittadini. Ancora una volta, al centro
della storia c'è la nefandezza della società umana; e
senza lieto fine; Henry Fonda rimane come un uomo dopo
l'uragano in mezzo alle macerie di casa propria,
impotente persino a inveire contro la forza malvagia che
ha frantumato in pochi istanti il mondo che aveva
faticosamente costruito giorno dopo giorno per anni.
Vertigo/ Donna
che visse due volte (1958) è centrato attorno al
tema del doppelganger che fa capolino in molti film di
Hitchcock (quasi sempre si contrappongono due personalità
analoghe Catch a thief o Stranger on a train,
la stessa "coppia" Hitchcockiana ha qualcosa di
doppio).
Stewart è un
investigatore privato affetto da vertigini.
Durante un inseguimento rimane appeso alla
grondaia di un grattacielo e un poliziotto
precipita per salvarlo. Stewart, ancora sotto
choc, viene incaricato da un amico di investigare
sulle assenze misteriose della moglie, Novak.
Scopre che lei si reca al cimitero e sosta
davanti alla tomba di una donna scomparsa tempo
addietro, e poi al museo contempla il suo
ritratto. Da uno storico della città apprende
che la donna era una bella giovane per cui un
ricco costruì una casa, ma che alla fine impazzì
quando questi le sottrasse il figlio. Si convince
che la morta sia tornata nel corpo di Novak, che
ha ereditato i suoi gioielli. La morta era la sua
bisnonna. Ma lei non sa nulla di tutta la storia,
(la madre le tiene nascosto tutto), nulla della
tomba, nulla del quadro. Eppure sa andarci ...
Stewart la salva quando tenta di suicidarsi come
fece la bisnonna, le tiene compagnia. L'antenata
morì alla sua età. Cerca di guarirla, si
innamorano, ma lei non può resistere al richiamo
e si suicida da un campanile di una missione, con
lui impotente per le vertigini. Stewart abbandona
il cadavere sotto choc e viene processato, ma
riconosciuto innocente. Incubo in cui precipita
nella fossa. Ossessionato da Novak, ripercorre la
sua vita, finchè incontra una donna che
assomiglia a lei. La interroga, lei gli spiega di
essere un'altra. Ma è lei: è stata tutta una
messa in scena per uccidere la moglie dell'amico;
Novak, sua amante, ha finto di essere la moglie e
di essere afflitta da quella malattia. Sul
campanile la aspettava l'amico con la vera moglie:
ed è questa che venne precipitata; Stewart
serviva solo da testimone. Lui la corteggia, lei
è contesa, si è innamorata davvero, non resiste.
La convince a vestirsi e a pettinarsi come la
"morta" e Novak cede. Lungo bacio: lui
capisce da un gioiello che è proprio la stessa
ed intuisce tutto. Lui vuole liberarsi del
passato e la porta di nuovo alla missione. Vuole
guarire dalle vertigini: le fa salire le scale
del campanile e la segue. In cima la smaschera,
indovina tutti i dettagli dell'intrigo. Si sente
un idiota. Lei, disperata, si suicida.
Tragedia del
tradimento e dell'impotenza.
Doppelganger, psicanalisi, metempsicosi. Abilità nel
ricostruire razionalmente una trama del tutto
irrazionale, soprannaturale.
Un giallo psicanalitico alla Spellbound, dove la
malattia del protagonista non è l'amnesia, ma l'opposto:
il ricordo ossessionante; anche qui Hitchcock regala una
sequenza onirica (una specie di cartone animato). Un
doppio triangolo incrociato (marito - moglie - Novak,
marito - Novak - Stewart), una mutilazione del
protagonista (non la gamba ingessata di Rear window,
ma le vertigini), un finto ma inquietante clima
soprannaturale (la presunta follia ereditaria,
l'apparente reincarnazione della Novak, la suora,
involontaria omicida, finto perché questi tre elementi
sono finti) creano un forte spessore di suspense, di
angoscia, di incubo. Il film si colora potentemente anche
di metafisico: la paura della vertigine a cui fa da
contrappeso la caduta dal campanile (timore di Dio e
dannazione infernale ?), la necrofilia o amore della
morte (il fascino del contatto con l'aldilà ?), come
ultimo stadio dell'angoscia sessuale, l'agghiacciante
finale con la dissoluzione del piacere nel momento stesso
in cui era stato raggiunto (parabola sulla effimera
felicità umana), l'impotenza (vertigini) e la solitudine
(tradito dalla polizia e perfino dall'amico che ha
servito per tanti anni) di un uomo alla ricerca di un Dio
da adorare (stilnovisticamente rappresentato dalla donna
ideale), il campanile stesso, il simbolo universale della
torre che si dipana verso l'alto, che lambisce il cielo,
che sovrasta il creato.
North by
Northwest (1959), è il film ad inseguimento per
eccellenza, tutto giocato sulla spettacolarità e
sull'ironia, sul ritmo mozzafiato e sul tono leggero, uno
dei film più allegri e dinamici del regista, con una
scelta impeccabile di paesaggi (l'altipiano di Mount
Rushmore) e di mezzi (perfino un piccolo caccia).
Roger (Cary
Grant) è un tranquillo agente pubblicitario, due
volte divorziato, un po' playboy e un po'
mammone, che viene scambiato per un altro da due
loschi figuri. Rapito durante un innocuo pranzo
d'affari, viene trasportato nella villa del
distinto capo di una organizzazione spionistica,
il quale lo chiama "Kaplan", lo
minaccia e non crede alle sue proteste di
innocenza. Lo lascia nelle mani del suo
segretario Leonard e dei suoi sicari, che lo
ubriaca e lo mette alla guida di un'auto affinchè
si sfracelli.
Roger riesce invece a fuggire guidando in modo
rocambolesco sul bordo del precipizio, ma viene
arrestato dalla polizia per guida in stato di
ubriachezza. Né la polizia, né la madre (un po'
svampita e prevenuta nei suoi confronti) credono
alla sua storia, anche perché, nelle condizioni
in cui si trova, fatica alquanto a raccontarla.
Conduce la polizia alla villa dove è stato
ubriacato, ma la moglie della spia lo accoglie
come un amico e convince tutti che lui fosse
davvero ubriaco. Non solo: fa sapere che la
presunta spia è un diplomatico delle Nazioni
Unite. (Il giardiniere pero` e` uno dei sicari,
ma Roger non lo vede).
Roger convince la madre ad accompagnarlo alla
camera d'albergo dove dovrebbe alloggiare il vero
agente ("Kaplan"), ma nessuno pare aver
mai visto l'occupante. Roger e la madre rubano la
chiave ed entrano nell'abitazione. Non trovano
nulla, ma i due sicari trovano loro. Roger si
salva grazie all'intervento involontario della
madre. Roger si reca all'ONU per affrontare il
diplomatico, ma scopre che il nome corrisponde a
un altro e questi giura che nella villa, da tempo
abbandonata, vivono soltanto una cameriera e un
giardiniere. Non fa in tempo a chiarire
l'equivoco, che questi viene pugnalato sotto i
suoi occhi.
I presenti lo vedono con il pugnale in mano (un
fotografa immortala la scena) e pensano che sia
stato lui. Roger non ha altra scelta che fuggire.
Finisce cosi` sui giornali, ricercato in tutto il
paese. I servizi segreti sono sorpresi nel
leggere la notizia, soprattutto perche' il "vero
agente" (quello che Roger ha cercato in
hotel) e` stata tutta una loro invenzione:
quell'agente e` un puro diversivo, non esiste.
Decidono pero` di non intervenire, per non
compromettere il trucco con cui stanno
confondendo gli avversari e soprattutto
proteggendo un loro vero agente che sta lavorando
sotto il naso del nemico. Questo malcapitato
Roger rende anzi più credibili i loro piani.
Decidono pertanto di abbandonarlo al suo destino.
Roger ha intanto deciso di mettersi alla ricerca
del fantomatico "Kaplan" e si reca alla
stazione. Riconosciuto e inseguito dalla polizia,
riesce a saltare su un vagone e viene aiutato da
una bella avventuriera bionda a eludere i
poliziotti. Roger incontra di nuovo la bionda nel
vagone ristorante. Eve e` una donna disinibita
che, pur avendo riconosciuto la sua faccia come
quella dell'omicida ricercato, gli si offre senza
preamboli e lo invita nella sua cabina. Lo salva
un'altra volta dai poliziotti, e poi fanno
l'amore. Ma Eve ha approfittato di un attimo di
liberta` per far pervenire una nota al falso
diplomatico e al suo segretario Leonard, che
viaggiano sullo stesso treno. Eve lo aiuta
comunque a scendere a Chicago ed eludere un'altra
volta la polizia camuffato da facchino. Mentre
lui si fa la barba nei bagni della stazione, lei
prende ordini per telefono da Leonard. Eve
pretende di aver chiamato l'uomo che Roger sta
cercando (il fantomatico "Kaplan") e
che questi lo abbia invitato a incontrarlo in
piena campagna.
Roger segue le istruzioni e scende dall'autobus
alla fermata prevista. E inizia una lunga,
snervante attesa in un paesaggio morto senza
anima viva intorno. Roger aspetta che succeda
qualcosa sulla terra e scruta con ansia ogni raro
veicolo che si avvicina, ma invece arriva dal
cielo: un biplano tenta di ucciderlo volando
radente i campi di grano, ma a forza di
abbassarsi finisce per schiantarsi contro
un'autocisterna che Roger ha bloccato, a rischio
della vita, per chiedere aiuto. L'aeroplano
prende fuoco e, approfittando dell'immane rogo,
Roger ruba l'auto di uno dei curiosi che si è
fermato, e corre in città.
All'albergo ritrova Eve e vorrebbe vendicarsi; ma
Eve sembra sinceramente preoccupata per lui, e lo
supplica di stare lontano da lei. Lui la segue di
nascosto, la raggiunge a un'asta e scopre così
che è l'amante della spia. Affronta la spia, ma
poi si trova braccato dai suoi sicari: non gli
resta che scatenare un pandemonio e farsi
arrestare.
I poliziotti lo stanno portando alla stazione di
polizia quando improvvisamente ricevono l'ordine
di portarlo all'aeroporto. L'agente segreto che
sa tutto, e che era presente in incognito, lo
accompagna su un aereo e gli spiega finalmente
come stanno le cose: le spie nemiche credono che
Roger sia un agente segreto, e al governo la cosa
sta benissimo perché così il vero agente può
agire indisturbato, e il vero agente è ...
proprio la ragazza, che è diventata amante del
nemico numero uno per ragioni di lavoro. Cio`
spiega perche' Eve, nonostante l'apparenza
cinica, ha sempre sofferto nel mettere a
repentaglio la sua vita. Indirettamente Roger
l'ha messa in pericolo.
L'agente segreto gli chiede di continuare a
impersonare l'agente inesistente per consentire
alla donna di portare a termine la sua missione.
Roger sa di rischiare la pelle, ma decide di
collaborare per farsi perdonare dalla donna.
L'aereo li lascia in una localita` turistica ai
piedi del Mount Rushmore dove si trova la coppia
(spia e controspia). Roger e la ragazza litigano
violentemente e lei gli spara. Roger si accascia
al suolo. Ma e` una messinscena: il "cadavere"
di Roger viene portato via dagli agenti segreti
in un bosco, dove la donna lo sta aspettando (gli
ha sparato con una pistola carica a salve).
Presunta assassina e presunta vittima si
concedono un melodrammatico abbraccio. Roger
apprende pero` che lei e` destinata ad
accompagnare la spia nella sua fuga, e forse a
non tornare mai piu`. Roger si ribella al crudele
cinismo del controspionaggio, ma viene stordito
da uno dei poliziotti in modo che la donna possa
andarsene.
Ma Roger si e` trasformato da semplice vittima
inerme a testardo protagonista. Approfittando di
un momento di distrazione di quello che e` di
fatto diventato il suo carceriere, Roger fugge
dalla finestra in maniera acrobatica, raggiunge
la casa isolata dove riposa la coppia, e penetra
altrettanto acrobaticamente in casa, in tempo per
ascoltare la conversazione fra la spia e un suo
killer durante la quale il secondo (che ha
scoperto la pistola carica a salve) dimostra al
primo il tradimento della doppiogiochista. Roger
sente inoltre che la statuetta acquistata
all'asta è zeppa di microfilm.
Roger riesce ad avvertire la donna del pericolo
scrivendo un messaggio su una scatola di
fiammiferi, raccomandandole di non salire
sull'aereo. Mentre si dirigono alla pista, Roger
viene scoperto dalla governante, e Roger impiega
qualche minuto a capire che la governante lo sta
tenendo a bada con la rivoltella carica a salve.
Eve sta per salire sull'aereo quando si odono gli
spari. Approfittando della sorpresa, Eve fugge
con la statuetta. Roger salta in auto e corre in
suo aiuto. Ma devono presto abbandonare l'auto e
arrampicarsi sul monumento dei presidenti,
inseguiti dalla spia e dal suo killer. La
situazione è disperata, ma lui trova il modo di
farle una proposta di matrimonio. I sicari della
spia li raggiungono. Roger ne uccide uno ma
l'altro tenta di far precipitare la donna. Lei
scivola e Roger fa appena a tempo ad afferrarla
per una mano, ma a sua volta resta appeso con una
mano sola. Il killer gli pesta la mano, ma arriva
la polizia e lo uccide.
In questo film si
sublima il tema dell'innocente travolto da un destino
molte volte piu` immane della sua meschina vita
quotidiana. Quel tema viene esplorato nell'equivalente di
un poema tragico. Roger non solo e` obbligato a difendere
la propria vita, ma, nel farlo, cresce come persona al
punto da decidere di opporsi per davvero a quelle forze
da cui inizialmente tentava soltanto di sottrarsi. La
trasformazione avviene a Mount Rushmore, quando decide di
contravvenire agli ordini, di opporsi al piano del
controspionaggio di sacrificare la donna. Era e rimane un
"indipendente", ma prima lo era perche' nessuno
lo voleva aiutare, mentre adesso lo e` perche' ha deciso
di opporsi a entrambi gli schieramenti. Prima lo era
perche' non poteva essere altro, adesso lo e` perche' lo
vuole. L'identita`, il suo ruolo nel mondo, rimane lo
stesso, ma e` cambiata la ragione, e il cambiamento e`
avvenuto dentro di lui.
Il poema si regge,
come sempre, sulla suspence, e questa volta la suspence
e` dappertutto, non soltanto nella trama. C'e` suspence
nelle scene acrobatiche. C'e` suspence in ogni dialogo,
di cui non si puo` mai prevedere l'esito.
Il più cinico film
di Hitchcock, Psycho (1960), racconta un
raccapricciante caso di schizofrenia cronica, servendosi
a dismisura di scene truci e sanguinarie. In questo film
si assiste alla piena enunciazione del doppelganger e
dell'omosessualità (un uomo si sdoppia in una donna). In
questo film Hitchcock sevizia in tutta libertà la sua
giovane vittima. In questo film c'è un colpevole
innocente che è davvero un colpevole (quando si
trasforma in donna) e un innocente (se stesso); e in
questo film si fondono tutte le influenze letterarie a
cui è soggetto il regista, dal castello di Frankenstein
al Dr. Jekill and Mr. Hyde, dallo Sherlock
Holmes alle cronache di Jack lo squartatore.
La suspence sfocia nell'horror puro, in quel finale
macabro e beffardo che costituisce forse il più
sensazionale colpo di scena della carriera di Hitchcock.
Due amanti
fanno l'amore in un albergo ad ore: lui è
separato dalla moglie e sgobba come un dannato
per pagare i debiti del padre e gli alimenti
della moglie, lei vorrebbe sposarlo subito lo
stesso. Nell'ufficio dove la ragazza lavora
arriva un milionario con i soldi per comprare una
casa come regalo di nozze per la figlia. Il
principale li affida a lei e lei vede presentarsi
l'occasione per risolvere tutti i suoi problemi.
Invece di andare in banca, prende l'auto e
scappa, senza sapere dove andare. Mentre guida,
immagina cosa sta succedendo in ufficio e sente
le voci delle persone che stanno scoprendo la sua
scomparsa e stanno intuendo cos'e` successo.
Si addormenta in auto. Un poliziotto la sveglia
e, insospettito dal suo comportamento, la segue
finchè lei, sotto un violento temporale, sbaglia
strada e si infila in un motel isolato e deserto.
Il gestore del motel vive in una strada tenebrosa
con la vecchia madre che non si può muovere
dalla sua camera; il ragazzo ha l'aria un po'
complessata: è gentile e premuroso, la invita
anche a cena, ma quando va a dirlo alla madre si
ode un alterco; allora la invita ad un pasto
frugale nella stanza degli uccelli imbalsamati,
durante il quale le parla della follia della
madre a cui peraltro sembra molto attaccato;
condotta nel suo alloggio, lei decide di far
ritorno il mattino dopo in città per aggiustare
la faccenda, e si infila nuda sotto la doccia; ma
l'ospite la sta spiando da un buco della parete,
e poco dopo una figura mascherata entra in casa e
la pugnala selvaggiamente più volte (il corpo si
dissangua nella doccia ancora aperta, primo piano
dell'occhio spalancato e poi del giornale in cui
lei ha avvolto il denaro); quando il ragazzo
scopre il cadavere, si mette a gridare "Mamma,
cosa hai fatto!"; poi con calma carica il
cadavere nel bagagliaio dell'auto, guida fino
alla palude e la lascia sprofondare nelle sabbie
mobili. Nel frattempo nel retrobottega si
incontrano il brav'uomo, ancora all'oscuro di
tutto, la sorella della ragazza, che gli comunica
la sua scomparsa, e un detective, che comunica ad
entrambi la notizia del furto; le indagini
portano il detective al motel e ad intuire,
nonostante la reticenza del ragazzo, che la
ragazza ha sostato lì e che vale la pena di
indagare più a fondo, soprattutto riguardo la
misteriosa vegliarda che il giovane ha rifiutato
di fargli incontrare. Avverte i due giovani per
telefono e ritorna al motel; sale le scale verso
la camera di questa, ma viene assalito e
pugnalato dalla stessa figura; dopo di ché il
ragazzo occulta nelle sabbie mobili anche il suo
cadavere; i due giovani avvertono lo sceriffo dei
loro sospetti e apprendono così che la
fantomatica madre è morta da dieci anni, suicida
dopo aver assassinato l'amante; anche il
sopralluogo dello sceriffo conferma questa
versione: il ragazzo ha nascosto la madre in
cantina anche se lei cercava di ribellarsi; i due
giovani non si danno per vinti; vanno al motel e
prendono una camera, mentre lui distrae il
ragazzo, lei penetra in casa: sale le scale,
entra in una camera vuota che pare quella della
madre (il letto è incurvato come se qualcuno ci
avesse dormito) e poi in quella del figlio (animali
di pezza); per nascondersi dal ragazzo che,
capito il trucco e stordito l'interlocutore,
rientra precipitosamente in casa, si infila in
cantina e vi scopre la madre seduta sotto la
fioca luce di una lampadina: è uno scheletro;
attirato dal suo urlo, le si avventa addosso il
ragazzo travestito da donna e brandendo un
coltello, ma l'altro giovane, ripresosi, giunge
in tempo a fermarlo; alla stazione di polizia,
uno psichiatra spiega che il ragazzo uccise la
madre e l'amante in un impeto di morbosa gelosia
e poi disseppellì il cadavere della madre per
imbalsamarlo; visse anni in sua compagnia,
parlandole e rispondendosi da solo (con voce da
donna): fu "lei" ad uccidere la
ragazza, per gelosia. Tutti i temi di Hitchcock (l'uomo
sospettato di essere complice dell'amante è un
colpevole / innocente, il viaggio della ragazza
è una fuga con inseguimento del poliziotto dagli
occhiali scuri, la coppia è composta dall'amante
e dalla sorella, una donna viene addirittura
massacrata, il colpevole è sdoppiato) ricorrono
complicati da estrema degradazione (la vittima
era una ladra, la nuova coppia ne tradisce la
memoria pur costituendosi per ritrovarla); la
trama è densa e intricata ( a un crimine di
partenza se ne sostituisce un altro, la
protagonista muore a metà del film, decine di
particolari concorrono a far credere che in
quella casa viva davvero una vecchia),
ferocemente cinica (la ragazza viene massacrata
nuda quando aveva deciso di costituirsi, i
cadaveri delle vittime vengono occultati nelle
sabbie mobili).
Con Birds (1963),
Hitchcock , che da tempo alterna lieto fine e fine
drammatico, inaugura un nuovo genere di giallo: quello
senza fine; puntando completamente sulla paura che
scaturisce dall'irrazionale e dall'ignoto (la suspense
non viene disattivata) e sfoggiando una maestria unica
nel girare scene impossibili. Birds è semi-fantascienza
ed è il primo film sull'apocalisse: la razza umana non
ha scampo. Hitchcock non risolve il paradosso, ma offre
allo spettatore tutti gli elementi utili alla eventuale
soluzione: espone i fatti e tutte le coincidenze
sospette, ma neppure lui riesce a trovare il bandolo
della matassa.
In un negozio
di animali, un insolente playboy e una ragazza
intraprendente litigano per una coppia di
uccelli, ma poi fanno amicizia e lui invita lei a
venirlo a trovare per il compleanno della
sorellina; lei accetta e decide di fare una
sorpresa regalando proprio gli uccelli contesi:
li mette in casa di nascosto e poi aspetta su un
motoscafo che lui li scopra e si lanci al suo
inseguimento; ma un gabbiano la investe ferendola
alla tempia; decide di fermarsi tutto il week-end
e affitta una camera presso la maestra del
villaggio, una donna delusa dalla vita che ebbe
una relazione con il giovane che sembra volerla
mettere in guardi dal non commettere lo stesso
sbaglio; alla villa vivono, oltre al giovane
avvocato, una bambina, affascinata dai suoi
racconti criminali, e la madre, visibilmente
gelosa e infastidita dalla presenza dell'ospite;
questa invece appartiene al set-set ed ha fatto
parlare per le sue eccentricità, anche se
davanti a lui cerca di passare per una brave
ragazza compromessa dagli amici e dai giornali;
la notte, la maestrina le confessa di amare
ancora l'avvocato, che fu la madre a separarli,
ma che lei non ha ancora perso ogni speranza; un
uccello sbatte contro la porta di casa e resta
stecchito in terra; il giorno dopo, sul
promontorio, osservati da lontano dalla
maestrina, la giovane ereditiera racconta
all'avvocato un po' della propria vita (la madre
la abbandonò per fuggire con un biscazziere in
Cina). Fin qui ci sono stati soltanto dei segni
premonitori e soprattutto è stata stabilita
un'atmosfera innaturale, a causa dei torbidi
rapporti fra i personaggi e al tentativo di
insinuarsi fra loro dell'estranea. Poi
d'improvviso i fatti: i gabbiani attaccano, si
diffonde il panico, tutti scappano, gli uccelli
si accaniscono contro i bambini; il giorno dopo,
durante la festa di compleanno, la villa viene
invasa da cani feroci che aggrediscono gli umani
e devastano la casa; il giorno dopo, la madre
scopre che un vicino è stato massacrato dagli
uccelli; mentre l'avvocato va ad avvertire lo
sceriffo, l'ereditiera si reca alla scuola a
prendere la bambina: i corvi si assemblano
minacciosi a poca distanza dalla scuola e appena
i bambini escono all'aperto, parte l'attacco;
l'ereditiera ne porta alcuni in salvo in un bar,
dove gli avventori scettici, semplicistici,
catastrofici o isterici, discutono sull'accaduto
e assistono impotenti ad un altro attacco durante
il quale viene ucciso un uomo e salta in aria una
pompa di benzina; gli uccelli si scatenano allora
senza pietà sulla popolazione massacrandola; una
mamma, terrorizzata, stringe al petto i suoi
bambini e accusa l'ereditiera di essere una
strega, perché tutto ciò è cominciato al suo
arrivo; quando gli stormi si posano sui tetti,
avvocato ed ereditiera tentano di raggiungere la
villa ancora presidiata da centinaia di bestie
minacciose, e scoprono così il cadavere della
maestra con gli occhi beccati; salvano la bambina
che ha assistito impotente; la famiglia si
barrica in casa e aspetta con angoscia il
prossimo uragano di ali e di becchi; l'attacco
mette a dura prova le imposte, alcuni riescono a
sfondarle, si avventano nelle stanze; il
frastuono è assordante, salta l'impianto
elettrico, gli uccelli martellano la casa da
tutti i lati; quando si ritirano, lui ha le mani
sanguinanti e le donne sono mezze morte di paura;
di notte, nel silenzio totale l'ereditiera sente
un rumore, sale le scale, apre una porta: la
stanza è piena di corvi in agguato; viene
letteralmente sommersa dai loro becchi che le
strappano bocconi di pelle e l'avvocato la
sottrae a stento alla loro furia omicida; mentre
la radio dà notizia di attacchi un po' ovunque,
l'avvocato si avvia verso il garage camminando in
un lago di uccelli adesso immobili; con la
massima prudenza vi carica le tre donne e parte
alla volta dell'ospedale.
Un crescendo
allegorico sulla fragilità della comunità umana e sulla
cattiva coscienza; ad un altro livello uno studio sulle
tre forme di sessualità: madre, amante, "moglie".
Torn curtain
(1966), è uno spionistico della seconda serie, quella
ambientata nella guerra fredda.
Paul Newman è
uno scienziato americano che si reca a Copenaghen
in compagnia della fidanzata Julie Andrews per
partecipare a un simposio internazionale. È lei
a ritirare un libro misterioso che Newman scarta
in un bagno: contiene un messaggio cifrato
riguardo un agente denominato "pi greco"
in seguito al quale Newman fa in modo che la
fidanzata lo pianti. Lei però scopre che lui sta
per andare a Berlino est e si imbarca a sua
insaputa sullo stesso aereo.
La donna assiste così al tradimento pubblico
dell'uomo che ama, ma, fedele in modo
tradizionale al suo uomo, decide di restargli al
fianco.
Lo scienziato semina la sua guardia del corpo in
un museo deserto e corre da un contadino che
lavora per gli americani (il "pi greco"),
ma la guardia del corpo scopre il doppio gioco e
vuole denunciarli tutti. La moglie del contadino
e Newman glielo impediscono: accoltellato e
colpito a palate sulle gambe dalla donna, ha
ancora la forza di lottare. Lo devono trascinare
con la testa dentro un forno a gas per riuscire a
sopprimerlo (una delle scene più ciniche della
cinematografia Hitchcockiana, con un inquietante
riferimento alle camere a gas dei nazisti).
All'Università un'infermiera lo fa ruzzolare
dalle scale con uno sgambetto per mettersi in
contatto con lui. È lei che deve organizzare la
sua fuga. Gli scienziati tedeschi stanno per
prendere conoscenza delle informazioni che Newman
può fornire loro, ma la notizia della misteriosa
sparizione della guardia del corpo provoca la
sospensione della riunione. Gli scienziati
tentano invano di interrogare la ragazza, ma lei
rifiuta di raccontare loro ciò che sa, fedele (oltre
che al fidanzato) anche alla patria.
Newman le rivela finalmente il piano: estorcere
informazioni preziose a un anziano scienziato
comunista, fingendo di essere passato dalla loro
parte.
Newman fa amicizia con lo scienziato, che si
libera degli scagnozzi e lo accoglie in privato
nel suo studio. Newman, con astuzia, lo fa
parlare del progetto segreto. Nel frattempo la
polizia ha scoperto il cadavere della guardia del
corpo, e quindi ha intuito il suo doppio gioco.
Il professore ha appena terminato di spiegare a
Newman la sua formula segreta quando sente gli
altoparlanti dell'universita` lanciare l'allarme
e si rende conto di essere stato giocato. La
polizia sta perquisendo tutte le stanze.
Newman e la fidanzata si affidano all'infermiera
e alla sua organizzazione per l'espatrio
clandestino. Il ritorno in Occidente avviene con
una serie di rocambolesche peripezie.
L'infermiera e i suoi amici li caricano su un
autobus. L'autobus viene assaltato da un gruppo
di disertori e deve accettare una scorta della
polizia. Quando il vero autobus sta per
raggiungerli e i poliziotti si insospettiscono, i
due americani saltano giu` e si mescolano nella
folla.
Si imbattono in una donna che li riconosce. E`
una contessa polacca decaduta e chiede loro aiuto
per ottenere asilo politico, si mettono in
contatto con un impiegato postale. Braccati dalla
polizia, devono fuggire di nuovo, ma entrano in
contatto con gli uomini dell'organizzazione che
hanno un piano per metterli in salvo. Devono
pero` aspettare in teatro, proprio dove si sta
esibendo unala ballerina che viaggio` in aereo
con loro, la quale li riconosce e avverte la
polizia. Resisi conto di essere circondati,
gridano "al fuoco" e scatenano il
panico. Facendosi largo fra la folla, riescono a
sgattaiolare fuori. Vengono nascosti dentro due
ceste di vimini, e imbarcati sulla stessa nave su
cui viaggia la ballerina. Questa intuisce che
sono dentro le ceste e avverte i marinai, ma
perquisiscono le ceste sbagliate: i due americani
sono gia` saltati in acqua e finalmente giungono
a nuoto in terra scandinava.
Newman ruba
un'invenzione all'anziano ingenuo scienziato e passa per
eroe: il qualunquismo morale e ideologico di Hitchcock è
quasi pari al suo cinismo. L'intrigo però è perfetto ed
avvincente, il finale ad altissima tensione con continui
epilettici colpi di scena. La coppia di borghesi
hitchcockiani compie pur sempre una lotta titanica contro
un nemico molto più potente.
La serie dei
thriller psicanalitici prosegue e forse culmina con Marnie
(1964), una donna che soffre di diversi disturbi psichici.
Una donna,
ripresa di spalle, cammina con calma alla
stazione. La vittima di un furto la descrive alla
polizia: sospetta, anzi e` certo, che sia stata
lei a rubare tutti i soldi dalla cassaforte. E`
furibondo di essere stato raggirato da quella che
riteneva un'impiegata modello, sempre efficiente,
cordiale e inappuntabile. Intanto la ragazza,
cambiata identita` (e rivelatasi una tipica
"bellezza frigida" hitchcockiana),
depositata un bagaglio in un locker e getta la
chiave in un tombino.
Marnie prima va a trovare il suo cavallo, di cui
sembra invaghita, e poi la madre, malata e zoppa,
rude e bigotta. La madre e` convinta che sua
figlia sia la segretaria personale di un
milionario e Marnie le racconta di aver ricevuto
un aumento di stipendio.
Marnie le ha comprato un regalo, ma la madre non
e` espansiva. Continua soltanto a metterla in
guardia dagli uomini. Marnie e` morbosamente
attaccata alla madre, per la quale ha rubato, ma
la madre invece cerca di tenerla lontana da sé
ed è infastidita dalle sue eccessive professioni
d'affetto. Marnie, gelosa dell'affetto che la
madre riversa invece sulla nipotina Jessie, le
chiede invano una spiegazione. La madre continua
a trattarla in maniera glaciale.
In pratica l'unica occupazione di Marnie consiste
nel derubare gli uffici in cui riesce a farsi
assumere come segretaria. E' una figlia e
un'impiegata modello, troppo modello, tutta casa
e lavoro.
Un giorno viene assunta da un direttore, Mark, da
poco vedovo e corteggiato dalla cognatina. Pur
essendo efficientissima sul posto di lavoro, non
perde una mossa del contabile, pronta ad
approfittare della prima occasione. Basta pero`
una goccia d'inchiostro rosso a causarle le
vertigini.
Mark la prende fra le braccia quando un tuono la
paralizza di paura e ne approfitta per baciarla.
Mark, un uomo di ampie vedute che ha studiato gli
istinti degli animali, si e` innamorato di lei.
La porta alle corse dei cavalli, dove un uomo la
riconosce come la segretaria di qualcun altro.
Marnie sta per colpire. Aspetta in bagno che
tutti abbiano lasciato l'ufficio e poi si dirige
verso la cassaforte. Mentre sta buttando le
banconote nella borsa, arriva la donna delle
pulizie. Marnie si toglie le scarpe, ma non
serve, perche' la donna e` sorda, e Marnie puo`
uscire indisturbata.
Per prima cosa va a sfogarsi con una corsa a
cavallo. La raggiunge Mark, furibondo. Ha
indagato su di lei e ha scoperto il furto.
Conosce il suo vero nome e ha capito che e` una
ladra congenita. Prima si fa restituire il denaro
e poi le fa sputare la verita`.
Nonostante tutte le bugie che continua a
raccontargli, lui, un po' curioso di questa mania
del furto non cleptomane, un po' innamorato, un
po' eccitato dalla sfida di un enigma complicato,
la obbliga a sposarlo se non vuole essere
denunciata. La prima notte di nozze e` pero`
imbarazzante, perche' Marnie non vuole fare
l'amore e gli rivela anzi il suo disprezzo per il
sesso. Marnie e` frigida, vergine e androgina.
Mark, invece di costringerla ad ottemperare al
loro contratto, le promette di rispettare la sua
fobia e tenta di spiegarle che forse ha bisogno
di aiuto.
Durante la luna di miele, in crociera, il marito
si rende conto che Marnie è ossessionata da
complessi di cui lei stessa non sa spiegare
l'origine: è terrorizzata dal colore rosso e dai
temporali, il solo pensiero del sesso la rende
isterica, ed è tormentata da un incubo
ricorrente.
Una notte litigano e lui, perse le staffe, le
toglie la veste. Lei rimane nuda e impietrita.
Lui le chiede scusa ma poi approfitta che lei, lo
sguardo fisso nel vuoto, non gli oppone
resistenza. La mattina pero` Marnie e` scomparsa
e invano Mark deve cercarla per tutta la nave: e`
rimasta talmente disgustata dal contatto fisico
che ha tentato di suicidarsi nella piscina.
Al ritorno vengono accolti dalla cognatina, che,
sempre piu` gelosa, si mette d'impegno a spiarli
nella grande villa che condividono. Prima li
sente parlare del furto e del rischio di finire
in prigione, e poi ascolta Marnie telefonare di
nascosto alla madre (che ha sempre negato di
avere). L'intraprendente cognatina non perde
tempo e tenta di seminare dubbi nel cognato.
Mark indaga e apprende cosi` che la madre di
Marnie uccise qualcuno. E` ossessionato da
Marnie, come Marnie stessa gli fa notare: e`
ossessionato da un caso patologico, si e` fissato
con l'idea di guarire una rea confessa e
frustrata sessuale. La sua mente e` tanto malata
quanto quella di Marnie. Ma lui la ama
teneramente.
A un party dell'alta societa` la cognatina invita
il suo vecchio datore di lavoro, che riconosce
nell'elegante moglie del ricco Mark la ladruncola
che svaligio` la sua cassaforte. Marnie viene
colta dal panico, ma Mark la tranquillizza:
l'uomo non puo` fare nulla perche' la ditta di
Mark potrebbe rovinare la sua ditta.
Durante una battura di caccia una giacca rossa la
fa fuggire al galoppo finche' il suo amato
cavallo stramazza al suolo e lei lo deve finire
con una pallottola. Marnie torna a casa in stato
di trance, apre la cassaforte, allunga le mani...
ma non trova la forza di afferrare le banconote.
Lui la sorprende ma le perdona anche quello. La
tratta come una paziente, non come una moglie.
Senza tante cerimonie, le annuncia che ha
intenzione di portarla a trovare sua madre.
Mark supplica la madre di raccontare a Marnie
cosa successe nella sua infanzia che le causo` un
trauma tanto acuto. Ha scoperto che sua madre era
una prostituta e che uccise un suo cliente. La
madre gli si avventa contro. E allora Marnie si
mette a parlare con la voce di una bambina di
cinque anni e rivive il tragico episodio
occorsole da bambina, quando la madre venne
aggredita in una notte di temporale da un
marinaio ubriaco e lei, per difenderla, lo colpì
al capo con l'attizzatoio. La madre si accusò
dell'omicidio e venne assolta per legittima
difesa, ma Marnie perse la memoria. Si spiegano
allora le turbe della giovane: il rosso è il
colore del sangue, i temporali le ricordano
quella notte, associa gli uomini alla professione
della madre, e sfoga gli impulsi erotici nelle
corse a cavallo, ruba per la madre, perché non
abbia più bisogno di prostituirsi.
Non solo Marnie riacquista la memoria, ma
guarisce anche la madre, che puo` finalmente
tornare ad amarla. La madre aveva sempre mirato a
farne una donna "decente", a differenza
di se stessa. C'era riuscito, ma a prezzo di
farne una bugiarda e ladra.
Hitchcock ripete la
prassi di Spellbound: prima illustra le anomalie
della psiche, poi seleziona un volontario che per amore
si presti a confortare il malato, infine si concentra
sulla ricerca della verità. Il film è dominato in lungo
e in largo dal sesso, compresa la morbosa figura del
marito, feticista domatore di belve (attratto dal sesso
diverso della cognata prima e della vergine ladra poi).
Il marito e` un
Freud "fisico", che tenta di guarirla
penetrando nel suo corpo e nella sua memoria, che prova a
scuoterla sottoponendola a uno shock come l'amplesso e
infine con il confronto materno.
Il voyeurismo del
regista si sfoga su questa giovane fredda e bionda; il
suo cinismo affonda i denti nella corruzione della società:
prostituzione, furto, violenza in una famiglia borghese.
Sullo sfondo di una moderna città industriale, di cui
fotografa sovente allucinanti panorami deserti e tinte
forti. La suspense è doppia: l'incertezza sul movente
dei furti e la continua crisi della "paziente",
che per un nonnulla può decidere di fuggire o di
suicidarsi e che può essere sconvolta da qualunque cosa
che violi la routine del suo incubo.
Con Topaz (1969),
tratto dal romanzo di Leon Uris, Hitchcock torna allo
spionistico internazionale ambientato durante la guerra
fredda.
Un agente
sovietico, Boris, chiede asilo politico
all'ambasciata danese degli Stati Uniti in cambio
di informazioni sul sistema spionistico di oltre-cortina
e sulle basi missilistiche di Cuba. Gli Americani
vogliono soprattutto sapere se i Sovietici stanno
installando missili a Cuba e Boris lascia intuire
che cio` sia successo. Boris sostiene di non aver
mai sentito parlare di "Topaz", il nome
in codice del traffico di spie russe nel governo
francese. Boris li punta a un corrotto cubano,
che odia gli USA ma si lascia comprare facilmente.
Un diplomatico francese, Andre`, parte con la
moglie e la figlia per New York, dove Castro deve
tenere un discorso e l'amico americano gli chiede
di procurare loro le prove dell'esistenza dei
missili. A New York il diplomatico francese
incarica un agente francese di colore di
trasformarsi in reporter e intervistare il capo
della delegazione cubana, Rico. Mentre lui
distrae il capo, l'aiutante rinnegato sottrae la
valigetta con i documenti che gli americani
vogliono. Il capo, scoperta l'assenza della
valigetta, sorprende il reporter che sta
fotografando i documenti, ma il reporter fa in
tempo a saltare dalla finestra e riesce a
consegnare la macchina fotografica ad Andre`.
La CIA chiede al francese di andare a Cuba e
fotografare le basi missilistiche. L'azione si
sposta a Cuba. Andre` ha un'amante, Juanita,
un'eroina della Rivoluzione che ora e` pronta a
tradire Castro. Andre` le fornisce
un'apparecchiatura sofisticata, e Juanita, con
l'aiuto di altri membri della resistenza,
fotografa i segreti militari cubani. Ma i cubani
arrestano e torturano i suoi uomini e risalgono a
lei. Rico, che ne e` sempre stato innamorato, la
uccide per evitarle la tortura. All'aeroporto,
pero`, non trovano nulla nei bagagli di Andre` e
lo lasciano partire. Anche Andre` e` convinto di
aver perso l'occasione, ma invece trova i
negativi dentro un libro, l'ultimo regalo di
Juanita.
Tornato in USA, gli Americani gli chiedono di
dare la caccia del capo di Topaz,
l'organizzazione spionistica dei sovietici in
Francia, visto che il defector sovietico ha
finalmente rivelato il suo nome. E` un celebre
economista, Henri.
Tornato in Francia, Andre` viene interrogato dai
suoi superiori, ma rifiuta di rivelare lo scopo
della sua missione, perche' gli Americani gli
hanno chiesto di mantenere il silenzio finche'
Topaz non sia stato distrutto. A un pranzo di
uomini politici, presieduto dal potente Jacques,
presenzia anche Henri (uno zoppo che si appoggia
a una stampella), il quale con nonchalance dice
che Boris e` morto da un anno, qualcuno ha
beffato gli americani.
Jacques invita Henri a casa sua: sono entrambi
complici. Quando Henri lascia la casa di Jacques,
vi entra la moglie di Andre`: e` la sua amante.
Il genero di Andre`, giornalista, chiede
un'intervista a Henri e lo convince a confessare,
perche' Boris lo ha incriminato e soltanto gli
americani lo possono aiutare. Henri acconsente,
ma proprio mentre il genero sta telefonando a
Andre` due agenti sovietici scaraventano Henry
dalla finestra.
Il genero ha fatto un ritratto di Henri e la
moglie riconosce l'uomo che era con Jacques, e
intuisce tutto. Confessa in lacrime ad Andre` la
sua tresca. Jacques e` un amico di vecchia data
di Andre`, ma Andre` non esita a denunciarlo agli
americani. A Jacques, doppiamente traditore (della
patria e dell'amico), non resta che suicidarsi.
Lento, complicato,
stereotipico, diviso in tre parti che sembrano tre film
diversi. Hitchcock non lesina comunque la solita
amoralita` e qualche stilettata satirica.
Frenzy (1972)
ritorna alla cronaca nera e a Jack lo squartatore, e
soprattutto ritorno al tema dell'innocente che deve
dimostrare la propria innocenza mentre e` braccato dalla
polizia.
La polizia
ricerca il maniaco sessuale che ha strangolato
con una cravatta una donna nuda lungo le rive del
Tamigi.
Dick e` un uomo sfortunato, un reduce di guerra
che ha appena perso l'ennesimo lavoro. Rifiuta
l'aiuto dell'amico Rusk, un grossista di frutta e
verdura, e si reca a vedere la ex-moglie, che
conduce un'agenzia di matrimonio. La moglie lo
tratta amichevolmente e gli infila anche del
denaro in tasca. Il giorno dopo la moglie riceve
la visita di Rusk, che e` un suo cliente
insoddisfatto. Rusk le fa la corte, perde il
controllo, la denuda e la strangola. Poi se ne va
con tutta calma. Arriva Dick, che trova la porta
chiusa e se ne va, ma viene visto dalla
segretaria. Dick da` un appuntamento alla sua
ragazza, una barista, e parte con lei, ignaro
dell'accaduto. La mattina dopo scopre dai
giornali di essere sospettato dell'omicidio e
sfugge per un pelo alla cattura. La ragazza gli
crede e cosi` un amico che lo riconosce e gli
offre ospitalita`. Dick vuole evitare l'arresto
per riuscire a dimostrare la propria innocenza.
Rusk, sempre nei panni dell'amico fidato, va al
bar e convince la ragazza a seguirlo. Poi la
uccide, certo di far ricadere la colpa su Dick.
ma questa volta commette un'errore poiche' si
rende conto troppo tardi che la ragazza gli ha
strappato una spilla dalla giacca e deve andare a
tirarla fuori dal sacco di patate in cui ha
impacchettato il cadavere, in una scena piu`
comica che tragica (l'autocarro carico di sacchi
di patate parte mentre lui sta compiendo
l'operazione, lui non riesce ad estrarre dal
sacco le membra gia` indurite, poi non riesce ad
aprire il pugno, poi cade malamente
dall'autocarro).
Il giorno dopo Dick apprende a casa dell'amico
dell'omicidio. Questa volta ha due testimoni (l'amico
e sua moglie) che possono confermare la sua
innocenza, ma non se la sentono di presentarsi
alla polizia e confessare che hanno nascosto un
ricercato per una notte: lo scagionerebbero di
quell'omicidio, ma finerebbero in carcere per
aver violato la legge. Dick se ne va furibondo e
pensa di chiedere aiuto a Rusk. Rusk coglie
l'occasione al volo di offrirgli ospitalita` e
poi chiamare la polizia. Rusk viene arrestato e
nella sua valigia vengono ritrovati indumenti
intimi della ragazza: Dick capisce che Rusk e`
l'assassino. Ma la giuria lo condanna
all'ergastolo. Il detective comincia pero` a
credere alle sue professioni di innocenza e
continua a indagare finche' riesce a ricostruire
la verita`. Nel frattempo, pero`, Dick riesce a
fuggire e si dirige verso la casa di Rusk, alla
ricerca della sua vendetta. Si avventa sul corpo
che trova nel letto, ma e` quello di una donna
nuda e strangolata. In quel momento arriva il
detective che lo coglie davanti al cadavere. Dick
si sente di nuovo perduto, ma proprio allora
arriva Rusk con un baule per portare via il
cadavere.
Film minore, un po'
lento e stanco, con molte ridondanze e divagazioni. Poca
suspence e un po' banale, come se si trattasse si un
imitatore di Hitchcock. Le inquadrature sono eleganti (soprattutto
quelle dei nudi piu' macabri), ma il film e` un po'
senile, in cui tutti i ruoli sembrano studiati per attori
di mezza eta`.
Humour, cinismo,
misoginia: i soliti ingredienti e il solito timbro
stilistico.
Family plot (1976)
è un melodramma ottocentesco restaurato secondo la moda
erotica ed esoterica.
Un'anziana
ricca zitella, travagliata dal rimorso, vuol
ritrovare, per farne l'unico erede, il figlio
illegittimo che strappò alla sorella e affidò a
una coppia sconosciuta. Pertanto si rivolge a una
veggente, una giovane ciarlatana che, con l'aiuto
di un tassista solito complice delle sue frodi,
si mette sulle tracce del giovane.
Nel frattempo una giovane truccata con una
parrucca e occhiali scuri va a incassare il
riscatto (sotto forma di un diamante) per il
rapimento di un magnate. Dirige il pilota di un
elicottero in una radura isolata e consegna il
diamante al complice e amante.
Il tassista, improvvisatosi detective, George,
ricostruisce le vicende del giovane e scopre che
peri` in un incendio insieme con i suoi genitori,
ma nessuno ritrovo` mai il suo cadavere. Risale
al benzinaio che pago` per la tomba del giovane,
il quale prende il numero della targa e corre ad
avvertire il giovane, Arthur, che ufficialmente
gestisce un lussuoso negozio di gioielli. Il
benzinaio e` preoccupato perche' era stato suo
complice nell'omicidio dei genitori. Il
gioielliere risale dalla targa all'indirizzo
della chiaroveggente, Blanche.
Le due coppie cominciano una guerra a distanza,
da un lato la coppia dei due miserabili
ciarlatani (Blanche e George) e dall'altra la
coppia dei ricchi gioiellieri (Arthur e la sua
ragazza). Tutti criminali, ma a diversi
La coppia ricca rapisce il vescovo durante una
messa sotto gli occhi dell'improvvisato "detective",
che era arrivato allo stesso vescovo sperando che
questi sapesse il segreto di Arthur. Il benzinaio
intanto tenta di uccidere la coppia di impiccioni
sabotando i freni della loro auto, ma finisce
invece per morire lui precipitando nel burrone in
cui voleva far precipitare loro. Il tassista
scopre dalla vedova la nuova identita` dell'erede
e Blanche rintraccia il suo negozio di
gioiellieria, scopre il suo indirizzo e gli
piomba in casa proprio mentre lui e la sua
ragazza stanno occultando il vescovo. Blanche e`
tutta contenta di aver finalmente trovato l'erede
che le consentira` di incassare la ricompensa
della vecchia. Il gioielliere e` sollevato
nell'apprendere che lo stavano indagando soltanto
per conferirgli un'eredita`, ma in quel momento
la sua ragazza apre la portiera dell'auto e
Blanche scorge la testa del vescovo. Arthur non
ha scelta: la deve narcotizzare. Mentre lui e la
ragazza vanno a scambiare il vescovo per un altro
diamante di riscatto, George capita casualmente
davanti all'abitazione e vede l'auto di Blanche.
Penetra nella casa e aiuta Blanche a intrappolare
Arthur e la ragazza, che erano pronti a ucciderli
entrambi. La loro missione era soltanto quella di
trovare l'erede smarrito per una piccola
ricompensa, ma adesso, resisi conto che Arthur e`
un ladro di diamanti, decidono di prendersi il
diamante dell'ultimo riscatto e poi chiamare la
polizia.
La trama è
estremamente intricata, movimentata da diverse gag
paradossali o esilaranti e di metafore didascaliche che
la rendono più simile ad una commedia o a un'opera buffa
che a un thriller. Due coppie di criminali che si
fronteggiano senza esclusione di colpi. La testarda
propensione per il male del nipote perduto è una colpa
che ricade sulla bigotta intolleranza giovanile della
zia; la lotta fra le due coppie conferma l'impressione
che per Hitchcock l'umanità componga una società
anarchica, priva di un vero ordine costituito e dominata
perciò dalla violenza individuale.
La suspense e` pero` un po' stanca, le scene sono troppo
lunghe, e parte del film ricopia gli stereotipi del film
d'avventura che proprio Hitchcock aveva contribuito a
lanciare. Ma la trama e` esilarante nel suo cinico
confondere in continuazione buoni e cattivi, cinici e
ingenui.
Con il passare degli
anni Hitchcock aveva acquisito una padronanza assoluta
dei mezzi di produzione. Diligente discepolo
dell'espressionismo, del montaggio sovietico, e del
suspense, aveva portato alle estreme conseguenze il
concetto di camera dinamica enunciato da Murnau, e
nell'insieme era riuscito a costruire una tecnica
narrativa senza limiti. I suoi ultimi film sono guidati
dai movimenti della cinepresa. E` la cinepresa, non
l'azione e non gli attori, a causare le emozioni piu`
forte.
L'universo
Hitchcockiano, apparentemente "evasivo", si
serve in realtà dell'intreccio "giallo" per
penetrare nei meccanismi di base della psiche individuale
e della vita sociale; l'opera monumentale di Hitchcock si
presenta come una perpetua tormentata riflessione sul
senso stesso dell'esistenza, che si risolve in
un'indagine morbosa dei suoi lati oscuri; di qui
l'interesse per la psicoanalisi, il sogno e l'incubo, per
le forme di devianza psichica, per la trasgressione del
codice morale, per la vertigine sessuale, per le dottrine...,
per la finzione dello spettacolo, per l'impotenza, la
frigidità, il voyeurismo, l'omosessualità e soprattutto
per la razionalità dell'irrazionale, per il caso del
caos, per quell'intrico ordinato di disordine che può
far scambiare un innocente per un colpevole, o causare
altri paradossali capovolgimenti: la duplicità e la
reversibilità sono le leggi del suo universo morale,
riconducibili alla dicotomia fondamentale bene/male e
alle dicotomie indotte ragione/sentimento, innocenza/colpevolezza,
spirito/materia, etc.; e da esse ha origine la vita, la
vita non è altro che uno sbaglio. L'itinerario dell'eroe
Hitchcockiano ricalca sovente il processo biblico di
perdizione e redenzione.
I film di Hitchcock
possono essere letti a diversi livelli, all'interno di
ciascuno dei quali si riscontra una chiusura coerente di
metafore e indizi: un livello cosmico che tratta
dell'umanità, un livello sociale che esplora il potere,
un livello individuale che affronta la psicanalisi
dell'individuo (ciò che accade nella sua mente).
Un film di Hitchcock
ha uno scopo unicamente temporaneo. Risolto l'intrigo, i
personaggi, vini o vincitori, perdono di interesse.
Nessun film di Hitchcock potrebbe avere un seguito. Prima
e dopo, i suoi personaggi sono anonima gente qualunque.
Come le parole di un cruciverba.
Oltre che grande
intrattenitore, Hitchcock ebbe anche un grande senso
dello spettacolo; in tutti i suoi film c'è una scena
sensazionale in cui culmina la vicenda (cioè la fuga/inseguimento):
o in teatro o in tribunale, sulla Statua della Libertà o
sul Mount Rushmore.
Il ritmo narrativo
di Hitchcock, che è poi l'essenza del suo genere di
spettacolo, ricalca lo stupro e in tal senso avvince lo
spettatore, al tempo stesso godurioso stupratore ed
insieme stuprato.
La perversa curiosità
della macchina da presa hitchcockiana riflette il
desiderio morboso dello spettatore che vuole sapere. Nei
suoi film si mangia, si dorme, si viaggia, e si uccide;
il cibo ha un riferimento sessuale, il sonno mette in
discussione la realtà degli accadimenti successivi, il
viaggio rappresenta l'ossessione della vita e della morte.
In molte scene vitali ricorre il senso di vertigine: su
una scala di casa o sulla scala a chiocciola di una
chiesa (I confess), sul campanile o sul Mount Rushmore,
su uno strapiombo sul mare o su una giostra o su un letto
o dal davanzale di una finestra: metafora erotica e
criminale, ma anche filosofica: sotto c'è il vuoto.
Vissuto in un'epoca
in cui l'umanità non riesce più a controllare le
proprie azioni e vive costantemente nell'incubo
dell'olocausto nucleare, Hitchcock è il più grande
poeta della paura di ogni tempo; non la paura di un
tiranno o di un assassino, ma la paura di un innocente e
mediocre uomo qualunque, per esempio un uomo di nome
Alfred.
La sua visione
dell'umanità:
-inseguimenti,
incontri, imprevisti: dinamicità, una corsa febbrile col
cuore in gola senza senso apparente
-realismo: la
minuzia e la persona comune
-tradizione del
nonsense inglese
-cinema
dell'illusione: ambiguità, duplicità, intrigo: dove è
la verità assoluta?
-poeta dell'ansia
come Kafka, Dostoevsky e Poe
-trasferimento di
colpa
-ordine in
superficie, ma disordine in profondità davanti alla
dannazione eterna dell'uomo
-humour, sacrilego,
metafisico
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