ESSENZIALISMO - LIPSISMO = DISCARICART

Dal Dizionario dell'Arte Applicata (dove?)

Dicesi "Essenzialismo o Discaricart" quella specie di arte del recupero delle cose, le più banali, le più idiote, le più inutili, le più rigettate, perché così è la vita nella sua essenza delle piccole cose di ogni giorno.
E' altresì detta anche Lipsismo, perché è un'arte propria di Lipsi, l'isola meravigliosa e incredibile dove la mente si perde nella fascinosa e rapinosa avventura delle inutili ed effimere azioni. Se le si sanno guardare, queste piccole opere forse ci ricorderanno qualcosa di noi, di ciò che siamo, di ciò che eravamo,di ciò che saremo.

I bambini vivranno dentro di noi, scalpitando e facendo mille scorribande tra le bizzarrie di questi oggetti di un nuovo mondo assurdo eppure reale.

Aderiscono alla DISCARICART artisti come Giorgio Tagliabue, Silvia Roncaglia, Ruiz e altri, altrettanto minori come loro (nel senso più puro di minorati).

I pesci di legno e altri materiali poveri e discaricati, sono le invenzioni del mare di Lipsi, colorati, civettuoli, piacevolmente mostruosi. Giorgio li pesca nella sua fantasia incontrandoli tra le onde di Koklakoura.

Le navi, anch'esse di legno e di materiali poveri e discaricati, solcano l'azzurro dell'arcipelago di Lipsi nelle giornate di eterno sole e di un cielo felicemente orfano di nuvole. Silvia le ritrova nella sua creatività indomabile e incontrollabile.

I quadri di frammenti infiniti e indefiniti, materici, microcosmici e discaricati, rivelano un mondo nascosto e onirico che Lipsi regala a chi ha voglia di sperimentare. Sebastiano li costruisce mosso da un frenetico eppure sospeso equilibrio ludico.

Tutte queste opere sono ottenute in massima parte con l'ausilio della Discarica (da qui il nome della famosa corrente) di Lipsi.
Nel Lipsismo poi rientrano tutte quelle creazioni artistiche nate e realizzate a Lipsi. Perché solo a Lipsi è possibile dementalizzarsi allo stato più puro e selvaggio (selvatico?). Qui l'artista (o quello che è) si rifugia in un gioco di solitudine e di confronto con se stesso.
La ripetitività (quasi ossessiva, ma mai monotona) delle opere è chiaro segnale di un mondo inconscio che è dentro di noi, nascosto e rivelato ogni volta come la prima volta.
Come nel Surrealismo qui vengono alla luce i sogni e si rappresenta una nuova realtà.
Come nella Pop-Art il materiale povero e frammentario (legno - ferro - ceramica - carta - pietra, ecc.) è recuperato e riabilitato, fermo restando lo stato originario, in nuove immagini e nuove sensazioni.
Dal Manifesto della DISCARICART:
"Nostro unico maestro è dunque la DISCARICA che ci insegna a non dimenticare le piccole cose che ieri abbiamo amato e oggi abbiamo perduto o rigettato.
Nell'osservazione e ricerca di un microcosmo materico ritroviamo e riscopriamo una realtà più vasta e sconosciuta, una realtà che ci conduce a tornare a frequentare quella parte di noi che soltanto ieri sonnecchiava dimenticata. Nel gioco continuo e sorprendente viviamo e sogniamo".

LIPSI - settembre 2007