L'EVENTO SEGNALATO
NICCOLO’ FABI
Teatro delle Erbe Milano,
3
aprile 2003
Un teatro blu ma non dell’umore di un Il
sole è blu (“Niccolò Fabi”, 1998), pur rigoroso nelle sue
linee è capace di assecondare la scenografia un po’ ipnotica, vagamente anni
Settanta dell’allestimento luci per il concerto tenutosi a Milano di Niccolò
Fabi. Ironizza, il Nostro, sulla difficoltà per un romano di imitare, nei
toni e negli accenti, il milanese e viceversa! Emozionato, tanto da essere
intimidito, per l’accoglienza attenta e partecipe di un pubblico che gli
riconosce il processo di maturazione evidenziatosi nella sua ultima fatica
discografica “La cura del tempo”. Il cantautore, Lentamente,
prende coscienza della sincerità di chi canta con Lui le strofe delle sue
canzoni. Tra passato e presente, la gioia di sentirsi riconosciuto, finalmente,
non solo per i suoi Capelli ma anche per il Rosso
del Sangue del mio sangue che eseguita solo voce e chitarra rende
ancora più intensa la dichiarazione di un Amore profondo, senza tempo, così
denso d’emozione da bloccarne il gesto e Lasciarsi un giorno a Roma,
di diritto tra i classici del pop contemporaneo. Offeso dal
percepire come progressivamente siano scompaginati i ritmi dell’alternarsi
delle stagioni del vivere e la perdita d’identità e dignità dell’uomo,
Niccolò invita a colmare l’assenza sul palco “della voce dall’odore di
legno” di Fiorella Mannoia con il battito delle mani ma “Non
è la vittoria l’applauso del mondo/ di ciò che succede il senso profondo”
(è non è). Attendere che la propria ispirazione prenda forma;
non permettere alla razionalità di prendere il sopravvento sull’istinto;
lasciar parlare il tempo aritmico e lievemente irregolare dell’inquietudine,
inconsapevoli della meraviglia di parole cercate senza nessuna fretta (Il
negozio di antiquariato), hanno dato ragione al Musicista: il pubblico aspetta
l’oro di buone canzoni da ascoltare.