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L'EVENTO SEGNALATO

ESTATE 2003 IN CAMPANIA,

NAPOLI VERDE-ORO

di Mario Victor Barbati

Tanta musica, spesso sovraffollata, come non succede in nessuna grande città italiana, diverse qualità ovviamente e la mancata occasione da parte degli organizzatori di coordinare gli eventi, facendo solo del male alle loro fatiche. L’estate musicale campana comincia ben prima del 21 giugno, con il concerto e le sublimazioni in musica di Paolo Conte all’Arena Flegrea. Poi, un susseguirsi così sintetizzato:

MORRICONE, IL CINEMA è MUSICA. È stato il vero evento: i novanta musicisti della Roma Sinfonietta Orchestra, le cento voci dei cori Città di Roma, Claudio Casini e San Giovanni dei Fiorentini, due solisti (il soprano Susanna Rigacci e la pianista Gilda Buttà) e le musiche memorabili e ormai da epopea di Ennio Morricone. Per la prima volta dalla sua riapertura, l’Arena Flegrea “sfrutta” interamente il suo enorme palcoscenico e si regala (?) una serata dal tono decisamente mondano. Quattro suite. Si comincia con i film di vita e di leggenda: C’era una volta in America, La leggenda del pianista sull’oceano, Malena e Nuovo cinema paradiso; poi i western di Sergio Leone: Il buono, il brutto e il cattivo, C’era una volta il West, Giù la testa; il secondo tempo presenta musiche da cinema d’impegno: Sostiene Pereira, Queimada, La classe operaia va in paradiso e il finale col cinema epico: Il deserto dei Tartari e Mission. Le musiche sono riproposte come gli spartiti originali, anche perché “non mi piace che qualcuno le orchestri diversamente da come le ho scritte io” dice il maestro. Serata ispiratrice, di grande fascino, da emozioni forti. Ma resta da chiedersi: chi può permettersi, se non i beneficiati del lusso, di spendere dai 30 ai 100 euro per riascoltare musiche con gli stessi arrangiamenti dei film già visti?

SOGNI DI ROCK’N’ROLL. Non dimenticherà, chi era presente tra i 17000 di Bagnoli, lo “storico” duetto Rem-Patti Smith di It’s the end of the world as we know it (and i file fine), non dimenticherà il concerto del gruppo di Athens. Dei 17000 biglietti venduti, il 50% è stato acquistato fuori dalla Campania, molti in Europa, alcuni addirittura negli States. Dopo l’anteprima dei Massive Attack, il Neapolis, annunciato quest’anno in grande anticipo, oltre che evento musicale sta diventando un evento turistico. Tra gli altoforni in disuso di Bagnoli, anche la ritrovata e agguerrita Paola Turci, la matura e serena Carmen Consoli e ancora Patti Smith, che canta Because the night con Michael Stipe. Già, proprio da ricordare.

ESTATE CARIOCA-NAPOLETANA. Caetano Veloso all’Arena Flegrea, il cantante-ministro Gilberto Gil prima in coppia con Maria Bethania e poi a Sorrento a cantare 4/3/1943 con Lucio Dalla, la bossanova di Toquinho riproposta nel duetto con Grazia Di Michele: Napoli si veste di Brasile, di samba e di suoni carioca, si veste sostanzialmente di se stessa, d’una città aperta da sempre a culture, stili e ritmi diversi.

MUROLO DAY. Doveroso ricordare, tra questi appunti di concerti in giro per la Campania, il “Murolo Day”, nell’ambito del Ravello Festival. I ricordi di Renzo Arbore e di Lina Wertmuller, lo speciale “Ho sognato di cantare” proposto su schermo gigante in Piazza Duomo e il recital di Fausto Cigliano hanno celebrato lo chansonnier napoletano recentemente scomparso.

FLASH. Giunto all’ottava edizione, il Pomigliano Jazz Festival si conferma, tra le tante offerte jazzistiche, tra gli appuntamenti più affolati: quest’anno sul palco della villa comunale il ritorno di Noa con Stefano Di Battista e la Nuova Orchestra Scarlatti, Horacio El Negro Hernandez e l’attore Tonino Taiuti accompagnato da Antonio Onorato e Marco Zurzolo. Debutto involontario di Patty Pravo a Napoli (prime due date annullate per motivi di salute) per il suo tour “Stupiscimi”, preludio di un doppio live ricavato dai concerti estivi e in uscita a ottobre. Maurizio Capone e i BungtBangt hanno suonato, e suonato come solo loro sanno bidoni, tubi, chiavi inglesi e bottiglie, a Torre del Greco e presentato a Giffoni il loro primo videoclip Uaiò con la regia di Francesco Patierno.

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