L'EVENTO SEGNALATO
Subsonica
Torino,
Palastampa
10-4-2003
Il
campo di gioco (leggi palco) è pronto e in buonissime condizioni; i tifosi
(leggi pubblico) sono in attesa: c’è il tutto esaurito e la squadra sta per
iniziare la partita in notturna. Dal buio si accendono i proiettori e si parte: Livido
amniotico. Questo tour, nato con 20 date ma già quasi raddoppiate,
offre il fianco per il lancio del doppio disco dal vivo intitolato “Controllo
del livello di rombo”, che rispecchia la fortunatissima stagione live dei
Subsonica nel 2002. Lo stesso palco, arricchito quest’anno da tre schermi,
volutamente ricorda in alcuni elementi quello della passata stagione. Il
cielo su Torino riscalda la platea che peraltro non ne ha necessità,
visto che si balla anche sulle gradinate e tutti sono in piedi. L’attacco
organistico nell’oscurità che annuncia Nuvole rapide, vede il
dj Boosta in apparente estasi con le braccia distese sui tasti e il corpo
inarcato all’indietro, in uno dei suoi pochi momenti di quasi immobilità. Se
un tastierista lo osservasse durante il concerto potrebbe venirgli il mal di
mare nel vederlo ondeggiare, oltre a provare un senso di «straniamento» dovuto
al rapporto di attrazione-repulsione fisica nei confronti della strumentazione.
In effetti il grosso del lavoro di suoni ed effetti vari, del resto interessante
e caratteristico del gruppo, viene proposto su basi e campionamenti vari. A ciò
si aggiungono le ritmiche registrate, che si sommano al precisissimo Ninja,
il batterista, raro esempio credo, di percussionista con laurea in ingegneria.
Esiste insomma un intreccio fittissimo, tra suoni emessi dai corpi dei musicisti
e suoni provenienti da memorie elettroniche, talvolta difficile da separare. Samuel
canta altri cavalli da battaglia: Aurora sogna, Nuova
ossessione e Disco labirinto: tutti sballonzolano insieme
a lui; le luci ricordano spesso quelle di una discoteca in versione concerto. I
due aspetti forti del gruppo sono i testi e i «suoni», entrambi originali e di
grande impatto. Mi sembra di notare però un timido tentativo di uscire da
questa gabbia dorata, da questa dance colta che pur mettendoli su un
gradino nettamente superiore rispetto alla media del genere, li obbliga a
percorrere un sentiero di «scuotimento» fisico che a lungo andare potrebbe
stancare per primi loro stessi. Ad un certo punto viene infatti eseguita una
interessante versione per basso, batteria e chitarra, del brano guida del film Indagine
su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto. Il giovane pubblico
rimane interdetto, ma ora è allertato. Nei bis non poteva mancare la
trascinante Tutti i miei sbagli, lanciata dal palco sanremese nel
2000: un’organizzazione molto buona tra fruibilità commerciale e
gradevolezza. Oggi come oggi i Subsonica sono forse la band numero uno in
Italia quanto a successo dal vivo, anche perché tengono ben sotto il livello di
guardia i prezzi dei biglietti, favorendo l’accesso al loro pubblico e «rischiando»
così di trovarsi di fronte una muraglia umana (anche il forum di Assago è
tutto esaurito da giorni), che per degli artisti è sempre un bel vedere. Il
rischio del mestiere in una situazione come questa è quello di essere saliti in
ascensore, anziché per le scale, in cima ad un palazzo, sino al terrazzo dal
quale si guarda giù in strada. A chi ne soffre possono venire le vertigini.