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ARCHIVIO RECENSIONI

UMBERTO BINDI

Umberto Bindi

BMG 2002

Da quando Umberto Bindi è andato a cantare negli infiniti tempi, nessuno dei vari personaggi catodici o politici ha avuto la costanza di intraprendere il dovuto omaggio che gli spettava.

A ricordare il musicista ligure ci pensa giustamente la Bmg con la stampa di un doppio cd nel quale viene raccolta tutta la produzione Ricordi-Rca compresa anche quella della Durium.

Curato da Fernando Fratarcangeli il disco si propone di ridare alla memoria sonora di quei ricordi più semplici e sentiti, l’arte di Bindi, l’arte di un musicista che ha saputo fare delle sue musiche un vero punto di riferimento. Naturalmente ci sono tutte le pagine sinfoniche assolutamente irripetibili (Bindi è stato sicuramente l’unico autore ad usare con la propria cultura l'orchestra sinfonica) da Arrivederci a Il nostro concerto, da Chiedimi l'impossibile a Il mio mondo.

Ma sono cariche di impressionismo e di coraggio pagine come Odio, Amare te, Vento di mare, Riviera (ripresa da George Moustaki), Jane, Marie Claire. Per la prima volta poi vengono incise e raccolte su cd le canzoni del periodo Rca, uscite solo su 45 giri nel periodo compreso fra il 1962 e il 1965. Fra queste opere troviamo dei capolavori come Ave Maria (con uno stupendo arrangiamento di Ennio Morricone, Un uomo che ti ama (ancora con Morricone), Vacanze e Un ricordo d'amore (arrangiati da Luis Enrique Bacalov) e Io e il mare, su testo di Bruno Lauzi, sincera resa d’anima e di sentimenti alla vita.

Un breve spazio anche per “Albatros” una composizione sinfonica inclusa in “Io e il mare” (edito dalla Durium) e infine il duetto con Ornella Vanoni per La musica è finita, incisa nel 1984 nel tributo fatto dalla Ariston.

Questo lavoro della Bmg non è da poco, anzi è una fondamentale pietra miliare, imprescindibile. Quello che aspettiamo è la ristampa dell’intero “Io e il mare”, di “Con il passare del tempo” e di “D’ora in poi”: sarebbe un minimo sforzo per tenere alta nella lontana memoria italica la stupenda presenza di Bindi.

Marco Ranaldi

 

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