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ARCHIVIO RECENSIONI

GIORGIO CORDINI

Disarmati

Music runner 2002

 

Non è facile produrre un album come "Disarmati", che ha finalità anche benefiche (un euro per ogni copia venduta sarà destinato ad Emergency), in quanto è facile, in operazioni di questo tipo, incappare, anche nolenti, in qualche mancanza di gusto (per repertorio, per collaboratori, per eccesso di enfasi e così via). Giorgio Cordini è riuscito, invece, a mantenere un buon equilibrio fra l'istanza di proporre brani che avessero a che fare con la pace e che però possedessero una loro valenza evocatrice e suggestiva. In "Disarmati" (che contiene anche quattro brani scritti dallo stesso Cordini) tutto è molto sobrio, asciutto, come il suono del Quartetto Zelig, composto da violino, viola, violoncello e flauto che colorano in maniera splendida Karima ed Invincibili. Giocato soprattutto sulle corde delle chitarre e del buzouki suonate da Cordini, l’album si avvale della preziosa collaborazione di artisti come Mauro Pagani, Michele Gazich, Fabio Treves, Paolo Jannacci, Riccardo Tesi, solo per citarne alcuni, i quali riescono a lasciare il segno della loro prerogativa strumentale. Il virtuosismo del padrone di casa è innegabile ed evidente nei vari brani arrangiati ad hoc per il suo stile chitarristico, che riesce a rendere interessante, grazie ad un  accattivante armonizzazione, anche un brano conosciutissimo come Bella ciao, oppure a sviscerare l'aspetto cameristico di Invincibili ed a rinfrescare, con un tempo quasi country, un brano miliare della canzone italiana come Noi non ci saremo. L'esperimento è, nel suo complesso, riuscito, anche se in questi casi tutti sono un po’ scontenti perché, in un lavoro di questo tipo, ciascuno dirà sempre che manca "quel" brano che…   

Rosario Pantaleo

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