Disarmati
Non è facile produrre un album come "Disarmati",
che ha finalità anche benefiche (un euro per ogni copia venduta sarà destinato
ad Emergency), in quanto è facile, in operazioni di questo tipo,
incappare, anche nolenti, in qualche mancanza di gusto (per repertorio, per
collaboratori, per eccesso di enfasi e così via). Giorgio Cordini è
riuscito, invece, a mantenere un buon equilibrio fra l'istanza di proporre brani
che avessero a che fare con la pace e che però possedessero una loro valenza
evocatrice e suggestiva. In "Disarmati" (che contiene anche
quattro brani scritti dallo stesso Cordini) tutto è molto sobrio,
asciutto, come il suono del Quartetto Zelig, composto da violino, viola,
violoncello e flauto che colorano in maniera splendida Karima ed Invincibili.
Giocato soprattutto sulle corde delle chitarre e del buzouki suonate da
Cordini, l’album si avvale della preziosa collaborazione di artisti come Mauro
Pagani, Michele Gazich, Fabio Treves, Paolo Jannacci, Riccardo Tesi,
solo per citarne alcuni, i quali riescono a lasciare il segno della loro
prerogativa strumentale. Il virtuosismo del padrone di casa è innegabile ed
evidente nei vari brani arrangiati ad hoc per il suo stile chitarristico, che
riesce a rendere interessante, grazie ad un
accattivante armonizzazione, anche un brano conosciutissimo come Bella
ciao, oppure a sviscerare l'aspetto cameristico di Invincibili
ed a rinfrescare, con un tempo quasi country, un brano miliare della
canzone italiana come Noi non ci saremo. L'esperimento è, nel suo
complesso, riuscito, anche se in questi casi tutti sono un po’ scontenti perché,
in un lavoro di questo tipo, ciascuno dirà sempre che manca "quel"
brano che…
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