MARMAJA
Il metro dell’età
Ecco, quando ti capita in mano un CD così ti
si apre il cuore. Perché già il vedere dei ragazzi che si inventano, si
suonano, si registrano, si mixano e si autoproducono un disco, e non solo, ma
confezionano anche un prodotto curato e corredato da un mini-poster/libretto dei
testi, fa bene. Poi quando scopri che la musica è calda e ricca di colori,
suonata bene e accompagnata da testi pregevoli, allora pensi che qualcuno che ci
crede ancora c’è.
I Marmaja sono in sei, hanno una decina
di anni di attività alle spalle e due album prima di questo, che contiene
dodici canzoni ricamate su una bella base ritmica. Il suono è popular-rock, con
ciaramella, fisarmonica, ghironda, clarino, flauto e aggeggi vari a dare
un’impronta personale ad un clima generale di musica del popolo. Canzoni che
osservano e raccontano storie che appartengono alla gente. E c’è convinzione,
la stessa convinzione e lo stesso substrato che si trovano nella vena simile ma
più rock degli amici Gang (Marino Severini presta la sua voce
nella splendida Belle idee).
Per finire, la chiave di lettura. Sta nella nota di copertina che funge da
spiegazione del titolo e da dedica: “Per le migliaia di occhi e storie che
la vita e la strada ci hanno portato ad incontrare. Il metro dell'età è nei
solchi del viso, nelle pieghe delle mani, nella caparbietà dei sogni. E’
misurarsi ogni giorno con ciò che di più importante ogni uomo possiede: la
dignità”.
Lucia Carenini