MORGAN
Le canzoni dell’appartamento
Sony/Mescal 2003
Doveva essere un album di cover il debutto solista di
Morgan , ex (?)leader dei Bluvertigo, invece è diventato un concept album
registrato in 5 diversi appartamenti partendo dall’idea secondo cui anche
l’ambiente influenza la composizione musicale.
Morgan gioca con la musica pop degli ultimi cinquant’anni
mischiando le carte più volte , con quello spirito ludico che ha animato i
primi dischi del suo mentore Franco Battiato.
Da autentico ipermestico della musica pop del ‘900
infatti Morgan smonta e ricostruisce melodie e ritmi che ha assorbito nella sua
adolescenza passando dalle sofisticherie alla Peter Gabriel di Heaven
Cocktail alla delicatezza beatlasiana di Canzone per natale.
Del progetto originario di cover rimangano tracce
nell’omaggio composto al primissimo Gaber di Non arrossire (canzone
a cui ha messo mano anche Mogol) ,e nella traduzione
italiana pressoché letterale della epica If dei Pink Floyd
(arrangiata per stessa ammissione di Morgan come avrebbe fatto McCarteny).
Tra i brani più belli c’ è senza dubbio c’è la
psichedelia light di Aria che trasversalmente racconta il congedo
amoroso tra Morgan e la sua famosa compagna
(mettete una s al posto della r nel titolo della canzone e saprete di chi
stiamo parlando),con un verso che ribalta beffardamente tanto piagnucolante
sentimentalismo“Ho parlato di divergenze, hai parlato di presenze, ci siamo
accorti delle distanze ci siamo detti anche spero per sempre”.
Anche i testi (alcuni tratti dalla raccolta di poesie Dissoluzione
pubblicate da Morgan nel 2000) sono superiori alla media in termini di
originalità e di lessico (la parola cosmogonia contenuta nel singolo Altrove
merita senza dubbio una
citazione).
Chi ha amato i Bluvertigo faticherà a trovare punti di riferimento con il gruppo, chi li ha odiati potrebbe, al contrario, amare questo disco malinconico ma non nostalgico, complesso ma non sperimentale, dolente ma non patetico.
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