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ARCHIVIO RECENSIONI

GIANNA NANNINI

Aria

Universal 2002

La domanda fondamentale è quella che riguarda la capacità di un’artista - che ha superato gli “anta”, che ha fatto del rock l’anima portante della sua musicalità, che nella fisicità esprime il meglio di se stessa - d’essere sempre capace di novità, di passione, di sincerità, di energia non filtrata da semplici (o complessi) giochetti in sala d’incisione. Con “Aria”, Gianna Nannini ha dato una risposta netta e decisa mostrando come sia possibile superare ostacoli e luoghi comuni, usando il “mestiere” ma con grande capacità innovativa e, soprattutto, interpretativa. Coadiuvata nella stesura dei testi dalla scrittrice Isabella Santacroce, dalla band (Raffaele Gulisano, basso; Tommaso Marletta, chitarra; Davide Olivieri, batteria) con la quale ha costruito le parti musicali di dieci brani su tredici (i restanti li ha scritti con la collaborazione Francesco Sartori), la rocker toscana si esprime in maniera realmente passionale ma, al contempo, controllata. La passione è evidente nella capacità di porgere e vivificare, con grande tensione comunicativa, le canzoni (la trilogia iniziale composta da Volo, Uomini a metà, ed Aria, è illuminante al riguardo). Il controllo della voce è altrettanto manifesto nella chiarezza espressiva, nell’uso delle tonalità alte, potenti ed entusiasmanti, però mai sopra le righe, nella capacità di non farsi trascinare (e tradire) dall’interiore passionalità che, dall’artista senese, prorompe sempre a piene mani. Ci sono sensazioni forti e potenti nella scansione dei brani e la circolarità del canto e della musica (vedi Aria) conducono verso una sensazione di straordinario straniamento e dissolvenza, quasi che nella musica, nelle parole e nel canto sia possibile incontrare una sorta di esperienza mistica, ben celata, ma non del tutto, alle orecchie degli ascoltatori. L'accuratezza produttiva di Armand Volker e la sapienza musicale di Christan Lohr, stimato programmatore elettronico (vasto, ma sempre adeguato, è l’uso di synth e tastiere varie) fanno di questo lavoro un punto di partenza in una nuova fase della carriera di Gianna Nannini.

Rosario Pantaleo