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ARCHIVIO RECENSIONI

QUARTA PARETE

Labile

Autoprodotto 2002

 

Stimolante e interessante è questo secondo lavoro dei Quarta Parete. Nove sono i brani, tutti dai colori forti e contrastanti, pieni di ermetismi ossessionanti che si contorcono tra melodie vivaci e decadenti. A volte i testi diventano ridondanti, quasi fastidiosi nel loro ermetismo estremo: “Anelo il lontano indefinito / che sfugge ad ogni sorger di sole" (Faccio gli occhi dolci al niente), “Sbatto alla soglia del ruvido abbraccio / che si corrompe nell’ossesso noto / ad ogni sbianco, ad ogni smottamento / ad ogni curva, ogni incorruttibile pena” (Fine). Poesia. E’ pura poesia incastonata in musiche aggressive ma non invadenti. Tutto questo acquista ancor più senso quando si completa nei loro spettacoli dal vivo. Il progetto Quarta Parete, infatti, porta in scena non solo un semplice concerto, ma un vero e proprio spettacolo teatrale, sorprendente e ben curato nei dettagli. Le canzoni hanno l’urgenza di comunicare in modo forte dei concetti che altrimenti si perderebbero nell’insieme dei movimenti teatrali: ecco spiegato il bisogno di queste immagini taglienti, di queste parole che a volte sembrano schiaffi.

L’episodio più riuscito è indubbiamente La crepa del giorno, un pezzo equilibrato sia nel testo che nella musica, mentre stentano a convincere brani come Tanti auguri o Cassandra (troppo pretenziosi). Sorprende in ogni canzone il riuscito intreccio di voci dei due primi attori: Roberta Carrieri e Fabrizio Panza. Lei si inerpica in bellissimi vocalizzi e fraseggi che si incastrano bene con la voce lieve e oscura di lui, basti ascoltare Conclusioni e Lascio il tempo.

Mattia Scarpa