TEMPI DURI
Tempi duri
Per la serie corsi e ricorsi
nella storia, il nome dei Tempi Duri era appropriato tanto nel 1982
quanto (e forse più) ai tempi nostri. La band veronese, composta dal leader Carlo
Facchini (voce, basso, chitarra 12 corde), Marco Bisotto (batteria), Carlo
Pimazzoni (chitarra solista) e da un giovanissimo Cristiano De Andrè (violino,
voce, chitarra), ebbe una buona notorietà soprattutto grazie alle esperienze
maturate dal vivo come opening act di Fabrizio De Andrè. Il gruppo si
sciolse prematuramente a causa del servizio militare che in un paio di anni
chiese pegno a pressoché tutti i componenti. La ristampa di “Chiamali
tempi Duri”, unico loro disco, prodotto da Fabrizio De Andrè e Dori
Ghezzi, è arricchita da un inedito (E.I.) e da due canzoni ( Jekyll,
Gabbia) apparse solo sul 45 giri che avrebbe dovuto fare da
preludio al loro secondo lavoro.
L’inedito, E.I.
merita un discorso a parte: all’epoca non trovò spazio su vinile poiché il
testo, palesemente contro tutti gli eserciti e tutte le guerre, non era stato
“gradito”.
Gli ascoltatori più superficiali
considerarono i Tempi Duri come una copia italiana dei Dire Straits.
Anche se in verità il singolo omonimo era palesemente interpretato e arrangiato
con lo stile della band britannica, in realtà un attento ascolto del disco
rivelava ottimi testi e contaminazioni non così marcate e sicuramente più
ampie. Da segnalare che ben otto canzoni su dodici sono state scritte
interamente da Facchini, mentre le restanti sono state composte a quattro mani
con Cristiano De Andrè.
Canzoni come Regina di
dolore, Gabbia, Elena, E.I., Stella
d’autunno, Jekyll sono piccole chicche che valgono
sicuramente l’acquisto del CD. La speranza è che questa ristampa non sia un
episodio a parte ma possa fare da preludio ad una attività live e da ulteriori
prove discografiche.
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