I
MALAVOGLIA
Le vicende si svolgono
nei primi anni dell’unità d’Italia, tra il 1863 ed il 1876 ad Acitrezza.
Prendono le mosse da una piccola speculazione commerciale che padron ‘Ntoni
intraprende per migliorare le condizioni della famiglia, aggravatasi quando il
nipote ‘Ntoni va a fare il soldato e viene meno il suo lavoro. Padron ‘Ntoni
acquista a credito dallo zio Crocifisso una partita di lupini, che Bastianazzo
imbarca sulla "Provvidenza" per andare a venderli. Durante il tragitto
una tempesta provoca la perdita del carico di lupini e la morte di Bastianazzo.
A questa seguono altre disgrazie: la morte di Luca nella battaglia di Lissa, la
morte di Maruzza per il colera, la perdita della casa del Nespolo per
l’insolvenza del debito e degli interessi, il traviamento di ‘Ntoni, che,
tornato cambiato dal servizio militare, non si adatta alla vita di stenti, si
unisce a una compagnia di contrabbandieri e ferisce con una coltellata il
brigadiere don Michele, che lo ha sorpreso in flagrante con gli altri. Durante
il processo l'avvocato imposta la difesa sostenendo l'attenuante dell'amore per
'Ntoni che sapeva di una relazione della sorella Lia con Don Michele. ‘Ntoni
è condannato a cinque anni di carcere e Lia, considerandosi colpevole verso il
fratello scappa di casa e si perderà. Il disonore getta nella costernazione i
Malavoglia: padron ‘Ntoni, affranto, si ammala e muore all’ospedale.
Intanto Alessi, che ha sposato la Nunziata, con la sua laboriosità riscatta la
casa del Nespolo, dove torna ad abitare insieme alla sorella Mena la quale
rifiuta di sposare compar Alfio, perché si sente anche lei disonorata per la
perdizione di Lia.
Nei Malavoglia si scontrano due concezioni della vita: la concezione di chi, come padron ‘Ntoni si sente legato alla tradizione e riconosce la saggezza dei valori antichi come il culto della famiglia, il senso dell’onore, la dedizione al lavoro, la rassegnazione al proprio stato; e la concezione di chi, come il nipote ‘Ntoni, si ribella all’immobilismo dell’ambiente in cui vive, ne rifiuta i valori ed aspira ad uscirne con il miraggio di una vita diversa.
La simpatia latente del
Verga è per padron ‘Ntoni e per il nipote Alessi, che ne riproduce il
carattere e ricostruisce il focolare domestico andato distrutto.
Attorno alle vicende dei Malavoglia brulica la gente del paese che partecipa
coralmente ad esse con commenti ora comprensivi e pietosi, ora ironici e
maligni. Lo stesso Verga narratore sembra essere uno del posto che racconta e
commenta col distacco impassibile del cronista, vale a dire di un anonimo
narratore orale; da ciò nasce l’impressione di un Verga narratore
camaleontico, che assume di volta in volta la maschera e l’opinione di tutti
coloro che entrano in scena.
Anche il paesaggio partecipa alla coralità della narrazione, ora quasi compiangendo, ora restando indifferente alla sorte degli uomini.
Per quanto riguarda la
lingua, il Verga accettò, per sua stessa confessione, l’ideale manzoniano di
una lingua semplice, chiara, antiletteraria. Egli riuscì a creare una prosa
parlata, fresca, viva, popolare, che riproduce, nella sintassi e nel lessico, il
dialetto siciliano.
Nei Malavoglia è rigorosamente applicato il canone dell’imparzialità e
dell’obiettività. Nella prefazione al romanzo, Verga sottolinea come lo
scrittore di fronte alla propria storia non abbia il diritto di giudicare, ma
solo di tirarsi fuori dal campo della lotta per "studiarla senza
passione".
Nella pratica poetica quest'idea si traduce in una tecnica di grandissima
originalità.
Abbondano i discorsi indiretti liberi, cioè gli interventi dei personaggi non
mediati attraverso la elaborazione del narratore. Anche le parti connettive del
romanzo non lasciano mai trasparire la sovrapposizione dell’autore e sembrano
uscire dalla bocca di un anonimo paesano, che sia come un portavoce
dell’intera comunità di Acitrezza.
Per rafforzare questo effetto Verga si avvale di un discorso indiretto tutte le
volte che ha bisogno, nel descrivere fatti e luoghi, di far risuonare i modi
tipici del linguaggio popolare e di identificarsi con il pensiero della gente
del posto.
Inoltre utilizza più di 150 proverbi che esprimono in modo pittoresco la
mentalità dell'ambiente sociale rappresentato.