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I costi di una cattiva gestione della cosa pubblica

LE SCELTE CHE MINANO IL BILANCIO COMUNALE

a cura della maggioranza in consiglio comunale

 

  La costante e regolare informazione dei cittadini di Torano Nuovo su tutti gli aspetti della vita amministrativa è un preciso dovere degli amministratori. In particolare è stato sempre un impegno della nostra lista civica. L’informazione permette così l’individuazione di chi ha ben ammi-nistrato e chi no. Di chi ha compromesso il bilancio comunale e di chi è costretto a porvi rimedio. Nel nostro intervento esamineremo la causa tra Comune e Consorzio del Metano di Nereto che si e’ concluso con una pesante condanna, espressa con sentenza n. 372/2001 del Tribunale di Teramo, in danno del Comune di Torano Nuovo. Infatti, se il ricorso non sarà accettato il comune sarà costretto a pagare oltre 77 mila euro (150 milioni di lire). Per il nostro comune, già molto limitato nelle sue capacità di spesa, sarebbe davvero traumatico.
Al fine di meglio valutare i contenuti della sentenza, avverso la quale l’attuale amministrazione ha presentato ricorso in appello, avan-zando motivazioni quali l’assenza di istruttoria, l’errata individuazione dell’oggetto della controversia e la contestazione di alcune spese, e’ opportuno ripercorrere gli aspetti salienti che hanno caratterizzato l’iter del caso.
Sin dall’inizio, e’ evidente l’obiettivo finale della coalizione guidata da Cavarocchi di trascinare la situazione, in vista di soluzioni alternative. Non per pura casualità, nasce, di li’ a poco, un’iniziativa che rispecchia la volontà deviatrice di quel gruppo: il Comune di Roseto degli Abruzzi (05/12/84) intende sostenere la proposta, proveniente dalla società privata Almagas, di costituire un bacino di utenza con altri 15 Comuni. Già in quella occasione si evidenzia un atteggiamento ostruzionistico verso la Val Vibrata e quello che poi sarebbe diventata, la Città Territorio, merito e vanto dei dodici comuni.
Contestualmente il Consorzio ripete l’invito al nostro comune di deliberare, in virtù dell’adesione espressa otto anni prima, la disposizione delle quote entro il 31/12/1984, ma senza ottenere alcun risultato.
Lo scenario diventa sempre più ricco di elementi di ambiguità ed incertezza: nei primi giorni di febbraio dell’anno 1985, vengono convocati nuovamente i Consigli di quartiere, durante il corso dei quali si accetta il programma esposto dal Presidente del Consorzio per il Metanodotto, Ing. Ercole Cauti, il quale garantisce la copertura della metanizzazione del territorio comunale.
A questo punto la minoranza denuncia il grave ritardo dell’Amm.ne, sottolineando che i fatti degli ultimi mesi (quali, ad esempio, la indisponibilità’ delle ditte private a metanizzare Torano Nuovo) erano largamente prevedibili e rilevando come l’inadeguata azione della maggioranza fosse brutalmente tendente ad indebolire l’immagine del Consorzio.
Ma l’avvenimento particolarmente curioso e’ rappresentato dall’assunzione di garanzia (operata dal Consiglio Comunale, con delibera n. 7, il 07/02/1985) della quota di £ 500.000.000 sul mutuo di £ 1.500.000.000 che il Consorzio per il Metanodotto avrebbe acceso ai fini dell’attuazione della seconda fase di metanizzazione nel territorio di competenza. Con questo atto, l’intollerabile immobilismo politico, fino a quel momento registratosi, si traduce in un impegno finanziario del Comune di Torano Nuovo che, per ironia della sorte o più’ realmente per ragioni inammissibili, viene revocato due anni dopo dallo stesso Consiglio. Nel 1987, il Sindaco e la sua maggioranza decidono, infatti, di recedere dal Consorzio di Nereto e di affidare il servizio in concessione all’Abruzzi Gas.
Le motivazioni che impongono questa scelta (a nostro avviso, offensiva del bene comune) sono, per l’Amm.ne dell’epoca, il ritardo nei lavori di metanizzazione, ma soprattutto l’aver assunto una quota di £ 500.000.000, superiore a quella di altri Comuni più grandi di Torano Nuovo a livello di popolazione.
Come è possibile che ci si accorge della differenza del numero di abitanti tra Torano Nuovo e gli altri comuni facenti parte del Consorzio solo con due anni di ritardo? Dalla delibera del 1987, emerge anche un’altra considerazione: il gruppo del prof. Cavarocchi pone l’accento sulla quantità’ e sulla qualità’ del metano esistente nel pozzo locale, poiché’ questo – si sostiene – detiene tutte le caratteristiche necessarie allo scopo.
Lo stravolgimento delle carte in gioco, adottato dalla maggioranza, non sorprende ma porta con sé molte deficienze e lacune, tanto da soffocare pesantemente la serietà amministrativa toranese.
In primo luogo, noi, in rappresentanza di tutti i cittadini, gradiremo oggi sapere se il tempo (assai limitato) di utilizzazione di quel pozzo, sito nel nostro comune, non era un dato prevedibile visto che il riferimento ad esso ha costituito sempre un’acuta arma di lotta, di cui quella coalizione si e’ avvalsa, per contrastare il “pericoloso ed inefficiente?” progetto del Consorzio.
Secondariamente, ci chiediamo, inter-pellando i soggetti interessati, quali eventi siano sopravvenuti per far comprendere all’allora Amministrazione la sproporzionalità’ delle quote. Non e’ stato lo stesso gruppo di maggioranza ad assumere, due anni prima, la garanzia di quella quota, nonostante la perdurante ostilità e diffidenza (la cui natura e’ di facile intuizione) verso l’amm.ne consortile? E cosa ne è stata della consapevolezza delle risorse in entrata per il comune che quel programma comportava?
Infine, l’aspetto su cui ruota l’intera vicenda non può non essere stato preso in considerazione dai precedenti amministratori poiché rappresenta il beneficio reale e tangibile, che sarebbe scaturito dalla metaniz-zazione operata dal Consorzio di Nereto. Se non vi fosse stato il recesso, oggi, il Comune avrebbe avuto un congruo capitale di cui disporre, in considerazione del fatto che l’intera rete del gas sarebbe divenuta anche di nostra propietà’, e seppure alcune recenti norme prevedano l’impos-sibilita’ di esserne contestualmente i proprietari ed i gestori, una soluzione, quale la vendita, avrebbe di certo generato un’importante risorsa a vantaggio della collettività’. Infine, ma non per importanza, l’opportunità di percepire dividendi derivanti dalla gestione. La decisione di uscire dal Consorzio non solo ha condotto il comune ad un lungo procedimento giudiziario che porterà ad un risultato incerto e che ha provocato già problemi di bilancio, ma ha portato le famiglie di Torano Nuovo ad avere un servizio e soprattutto un costo delle bollette sicuramente superiore alle bollette degli altri comuni della Val Vibrata. Ricordiamo a tal proposito le dichiarazioni rese questo periodico, dal capogruppo di minoranza Raffaele Cimiconi il quale giustamente lamentava i disservizi e i costi elevati dell’Abruzzi Gas. Infine i disguidi e i problemi dell’Abruzzi gas che sono poi sfociati nell’acquisizione della società da parte dell’ENEL Distribuzione Gas. Siamo certi che il servizio del CO.SE.V., nel quale avremmo avuto un nostro rappresentante nel consiglio di amm.ne e quindi più vicino al cittadino-utente avrebbe meglio soddisfatto le esigenze dei toranesi.
Concludendo, risulta difficile comprendere le ragioni che hanno guidato le scelte degli amministratori dell’epoca. Sicuramente la diffidenza politica è stata cattiva consigliera.
La miopia politica e le piccole ragioni di bottega hanno determinato un forte squilibrio di bilancio del nostro comune. Infatti l’incidenza è di 241.600.000 di lire.
Non a caso, attualmente i comuni che fanno parte del consorzio sono tutti di centrosinistra. Evidentemente, a quei tempi, l’essere democristiani implicava decisioni politicamente contrarie a quello che poteva costituire “l’universo” dei comunisti. Mai scelta fu così sbagliata per lo sviluppo, la crescita e il benessere delle famiglie toranesi. Il principio della buona amm.ne e non le ragioni politiche devono guidare le scelte delle amm.ni comunali.

 

ANNO

EVENTI

EFFETTI

1976

Delibera n. 10. Il Consiglio Comunale delibera: l’adesione al Consorzio Metanodotto Val Vibrata; l’approvazione dello statuto e il versamento della quota annuale

L’avvio del processo di metanizzazione del territorio di Torano Nuovo e di altri 6 comuni vibratiani

1984

25 gennaio. Deliberazione del CIPE.

Il nostro Comune viene incluso tra i comuni metanizzabili, subordinatamente al collegamento degli agglomerati industriali

1984

Assemblea tra i Sindaci dei paesi interessati e gli operatori del Consorzio di Neretto

Individuazione degli importi a carico di ciascun ente e suddivisione dei lavori per lotti

1984

13 novembre. Riunione dei Consigli di quartiere.

Precisiamo che i consigli di quartiere hanno parere consultivo circa le decisioni del consiglio comunale.

Tuttavia, come era prevedibile, entrambi i quartieri accettano all’unanimità le proposte del Consorzio.

La maggioranza, guidata dal Prof. Cavarocchi, rimettendo alla cittadinanza l’opportunita’ di valutare l’opera di metanizzazione, da’ vita ad un processo lento, capace di produrre effetti paralizzanti.

1984

Delibera (n. 154) del Consiglio Comunale. La maggioranza dell’epoca, nonostante essa stessa avesse inserito all’ordine del giorno la metanizzazione del territorio del consorzio e l’assunzione delle dovute garanzie, rinvia sine die ogni decisione sull’argomento.

Si decide di rinviare l’adozione di ogni provvedimento relativo all’argomento ed in particolare all’assunzione della garanzia sul mutuo, ad altra seduta. La maggioranza dell’epoca infatti non segue, come stabilito, le iniziative concordate con il Consorzio e gli altri comuni associati.

1985

Delibera n. 7 del 07/02/1985. Il Consiglio Comunale delibera la metanizzazione di Torano capoluogo, Villa Bizzarri, via Flaio, valle S. Maria e Villa Fiore e assume con la Cassa Depositi e Prestiti la garanzia della quota di 500 milioni del mutuo di 1,5 miliardi.

Il Consiglio Comunale, con sensibile ritardo, approva la metanizzazione di Torano Nuovo.  Si legga, a proposito dei ritardi, le dichiarazioni del Consigliere di minoranza Prof. Mauro Cauti.

1987

Delibere n. 03/05/06 del 25 febbraio. Il Consiglio Comunale recede dal Consorzio, revoca la delibera n. 7 del 07/02/85 e approva il progetto di metanizzazione predisposto dall’Abruzzi Gas

Il Sindaco Cavarocchi, al contrario di quanto fatto in precedenza, senza convocare la cittadinanza e i consigli di quartiere decide di revocare gli accordi con il Consorzio e di procedere con l’Abruzzi Gas. Undici anni buttati al vento!

Lo stravolgimento delle carte in gioco, adottato dalla maggioranza, non sorprende ma porta con sé molte deficienze e lacune, tanto da soffocare pesantemente la serietà amministrativa toranese.
In primo luogo, noi, in rappresentanza di tutti i cittadini, gradiremo oggi sapere se il tempo (assai limitato) di utilizzazione di quel pozzo, sito nel nostro comune, non era un dato prevedibile visto che il riferimento ad esso ha costituito sempre un’acuta arma di lotta, di cui quella coalizione si e’ avvalsa, per contrastare il “pericoloso ed inefficiente?” progetto del Consorzio.
Secondariamente, ci chiediamo, inter-pellando i soggetti interessati, quali eventi siano sopravvenuti per far comprendere all’allora Amministrazione la sproporzionalità’ delle quote. Non e’ stato lo stesso gruppo di maggioranza ad assumere, due anni prima, la garanzia di quella quota, nonostante la perdurante ostilità e diffidenza (la cui natura e’ di facile intuizione) verso l’amm.ne consortile? E cosa ne è stata della consapevolezza delle risorse in entrata per il comune che quel programma comportava?
Infine, l’aspetto su cui ruota l’intera vicenda non può non essere stato preso in considerazione dai precedenti amministratori poiché rappresenta il beneficio reale e tangibile, che sarebbe scaturito dalla metaniz-zazione operata dal Consorzio di Nereto. Se non vi fosse stato il recesso, oggi, il Comune avrebbe avuto un congruo capitale di cui disporre, in considerazione del fatto che l’intera rete del gas sarebbe divenuta anche di nostra propietà’, e seppure alcune recenti norme prevedano l’impos-sibilita’ di esserne contestualmente i proprietari ed i gestori, una soluzione, quale la vendita, avrebbe di certo generato un’importante risorsa a vantaggio della collettività’. Infine, ma non per importanza, l’opportunità di percepire dividendi derivanti dalla gestione. La decisione di uscire dal Consorzio non solo ha condotto il comune ad un lungo procedimento giudiziario che porterà ad un risultato incerto e che ha provocato già problemi di bilancio, ma ha portato le famiglie di Torano Nuovo ad avere un servizio e soprattutto un costo delle bollette sicuramente superiore alle bollette degli altri comuni della Val Vibrata. Ricordiamo a tal proposito le dichiarazioni rese questo periodico, dal capogruppo di minoranza Raffaele Cimiconi il quale giustamente lamentava i disservizi e i costi elevati dell’Abruzzi Gas. Infine i disguidi e i problemi dell’Abruzzi gas che sono poi sfociati nell’acquisizione della società da parte dell’ENEL Distribuzione Gas. Siamo certi che il servizio del CO.SE.V., nel quale avremmo avuto un nostro rappresentante nel consiglio di amm.ne e quindi più vicino al cittadino-utente avrebbe meglio soddisfatto le esigenze dei toranesi.
Concludendo, risulta difficile comprendere le ragioni che hanno guidato le scelte degli amministratori dell’epoca. Sicuramente la diffidenza politica è stata cattiva consigliera.
La miopia politica e le piccole ragioni di bottega hanno determinato un forte squilibrio di bilancio del nostro comune. Infatti l’incidenza è di 241.600.000 di lire.
Non a caso, attualmente i comuni che fanno parte del consorzio sono tutti di centrosinistra. Evidentemente, a quei tempi, l’essere democristiani implicava decisioni politicamente contrarie a quello che poteva costituire “l’universo” dei comunisti. Mai scelta fu così sbagliata per lo sviluppo, la crescita e il benessere delle famiglie toranesi. Il principio della buona amm.ne e non le ragioni politiche devono guidare le scelte delle amm.ni comunali.