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PERCHÉ UNA CAUSA AL CO.SE.V.

di Gaetano Cavarocchi

  Mi è stato chiesto da più parti di stendere una breve cronistoria riguardante la metanizzazione del territorio del Comune di Torano perché, quando l’allora gruppo di maggioranza di sinistra portò in consiglio comunale questa iniziativa per discutere l’adesione o meno al Consorzio del Metanodotto che aveva sede a Nereto, eravamo nel periodo 1975-1980, ed io ero consigliere di minoranza. In quella occasione, 1976, la minoranza non votò questa proposta (delibera C.C. n° 10) che prevedeva anche il versamento di una quota annuale di £ 300.000 (£ 20.000 per ogni consigliere assegnato). Al consorzio aderirono 7 Comuni della Vallata tranne Martinsicuro, Alba Adriatica e Tortoreto già serviti diversamente.
Col passare degli anni, poiché non si vedevano vie d’uscita per la realizzazione del progetto di metanizzazione dei territori dei Comuni facenti parte del Consorzio, visti anche i costi del gasolio che lievitavano a vista d’occhio imponendo notevoli sacrifici soprattutto alle famiglie a reddito fisso e considerati anche gli indubbi vantaggi di comodità e le ripercussioni positive che si sarebbero avute anche nell’ambiente, i Comuni di Ancarano e S.Egidio alla Vibrata uscirono dal Consorzio e furono metanizzati da società private, anticipando di anni l’uso di questa risorsa naturale ad un costo inferiore del gasolio e certamente non inquinante come il derivato dal petrolio.
Soltanto dopo otto anni, e cioè nel 1984 con l’Amm.ne Quadrifoglio da me guidata, il Consorzio del Metanodotto di Nereto propone al Comune di Torano la metanizzazione del Capoluogo e di Villa Bizzarri con i costi rispettivi di £ 221.066.000 e £ 95.479.000 con la garanzia totale a carico del Comune.
Poiché il nostro ordinamento prevedeva che il Consiglio Comunale, prima di assumere deliberazioni di una certa importanza, acquisisse il parere obbligatorio dei Consigli di Quartiere che non era vincolante per le decisioni che si dovevano prendere, furono indette delle riunioni alla presenza anche dell’allora Presidente del Consorzio, di tecnici di una ditta privata e, in alcuni casi, allargate alla popolazione, per meglio valutare il progetto e le varie opportunità che si presentavano.
Intanto i progettisti del Consorzio, nel redigere il 3° stralcio del progetto e nell’aggiornare i prezzi, comunicano che la somma precedentemente comunicata, cioè 316.545.000£, non era più sufficiente e bisognava portarla a £ 500.000.000 di £. Inoltre si dovevano ridurre le opere, cioè non si potevano metanizzare “alcune strade del concentrico di Torano Nuovo e le condotte per Villa Fiore e Flaio” (dalla relazione tecnica redatta dagli Ingegneri Riuniti di Modena in data 1 ottobre 1985). Il Comune di Torano avrebbe dovuto garantire 500.000.000 di lire per far beneficiare del servizio soltanto un quarto o giù di lì delle abitazioni. Nonostante questo, non presentandosi altre opportunità per risparmiare ed accelerare i lavori, il Consiglio Comunale decise all’unanimità di procedere e di fare da garante per un mutuo di pari importo per iniziare la metanizzazione del territorio (delibera n. 7 del 07.02.1985).
All’interno del Consorzio, a mio avviso, c’erano dei rapporti non equi infatti, mentre Torano garantiva una quota di £ 500.000.000 come già detto, su di un mutuo di un miliardo e mezzo Comuni di Nereto e S. Omero, pur avendo una popolazione di almeno 5 volte superiore alla nostra, garantivano una somma inferiore e inoltre il Comune di Bellante, di sinistra, che allora era entrato per ultimo nel Consorzio, già nell’ ’87 era stato metanizzato. Noi invece, con un impegno di mezzo miliardo di lire assunto già da due anni, ancora non riuscivamo, non dico a portare il metano almeno in una casa, ma nemmeno a piazzare un metro di tubo vuoto.
Mentre si perfezionava la pratica di mutuo, era entrato in funzione il pozzo di metano che si trova nel nostro territorio e questo costituì un fattore determinante per la scelta successiva perché, quando nel 1986 l’Abruzzi Gas propose all’Amm.ne Comunale di utilizzare il nostro metano con l’impegno scritto di metanizzare circa il 60% del nostro territorio senza pagare una sola lira e con l’impegno di proseguire nell’opera (sempre a carico della Ditta). Il Consiglio Comunale, a maggioranza, il 25.02.1987 (delibera del C. C. n. 5 e 6) revoca le garanzie per 500.000.000 di £ e approva lo schema di convenzione con la ditta proponente che mantiene fede ai patti e, nel giro di qualche mese questa importante risorsa naturale che proveniva dalle viscere della terra del nostro paese, arriva nelle case di Torano centro, Villa Bizzarri, Petrella, Flaio, Campodino, Torri e Vibrata. Una bella infornata direi e tutto GRATIS!
Bisogna aggiungere inoltre che tutti gli edifici di proprietà comunale sono stati serviti gratuitamente, per cui c’è stato un ulteriore risparmio per le casse comunali.
Da quanto esposto in precedenza si evince chiaramente che gli amministratori che fecero quella scelta hanno fatto solo un’operazione di convenienza per i cittadini, pensando ai costi e ai benefici che ne sarebbero derivati.
Venendo ora alla sentenza del Giudice Aggregato del Tribunale di Teramo, che ha suscitato tanto scalpore in quelli che volevano che ci impegnassimo per mezzo miliardo per metanizzare una minima parte del territorio, e che ora si lamentano per la condanna, io non mi permetto di criticarla, ci mancherebbe, però ritengo che bene ha fatto l’Amm.ne Comunale a proporre appello, perché, secondo me, ci sono tutti i presupposti per annullarla o almeno ridurre la spesa per un’opera che non serviva solo a Torano, ma eventualmente per dare il metano a qualche industria che certamente non era ubicata nel nostro Comune. Anche perché il Consorzio ha chiesto il risarcimento per spese maggiori e non ha affatto comunicato il rendiconto di quelle effettivamente sostenute. Secondo me, l’azione giudiziaria per la copertura di spese o danni che non sono stati documentati ha più un sapore di rivalsa politica verso un’amministrazione, quella di allora, che non era dichiaratamente di sinistra, che una copertura di danni che, a quanto mi risulta, non sono state documentate nemmeno in quella sede.
Questi i fatti. Ora ognuno può giudicare sbagliato o giusto quanto è stato fatto, però di una cosa bisogna essere certi: tutto si è fatto con onestà, trasparenza, nell’interesse della comunità toranese e soprattutto senza faziosità politica.
 
 

Novità dal BIT 2002

 

di Ettore Muscella

  Il nostro comune, anche quest’anno, ha aderito con entusiasmo all’Ass. Nazionale Città del Vino. Grazie a questo è stato possibile partecipare, per il secondo anno consecutivo, alla Borsa Internazionale del Turismo, che si è svolta a Milano dal 20 al 24 febbraio 2002. A questo proposito, l’Amm.ne Comunale ringrazia le cantine di Torano Nuovo, le aziende agricole, gli agriturismi, i salumifici, i ristoratori che hanno aderito con entusiasmo alla manifestazione. Il successo del nostro spazio espositivo è stato il risultato dell’impegno di tutti, in particolare degli operatori del settore eno-gastronomico. I nostri prodotti infatti hanno lusingato il palato di molti visitatori del nostro stand. Inoltre, le quindici città del vino abruzzesi hanno presentato al BIT il “Passaporto eno-gastronomico”.  Si tratta dell’ultima iniziativa per valorizzare l’offerta enoturistica. Sono stati stampati e distribuiti oltre 10.000 copie di passaporti contenenti ricche informazioni sui quattro itinerari che si snodano tra le colline teramane e chietine. Per ciascun itinerario sono segnalati i luoghi da visitare, le aziende vitivinicole e i ristoranti. Ai visitatori che esibiranno il passaporto saranno praticati sconti e saranno riservati delle degustazioni guidate.
L’Amm.ne Comunale crede molto in questa politica della promozione della tipicità del nostro territorio e intende, confidando nella preziosa collaborazione degli operatori del settore, di continuare e migliorare le iniziative intraprese.
 

Montrone. Perche?

di Giampaolo Magnanimi

  Dio creò il mondo in 6 giorni e Noè l'omonima arca in 3; mediamente per porre in funzione un McDonald's occorrono 15 giorni e per L'IPER di Colonnella sono bastati circa 5 mesi.
E' mai possibile che per asfaltare e rendere carrabili 50 metri di strada non siano stati sufficienti sette anni (+ o - 2555 giorni), due amm.ni comunali, una petizione firmata da numerosi cittadini di Torano e S. Egidio, quattro articoli di "sollecito" del nostro giornale nonché le bestemmie (credeteci sulla parola) dei numerosi automobilisti che transitano quotidianamente da quelle parti??
Problemi di ordine amministrativo giudiziario o umano non appaiono a questo punto verosimili a giustificare il lungo tempo trascorso per il compimento di una "infrastuttura"(!) da molti cittadini agognata.
Fedeli, come proviamo ad essere, più alla voglia di capire che a quella di "lasciar correre", rivolgiamo un’appello-ultimatum al sindaco e ai soggetti protagonisti dell’annosa e insostenibile vicenda affinché il tutto si risolva al più presto.