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UNA CADUTA DI STILE

di Lucio Addari

 

NERETO - Da tempo non volevo scrivere più di politica. Ma l’esistenza di una voce “fuori dal coro” probabilmente è utile. La mia è una di queste.
Recentemente, come riportato dalla stampa, Paolo Triozzi, neo segretario dell’Unione Comunale di Nereto dei Democratici di Sinistra, ha querelato Vincenzo Graziaplena, segretario del Circolo di Nereto di “Alleanza Nazionale”.
Il tutto a causa di un manifestino fatto uscire dalla locale segreteria del partito di Fini all’indomani della nomina di Paolo Triozzi a nuovo segretario della sezione di Nereto del partito di Fassino.
Nel manifestino, un foglietto formato A4, di poche righe, vergato con esitante pennarello, ed affisso domenicalmente alle vetrine della sezione del partito di Graziaplena, Paolo Triozzi è stato definito come “mercenario” della politica neretese.
Approfondiamo.
Lo Zingarelli, alla parola “mercenario” definisce: ”chi agisce solo per denaro o, nelle proprie opere, si dimostra prevalentemente o esclusivamente ispirato da motivi d’interesse economico”.
Anche una “penna” può essere mercenaria, e nella nostra recente storia, abbiamo casi eclatanti. A mia insaputa, chissà che proprio la mia non lo sia diventata…
Il termine “mercenario” comunque è maggiormente conosciuto nel campo militare.
Infatti i soldati mercenari, quali ad esempio quelli della famosa francese Legione Straniera, spesso hanno fatto le fortune di Stati e Regni.
Conquiste o restaurazioni, nel passato, si devono proprio a loro, a questi soldati “di ventura”, gli “assoldati”, gente esperta delle armi, “al soldo”dei potenti.
Persone quindi, in numerosissimi casi, utili. Nel gergo politico la parola “mercenario” è spesso usata ed abusata, recentemente proprio a Nereto durante alcuni infuocati comizi, ed indica quei politici che dopo l’elezione in uno schieramento, fanno il cosiddetto “salto della quaglia”, passando alla fazione opposta.
Il termine “oggetto del contendere”, per quelli che hanno “buona norma” introdursi minimamente nella Scienza Politica, o se questo compito tanto difficile, almeno ascoltare per qualche attimo Radio Radicale che riporta via etere quotidianamente i lavori in Parlamento, non scandalizza affatto.
“Mercenario”, “Vergine”, Saltafossi”, “Puritano”, “Marionetta”, “Salto della quaglia”.
Anche il “lupanare” ed il “meretricio” sono ultimamente entrati nel linguaggio “del minuto” di Onorevoli e Senatori. Nella schermaglia politica sono tutti termini d’ uso comune, da una parte e dall’altra, come per la massaia andar a far la spesa e chieder farina o uova. Non sto a riferire di altri peggiori, questi sì, epiteti, aggettivi, appellativi, titoli, onorifici o meno, sui quali la direzione del giornale su cui scrivo avrebbe a che ridire, in quanto non pubblicabili, e sempre usati, dagli scanni in Roma da quei politici, nostri rappresentanti, che noi stessi, con i nostri voti, abbiamo eletto. Chissà se nell’antica Roma, Catilina e Cicerone si beccarono allo stesso modo… Torniamo alle nostre cose.
Preciso che non voglio ergermi a paladino di alcuno né inquisitore di altri.
Ad onor di verità.
La disputa tra i due gruppi politici della mia Nereto e la denuncia per diffamazione, probabilmente hanno origini lontane.
Proprio Paolo Triozzi infatti nel 1995 fu il candidato Sindaco della lista “Progetto Nereto”,

sfidante, in quella competizione elettorale, di colui il quale poi divenne primo cittadino, l’ancora attuale Sindaco Giuseppe Fagotti.“Progetto Nereto” era una lista civica, eterogenea, supportata da diverse espressioni della politica neretese, tra le quali Alleanza Nazionale. La lista non si affermò in quelle elezioni che per una manciata di voti. Strettissimo infatti il divario tra i due raggruppamenti; soltanto 120 i voti di differenza.
In Nereto, dopo anni di assoluta egemonia della sinistra, un qualcosa da “annali”. Paolo Triozzi, anche durante quel periodo, non nascose mai le sue simpatie per una “certa sinistra”. Comunque eletto in minoranza, lasciò quasi subito il suo posto in Consiglio Comunale per dedicarsi alla sua attività di medico. Stimatissimo medico, sempre disponibile, amico di tutti, ( forse anche per questo quella famosa “alleanza” del 1995 riuscì a riscuotere tanto successo, in una realtà politica particolare quale Nereto), immediatamente dopo è stato eletto quale vice presidente della Fondazione TERCAS, a rappresentare non solo Nereto, che, come paese è uno dei fondatori dell’Ente, ma l’intero circondario.
Ora è medico condotto in quel di Ancarano. I meriti, per chi lo conosce bene, come chi scrive, ci sono tutti e vanno riconosciuti. Forse però per quelli di Alleanza Nazionale il fatto che egli sia diventato addirittura Segretario dei “DS”, dopo quella candidatura del “95”, è sembrato un po’ troppo, tanto da definirlo appunto come un “mercenario” della politica.
Triozzi, d’altro canto, deve essersi sentito talmente offeso da sporgere querela per diffamazione. Alla fine, insomma, querela o non querela, le armi in vista delle future elezioni in Nereto si vanno man mano affilando. Proprio Paolo Triozzi è uno dei papabili a condurre una lista di sinistra. Potrà ribaltare il risultato del “95”? Dall’altra sponda tutto tace. Forse sotto sotto si mormora, come il Piave.
Alla fine per loro, per l’attuale opposizione neretese, passerà o meno lo “straniero”? Mancano ancora due anni, ma la contesa per la successione a Peppino Fagotti sembra si sia già aperta. Con una denuncia. In un modo o nell’altro, da qualsiasi parte e da qualsiasi angolo la si guardi, una vera e propria caduta di stile. Da storcere il naso.
Una “caduta di stile politica” assai strana per un paese come Nereto, ove mai si era registrata una denuncia da parte di un segretario di un partito contro un esponente rappresentante dell’opposta riva.
Vien da pensare. Perché tanto accanimento per un innocuo “mercenario”, termine, in politica, di uso, come detto, “comune” e “quotidiano”? Triozzi prossimo Primo Cittadino di Nereto? O qualcun altro?
In bocca al lupo. Buon lavoro.
C’è tanto da fare per Nereto. La speranza di molti è che il futuro nostro Sindaco, che nulla toglie possa essere ancora il “fraterno amico Peppino”, visto che in Parlamento è in esame la possibilità di concedere un terzo mandato agli attuali primi cittadini, sia persona che voglia bene al paese ed ai suoi abitanti. Mi sono fatto portavoce di queste persone. Una voce fuori dal coro? Allora…
Prima di compiere altre “cadute di stile”, pensiamoci su, insieme, un mare di volte e, se possibile, questi “capitomboli politici ”, lasciamoli, per favore, ad altri.
Ed a ben e buon vedere…
“…Quousque tandere abutere, Catilina, patientia nostra?…”

 

 

CULTORI DI ERCOLE

di Lina Delli Compagni

 

  La quinta rievocazione storica del genetliaco di Tiberio Claudio Imerio, organizzato dal Sodalizio dei Cultori di Ercole di Sant’Omero, si è svolto il 9 febbraio scorso, come disposto nel decreto, di epoca Traianea (circa 98 d.C.). Com’è noto, secondo il Decreto, i componenti del sodalizio si ritrovavano ogni anno nel tempio di Ercole per festeggiare il compleanno di Tiberio Claudio Imerio. Dopo la celebrazione della messa e la visita alla Chiesa di santa Maria a Vico gli invitati si sono ritrovati presso il ristorante Villa Corallo. Il Sodalizio, come tradizione ha conferito il premio Cultori di Ercole a tre insigni studiosi; Marcello Sgattoni, Giuseppe Di Domeni-cantonio (nostro collaboratore) e Vinicio Ciafrè. L’edizione di quest’anno ha visto anche il passaggio di consegne tra il prof. Gabriele di Francesco, presidente dalla costituzione del Sodalizio al dott. Alberto Pompizi, da sempre impegnato nella promozione e valo-rizzazione della chiesa di Santa Maria a Vico, la più antica d’Abruzzo.