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UNA SCELTA INOPPORTUNA

di Mario Ciampini

  S. EGIDIO ALLA VIBRATA - Bisogna mettersi d’accordo. E cioè se il diritto di critica appartiene a tutti o se invece mentre qualcuno può dire fare e magari strafare, altri invece debbono rimanere rigorosamente zitti. Se è questo il concetto di democrazia che taluni hanno, bè allora conviene cambiare paese oppure (ed è la strada che noi scegliamo) non resta che lottare e reagire a queste imposizioni prepotenti. Di norma, questo tipo di sopruso lo adotta chi ha in mano il potere quindi chi governa il paese (vedi quelli sudamericani). In Italia ( ed anche in questo ci distinguiamo) avviene invece l’esatto contrario. C’è una minoranza politica, per esempio, che ha occupato i mezzi di informazione. Per mezzo secolo si è fatta circolare la leggenda che la cultura fosse solo di sinistra. A destra non c’erano altro che scemi, più o meno semianalfabeti. Ma grazie a Dio, oggi le cose stanno cambiando.
Gli intellettuali di destra reclamano il diritto di parlare e di esprimersi e finalmente di dire la loro. Ma tale processo di democratizzazione, che a qualunque persona perbene apparirebbe doveroso e necessario, a taluni invece appare “troppo”; la “concessione” (perché è così che la intendono) deve essere limitata a poche frasi convenzionali. Magari ci è “permesso” presentarci come appartenenti alla destra, ma guai però se ci allarghiamo e pretendiamo di dire addirittura qualcosa di destra. Se osiamo, interviene la censura. Sì, sì, la censura. Quella vera. Ci sono mille modi per tagliare un articolo, per imbavagliare un giornalista, per non mandare in onda una trasmissione. Fino ad oggi è stato così per una certa parte. Mentre invece, Santoro e compagni, ad esempio, la facevano da padroni sulle reti pubbliche (che, ahimè, paghiamo anche noi che la pensiamo in modo diverso). E per favore non ci vengano a raccontare che non erano e non sono faziose, perchè non ci crederebbe nessuno e sarebbe un’offesa (tanto, una più una meno!) all’intelligenza dei cittadini. Oggi, però, che la maggioranza degli italiani (che prepotenti gli italiani, eh!) ha dato mandato al centro destra di governarla, bisognerà pure che a fianco ai vari Santoro, Biagi e, ripeto, compagni, ci sia qualcuno che invece sostenga le ragioni dell’altra parte che guarda caso reclama questo spazio

perchè ha l’incredibile pretesa di voler rappresentare la maggioranza degli italiani.Il preambolo ci serviva per affrontare (prometto, in sintesi) un problema che si sta presentando in questi giorni a S.Egidio. A Faraone sta per aprire un centro di accoglienza per tossicodi-pendenti. Noi, a tale proposito, vorremmo dire la nostra. Se quindi, ci è consentito, per prima cosa avvisiamo i minori che si sta per dire qualcosa di destra.Questo benedetto centro lo si vuole installare davvero proprio al centro di Faraone. Per quanto ne sappiamo, con patrocinio e sovvenzione del comune, la casa di accoglienza troverà sede nei locali della parrocchia in piena piazza a Faraone. Di fianco a questi locali dove troveranno posto sei tossicodipendenti, c’è l’asilo. I giovani, ed in genere gli abitanti di questo borgo si ritrovano proprio in piazza a scambiare due chiacchiere. Ora, siamo certamente d’accordo che bisogna dare aiuto ai tossicodipendenti. Aiuto, non solidarietà che è cosa molto seria e va riservata a chi davvero la merita.
Ci vengono in mente, per esempio, giovani genitori che muoiono colpiti da malattie che non perdonano. Ci vengono in mente operai che perdono all’improvviso il posto di lavoro e non sanno come fare a tirare avanti la famiglia. Oppure, anziani lasciati a marcire in qualche ospizio maleodorante che non hanno nessuno cui chiedere aiuto. A costoro va la solidarietà. A questi ragazzi, invece, che hanno chiaramente smarrito il senso della vita vogliamo dare aiuto, con il cuore. Ma a cuore abbiamo pure la potenziale salvaguardia dei cittadini che invece il senso della vita non l’hanno smarrito e col lavoro, magari col sacrificio concorrono al perpetuarsi della comunità sociale.
Perciò, il Centro di accoglienza va spostato. In un luogo più tranquillo per i ragazzi stessi che altrimenti lì in piazza sarebbero sempre oggetto di attenta osservazione, e per gli abitanti di Faraone come per i bambini dell’asilo che rispettivamente tornerebbero a farsi due chiacchiere in piazza in piena tranquillità ed i bambini non chiederebbero ai genitori chi sono quei ragazzi chiusi lì dentro e perchè. Almeno alla loro età, non dovrebbero sentir parlare di droga.

 

Manifesto dell'ITC "Concezio Rosa" di Nereto

E' NATA UNA STELLA

di Francesca Cucca

 

Una poesia di Stefano Villa, studente lavoratore di Ancarano, per ricordare a tutti che esiste sempre un’opportunità per crescere e migliorare. Magari incontrando una stella, non tanto lontana, non in cielo, ma in Val Vibrata.
Stefano, ogni sera, da due anni a questa parte, con tecnica e volontà, si dedica a coltivare la sua mente ed il suo ingegno: è tornato sui banchi di scuola.
Vuole diventare ragioniere. Il suo è un obiettivo importante, che potrà realizzare concretamente, perché sul suo cammino di crescita ha incontrato una stella, “Sirio”…
Cosa è “Sirio”?
E’ il programma di educazione per adulti e studenti lavoratori, che da 35 anni, con una serie di importanti successi e conferme significative, porta avanti l’ Istituto Tecnico Commerciale “Concezio Rosa” di Nereto.
Il corso serale completo, l’unico in provincia di Teramo, gratuito, consta di un programma incentrato essenzialmente sul rientro formativo di chi, per una serie di motivi, non ha portato a termine i propri studi. E’ coordinato dal dirigente scolastico Bianca Micacchioni e portato avanti da un team di abili docenti, particolarmente attenti alla realtà lavorativa degli studenti, alle esigenze culturali individuali, al pieno recupero delle abilità e competenze di base.
In tanti sono diventati ragionieri, in tanti si sono poi inscritti all’università, cambiando radicalmente il corso della propria vita. Basta volerlo.
“Sirio” e una stella che possono incontrare tutti: è a pochi passi, in una vallata facilmente accessibile anche per le vicine Marche, a Nereto.
Le iscrizioni per il prossimo anno sono già aperte.
Il recapito telefonico è: 0861.82282

 

 Penso a te

Cammino leggendo
le notizie del giornale,
la vecchia sta passando lentamente.

Soffia un forte vento di tramontana
dalla vicina chiesa ritocca la campana.

Ma ora son seduto
col volto quasi assente
di tutto ciò che sento non mi importa niente.

Una nuvola di chiacchiere,
si alza da lontano,
la vecchia vernicchiera si avvicina piano piano.

Due gatti si rincorrono
dentro questo paese,
lo scemo di Ancarano telefona e fa offese.
Ma a me di tutto questo non mi importa niente.

Penso a te,
sempre a te,
nei miei occhi,
e nella mente solo te,
mi manchi ho bisogno di te.

Il nemico si avvicina,
si siede accanto a me,
inizia il suo discorso
e disturbandomi mi chiede
con Gloria tutto a posto?

Ma io resto qui seduto
col volto sempre assente
perché di quell'imbecille,
a me non importa niente.

Villa Stefano - Ancarano - Momenti difficili