HUGHES TH-55 OSAGE (Schweizer Hughes 269/300c)

Special Hobby 1/72 edizione

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Il kit è composto da parti in plastica, in resina e vacuform trasparente. Il foglio istruzioni comprende brevi cenni storici, un disegno delle parti componenti il modello, le istruzioni di montaggio vere e proprie e le indicazioni delle decals sufficienti per ben cinque versioni: tre militari, U.S. Army, Aeronautica svedese e giapponese e due civili. Benchè le dimensioni siano piuttosto piccole sono di buona fattura, precise e opache. Sul mio foglio solamente le insegne di nazionalità tedesche sono fuori registro. Le indicazioni per il montaggio sono chiare con una serie di disegni particolareggiati. Tra questi troviamo alcuni dedicati alle misure dei pezzi da autocostruire che sono le due barre del passo collettivo, alcuni tubi del traliccio motore e della struttura cabina, un'asta del comando piatto oscillante (nella realtà sono tre) (dis.1), il pattino di coda, i puntoni del trave di coda, alcune antenne, il deflettore (canopy slat) posto superiormente alla cabina e alcune parti presenti nella parte del vano motore differenti per le varie versioni. Il riquadro sette è uno schema riepilogativo della posizione delle parti che compongono la struttura del carrello/traliccio motore/supporto trave di coda. Nel riquadro quattro, dedicato al montaggio dello stabilizzatore orizzontale e verticale, c'è il disegno con l'indicazione dei gradi di inclinazione. Passando ad analizzare i vari pezzi, iniziamo con quello dedicato alla cabina di pilotaggio comprendente anche lo scudo inferiore del motore, in acetato trasparente (foto1). E' divisa in due pezzi, destra e sinistra, da unire in corrispondenza del frame centrale. E' la soluzione migliore per facilitare l'assemblaggio e la linea di unione si può tranquillamente mascherare con, appunto, il frame centrale. L'acetato sembra robusto, occorre prestare attenzione alla linea di taglio poichè mancano indicazioni in tal senso. E' consigliabile, prima di tagliare, utilizzare il pezzo come master per ottenere, con il materiale più idoneo (gesso, resina o altro), una dima da usare per un eventuale pezzo di riserva. La stampata in resina comprende due bei seggiolini corredati dalle cinture, un buon pannello con strumenti in rilievo (molto simile a quello installato sullo Hughes 500 non riscontrabile sui 269/300) (foto2) migliorabile con l'aggiunta dei cablaggi, da due serbatoi carburante, dal motore completo di trasmissione a cinghie (realistico viste le sue ridotte dimensioni), dalla struttura cabina composta dal pavimento con le due pedaliere (fragili e semplificate) e dalla paratia posteriore, dalla scatola posta sopra la barra del passo collettivo centrale, dalle due barre del passo ciclico (molto fini attenzione nel pulirle), dalla marmitta con i collettori , dalle staffe di fissaggio dei due serbatoi (da rifare con strisce di plasticard sottile per un maggior realismo), dal mozzo rotore principale (dis.2), dalla scatola batteria e da due casse laterali porta oggetti. Tutti questi pezzi sono di buona fattura, con alcune bolle in quelli più grandi ma facilmente eliminabili. La stampata in plastica si caratterizza per le numerose sbavature e una certa "faciloneria" tipica delle serie short run. Troviamo i pattini con le gambe, le tre pale del rotore principale, il rotore di coda (dis.3), la trave di coda, i due stabilizzatori, i pezzi che compongono il traliccio motore, l'albero motore ed un serbatoio. Sicuramente i più volenterosi ricorreranno alla sostituzione di alcuni pezzi con gli immancabili Evergreen. Il lavoro del modellista nello staccare e pulire i pezzi viene aggravato dalla fragilità degli stessi e dalle ridotte dimensioni. Sull'illustrazione della scatola, all'estremità anteriore dei pattini, sono raffigurate le due ruote utilizzate per le manovre a terra. Nel kit non ci sono. E' comunque difficile vederle montate sui velivoli se non sulla versione 269A. Come giudizio generale posso affermare che il modello è più che discreto, non facile per la sua complessità che lo pone tra quelli di difficile approccio per i model listi meno esperti. Necessita di un dettaglio nella zona del propulsore, ben in vista, con un risultato finale accattivante. Va dato merito alla ditta ceca di riempire una lacuna nella produzione modellistica dedicata ai "zanzaroni". La documentazione è piuttosto scarsa, si può trovare qualcosa nelle varie enciclopedie aeronautiche. Sul sito Internet http://helispot.com/ si trovano alcune fotografie interessanti. Essendo un velivolo particolarmente diffuso sul mercato civile, è facile fotografarlo nei vari aeroclub italiani.

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Livio Gonella Centro I.P.M.S. "TUTTOINSCALA" Roma

G.I.S. Elicotteri

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