Livio Toschi e Marino Ercolani Casadei

 

 

33 atleti nella storia

 

I campioni della Lotta, della Pesistica e del Judo

che alle Olimpiadi hanno vinto 45 medaglie per l’Italia

 

 

 

 

INDICE

 

 

Presentazione di Matteo Pellicone, Presidente della FIJLKAM

Presentazione di Antonio Urso, Presidente della FIPCF

Prefazione degli Autori

 

 

Schede

 

 

I pionieri tra storia e leggenda (di Livio Toschi)

 

 

 

Luigi Monticelli Obizzi

 

 

 

Enrico Scuri

 

 

 

Tullio Camillotti

 

 

 

Giovanni Raicevich

 

 

 

Ubaldo Bianchi

 

 

 

Elia Pampuri

 

 

 

Renato Gardini

 

 

 

Giorgio Calz

 

 

 

Umberto Cristini

 

 

 

Carlo Oletti

 

 

 

Nicola Tempesta

 

 

 

 

 

 

 

33 atleti, 45 medaglie (di Marino Ercolani Casadei)

 

 

 

Enrico Porro

L

1908

 

Filippo Bottino

P

1920

 

Pietro Bianchi

P

1920

 

Pierino Gabetti

P

1924, 1928

 

Carlo Galimberti

P

1924, 1928, 1932

 

Giuseppe Tonani

P

1924

 

Giovanni Gozzi

L

1928, 1932

 

Gerolamo Quaglia

L

1928

 

Ercole Gallegati

L

1932, 1948

 

Mario Gruppioni

L

1932

 

Marcello Nizzola

L

1932

 

Gastone Pierini

P

1932

 

Pietro Lombardi

L

1948

 

Guido Fantoni

L

1948

 

Ignazio Fabra

L

1952, 1956

 

Adelmo Bulgarelli

L

1956

 

Alberto Pigaiani

P

1956

 

Ermanno Pignatti

P

1956

 

Sebastiano Mannironi

P

1960

 

Giuseppe Bognanni

L

1972

 

Gian Matteo Ranzi

L

1972

 

Anselmo Silvino

P

1972

 

Felice Mariani

J

1976

 

Claudio Pollio

L

1980

 

Ezio Gamba

J

1980, 1984

 

Vincenzo Maenza

L

1984, 1988, 1992

 

Norberto Oberburger

P

1984

 

Alessandra Giungi

J

1988

 

Emanuela Pierantozzi

J

1992, 2000

 

Gerolamo Giovinazzo

J

1996, 2000

 

Ylenia Scapin

J

1996, 2000

 

Giuseppe Maddaloni

J

2000

 

Lucia Morico

J

2004

 

 

Appendice (di Livio Toschi)

 

 

Categorie di peso alle Olimpiadi (tabella)

 

Impianti olimpici che hanno ospitato le gare di Lotta, Pesistica e Judo

 

Medaglie vinte dalla Federazione alle Olimpiadi

 

Medaglie vinte dalla Federazione alle Olimpiadi (tabella)

 

Atleti italiani plurimedagliati alle Olimpiadi

 

Atleti italiani con più presenze alle Olimpiadi

 

Cronologia essenziale della Federazione

 

Curiosità olimpiche:

 

Le medaglie

 

I manifesti

 

I pittogrammi

 

I francobolli

 

Le mascottes

 

Le Olimpiadi dell’Arte

 

Bibliografia

 

 

  

 

 

Presentazione di MATTEO PELLICONE

 

Penso che nessuno voglia far concorrenza ai 49 racconti di Ernest Hemingway, ma sono certo che le 44 Storie che in questo Libro vengono raccontate saranno molto apprezzate da tutti coloro che amano la Storia dei nostri sport.

Marino Ercolani Casadei e Livio Toschi ci presentano, in un’opera scritta a quattro mani, le schede di undici Pionieri della lotta, della pesistica e del judo (collocati «tra storia e leggenda») e le biografie dei trentatre atleti che, partecipando ai Giochi delle Olimpiadi Moderne, hanno vinto per l’Italia complessivamente quarantacinque medaglie.

La Storia attraverso le Storie: è questa, a mio parere, la strada maestra da seguire per sapere cosa sia veramente successo in oltre un secolo di attività federale, interessandoci soprattutto agli Uomini (femmine e maschi), alla loro personalità, alle loro opere, ai loro sogni, alla loro vita.

Si giunge così ai nostri giorni, partendo dal lontano 1863, anno di nascita di Luigi Monticelli Obizzi, il fondatore nel 1902 della Federazione che riuniva sotto lo stesso tetto gli atleti che praticavano la Lotta e la Pesistica.

In una carrellata senza respiro, in un film che si dipana proiettando antiche ma sempre vive immagini di uomini forti, ecco le prime notizie dei nostri sport. Si apprende che il Capitano di Lungo Corso Luigi Monticelli Obizzi, lombardo di Crema, si avvicina alla pratica della pesistica nella gloriosa Cristoforo Colombo di Genova, per poi trasferirsi a Milano ove milita nella Società Ginnastica Forza e Coraggio. Nel 1890 fonda il Club Atletico Milanese e nel 1897 organizza il primo campionato italiano di pesistica: apre la lista dei Campioni Italiani dei nostri sport il pavese Enrico Scuri, detto “l’invincibile”. Ad inaugurare la serie delle “nostre” medaglie olimpiche è invece Tullio Camillotti, un pesista-lottatore che si afferma nella pesistica ai “Giochi Intermedi” di Atene 1906.

La scena viene subito dopo prepotentemente occupata dalla immensa figura di Giovanni Raicevich, ritenuto «il più grande professionista della sua epoca» e forse non solo di quella. Campione del mondo a più riprese, giramondo, attore, produttore cinematografico, tecnico federale, dirigente, primatista si sollevamento pesi, volontario in guerra e condannato a morte dagli Austriaci si annuncia con il suo fisico potentissimo e con un volto che vorrebbe essere severissimo e che invece riesce soltanto a trasmettere serenità e tranquillità.

Foto dopo foto, scheda dopo scheda si presentano, soprattutto ai più giovani, Uomini che hanno scritto la storia delle nostre discipline, partendo da Ubaldo Bianchi, che fece grande la Lotta in Egitto, passando per Carlo Oletti, che il jujitsu ed il judo imparò in Giappone, e giungendo a Nicola Tempesta, il più grande judoka italiano negli anni che precedettero l’introduzione nel programma olimpico dello sport che viene dall’Oriente.

E subito dopo di lui si entra nella galleria degli Azzurri che si sono cinti dell’alloro di Olimpia, meritando di salire su quel podio che è costituito dai tre gradini più alti della lunga e faticosa scala che porta al successo.

Il lettore di questo volume li conoscerà o riconoscerà tutti e non è mio compito elencarli uno per uno; ma voglio doverosamente evidenziare coloro che hanno tracciato nella nostra Storia un solco più profondo. Si parte da Enrico Porro, il primo oro olimpico della Lotta azzurra, «un ragazzo che atterrava gli uomini»; da Carlo Galimberti, il pompiere milanese che fu battuto solo dalla morte, aggiungendo una medaglia al valor civile alle tante vinte per valore sportivo; da Marcello Nizzola, argento olimpico che valeva un oro, ai tempi dei Giochi di Los Angeles 1932 quando Giovanni Gozzi replicava il successo di Porro.

Il filmato rievocativo prodotto da Ercolani Casadei - Toschi giunge finalmente all’era contemporanea, il cui inizio si può datare ai Giochi di Londra 1948: la Lotta conquista la prima medaglia d’oro dell’intera spedizione italiana con Pietro Lombardi; negli anni successivi si esalta per le imprese di Ignazio Fabra. Sfiora l’oro olimpico ma vince, unico azzurro a farlo, il titolo iridato. Passano gli anni e finalmente anche il judo ha il suo podio olimpico: la prima medaglia è il bronzo di Felice Mariani nel 1976, ma già nei Giochi successivi di Mosca (nel corso dei quali Claudio Pollio si aggiudica l’unica medaglia olimpica nello stile libero, ed è d’oro) brilla la stella di Ezio Gamba, protagonista anche nel 1984 a Los Angeles. Al judoka bresciano è dedicato uno dei “medaglioni” della copertina, a fianco del già citato Galimberti e di Vincenzo Maenza, che proprio a Los Angeles vince il suo primo oro, replicato a Seul 1988 e fallito di poco a Barcellona 1992. Sempre a Los Angeles la nostra Federazione (allora FILPJ) arricchisce il suo albo d’oro con la vittoria di Norberto Oberburger.

Si arriva così alla conclusione del bellissimo film che abbiamo tentato di riassumere: le ultime scene sono monopolizzate dai judoka. Fra tutti brilla il personaggio Pino Maddaloni, il vero “oro di Napoli”; gli tiene compagnia Gerolamo Giovinazzo, l’“argento di Roma”, e gli fanno corona, in un crescendo esaltante, tante e brave ragazze. Le donne vanno al potere con Emanuela Pierantozzi (la più decorata di tutte, vantando fra l’altro due medaglie olimpiche, due titoli mondiali, due titoli europei); Alessandra Giungi, Ylenia Scapin e Lucia Morico. Tanti bellissimi interpreti per una meravigliosa Storia: sarà bellissimo leggerla; utilissimo scoprirne i più intimi segreti consultando i preziosi “incorniciatini” che arricchiscono tutte le biografie. Chiude l’opera un’interessante Appendice, piena di dati e di curiosità. Un grande lavoro per onorare i nostri grandi sport.
 

 

 

 

Presentazione di ANTONIO URSO

 

Ogni qualvolta mi trovo ad interessarmi di libri che trattano la storia, qualunque essa sia, non posso che entusiasmarmi e  nello stesso tempo meravigliarmi per le capacità che gli uomini spesso hanno di scrivere fantastiche pagine di vita.

Le storie dei grandi campioni dello sport, in particolare, sono in grado, quando ricostruite da abili scrittori e  ricercatori, di evidenziare gli aspetti più emozionali, più intimi, più entusiasmanti dell’essere umano al di sopra delle gesta che le stesse raccontano.

La conquista delle vette più alte dello sport racchiude non solo un grande lavoro muscolare ma anche il superamento di lotte interiori  e di confronti a viso aperto con attrezzi ed avversari, in altre parole, uomini capaci di dedicare il meglio della loro vita al trionfo personale, di una bandiera, di intere comunità e popolazioni.

Uomini rappresentativi che hanno evidenziato i più nobili valori dello sport. Uomini, che per questo, ancora oggi li ricordiamo per nome quasi fossero fisicamente presenti nello spirito e nell’essenza della pesistica moderna.

Figure leggendarie come quella del genovese Filippo Bottino, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Anversa del 1920, o ancora del grande Carlo Galimberti eroe nello sport così come nella vita. Vincitore di un oro e due argenti tra il 1924 e il 1932, ricordato oltre che per i suoi risultati sportivi per avere donato la vita nel tentativo di salvarne altre.

Strada facendo la pesistica ha avuto l’onore di annoverare altri importanti uomini: Ermanno Pignatti, bronzo alle Olimpiadi di Melbourne nel 56 e padre della pesistica moderna; Alberto Pigaiani anch’egli bronzo nel 56; Sebastiano Mannironi medaglia di bronzo in uno dei podi più difficili, quello della categoria “piuma”,  dei Giochi Olimpici di Roma del 60; Anselmo Silvino, il fisico più statuario della pesistica italiana, bronzo a Monaco 72; infine, l’ultimo oro olimpico conquistato in ordine di tempo da Norberto Oberbuger, quello di Los Angeles 1984.

Grandi uomini, grandi prestazioni, anche se ognuno di loro ha ereditato da chi lo ha preceduto qualcosa. Si sono certamente tramandati il senso del sacrificio, quello della lealtà, della sfida e della gloria costruendo insieme ai grandi miti della Lotta e del Judo indelebili momenti di vita, quelli scritti con la penna magica, quella capace di trasformali in leggende.

Questi sono gli uomini abilmente raccontati in questo libro. Quarantaquattro campioni nella storia che, attraverso momenti di grande felicità, perplessità, certezza, tristezza, entusiasmo, delusione e grandi speranze ci hanno tramandato non solo uno stile sportivo ma ancor di più uno stile di vita.

Questa ricostruzione storica, magistralmente proposta dall’Architetto Livio Toschi e dal Segretario Generale della EWF Marino Ercolani Casadei, ci porta per mano a rivivere ed assaporare epoche ormai irripetibili attraverso degli eroi che spero rimangano in ogni sportivo un traguardo da raggiungere.

Sono certo dell’indiscusso valore culturale di questo volume che attraverso una capillare ricostruzione va a testimoniare oltre cento anni di successi delle discipline di Lotta Pesi e Judo.

Agli Autori ai quali auguro ogni meritato successo un personale ringraziamento unito a quello dell’intero mondo sportivo della pesistica.

 

 

 

 

Prefazione degli Autori

 

33 atleti, di cui 17 viventi e 3 ancora in attività, hanno dato all’Italia 45 medaglie olimpiche nella lotta, nella pesistica e nel judo (13 d’oro, 11 d’argento e 21 di bronzo) dal 1908 al 2004. Questo libro vuole ricordarli attraverso delle schede che ne tracciano il profilo e ne evidenziano i risultati ottenuti nella carriera agonistica, spesso eccezionale e talora proseguita all’interno della Federazione come dirigenti o tecnici. Visto che dovremo nominarle spesso, è bene precisare che oggi sono due le Federazioni sportive che si occupano delle tre discipline, la Federazione Italiana Judo Lotta Karate e Arti Marziali (FIJLKAM) e la Federazione Italiana Pesistica e Cultura Fisica (FIPCF); ma dal 1902 al 2000 erano fuse prima nella Federazione Atletica Italiana (FAI), poi nella Federazione Italiana Atletica Pesante (FIAP), quindi nella Federazione Italiana Lotta Pesi Judo (FILPJ), infine nella Federazione Italiana Lotta Pesi Judo Karate (FILPJK).

33 atleti, molti dei quali sconosciuti ai “non addetti ai lavori” o troppo presto dimenticati, che non meritavano di restare sepolti sotto il peso degli anni che passano inesorabili anche per i campioni. Storie, a volte liete, a volte amare, degli uomini che hanno fatto grandi la FIJLKAM e la FIPCF. Quale eredità morale hanno lasciato! Spetta agli attuali dirigenti, ai tecnici e agli atleti in attività non tradirla, agli storici dello sport non farla disperdere. Un solo esempio: il vigile del fuoco Carlo Galimberti, campione olimpico e primatista mondiale di sollevamento pesi, quindi grandissimo nello sport. Fu grande anche nella vita e tra le sue innumerevoli medaglie spicca l’ultima, postuma, al valor civile: per l’estremo sacrificio nell’adempimento del proprio dovere, un paio di mesi dopo aver vinto, a 45 anni, il 18° titolo italiano.

È trascorso quasi un secolo dalla prima partecipazione italiana alle Olimpiadi (ed esattamente 100 anni da quando Camillotti conquistò una medaglia d’argento nel sollevamento pesi ai Giochi “intermedi” del 1906): un secolo di successi ma soprattutto di emozioni, non necessariamente legate alle vittorie. Emozione indimenticabile quella che ci ha dato Maddaloni in lacrime sul podio a Sydney, con la sua bella medaglia d’oro al collo. Un’emozione certamente indimenticabile diede ai nostri padri il lottatore sordomuto Ignazio Fabra, sconfitto da un fato crudele nella finale olimpica del 1952: colto da una crisi di pianto, non riusciva neppure a salire sul podio. Anche questa è una bella pagina di sport. Battersi bene, diceva il barone de Coubertin, è più importante che vincere.

Questa pubblicazione, unica nel suo genere, vuole offrire al lettore non solo i profili dei nostri medagliati olimpici, ma ricordargli anche 11 gloriosi pionieri delle tre discipline, tra cui
il fondatore della FAI, il marchese Luigi Monticelli Obizzi, il campione europeo di judo Nicola Tempesta e tre campioni mondiali professionisti: Giovanni Raicevich e Ubaldo Bianchi nella lotta greco-romana, Renato Gardini nella lotta libera americana o catch.
Le schede e la corposa Appendice costituiscono un volume ricco di informazioni, di curiosità e di dati, ma nello stesso tempo di facile consultazione. Come ben sanno i veri studiosi, i libri più utili non sono quelli che si leggono, ma proprio quelli che si consultano.

 

Toschi ha compilato le schede dei pionieri, i box di dati all’interno delle schede dei 33 medagliati olimpici e l’Appendice; Casadei ha compilato le schede dei “33”. È comunque opportuno precisare che gli Autori, amici di vecchia data, hanno collaborato tra loro scambiandosi continuamente informazioni e consigli.

Nei box, compatibilmente allo spazio disponibile, sono indicati i piazzamenti fino al 6° posto nei campionati internazionali e fino al 3° in quelli italiani, le vittorie in prestigiosi tornei, i primati dei pesisti, i principali riconoscimenti ottenuti dai vari atleti.

Le numerose illustrazioni provengono quasi tutte dalle collezioni degli Autori.

Ringraziamo vivamente Matteo Pellicone, Presidente della FIJLKAM, e Antonio Urso, Presidente della FIPCF, per aver scritto la presentazione del libro, ma soprattutto per quanto hanno fatto e sicuramente ancora faranno per le nostre bellissime discipline.

 

 


 

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