Neofascismo in Italia

Il movimento neofascista incominciò a prendere spunto nei primi mesi dopo la liberazione dalle frange di estremisti repubblichini del Nord, spesso i più giovani e i più focosi. Vennero fondati movimentini in ogni luogo. Nel 1946 molti gruppuscoli cercano di riunirsi, per essere più forti di fronte allo stato (che li perseguita o almeno dovrebbe farlo) e formano i FAR (Fasci Armati Rivoluzionari) e, il 12 dicembre 1946, il MSI (Movimento Sociale Italiano). Il primo segretario è Almirante, capo della corrente di sinistra, socializzatrice e tendenzialmente antiamericana.

Nel '50 Almirante viene spodestato dalla destra del partito, che nel frattempo ha dimostrato di avere molto più seguito nel paese (in particolare nel sud d'Italia), miscelando clientelismo, qualunquismo e squadrismo. Prima De Marsanich e quindi Michelini guidano il MSI fino al 1969 (anno della morte di Michelini).

Nel frattempo, nel '56 si consuma la rottura nel MSI: il gruppo guidato da Pino Rauti e che si ispira alle idee iperconservatrici del filosofo Julius Evola esce dal partito per fondare la formazione extraparlamentare Ordine Nuovo. Nel '59 un'ulteriore scissione produrrà il secondo importante gruppo della destra radicale degli anni '60: Avanguardia Nazionale, con a capo Stefano Delle Chiaie. ON e AN, pur mantenendo rapporti col vertice e con singoli dirigenti del MSI, conducono una politica autonoma dal partito di riferimento, fino al '60 impegnato a sostenere governi democristiani e dopo a cercare di contrastare il centro-sinistra. Da un lato ON e AN indottrinano giovani, spronandoli alla rivoluzione nazionalsocialista, quindi aizzandoli alle risse, ai pestaggi, alle rapine. Dall'altro Rauti, Delle Chiaie e altri dirigenti dei due movimenti si inseriscono nelle alte gerarchie militari, negli ambienti dei servizi segreti e della rete CIA-Stay Behind-Gladio. E fanno questo molto più direttamente e sfacciatamente rispetto ai cugini del MSI.

Nel '65 si tiene un convegno all'istituto Pollio di Roma, organizzato da militari, politici della destra istituzionale e della destra extraparlamentare (sono presenti tra gli altri Rauti, Delle Chiaie, Giannettini, ecc.). In questo convegno si preparano le strategie della battaglia anticomunista che deve venire.

Logica conseguenza sarà la strategia della tensione, iniziata proprio nella seconda metà degli anni '60, fatta di bombe, infiltrazioni nei partiti di sinistra, golpe minacciati, costruzioni di falsi indizi, schedature di uomini politici, ecc.

Tutto ciò non era certo una novità, visto che già nel '64 l'Italia aveva corso il rischio di un colpo di stato attuato dai carabinieri del generale De Lorenzo (Piano Solo), col consenso del capo di stato, Antonio Segni. Ma la strategia della tensione fu qualcosa di molto più lungo, sottile e mostruoso: 19 stragi impunite, centinaia di morti e feriti innocenti, un ventennio di notte della repubblica.

Il vero momento di inizio della strategia della tensione è sicuramente la strage di piazza Fontana, il 12 dicembre 1969, organizzata col chiaro fine di attribuirne la colpa agli anarchici, e quindi di creare un clima di tensione, appunto, e di desiderio di ordine, di pulizia, di destra, di militari, ecc.

Così è stato per il golpe dell'8 dicembre '70, per la strage di Peteano del '72, per la strage alla questura di Milano del '73, per le bombe del '74, per la strage di Bologna (e quella di Ustica) dell'80, per la strage di Natale dell'84. Sicuramente inoltre anche le bombe del '93 contro monumenti e passanti rientrano in un'analoga strategia delle stragi.

Intanto nel '69 ON rientrò nel MSI (tranne una minoranza agguerrita) e AN si sciolse. Negli anni '70 le formazioni di estrema destra quindi divengono esplicitamente terroristiche e clandestine: Ordine Nero, una nuova Avanguardia Nazionale, quindi i NAR, Terza Posizione e Costruiamo l'azione.

I NAR, in particolare, costituiti da militanti del FUAN (organizzazione giovanile del MSI) romano nel '77-'78 e guidati dallo spietato e giovanissimo Giuseppe Valerio Fioravanti, si proclamarono paladini della violenza a tutti i costi, in nome di valori quali la vendetta e l'onore.

Con gli anni '80 e la fine del terrorismo finiscono anche le azioni violente della destra estrema, e il MSI diviene sempre più accettato nell'entourage politico: Almirante lo guiderà con passione fino alla morte, nell'87.

Il successore designato è Gianfranco Fini, che però in pochi anni riduce la brillantezza e la consistenza elettorale del MSI ai minimi storici, tanto che nel '90 gli viene preferito Rauti, che per un anno regge il partito. Ma nel '91 Fini viene richiamato alla guida del MSI, dopo una cocente sconfitta alle elezioni regionali.

Durante il periodo rautiano si sono formate però, soprattutto nella destra giovanile, pulsioni e ideali politici non conciliabili con il freddo e moderato Fini. Sono gli anni in cui dilagano nel mondo giovanile (in particolare fra i giovani skinhead italiani) movimenti di estrema destra come il Movimento Politico, fondato da Maurizio Boccacci, Base Autonoma, Meridiano Zero.

Nel '93, dopo un biennio che qualcuno ha definito un '68 nero a livello europeo, contraddistinto da pestaggi di extracomunitari, provocazioni antisemite e agguati a giovani di sinistra, il governo emana il cosiddetto Decreto Mancino, che mette fuorilegge per razzismo Movimento Politico, Base Autonoma, Azione Skinhead, L'Uomo Libero, Meridiano Zero e altri gruppuscoli.

Nel '95 il MSI decide di sciogliersi per formare il nuovo partito della destra, guidato sempre da Gianfranzo Fini, e denominato Alleanza Nazionale.

La corrente rautiana esce dal partito, fondando il Movimento Sociale Fiamma Tricolore, che raccoglierà negli ultimi anni spezzoni di estremismo di destra del passato e del presente.

Alla destra del MS-FT si sono inoltre formati negli ultimi mesi altri gruppi: il Fronte Nazionale, lepenista, guidato da due fuoriusciti: Tilgher (già leader di Avanguardia Nazionale) e Staiti di Cuddia; Forza Nuova, guidata da latitanti dell'estremismo nero degli anni '70 come Massimo Morsello, che da Londra organizza gruppi politici, concerti e turismo. Un altro militante di vecchia data del MSI aveva invece fondato già prima dello scioglimento del MSI, il movimento Fascismo e Libertà: era Giorgio Pisanò, morto pochi mesi fa.

Nel maggio del 1998 la Digos conduce la seconda parte della cosiddetta Operazione Thor, che va a colpire l'organizzazione degli Hammerskins, secondo gli inquirenti gestita dal latitante Roberto Fiore, cofondatore di Forza Nuova nel settembre del '97, e finanziatore dei picchiatori che negli ultimi mesi si sono resi responsabili di pestaggi, profanazioni e manifestazioni razziste. In base quindi alla Legge Mancino, la Digos ha chiesto l'arresto di 8 persone e ne ha denunciate 170

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  7. Dossier su piazza Fontana
  8. I tentativi di golpe in Italia