Patrizia Sentinelli, il manifesto 8.3.2002

Le alleanze di Rifondazione

Non solo ritengo legittimo avere e difendere opinioni politiche con vis polemica. Anzi la foga e la provocazione servono spesso a smuovere le coscienze sopite e a dare un contributo salutare al dispiegarsi del confronto e del dibattito. Ma il modo con il quale, da qualche giorno, il manifesto si cimenta in questa impresa pare essere guidato da una sorta di antipatia contro Rifondazione comunista piuttosto che dalla ricerca di comprensione degli ultimi accadimenti. Pur tuttavia, nonostante un certo fastidio che francamente ho provato cercherò di muovere argomentazioni volte a favorire la discussione tra noi.

A più riprese - da ultimo ne il manifesto del 6 marzo - sia nelle domande poste da Milanesi ad Ersilia Salvato, sia nella risposta alla lettera di un lettore, si "rimprovera" Rifondazione Comunista ritenendola colpevole di non essere con l'Ulivo e la Cgil a fare l'opposizione a Berlusconi. Torna ancora la stessa musica già suonata ai temi delle elezioni - il voto utile - e al momento della crisi del Governo Prodi e ancora prima dinanzi a Dini premier. Per battere le destre, si dice, occorrerebbe cancellare le differenze che ci sono - anche molto grandi tra le sinistre e fare fronte comune forzando Rifondazione Comunista a liquidare ogni progetto autonomo per essere sussunta vuoi nel centro sinistra, vuoi in parte di esso. E chi prova a dimostrare l'errore e l'inconsistenza di questo disegno viene tacciato di settarismo e di fare il gioco del Cavaliere. Vale la pena di riflettere sulle critiche di fondo che Rifondazione comunista muove alle destre e non solo da quando Berlusconi è tornato al governo del Paese. Esse stanno nella distruzione del lavoro, inannzi tutto come dimensione della cittadinanza, perseguita dal nuovo padronato che si vuole rappresentato da Bossi e Berlusconi. Stanno nella destrutturazione progressiva di ogni spazio pubblico, nelle privatizzazioni crescenti dei servizi locali e interi comparti di interessi nazionale. Stanno negli interventi repressivi verso i migranti, nelle politiche familistiche contro le donne, in sintesi dentro tutte le scelte liberiste assunte. E' proprio la durezza di queste questioni che animano oggi lo scontro di classe a farci di re che solo una forte opposizione sociale può fornire gli antidoti alla pericolosità delle destre. Attorno a questi nodi abbiamo incontrato il movimento dei movimenti. La radicalità che esprime pur nelle diverse e più varie forme delle esperienze che lo caratterizzano ci parla di un altro mondo possibile e cioè della necessità di ricostruire le basi di una convivenza tra persone, tra persone e ambiente alternative a quelle piegate al mercato e al profitto. In questi anni l'orizzonte dominato dalla globalizzazione capitalista è stato scelto da tutte le forze politiche di centro destra e di centro sinistra come unico possibile in cui poter iscrivere sviluppo, progresso, modernità. Da qui è partita la corsa alle privatizzazioni agita in proprio anche dal governo dell'Ulivo, la flessibilità senza tregue del lavoro e tutte le pratiche sindacali concertative degli ultimi 20 anni. L'omologazione al mercato, nuovo principe nei rapporti economici e sociali, ha tracimato comportamenti e culture, ha piegato coscienze, frammentato i soggetti sociali.

Per battere le nuove destre che tendono alla costruzione di un vero e proprio regime va rotto in profondità il cordone che tiene prigioniere le forze, le soggettività ancora fortemente democratiche. Va rotto cioè l'involucro del centro sinistra ancora tutto interno al liberismo e dunque alla guerra. Rifondazione comunista non ama inseguire l'isolamento: tutt'altro. Sta in piazza con i migranti per nuovi diritti, perché si chiama in causa una nuova idea di civiltà: sa con i pacifisti contro la guerra permanente, con il popolo palestinese contro i massacri di Sharon per chiedere pace in Medio oriente per due popoli e due Stati e su questo staremo in piazza sabato 9 marzo. Sta con la Fiom che rivendica condizioni salariali e normative semplicemente per difendere la dignità della persona che lavora. Sta con gli studenti e gli insegnanti per difendere e valorizzare la scuola pubblica. Sta con i disobbedienti quando trasgrediscono a quella che vuol essere la "normalità" che in realtà cela ingiustizie e povertà. Sta in piazza per l'informazione pubblica contro l'occupazione e la privatizzazione della Rai. Sta con i magistrati e la loro autonomia ma anche perché si faccia giustizia per i morti di Porto Marghera. Sta con i sindacati di base per denunciare l'attacco al mondo del lavoro e difendere le conquiste del movimento operaio. Starà con la Cgil, il 23 marzo, con i lavoratori e le lavoratrici, le donne, studenti ecc. con il movimento, contro la cancellazione dell'art. 18, l'attacco al lavoro, contro la concertazione. Starà, il 5 aprile con tutti per lo sciopero generalizzato.

Questi sono i contenuti sui quali lavorare per la costruzione della sinistra alternativa, forza necessaria a vincere sulle destre.

Patrizia Sentinelli è nella segreteria nazionale di Rifondazione Comunista

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