Acireale: Legalità e Questione Morale

Convento di S. Biagio, Acireale, 8 Febbraio 2002

Davide Pappalardo (circolo "La Locomotiva") - intervento introduttivo

 Care compagne, cari compagni, cittadini di Acireale, innanzitutto grazie per la vostra presenza e partecipazione a quest’incontro che io reputo importante per comprendere i subdoli meccanismi che hanno mosso e continuano a muovere la nostra città. Prima di cedere la parola agli autorevoli compagni qui presenti, permettetemi di fare, a nome del circolo La Locomotiva,  una brevissima introduzione. Certamente tutti siete a conoscenza dell’inchiesta politico-giudiziaria  che si è abbattuta sulla zona e su Acireale in particolare. I fatti contestati sono di una gravità inaudita e vengono amplificati dal fatto che colpiscono esponenti non di secondo piano della politica locale e nazionale: un vip della politica, due sindaci, tra cui spicca quello della nostra città, un deputato nazionale, per giunta membro della commissione antimafia, un deputato regionale e alcuni consiglieri comunali. Molti  dei soggetti all’indagine sono stati in passato già coinvolti in analoghi procedimenti. Le accuse sono pesanti in quanto questi sono indagati per voto di scambio e collusioni con personaggi, ritenuti dalle autorità inquirenti, esponenti di spicco dei clan mafiosi che controllano la zona.

Fatti del genere altrove avrebbero suscitato quantomeno lo sdegno della popolazione, veementi reazioni o tentativi di capire, di vedere più chiaro nella faccenda; ci sarebbero stati terremoti politici, sarebbero state fornite risposte alla cittadinanza da parte dei diretti interessati. Invece ad Acireale niente! Niente di tutto questo compagni! Assoluta tranquillità. Calma piatta. Silenzio. Solo qualche sussurro qua e là. Per il resto ben riusciti tentativi di normalizzazione, di insabbiamento, un far finta di niente aiutato dall’opera dei mass-media locali, se così possiamo definirli.

Il consiglio comunale straordinario, convocato un mese dopo il sorgere della vicenda, è stato un triste momento per la città. Interventi ripetitivi, volti a far calare la scure del silenzio, tentativi di dare una visione della realtà locale radicalmente diversa da quella in atto, e per finire il blando e sterile ordine del giorno contro la mafia, votato all’unanimità dal consiglio comunale, comprendendo quindi sia la strettissima minoranza che aveva mosso quantomeno dei distinguo, sia alcuni degli implicati nella vicenda, hanno cercato di porre la parola fine al nodo politico-giudiziario. A tal proposito vorrei riferire ai presenti un accaduto a margine di una nostra manifestazione dinanzi al Palazzo di Città, poco prima che cominciasse il consiglio. Avevamo esposto dei nostri cartelloni in cui chiedevamo le dimissioni del sindaco, quando passa il consigliere Giovanni Rapisarda, di Forza Italia, uno degli indagati, non nuovo a simili procedimenti, il quale visibilmente infastidito ci provocava continuamente affermando con presunzione che noi non potevamo dire nulla, che non potevamo chiedere le dimissioni del sindaco, perché Nicotra aveva preso 17.000 voti. Compagni, questa è la democrazia per Forza Italia, solo una questione di numeri, una dittatura della maggioranza sulla minoranza, con l’unico intento di zittire le voci fuori dal coro, perché per la morale berlusconiana il più forte ha ragione, sempre. Questa è l’arroganza di Forza Italia.  E’ l’arroganza del potere.

Dicevo che ci si aspettava una qualche reazione della città nei confronti di chi è al momento sugli scranni cittadini più alti, ma compagni purtroppo la situazione palesatasi con l’inchiesta rappresenta la normalità per Acireale. L’Acireale,   dalla quanto mai precisa definizione di città dalle cento campane, a cui,  noi non ci stancheremo mai di ripeterlo, oggi è possibile affiancare anche quelle di città dalle cento banche e dalle cento sale giochi, le cui inquietanti e pletoriche presenze dovrebbero aiutarci a comprendere e ad immettere dentro le nostre menti il seme del dubbio riguardo il tipo di economia della zona e sulla circolazione di denaro di ambigua origine.

Ma ritornando al voto di scambio, vorrei ricordare in questa sede, che noi denunciamo da sempre certe pratiche che nulla a che fare hanno con la politica ma che vengono ripetute ritualisticamente e che vengono ostentate con disinvoltura da chi le pratica  durante ogni campagna elettorale, e soprattutto da quel centro destra arrogante, antidemocratico e clientelare che fa da padrone nella zona con protervia e pochezza di contenuti politici. Vorrei ricordare inoltre che, durante una delle tante campagne elettorali succedutesi lo scorso anno, denunciammo pubblicamente in un comizio episodi di tal sorta.

Certo non sta a noi sostituirci all’autorità giudiziaria, ma alcune questioni vanno in qualche modo evidenziate. In primo luogo le parti politiche coinvolte: soprattutto come detto quindi l’arrogante e incapace ceto politico di centro destra, ma anche il centro sinistra, con la sciagurata e suicida candidatura di Cecchi Gori, candidatura da noi subito pubblicamente bocciata e di conseguenza non appoggiata e per cui invitiamo i DS a rompere una volta per tutte con quelle nicchie degenerate del sistema democristiano che sono una delle tante ancore e contraddizioni di questo centro sinistra. Avevamo visto bene anche ad Acicatena, dove non appoggiammo la candidatura dell’attuale sindaco Maesano, il quale nel corso degli ultimi mesi ha cambiato più volte partito, scorrazzando allegramente da centro-sinistra, a centro e poi a destra alla ricerca di una maggioranza consiliare che non avrà mai e che allora era appoggiato da un insieme di liste civiche e da liste di pseudo centro sinistra e che attualmente ha trovato rifugio fra le ali protettrici di mamma Forza Italia, sempre lesta a raccogliere i cocci del vecchio sistema di potere.

Dicevo dunque dei partiti di centro destra coinvolti in primo luogo. A questo proposito occorre fare una domanda, dobbiamo chiederci, alla luce delle tante vicende che  coinvolgono esponenti del polo, in primis quelle riguardanti Dell’Utri, se la Mafia non abbia trovato un referente stabile ed efficace in Forza Italia e soci, e soprattutto in Forza Italia, partito che fa poca politica e molto affarismo. Certo se andiamo ad analizzare la competizione elettorale dell’autunno 2000 possiamo notare evidentissime anomalie e cioè che gli unici che hanno fatto politica vengono premiati con la miseria di 300 voti, chi ha fatto e continua a fare favori, creare clientele, dai comitati elettorali ai comitati d’affari, trionfa! Allora ad esempio non ci fu una vera campagna elettorale. Tutto è stato deciso dai piccoli nuovi notabili di quartiere, i portatori di voti, quegli stessi che stazionano con fare minaccioso dinanzi ai seggi elettorali;  è stato deciso dai diritti dei cittadini scambiati per favori; è stato deciso dalle affissioni selvagge gestite dai clan, verso cui regna l’impunità visto che  continuano a coprire e mettere manifesti ben dopo l’orario di fine affissione, e per cui si deve temere per la propria incolumità fisica per mettere il proprio manifesto nell’apposito spazio legalmente assegnato.

E ad Acireale proprio da quella competizione elettorale  è sorta un’amministrazione che ha prodotto ormai più di 365 giorni di nulla, che ha affossato ancora di più una città portandola allo stremo, una città per niente vivibile ed in cui mancano le cose più elementari. Tanto per fare un esempio, Acireale, che da sempre si vanta di essere una città di cultura, non ha uno spazio pubblico destinato ad accogliere manifestazioni come quella di questa sera, per cui noi siamo stati costretti a girovagare e a chiedere a privati la concessione di una sala. Ma questo è niente, se pensiamo ad altre questioni concernenti la nostra città. Il comune di Acireale è pieno zeppo di debiti. La questione dei debiti fuori bilancio, diverse decine di miliardi, è quotidianamente alla ribalta, quasi ogni giorno spuntano fuori nuovi debiti, frutto di spese allegre e strane che hanno polverizzato le casse del nostro comune e verso cui vanno fatte serie riflessioni sia di ordine burocratico, con un riordino della struttura comunale e con un controllo stretto e continuo sulle spese, sia di carattere giudiziario, per capire   quali siano i responsabili di questo sfacelo e per capire se e  quali reati siano loro imputabili. Dalle indagini sin qui svolte sullo scambio mafia-politica, altri interrogativi inquietanti sembrano sorgere. Ricordiamo che l’inchiesta è solo un filone di un’altra inchiesta che ha portato in carcere decine di presunti estortori, la città è da anni infatti preda del silenzioso racket delle estorsioni,  e che da una intercettazione telefonica si trae una frase in cui un presunto affiliato al clan Santapaola si vanta del fatto che dopo le elezioni ci siano gli appalti da gestire. Suonano male anche le parole del sindaco, il quale qualche mese fa affermò di voler “scongelare” la Timpa, monumento naturalistico di grandissima rilevanza, che mai dovrà essere oggetto di speculazioni e cementificazioni ed il cui scempio costituirebbe la perdita di un patrimonio naturalistico unico e splendido.

 Ma la città non si sveglia,  non reagisce, perché buona parte della città è complice di questo sistema, ci sono pochi privilegiati che usufruiscono delle risorse prodotte da questo meccanismo distorto e c’è la massa di cittadini che si illude di poterne essere in futuro beneficiaria. Acireale non può accontentarsi di sentirsi dire che il sindaco Nicotra è tranquillo, che i consiglieri, peraltro ripeto già coinvolti in simili vicende,  sono sereni, che il sindaco ha spiegato tutto ai magistrati. Acireale,  i cittadini onesti e democratici, Rifondazione Comunista,   pretendono di sapere cosa questi ha spiegato. La città democratica, la città contro la mafia, la città che pone una questione morale esiste, forse è minoritaria, ma esiste. Certo qualche piccola e vaga iniziativa non basta a scuotere la città dal suo torpore, c’è bisogno di chiarezza e di trasparenza, c’è bisogno di verità, ci deve essere verità politica e giudiziaria. Attendiamo spiegazioni anche da parte dell’on. Catanoso, di A. N., eletto qui con percentuali plebiscitarie. Non ci basta sentirsi ripetere all’infinito da Catanoso che le sue campagne elettorali sono state sempre condotte da francescano, e poi vorremmo  sapere in che senso, se proprio la sua faccia campeggiava dappertutto nel collegio, da molto prima dell’inizio della campagna elettorale coprendo tutti gli spazi disponibili, in cui in un modo o nell’altro era possibile attaccare manifesti, in maniera del tutto abusiva naturalmente,  e che organizzava feste ed incontri in ogni dove, con notevole dispendio di risorse economiche. Sono forse campagne elettorali da francescano queste?

A nostro avviso i signori della città, che finora hanno fatto il bello ed il cattivo tempo martoriando ulteriormente Acireale, debbano compiere l’atto di dignità politica di rimettere il proprio mandato e restituire la sovranità ai cittadini, in modo da ristabilire modi e forme di selezione della classe dirigente basati su proposte valide e oneste e dare un  governo concreto alla città. Pertanto chiediamo le dimissioni di tutti i politici coinvolti e chiediamo alla città democratica e sana di farsi avanti con coraggio, di farsi classe dirigente attiva, di discutere con noi su un progetto comune, alternativo e diverso di governo della città, iniziando e continuando, intensificando il lavoro di controllo sugli atti amministrativi, sulle modalità di svolgimento delle campagne elettorali, con maggiore vigore ed attenzione, esponendosi in primo piano, con forza e non con blandi e generici appelli antimafia che anche i bambini possono fare o con sterili raccolte di firme, ma appunto con prese di posizione forti, unendosi al nostro appello per le dimissioni dei coinvolti, elaborando strategie differenti e programmi alternativi e vigilando in maniera particolare sulle questioni in cui possono con più facilità aggrapparsi i famelici tentacoli della mafia, e cioè su appalti, piano regolatore, riserva della Timpa.

Sappiano i potenti di turno che in questa città  Rifondazione Comunista continuerà a vigilare sull’operato di amministrazioni, burocrazie, notabili e centri di potere, e a proporre alla cittadinanza progetti nuovi di governo, proposte concrete e non miraggi ed illusioni, non favori e sistemi clientelari, ma progetti di ampio respiro volti all’interesse della vivibilità di una città ormai stremata e senza futuro, programmi ed interventi mirati e concreti a favore dei ceti meno abbienti, fondati su legalità e trasparenza, affinché si possa essere il volano per rimodulare un progetto cittadino diverso dai soliti che sappia valorizzare le peculiarità dei nostri luoghi, combattendo vizi radicati di una società statica e parassitaria come quella acese.

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