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MOBILITIAMOCI
TUTTI
Per i diritti dei lavoratori e contro il terrorismo E’
in atto, da parte di confindustria e governo, un’offensiva
contro il salario e le condizioni di lavoro e di vita dei
lavoratori e delle lavoratrici. L’art.18
dello Statuto dei Lavoratori tutela soprattutto la dignità del
lavoratore, il cui ingiusto licenziamento non può mai essere
“riparato” con un risarcimento in denaro.
La sua demolizione mette i lavoratori anziani alla mercé
del mercato e consegna i giovani all’arbitrio delle imprese, con
ricadute sociali gravissime. Ma
l’attacco all’art. 18, in sé gravissimo, è solo il preludio
alla demolizione di tutti i diritti, su cui è fondato lo Stato
Sociale, frutto d’una lunga stagione di durissime lotte. Con la Finanziaria,
il governo ha aumentate le tasse sui redditi medi e medio-bassi.
Con la delega, che prevede due sole aliquote e annulla la
progressività, si ridistribuiscono le risorse a favore delle
imprese e dei ceti più abbienti mentre si riducono quelle che
finanziano lo Stato sociale. La
legge Bossi-Fini in materia d’immigrazione si pone in
contrasto con gli orientamenti europei e contraddice i valori
della nostra Costituzione. Agli stranieri sono stati negati molti
diritti fondamentali. Il lavoratore straniero è visto come una
macchina a basso costo, la cui permanenza è legata all’arbitrio
di un datore di lavoro. Nel
progetto Moratti l’istruzione diventa, da diritto
garantito dalla Repubblica, merce consegnata al mercato. Insieme a
drastiche diminuzioni dei
finanziamenti per le scuole pubbliche, si
prevede una rigida separazione tra l’istruzione che conta (il
liceo) e il rapido accesso al lavoro, si chiude la
strada alle università per i ragazzi poveri, è persa ogni distinzione
tra scuola pubblica e privata, viene cancellata la garanzia
rappresentata dall’obbligo scolastico. Il
conflitto si trasforma ormai in una scelta di civiltà, alla quale
nessuno può sottrarsi. Le
garanzie e i diritti non vanno tolti a chi faticosamente li ha
acquisiti, vanno estesi a chi non li ha, ai giovani in cerca di
prima occupazione, alla vasta gamma delle nuove attività e
professioni lavorative. Non
lasciamoci ingannare da chi, alla luce dei recenti, sciagurati
avvenimenti, vuole criminalizzare il dissenso per far passare
sotto silenzio i propri disegni contro i lavoratori. È necessario ribadire con fermezza la nostra opposizione ad ogni forma di terrorismo e nel contempo costruire e sviluppare in ogni luogo di lavoro organismi autorganizzati di lavoratori, superando la frammentazione che padroni e governo hanno costruito con la precarietà ed il ricatto della disoccupazione.
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