GENERALITA'

Mamoida è un paese di 2.600 abitanti adagiata su una pianura selvosa circondata da boschi di castagni e da filari di viti. Si trova tra Fonni e Nuoro, nel cuore della Barbagia pastorale.

ECONOMIA

L'economia di questo paese, è prevalentemente agro-pastorale e nelle campagne per lo più adibite al pascolo ci sono numerosi vigneti che generano una produzione non indifferente di vini pregiati e rinomati. E' molto prospera la produzione di mandorle.

SITI ARCHEOLOGICI E NATURALISTICI

Una grande folla, insieme a numerosi turisti, giunge nel paese, per ammirare la processione danzata dei "mamuthones" e "issocadores". Al centro del paese si trova l'interessantissima chiesa della "Madonna di Loreto" (eretta nella seconda metà del '600) che presenta una rara pianta centrale.

Verso Lodine e Gavoi, nei dintorni del paese, si innalza il santuario di "San Cosimo" circondato dalle "cumbessias" da dove si può ammirare il fantastico altipiano di Pratobello.

Molto interessanti le architetture rustiche della chiesa dove verso la fine del mese di settembre si svolge la festa di San Cosimo, a cui accorrono una moltitudine di turisti.

Il territorio mamoiadino è cosparso di ricordi nuragici e popolato di mufloni

FESTE E SAGRE

Anche Mamoiada ha uno splendido costume femminile che viene indossato soprattutto in occasione della Sagra di San Cosimo e della festa di Sant'Antonio Abate, quest'ultima rallegrata da grandi falò e da un dolce speciale chiamato "papassinu".

La festa più importante rimane comunque il Carnevale che si celebra tre volte all'anno: il 17 gennaio nella notte di Sant'Antonio, l'ultima domenica di Carnevale e il martedì grasso. Il rito si ripete immutabile da tempo: costumi, passi, gesti. I ruoli vengono scelti dagli anziani del paese tra i giovani che si auto-candidano i soggetti sono 20: 12 mamuthones e 8 issocadores.

I primi hanno il volto coperto da una maschera di legno, dipinta di nero, dall'aria tragica, in testa un fazzoletto marrone legato sotto il mento, con una giacca di pelle di pecora rovesciata tinta di nero, ma la loro particolarità sta nei 30 campanacci di varie dimensioni che portano sul spalle quasi a sottolineare con il loro suono l'avanzata lenta e ritmata.

Gli issocadores, nome derivato dalla corda usata per catturare gli spettatori, hanno un costume molto vivace: un corpetto rosso posto sopra la camicia bianca, uno scialle legato in vita e una berretta nera legata sotto il mento da alcuni nastri colorati. La sfilata percorre le principali vie del paese. La festa si conclude gioiosamente con balli e canti nella piazza centrale del paese.

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