Spettacoli - novità: "In fondo a destra" di Raffaello Baldini
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Comteatro presenta
IN FONDO A DESTRA
NOVITÀ' ITALIANA
di Raffaello Baldini
con Lorenzo Anelli
regia di Gaddo Bagnoli
c/o - via Lomazzo 11, Milano
 

 

INDICE DEL SITO
 
 
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Perché un monologo? - Lo spettacolo - L'autore, l'attore, il regista
Rassegna Stampa - Scheda tecnica e contatti

Perché un monologo?

Forse, si può partire dal quotidiano più banale. Ci sono momenti in cui si ha qualcosa da dire a qualcuno, che ci farebbe piacere dire, che addirittura sentiamo il bisogno di dire. E ci accorgiamo che nessuno vuol ascoltare nessuno. Perché uno non ha tempo (oramai non si ha più tempo per niente) o ha ben altro nella testa o non è il momento giusto o sta cercando anche lui qualcuno a cui dire qualcosa. Ascoltare è difficile, ascoltare è sempre un po' diventare l'altro, e uno si difende, d'istinto. Si va a cena con amici, si mangia e si beve e si ride, si parla di viaggi, di persone, di politica, di amori, poi si saluta e ognuno torna a casa a ripensare alla solitudine e all'angoscia del vivere. In queste condizioni, le cose che abbiamo da dire non resta che dircele addosso. E' quello che fa il personaggio di In fondo a destra: un mezzo intellettuale è così sicuro di sé che si smarrisce in una realtà, oltretutto, immaginaria. Non sa a chi dire le sue cose, e comunque le dice: a qualcuno che non c'è, allo specchio, a vanvera. E rischia di far ridere. Ma in fondo chi l'ha detto che dalla disperazione si può solo piangere? -

Raffaello Baldini

L'autore, il regista, l'attore
L'autore - Raffaello Baldini è romagnolo di Sant'Arcangelo , dal 1955 vive a Milano. Oltre alla sua attività di poeta, ha fatto l'insegnante e il giornalista. Nella collezione Einaudi teatro ha pubblicato nel 1998 tre monologhi teatrali: "Carta Canta", "Zitti tutti!" e "In fondo a destra". In qualità di poeta ha ottenuto i seguenti riconoscimenti:: - Premio Carducci ("La nàiva" - Einaudi 1982 ), - Premio Viareggio ("Furistìr" - Einaudi 1988), - Premio Bagutta "Ad Nòta" (Mondadori1995 -)

Il regista - Gaddo Bagnoli si diploma Nel Giugno '89 presso la "Scuola di Teatro di Bologna" diretta da Alessandra Galante Garrone. Tra i registi che lo hanno diretto si ricordano: Jerzy Stuhr, Egisto Marcucci, Judith Malina, Orazio Costa, Vito Molinari, Tonino Conte, Beni-Montresor (con il quale sara' 'Pistola' nel "Falstaff" di Salieri a New York) Si occupa in seguito anche di regia: per il Comune di S. Piero a Sieve (Fi) cura la regia de "L'amore, l'arte e la follia", coordina i movimenti scenici della "Madame Butterfly" al fianco sempre di Beni-Montrésor per l'Arena di Verona (stagione '97), poi per la Cittadella Musicale di Arezzo collabora alla regia de "La Bohème" con Aldo Tarabella (stagione '98). Laureato in drammaturgia presso l'Universita' di Bologna, insegna recitazione a Milano presso la scuola di Quellidigrock.

L'attore - Lorenzo Anelli si è diplomato nel 1990 all' Accademia dei Filodrammatici. Ha fatto parte della compagnia del Teatro della Tosse dal '90 al '93 , del Teatro Stabile dei Filodrammatici di Milano (stagioni '94 e '95), della Compagnia Nuova di Fabio Battistini (dal '93 ad oggi); ha lavorato inoltre con l'Arena di Verona (stagione '97) e in diverse produzioni radiofoniche RAI e della RSI (Radio Svizzera Italiana). Tra i registi che lo hanno diretto bisogna ricordare Egisto Marcucci, Filippo Crivelli, Tonino Conte, Vito Molinari, Beni Montressor, Pier'Alli. Nel '95 insieme al regista Vito Molinari fonda Il Trio Zanzibar, e produce gli spettacoli "Pioppo, Batrace, Cigno" (testi di Marchesi, Mosca, Metz) e "VarieEtà" (testi dall' avanspettacolo al cabaret di oggi), ottenendo un ottimo successo di critica e pubblico.

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Lo spettacolo

"In fondo a destra" è la storia di Renato, un intellettualoide che si perde in un labirinto al quale non riesce a dare una collocazione, una dimensione e nemmeno un senso. Il suo percorso all'interno del labirinto, i personaggi che incontra, le situazioni che si trova a vivere, sembrano esistere in una strana sorta di limbo a meta' tra il reale ed il surreale. Questa zona franca , dove tutto è un pressappoco, appare come la metafora della relazione tra il pensare ed il vivere; quel difficile equilibrio nel quale trovare un rapporto fra la propria interiorita' ed il mondo esterno, gli altri. Il nostro protagonista rappresenta forse il simulacro in negativo di quell'uomo "moderno" che applica la sua cultura alla vita usando principalmente la parte razionale, tralasciando il cuore ed il corpo fino a confondere anche i propri sentimenti. Sono infatti le emozioni ed i sentimenti che ci rendono vivi, che ci impediscono di rimanere chiusi in noi stessi, nei nostri pensieri, nel nostro ego. Diventa allora piu' facile capire la situazione di Renato e provare un po' di compassione anche per lui: cosi' forte e sicuro di se' nel mentirsi, ma avvinto alla sua triste condizione che oscilla tra una disperata solitudine ed un individualismo estremo, si sente intrappolato nella rete dei rapporti umani, si muove arrancando tra il fastidio nel relazionarsi agli altri e la "Pietas", quel fattore umano, insomma, che fa parte della nostra essenza e con il quale spesso non abbiamo il coraggio di confrontarci, proprio come avviene a Renato. Conscio della propria condizione di solitudine si sforza di accettarla, si autoconvince che l'unica manifestazione sincera sia quella del proprio io-tiranno. Di qui nascono le convinzioni estreme e maniacali dietro alle quali nasconde le sue e le nostre debolezze. Si intreccia il suo soliloquio ed affronta argomenti disparati, solo apparentemente lontani tra loro: la lunghezza delle maniche delle camicie, il rapporto tra la vita e la morte, la 'scurezza' del colore nero, l'importanza del Destino e l'assenza del Caso, gli incubi che gli procurano le fotocopie e ancora, ancora ragionandosi addosso, parlandoci, parlandosi di futili o grandi cose, sempre immerso nel pensamento della vita che scava ulteriori gallerie nel labirinto dei suoi pensieri. Cosi' la figura di Renato si sgretola a poco a poco perdendosi, oltre che nel labirinto, anche tra i personaggi da lui stesso evocati. Una volta Raffaello Baldini mi disse: "Mi piacciono le situazioni dove non si esce, quelle in cui ogni possibilità di fuga è negata". Chiesi: "Come nella vita?"

Gaddo Bagnoli

Scheda tecnica e contatti
  • durata: atto unico 65 min
  • palco min. 6x4 mt., possibilmente con quintatura nera. Previsto montaggio di 9 pannelli in policarbonato trasparenti (dimensioni 2,75x1,35 mt) sospesi tramite graticcia o similare, fondale 6x6 mt, scatola scenografica.
  • luci min. 14 proiettori x 1000W, 8 Pallas x 1000W, 2 sagomatori x 1000W. Dimmer e mixer luci min. 12 canali
  • audio mixer audio e amplificazione.
  • Note: Lo spettacolo è adattabile a qualsiasi palcoscenico e/o spazio

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