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In occasione del novecentesimo anniversario dell'ateneo bolognese, nel 1988, fu
inaugurata una stele dedicata a Bartolomeo da Varignana, con un busto in bronzo del celebre medico, collocata all'ombra del vecchio torrione posto all'angolo tra Piazza Garibaldi e Viale Carducci, ultima testimonianza delle mura medievali che circondavano il centro storico castellano.
Nel Medioevo si distinse anche la frazione di Varignana, che allora era un centro
assai più importante e popolato, dove tra il XIII e XIV secolo fiorì una delle più celebri "dinastie" mediche del bolognese. Capostipite fu un certo Giovanni da Varignana, che operò a Bologna alla metà del XIII secolo e morì, probabilmente, nel 1278. Suo figlio, Bartolomeo tenne scuola presso lo Studio Bolognese e fu tra i primi medici ad ottenere un'autorizzazione a sezionare pubblicamente i cadaveri per studio e insegnamento, precorrendo così i moderni studi di anatomia. Bartolomeo, divenuto famoso come perito legale, si dedicò anche ad attività politiche e diplomatiche e divenne medico e consigliere personale dell'imperatore Arrigo VII cui diede assistenza nel letto di morte (1313). I suoi stretti rapporti con l'imperatore gli valsero l'accusa di essere ghibellino e l'esilio da Bologna, per cui trascorse gli ultimi anni di vita a Genova dove morì attorno al 1318.
Bartolomeo ha lasciato varie opere manoscritte - conservate a Vicenza, Oxford,
Napoli e nella biblioteca vaticana, anche se una parte di esse è, forse, da attribuire al figlio Guglielmo che seguì il padre nelle sue peregrinazioni e scrisse a sua volta una Pratica Medicae conservata a Venezia. La professione medica fu praticata anche da un altro figlio di Bartolomeo, Giovanni, da cui nacquero gli ultimi esponenti della famiglia Varignana Matteo e Pietro, che studiarono e insegnarono nell'ateneo bolognese. |
Bartolomeo da Varignana
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