A che serve il Fondo Monetario Internazionale?

Ogni membro detiene una quota del Fmi, ed è tenuto a versare al fondo il valore della quota (75% in valuta nazionale e 25% in oro). Un membro acquisisce così diritti di prelievo di valute straniere in tranches successive fino al 200% della propria quota.

Mentre la tranche oro, dal 1969, è divenuta automaticamente prelevabile, il paese sarà invece tenuto a giustificare dinanzi al Fmi il prelievo delle tranche di credito, prelevabili solo per superare difficoltà inerenti la Bilancia dei Pagamenti (BdP). Dovrà perciò giustificare la richiesta esponendo le proprie scelte per il futuro in tema di politica monetaria, politica fiscale, tasso di cambio, BdP, politica commerciale.

Ipotizziamo il caso del paese di Miscellania, la cui valuta sono gli schifi. La quota detenuta da Miscellania nel fondo è pari a 100 schifi (sc). Miscellania dovrà perciò versare al Fmi 75sc e 25sc in oro. In tal modo acquisisce il diritto ad acquistare dal fondo la quantità che gli necessita di valute straniere vendendo in cambio la propria valuta. Quando avrà acquistato una quantità tale di valute straniere che il Fmi in cambio deterrà in tutto 100sc (i 75 iniziali + 25sc successivi) si dirà che Miscellania ha usato la tranche oro. Quando il Fmi deterrà 125sc, si dirà che ha usato la tranche oro più una prima tranche di credito, e così via fino a che il Fmi deterrà 200sc, considerati il tetto massimo.

Il rimborso delle tranche prelevate deve, in ogni caso, avvenire entro un lasso di tempo che va da 3 a 5 anni (dal 1974 è stata prolungata la scadenza).