di
Mariadonata
Villa
Da dove
nasce per te il fare arte?
Mi
piace identificare la mia ricerca come "stand-by" di fronte
alla paura. Sospensione in cui le cose si incontrano e si prefiggono
appuntamenti "in avvenire". Da uno di questi incontri fortuiti
ho conosciuto gli "oggetti d'affezione" che continuo ad incontrare.
C'è una necessità insita nel fare?
La fatica, che si ritaglia spazi al di fuori dell'economia del far
poco e dell'esecuzione facile, c'e' l'aspetto manuale "medium"
del lavoro, che vivo come momento magico nell'isolamento tra me e la
cosa che presento. Un fare artigianale che ha una propria aura d'importanza
rispetto ai manufatti, che ne subiscono le conseguenze in uno scambio
di senso delle cose.
Che rapporto c'è fra te e le tue opere?
Disaffezione: cerco d'allontanarmi da esse il più possibile,
cancellandone la memoria, per poi ritrovarle in ambiti diversi; un rapporto
in apparenza superficiale, come se fossi costretta a comunicare in poco
tempo solo attraverso la pelle, attraverso degli stereotipi.
Vedi uno sviluppo nella tua produzione recente? In che direzione?
Attualmente la considero come un manga per adolescenti, ragazzine
alla presa con i sentimenti, la sessualità, piacevoli tabù
dispiegati tra smile e icons, in cui avviene con gesto di disaffezione
un congelamento ricco di imperfezioni tecniche. Imprecisioni alquanto
ridicole, ma estremamente reali. Mi rendo conto, comunque, che questa
è una definizione molto parziale del mio lavoro. E molto
più difficile descrivere che fare.
Credi che abbia ancora senso, nei giorni confusi che viviamo, chiedere
all'opera d'arte un significato?
Ti riporto alla prima domanda, in quello stato di stand-by di fronte
alla paura, che è vissuto da me come work in progress, che ha
come oggetto unindagine senza significato ultimo, se non nell'effimero,
o che comunque si e' decisamente perso. Questo arrestarsi un attimo
prima della paura, che comunque sento, mette in moto il lavoro. Work
in progress, perché mi interessa il processo più che la
destinazione finale. Il lavoro per me è il rapporto fra me e
lopera mentre la eseguo.
Pensi di avere, come artista, un compito?
Tra l'affezione e la disaffezione di un oggetto c'e' il punto d'osservazione,
l'idea. Sia come concezione di unopera che come progetto. Al di
là di tutti i media espressivi, il punto di vista dellartista
rimane centrale, fondamentale per la vita dellopera.
15
maggio 2003
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Claudia Ascari è nata nel 1975
a Carpi (Mo) dove vive e lavora.