di
Serena
Goldoni
Anna
Lisa, il progetto che viene presentato in mostra, Lerba
del vicino è sempre più verde", riporta con sottile
ironia una indagine su un fenomeno, come quello del gioco del golf,
che rimane irraggiungibile per la maggior parte delle persone, una disciplina
che non è altro che lo specchio di una determinata classe sociale,
una, come la chiami tu, icona del privilegio. Come è
nato questo interesse e qual è il significato di questa rappresentazione?
Come
la maggior parte dei miei progetti, Lerba del vicino è
sempre più verde, nasce dallesigenza di indagare
i differenti contenitori in cui si muove la nostra società.
Un campo da golf, in realtà, è un luogo frequentato da
una nicchia di persone che in esso si identificano: è sì
unicona del privilegio, un puro status symbol. Varcando
lingresso del campo da golf, ci si rende persino conto che è
un meraviglioso parco naturale, abitato da scoiattoli e lepri, delimitato
però da unaltissima rete metallica che impedisce qualsiasi
contatto fisico e visivo.
Un altro aspetto interessante, è verificare come il fenomeno
sportivo può assumere diversi significati a seconda dei contesti.
In questo caso, in un campo da golf, si ha limpressione che la
ragione dello sport (fatica, gara e tattica) sia da cercare altrove.
Per me, il golf, è la visione più vicina al sogno di una
società sterilizzata dai conflitti, come se le naturali pulsioni
umane di sopraffazione dellessere sullessere fossero contenute
in provetta. Fotografare da notevole distanza i giocatori, mi ha ricordato
loperazione di inscrizione nelle tavole dei naturalisti di nuove
specie di farfalle molto eleganti e molto a la page.
Prima o poi, questi golfisti, solitamente ben vestiti e trasportati
da una buca allaltra da quei strani veicoli elettrici, usciranno
da codesta icona del privilegio, ritrovandosi improvvisamente tra i
gomiti della nostra meravigliosa, unica e complessa società contemporanea.
Lerba del vicino è sempre più verde:
fotografie monocrome per uno spettacolo che mette in scena la problematica
dellidentità e della relazione.
Come in altri lavori, mi riferisco per esempio a You are here,
presentato allXI Biennale dei Giovani Artisti dellEuropa
e del Mediterraneo (Atene, 2003), ti sei spinta ad esplorare quei luoghi
che diventano una sorta di messa in scena della realtà, luoghi
costruiti per puro divertimento, per divenire imitazioni e abbellimenti
del reale. Che cosa ti ha portato verso questo tipo di indagine? Che
cosa ti ha affascinato di più di questi mondi artificiali?
Credo che alla fine si tratti di un percorso, o, ancor meglio, penso
che ogni indagine sulla società apra e presenti aspetti molto
interessanti sui quali riflettere. You are here o Resina
è nato in seguito alla mia precedente ricerca relativa alle abitazioni
nella bassa pianura padana. In Private Houses, il fattore
più evidente, consisteva nel tentativo da parte dei proprietari,
di avvicinarsi ad uno stereotipo di abitazione americana/hollywoodiana,
o allo stile più contemporaneo nord europeo. Molto affascinante
rimane invece lo stile fine anni 60/70 identificato
in quelle case-cubo dai colori molto insoliti (verdone, marrone, ocra,
rosso mattone) che si differenziano luna dallaltra per la
ringhiera di un balcone, per una scala esterna, per un pilastro rivestito
di piastrelle ecc.
Da Private Houses che comunque rivela ancora un legame di
identità attraverso un oggetto, ad un luogo (Gardaland) dove
non esiste né lidentità dellindividuo e né
quella dellambiente circostante.
Come tutti i parchi divertimento così concepiti, Gardaland è
un concentrato di luoghi, un piccolo cosmo del cosmo. E paradossale
vedere come le Imprese di Fiction siano riuscite a creare in aperta
campagna degli universi nuovi in miniatura, o meglio, delle cattedrali
della finzione dove lo spettatore viene messo a proprio agio. In ciascuno
di questi land, (Disneyland, Frontierland, Fantasyland, ecc.)
una via di un paese americano finta, un finto saloon, un finto Mississipi,
una finta piramide dEgitto, una finta giungla indiana e dei personaggi
di Disney, compongono la scena di uno spazio che non appartiene alla
realtà. Sicuramente laspetto che più mi ha colpito
(non proprio affascinato) è stato constatare come questi luoghi
deserti, privi di spettatori, si presentino realmente per quello che
sono: resina, nullaltro che resina. You are here o
Resina è una panoramica intorno al mondo di plastica,
allimpresa più riuscita di messa in finzione
del nostro Pianeta.
Con quali altri mezzi, oltre la fotografia pensi di confrontarti
in futuro?
Penso con il video, utilizzando Super8 e camera digitale.
4 agosto 2003
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Anna Lisa Bondioli è nata nel 1975 a Mirandola.
Vive e lavora a San Felice sul Panaro.