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PARABOLA_02a_copy Stampa elettrostatica scotchprint 3M su antenne paraboliche offset 120 cm diametro x 10 cm 2002
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"Parabole", 2002
"Marlboro Country", 2001
"W.W.W.", 2001

 

di Luca Panaro


Il tuo ultimo lavoro consiste nel riprodurre - ingrandendoli su antenne paraboliche - i frame provenienti dalle web-cam situate in ogni luogo del pianeta e disponibili su siti internet ad accesso limitato. Con quale criterio selezioni le immagini utili alla tua ricerca fra le tante disponibili sul web?

E' dal '97 che ho iniziato a raccogliere, con web-shot, il flusso continuo ed ininterotto di immagini in diretta dalla rete. Ciò che connota ed accomuna a tutt'oggi questo oceano di ottiche (aldilà delle discusse problematiche legali) è l'aspetto intrusivo e specchiante, unito alla progresssiva trasparenza che il mondo fisico, nel quale quotidianamente ci muoviamo, sta assumendo. Una trasparenza che ricostruisce nell'infosfera telematica una visione globale del mondo che passa dalla stanza da bagno della signorina X residente chissà dove alla panchina sulla 5a strada di New York; dalla diretta del primo parto online alla soggettiva di una bomba intelligente in picchiata sul bersaglio. Il criterio essenziale al quale le mie immagini devono rispondere è quello di esporre la tendenza che la percezione collettiva sta delineando, ovvero verso un'immersione totale nelle cose e nelle situazioni, abbattendo di fatto la distinzione tra pubblico e privato e contribuendo alla rifondazione di concetti basilari nella storia della rappresentazione della realtà, quali: dentro/fuori, vicino/lontano, qui/l“.

In questa tua operazione voyeristica, ti poni criticamente nei confronti di chi entra ogni giorno nella nostra privacy oppure ti limiti a documentare l'esistenza di questa dipologia di spionaggio collettivo?

La storia della tecnologia occidentale è la storia del perfezionamento della visione fisica, più che metafisica, come accade in altre culture. Vedere che corrisponde ad un guardare che è già voyeurismo. E così dal telescopio al microscopio, alla possibilità di conservare l'immagine ottenuta, scorre la storia dell' immagine come feticcio, quello stesso feticcio che - guarda caso - è proibito nella maggioranza delle cuture religiose non cristiane, che hanno visto nella confusione fra voyeurismo e conoscenza un pericolo di sviamento spirituale.

Ci puoi parlare del lavoro che hai realizzato poco dopo l'11 settembre 2001: "Marlboro Country". Come pensi che debba reagire il mondo dell'arte in occasione di eventi tragici che riguardano l'intera umanità?

Il valore che possiamo attribuire dopo una lettura più alta, al lavoro "Marlboro Country", è legato alla possibilità di risveglio, della presa di coscienza, che l'immagine artistica può e deve provocare in chi la guarda. Oramai da tempo l'arte, oltre a proporre nuovi linguaggi ed inedite sublimazioni, porta il carico della coscienza. Si fa carico - come il mitico magnus dei - dei peccata mundi. E' in questo processo l'arte trova la propria funzione giornalistica, nel senso alto. E-ancora-catartica.

Modena, 4 Ottobre 2002





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Damiano Colacito è nato nel 1973 ad Atri (Te). Vive e lavora tra Bologna e Pescara.

Frequenta il Liceo artistico di Pescara - sezione Architettura - e consegue la Maturità nel 1991.
Nel 1993 consegue da parte della F.I.A.F. l'Attestato europeo di qualifica professionale come fotografo pubblicitario.
Dallo stesso anno inizia la collaborazione con la prestigiosa agenzia pubblicitaria Studio Luce di Pescara.
Nel marzo 1995 inizia l'attività di assistente scenografo presso il maggiore centro teatrale di Pescara, il Florean Espace , mettendo in scena Nadja a fianco di Giulio Ceraldi.
Nel giugno - per il medesimo centro - è assistente alla scenografia dello spettacolo Kazak.
Nell'estate dello stesso anno firma infine la scenografia dello spettacolo Senza cuore del più importante gruppo abruzzese di teatro danza, l'Alhena di Pescara.
Nel 1997, espletati gli obblighi di leva, firma per lo stesso gruppo -a fianco dello scenografo Walter Belli- lo spettacolo Medea. Si trasferisce quindi a Bologna, dove si iscrive alla Accademia di Belle Arti nel corso di Scenografia di Enrico Manelli e dove inizia l'attività espositiva.
Nel 1998 partecipa alla esposizione in commemorazione della strage del 2 agosto intitolata Accademia in stazione-Sotto il segno della solidarietà, patrocinata dalle Ferrovie dello stato e curata dal critico Roberto Daolio, distinguendosi con l'installazione dal titolo Non toccate i fili.
Nel 1999, con uno spazio espositivo privilegiato all'interno della medesima iniziativa, allestisce l'opera 320x240 con la sostanziosa sponsorizzazione della 3M Italia, che gli fornisce tutto il materiale necessario per la copertura dell'intera pavimentazione dell'atrio centrale della Stazione di Bologna. L'installazione rimane esposta per l'intera estate. La presentazione e il comunicato stampa sono di Antonio Cioffi, il catalogo di Roberto Daolio e Mili Romano.
Nel marzo 2000 vince il concorso Zucchelli svoltosi nei locali dell'Accademia di belle Arti di Bologna. L'artista recupera da un sottotetto dell'edificio l'ambiente de Il Funzionario, utilizzando una delle security-cam dell'edificio stesso.
Nell'aprile viene chiamato da Guido Molinari a partecipare alla mostra 3nds: bologna tenutasi presso lo spazio espositivo Salara, dove riprende la pratica della copertura, impiegando l'acquisita tecnica 3M sull'intera volta a crociera dell'edificio nell'"affresco" Infinity Sat. 07-03-1999 05.25.13 EST, work in progress che durerà il tempo dell'esposizione. Mostra e catalogo a cura di Dede Auregli, Guido Molinari e Silvia Grandi.
Nell'agosto dello stesso anno, torna a far parte dell'organico dell'iniziativa Accademia in Stazione, dove nel medesimo luogo dell'anno precedente - nelle stesse dimensioni e con lo stesso materiale - allestisce, in occasione del ventennale della strage del 2 agosto, l'opera Urlo.
A dicembre è a Milano dove partecipa alla mostra collettiva Emporio organizzata in contemporanea dalle gallerie Care of e Viafarini curata da Guido Molinari, Luca Beatrice e Alessandra Galletta. Presenta un'installazione dal titolo Apollo composta da un video e una stampa digitale dislocati in punti diversi della galleria Viafarini.
Nel febbraio del 2001 prende parte ad INTERCITY da Bologna presso l'associazione culturale Futuro, Roma. L'installazione W.W.W. è composta da un oggetto da lui appositamente costruito in legno tamburato (un "inginocchiatoio-mouse") che mediante il suo utilizzo, attiva un video digitale (la registrazione di una funzione religiosa diffusa su internet) su un computer ad esso interfacciato.
Nel luglio 2001, applicando per il terzo anno consecutivo un foglio adesivo 3Mfloorgraphics sulla pavimentazione dell'atrio centrale della stazione di Bologna, conclude con l'opera Messiah la serie delle sue grandi stampe in occasione di Accademia in stazione. L'area fisica dell'atrio diventa la dimensione concettuale del desktop e Messiah riproduce in scala il cursore a forma di clessidra del puntatore del mouse. La presentazione, Antonio Cioffi e catalogo Roberto Daolio e Mili Romano.
Nel dicembre 2001 partecipa nuovamente al premio Zucchelli vincendolo con l'opera Malboro country ispirata agli eventi del 11 settembre a N.Y.
Nel febbraio 2002 consegue il diploma di scenografia a pieni voti presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Tesi: IL MASTER E LA COPIA- Analogico e digitale nella fenomenologia estetica Relatori: Roberto Daolio, Carlo Branzaglia.
L'8 giugno 2002 prende parte alla mostra collettiva Beyond the edge installando Parabole all'interno delle antiche sale della Rocca Malatestiana di Montefiore Conca. Mostra e catalogo a cura di Silvia Evangelisti, Cristina Marabini e Laura Safred.