di
Patrizia
Silingardi
Quali
sono i presupposti dai quali nasce il tuo progetto?
Non è possibile parlare di questo progetto individuando
ununica suggestione, o un unico ambito dargomenti. Potrei
dire che nasce da una prima fascinazione; il ritrovamento dei cocci
di una vecchia fruttiera decorata con roselline di ceramica a sbalzo.
A ciò, segue quella che si potrebbe definire una ricerca darchivio
famigliare, per svelare la storia di quelloggetto inatteso. Comera
entrato in casa, era un regalo, faceva parte di un intero servizio di
porcellane? Il suo valore -almeno per mia madre- è stato grande,
dato che ne ha conservato i frammenti per oltre quarantanni, ma
poi non ha deciso di aggiustare e sistemare nuovamente quel suo oggetto
nella credenza - bacheca domestica o teca museale?
Archivio, museo, conservazione; i tuoi reperti evocano
dunque questatmosfera...
I miei cocci, paragonabili per amusement alle ceramiche della
Grecia antica, o in secoli più vicini alle ceramiche rococò,
agli interni borghesi del XIX sec. dove non poteva mancare il servizio
di posate in argento, i calici in vetro soffiato provenienti dalle vetrerie
della laguna ed i piatti e le fruttiere in fine ceramica bavarese. Mi
sono tornate alla mente lantiquaria ed il piacere della falsa
ricostruzione archeologica, le incisioni del Piranesi e del Winckelmann,
ma, nel mio lavoro, queste suggestioni dialogano con una contemporaneità
serrata, che ha la consapevolezza dessere parte di un sapere che
nellultimo secolo ha subito unaccelerazione prima sconosciuta.
Larcheologia è scienza giovanissima, -poco più di
cento anni-. Daltro canto, non si sono mai scritti tanti libri,
tante storie, come negli ultimi centocinquanta anni, insomma, penso
che anche questambito della mia contemporaneità possa essere
preso a motivo di creazione artistica, o per lo meno per me, ne è
motivo.
E la fotografia?
Avrei potuto lasciare i cocci così come li ho trovati mettendoli
allinterno di bacheche presentandoli come semplici ready-made,
ma ho voluto aggiungere qualcosa, una traccia che rendesse più
evidente il mio agire. Per spiegarti il perché di queste tracce
fotografiche, devo per forza palesarti un fatto. Sono circa due anni
che penso alla possibilità di usare la fotografia su supporti
non convenzionali e non bidimensionali, - per convenzionali intendo
le carte fotosensibili, le tele emulsionate, la stampa in jet.
Ne consegue il curioso binomio tra ceramica e fotografia...
Nella nostra contemporaneità la fotografia su ceramica è
quasi esclusivamente usata in ambito funerario, ma nel caso, mi incuriosiva
sperimentare soluzioni diverse abbinate a questo materiale. Trovo, infatti,
che il supporto ceramico possa regalare allimmagine fotografica
una luminosità ed una matericità unica. Le prime stampe
ad emulsione liquida le ho eseguite su tazzine da caffè e piatti
da cucina che avevo in casa o che ho trovato sulle bancarelle di qualche
mercatino, poi, quasi naturalmente, sono approdata a questo lavoro attraverso
la storia che ti ho appena raccontato.
4
agosto 2003
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Claudia Collina è nata nel 1974 a Castelfranco Emilia.
Vive
e lavora a Piumazzo.