di
Luca Panaro
La serie
di foto che qui presenti documentano di "incontri" fatti in
treno, autostrada, nave e altre zone dellattraversamento. Una
esperienza fotografica che si presta ad essere continuata nel tempo.
Lo consideri un lavoro finito oppure in evoluzione?
Sicuramente in continua evoluzione in quanto questo lavoro, per il significato
che porta in sè, finirà quando finirò di fotografare...
quindi spero mai.
E' una continua ricerca, dove mi metto in discussione con gli altri,
dove cerco sensazioni attraverso gli altri e quindi non potrà
mai avere fine e per questo tipo di lavoro prediligo i mezzi di trasporto.
Gli "incontri" fatti su mezzi di trasporto mi sembrano i più
indicati perchè avverto una molteplicità di sentimenti.
Le persone che incontro lì hanno uno stato d'animo particolare
magari sono desiderose di arrivare in un luogo, di incontrarsi con qualcuno,
oppure sono assorti nei loro pensieri o ancora rattristati o felici,
insomma mille emozioni che esplodono.
I tuoi viaggi sono in realtà gite, brevi tragitti,
quotidiani spostamenti lungo i nonluoghi che ci circondano. Perchè?
Con il lavoro precedente (Viaggi Immaginari) ero (e sono) alla ricerca
di me stesso. Il viaggio in macchina (quindi la macchina o meglio il
parabrezza della macchina) è l'obiettivo e l'interno la mia capsula,
il mio scudo, la mia fortezza, la barriera tra me e gli altri. Non a
caso compaiono sempre frammenti della mia persona, magari anche minuscoli,
ma inserisco sempre la mia presenza nella composizione dell'immagine.
Incontri (e lo dice la parola stessa) è una ricerca sulle altre
persone è un modo per mettermi a confronto con gli altri e lo
spazio che mi circonda. Come già ti ho detto prima, prediligo
i mezzi di trasporto, mi preme dire che io non parto per fotografare,
non c'è nulla di forzato. Io parto e mi faccio guidare dalle
sensazioni, da ciò che vedo e che rimane impresso nella mia mente,
non mi alzo la mattina organizzando un viaggio, cerco sempre la quotidianità,
la naturalezza delle cose e da queste cerco di trarre spunto.
Le tue immagini sembrano finalmente fregarsene di quella bellezza
formale che pare essere ancora la caratteristica ricercata in fotografia.
Le tue foto (perdonami se esagero) sono brutte e mosse come nemmeno
il più sprovveduto dei fotoamatori riuscirebbe a fare. Quindi,
se non sono da guardare per la loro estetica, per che cosa richiedono
di essere guardate?
E' vero, all'occhio della mente (cioè a primo impatto), possono
sembrare brutte e mosse come nemmeno il più sprovveduto fotoamatore
riuscirebbe a fare, ma se tu ti abbandoni un'attimo e ti lasci avvolgere
e trasportare per un secondo dalle emozioni, capirai che tutto non ha
più una dimensione precisa, con finiture perfettamente delineate.
Le sensazioni e le emozioni non hanno una forma precisa e nemmeno un
colore definito, rimangono impresse nella tua mente e nel tuo cuore
e ciò che cerco di fare è di trasportarle su una pellicola
e poi su carta stampata. Cerco di lasciare spazio alla casualità
(e ciò si riallaccia al fatto che non parto mai per fotografare).
Scatto a volte anche senza guardare e in fase di sviluppo e di stampa
cerco di far riemergere il ricordo che ho provato nel preciso momento
in cui ho scattato la foto; ma ovviamente, il ricordo è ancora
diverso, è ancora più sfumato e in fase di stampa "manipolo"
(anche se è un termine non appropriato) luci e colori per tentare
di trasmettere ciò che ho provato (nel momento dello scatto)
e ciò che il ricordo mi ha lasciato (nel momento della stampa).
Quella che si potrebbe definire una foto brutta e mossa è in
realtà la presunzione di fotografare un'emozione.
18 aprile 2003
----------------------------------------------------------------------------------------
Fausto Corsini è nato il 20 giugno 1971 a Pavullo n/F (Mo) dove
vive e lavora.