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"Incontri", scattata 15gg fa a Bangkok, un'incontro come un'altro con una persona molto singolare taciturna e molto sola e riservata, chissà cosa cazz..... ci faceva lì costui, non parlava, non mangiava, era solo, boooooo......
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"Incontri" è un'immagine che ho scattato 11 giorni fa in aereo, stavo tornando da Bangkok verso Roma, la cosa piu strana e che a me ha emozionato maggiormente è stata: per causa s.a.r.s., tutti i passeggeri indossavano una mascherina."Incontri", la foto è stata scattata nel 2000 in una stazione di servizio tra Bologna e Verona."Incontri", in eurostar Roma-Bologna, Agosto 2002"Incontri", in treno (regionale) tornavo da Merano ed ero andato a vedere il mercato di Natale nel 2001"Viaggi immaginari", è stata scattata a marzo 2003


di Luca Panaro

La serie di foto che qui presenti documentano di "incontri" fatti in treno, autostrada, nave e altre zone dell’attraversamento. Una esperienza fotografica che si presta ad essere continuata nel tempo. Lo consideri un lavoro finito oppure in evoluzione?
Sicuramente in continua evoluzione in quanto questo lavoro, per il
significato che porta in sè, finirà quando finirò di fotografare... quindi spero mai.
E' una continua ricerca, dove mi metto in discussione con gli altri, dove cerco sensazioni attraverso gli altri e quindi non potrà mai avere fine e per questo tipo di lavoro prediligo i mezzi di trasporto. Gli "incontri" fatti su mezzi di trasporto mi sembrano i più indicati perchè avverto una molteplicità di sentimenti. Le persone che incontro lì hanno uno stato d'animo particolare magari sono desiderose di arrivare in un luogo, di incontrarsi con qualcuno, oppure sono assorti nei loro pensieri o ancora rattristati o felici, insomma mille emozioni che esplodono.

I tuoi “viaggi” sono in realtà gite, brevi tragitti, quotidiani spostamenti lungo i nonluoghi che ci circondano. Perchè?
Con il lavoro precedente (Viaggi Immaginari) ero (e sono) alla ricerca di me stesso. Il viaggio in macchina (quindi la macchina o meglio il parabrezza della macchina) è l'obiettivo e l'interno la mia capsula, il mio scudo, la mia fortezza, la barriera tra me e gli altri. Non a caso compaiono sempre frammenti della mia persona, magari anche minuscoli, ma inserisco sempre la mia presenza nella composizione dell'immagine. Incontri (e lo dice la parola stessa) è una ricerca sulle altre persone è un modo per mettermi a confronto con gli altri e lo spazio che mi circonda. Come già ti ho detto prima, prediligo i mezzi di trasporto, mi preme dire che io non parto per fotografare, non c'è nulla di forzato. Io parto e mi faccio guidare dalle sensazioni, da ciò che vedo e che rimane impresso nella mia mente, non mi alzo la mattina organizzando un viaggio, cerco sempre la quotidianità, la naturalezza delle cose e da queste cerco di trarre spunto.

Le tue immagini sembrano finalmente fregarsene di quella bellezza formale che pare essere ancora la caratteristica ricercata in fotografia. Le tue foto (perdonami se esagero) sono brutte e mosse come nemmeno il più sprovveduto dei fotoamatori riuscirebbe a fare. Quindi, se non sono da guardare per la loro estetica, per che cosa richiedono di essere guardate?
E' vero, all'occhio della mente (cioè a primo impatto), possono sembrare brutte e mosse come nemmeno il più sprovveduto fotoamatore riuscirebbe a fare, ma se tu ti abbandoni un'attimo e ti lasci avvolgere e trasportare per un secondo dalle emozioni, capirai che tutto non ha più una dimensione precisa, con finiture perfettamente delineate. Le sensazioni e le emozioni non hanno una forma precisa e nemmeno un colore definito, rimangono impresse nella tua mente e nel tuo cuore e ciò che cerco di fare è di trasportarle su una pellicola e poi su carta stampata. Cerco di lasciare spazio alla casualità (e ciò si riallaccia al fatto che non parto mai per fotografare). Scatto a volte anche senza guardare e in fase di sviluppo e di stampa cerco di far riemergere il ricordo che ho provato nel preciso momento in cui ho scattato la foto; ma ovviamente, il ricordo è ancora diverso, è ancora più sfumato e in fase di stampa "manipolo" (anche se è un termine non appropriato) luci e colori per tentare di trasmettere ciò che ho provato (nel momento dello scatto) e ciò che il ricordo mi ha lasciato (nel momento della stampa). Quella che si potrebbe definire una foto brutta e mossa è in realtà la presunzione di fotografare un'emozione.

18 aprile 2003

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Fausto Corsini è nato il 20 giugno 1971 a Pavullo n/F (Mo) dove vive e lavora.