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"Progressioni"
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di Luca Panaro


I tuoi autoritratti sono una serie di "Progressioni" emotive, suscitate dall'incontro del volto con l'obiettivo della fotocamera. Utilizzi la fotografia come strumento terapeutico per superare i momenti bui della tua esistenza?

Considero ed utilizzo la fotografia soprattutto come un mezzo di conoscenza personale, come una sonda che permette di scandagliare i propri "abissi" interiori, ossia quella parte di noi stessi che spesso ignoriamo, non accettiamo, dimentichiamo... Sono giunta a questa concezione della fotografia nel tempo, seguendo un'esigenza sempre più pressante di dare voce ad un sentire intimo taciuto, ad un coacervo di emozioni e sentimenti. Credo che la mia fotografia, possa dirsi figlia della "necessità", poichè nasce in pochi e precisi momenti, spesso legati a periodi di difficoltà emotiva, durante i quali ansia, paura e inquietudine riescono a perdere la loro carica distruttiva e a farsi innocui, divenendo materici, ossia immagine, qualcosa di definito, statico, tangibile.

Che ruolo ricopre la vita privata nella tua ricerca fotografica? Oltre a te stessa, quali soggetti ami immortalare con la tua fotocamera?

La mia fotografia è inscindibilmente legata alla mia vita privata. Parlare di ricerca fotografica, per me presuppone necessariamente l'esistenza di una primigenia ricerca di vita e del suo senso più profondo ed unico. Sono gli eventi e le esperienze della vita che mi spingono a far nascere l'esigenza di cercare me stessa e definire la mia identità attraverso le immagini, pur consapevole che si tratta di qualcosa di mutevole, in costante evoluzione e cambiamento. Da qui la scelta del titolo "Progressioni": cerco di fermare attimi, per conoscermi meglio, per vedere chi sono, ma so bene che si tratta di un progressivo ed ineluttabile divenire, per cui toccare l'intimo fondamento di me stessa rimane consapevole illusione. A parte gli autoritratti, la mia vita privata è presente nelle mie fotografie anche attraverso la scelta dei protagonisti delle immagini, i quali sono tutte persone con cui ho un legame profondo e significativo, basato su una comunanza di sensibilità e di valori.

Un paio di mesi fa mi hai confessato di essere particolarmente attratta dalle fotografie di Nan Goldin. Cosa trovi di interessante nelle sue immagini?

La prima volta che ho visto le fotografie di Nan Goldin ho avvertito la sensazione di rincontrare un vecchio amico dopo che è trascorso tanto tempo, di sedermi ad un tavolo insieme a lui, raccontando delle reciproche esperienze davanti ad un bicchiere di vino. Nelle immagini di Nan mi sono "riconosciuta"; non tanto rispetto all'ambiente decadente o alle esperienze di vita raccontate, quanto piuttosto in quel senso di umanità semplice e sofferente dei protagonisti, in quelle vite di "margine", che pur nella disperazione e nell'abbruttimento non perdono mai la loro intima dignità. Apprezzo Nan perchè ha saputo rendere, partendo dai particolari della quotidianità sua e di chi le stava attorno, la bellezza e la drammaticità della vita.

Modena, 4 ottobre 2002



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Lara Groppi è nata nel 1977 a Piacenza. Vive e lavora a Guiglia (Mo).