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Il cieco di gerico, Venezia 2003
homeIl cieco di gerico, Venezia 2003
Rimini Rimini - Tra i lettini, 2002, stampa digitale, cm. 100 X 60
Seasons -  Dittico, 2002, stampe fotografiche su alluminio, ciascuna cm. 50 X 70
Rimini Rimini, Bagno, 2002, stampa fotografica, cm. 100 X 40
Polypolis, performance, Salara, Bologna, 2001, 4 video simultanei, sovrapposizioni sonore, poesie, scatole di cartone, acqua
AlphaOmega, performance, Milano, Artandgallery, 2002, video, suono, parola, abito e guardia
AlphaOmega -  Nascita, 2001-2002, foto da video, dimensioni variabiliVia d’uscita - Dittico, 2001, cibachrome su alluminio da video e performance, cm. 100x140Via d’uscita - Dittico, 2001, cibachrome su alluminio da video e performance, cm. 100x140

 


di
Luca Panaro


I tuoi lavori vogliono proiettarci oltre lo spazio programmato della vita quotidiana. Nelle tue performances sembri suggerire una via d'uscita alla "globalizzazione" mentale che ci colpisce ogni giorno.
Lavoro con la performance da una decina d’anni e la ricerca che ho perseguito è molteplice e diversificata. Mi sembra comunque che vi siano dei punti costanti nei miei lavori performativi: l’uso del mio corpo come corpo simbolico e la contaminazione dei linguaggi. Per corpo simbolico intendo dire che lavoro cercando delle simbologie che rappresento visivamente col corpo, assemblato di volta in volta a oggetti, suoni, parole o immagini visive (ferme o in movimento). Il mio corpo si viene così a costituire come ‘metafora del vivere quotidiano’, come somma di possibili altri corpi, e non come il mio proprio corpo spaziotemporale. Per quanto riguarda lo spazio e ricongiungendomi così alla tua affermazione iniziale, lavoro sia in spazi ‘adibiti’, ossia in luoghi dove le persone si radunano apposta per vedere la performance, sia, soprattutto negli ultimi progetti, in ‘spazi del vivere quotidiano’ dove mi immergo tra la folla nella sua vita di tutti i giorni. In un certo senso quindi non mi proietto, come dicevi, oltre lo spazio programmato della vita quotidiana, ma mi ci calo dentro. Mi interessa molto proprio questa contaminazione dell’arte con la vita e la quotidianità. E’ vero però che sto lavorando da anni a un progetto molto articolato sulla denuncia degli schemi e degli stereotipi della vita contemporanea, che ha diversi percorsi, molte combinazioni e infinite sfumature. Le Mummie Vincenti, Polypolis, Via d’Uscita, Rimini Rimini, sono tutti riconducibili, ognuno con una diversa prospettiva, a questo tema. In Via d’uscita certo esiste un tentativo di andare oltre lo spazio quotidiano, nel senso del non accettare le dinamiche che ci avvolgono e ci costringono in meccanismi disumanizzanti e stereotipati. Che poi non è proprio un andare ‘oltre’ lo spazio del vivere quotidiano ma un calarsi profondamente ‘dentro’ di esso. Negli altri lavori della serie ho focalizzato invece l’attenzione o sui meccanismi di costrizione, o sulle reazioni delle persone, o sulla drammaticità di questa condizione dell’esistere, o sull’ironia e l’ambiguità.

Ci parli dell’uso dei diversi linguaggi nei tuoi lavori?
Quando scelsi di lavorare con la performance, parecchi anni fa, lo feci anche perché mi serviva da collettore unificante dei diversi linguaggi espressivi che usavo e che mi appartenevano (dall’immagine alla poesia al corpo..), anche perché ritenevo essenziale per la nostra epoca in continuo movimento e interazione, creare lavori dove non esistessero barriere e schemi tra i diversi linguaggi e il loro uso. Così cominciai a fare performances dove facevo interagire diapositive, musica, poesie, corpo, luci, materiali vari, video e via dicendo. Ora lavoro con dei progetti multimediali unitari che partono dalla performance ma si attuano sia con l’azione, che col video, con le foto, con l’installazione o con la loro interazione. Ultimamente sto approfondendo molto la fotografia e il video, per esempio ho concepito performance il cui risultato del lavoro finito è solo la foto o il video, oppure altre, come AlphaOmega, che comportano la creazione di un video come elemento dialettico e parte integrante del progetto. Sto lavorando anche a delle serie fotografiche che sviluppano tematiche collegate a quelle del mio lavoro col corpo, ma attuate attraverso l’azzeramento della performance, col vuoto e l’assenza.

Chi sono le "Mummie vincenti"?
Mi piace usare qui le parole del critico Roberto Vitali, personaggio carissimo e fondamentale del mondo artistico bolognese a cui ero legata da affetto e stima sincera, che ha presentato la mia mostra Le mummie vincenti poco prima della sua scomparsa: “Il progetto “Le mummie vincenti” ha un carattere multimediale entro cui cose diverse – una performance dal vivo, una videoinstallazione con materiale video tratto da performances estemporanee realizzate in mezzo ai centri cittadini, foto, poesie – si fondono entro un gioco di mutui occhieggiamenti che coinvolgono il pubblico stabilendo con esso un rapporto di attiva complicità. (…)
Le “mummie vincenti” evocate dall’artista in diversi modi altro non sono che coloro la cui presunta vittoria si fonda sulla chiusura in se stessi ignorando gli altri, tragici commedianti di una storia che riduce l’uomo ad un manichino privo di vita la cui “vittoria” ha come prezzo una morte di cui neppure ci si accorge.” O, con le parole di Bruno Sullo per il catalogo della videoinstallazione alla Salara di Bologna: “Le Mummie vincenti sono un amaro, impietoso rapporto sull’uomo contemporaneo: soprattutto nelle grandi città esiste una situazione d’imprigionamento in una rete fitta di consuetudini, ruoli prefissati, rapporti sociali artificiali, condizionamenti più o meno occulti. Sono gabbie solide ed ingombranti che impediscono il fluire naturale della vita, ma sono anche talmente comuni da essere divenute invisibili: gli uomini diventano mummie che hanno perduto il sapore della libertà e si concentrano nei meccanismi interni alla loro prigionia per ricavare da essi motivi di successo e di vittoria.”


Pensi che l'arte abbia gli strumenti necessari per sensibilizzare l'opinione pubblica in merito a queste problematiche?

E’ una risposta difficile, e anche un problema spinoso. Mi sembra di alternare momenti di “fiducia” in un ruolo dell’arte nella società come altra via del comunicare, ad altri dove mi sembra invece più pertinente all’arte la dimensione dell’oggettivare, dell’indagare e del registrare le varie dinamiche della realtà, senza porsi il problema di un possibile effetto sulla società. In questo periodo mi sento più portata a questa seconda ipotesi, anche perché credo che il compito dell’artista non sia quello di ‘cambiare il mondo’, ma di produrre oggetti poetici comunicativi. Se poi questi lavori hanno un incidenza (e nella storia ce ne sono stati anche parecchi esempi) nel percorso dei singoli individui o di un gruppo sociale, non è una cosa che riguarda l’artista né da esso programmata. Penso inoltre che oggi come oggi l’opinione pubblica sia poco toccata dall’arte anche perchè l’arte è quasi completamente assente dai percorsi informativi e mediatici più diffusi, che la rende una nicchia fruibile purtroppo ai pochi che ci gravitano intorno. Sicuramente però mi interessa l’aspetto di scambio emozionale e concettuale che si instaura con il fruitore, e devo riconoscere che il verificare effetti o emozioni sugli altri è un momento di grande pienezza che ripaga anche della fatica e degli sforzi compiuti. Mi è capitato spesso, alla fine di alcune performance, di essere abbracciata da persone che non conoscevo o di ricevere gesti di affetto, e mi ha procurato una grande gioia. Questo è tra l’altro uno degli aspetti che mi interessano della performance, il suo essere un lavoro che presenta il corpo reale e fisico dell’artista al corpo reale e fisico di chi la fruisce oppure la incontra per caso. Anche nelle azioni di Polypolis in mezzo alla folla delle varie città europee, infatti, tra il disinteresse o l’incomprensione o anche il fastidio, emergevano sempre persone che si sintonizzavano col lavoro e cercavano il dialogo (e uno degli obiettivi di questo progetto era anche la reazione delle diverse città e delle diverse persone alla performance, con le loro differenze e le loro affinità).


Da parecchi anni realizzi performances rinchiusa in una scatola. Il volto triste che ti ha accompagnato per tutto questo tempo, si è liberato dal trucco, assumendo un'espressione più solare e giocosa. Da ostacolo fastidioso alle "Mummie vincenti" lungo le strade delle città di tutto il mondo, sei diventata una di loro, al mare, a Ferragosto, confusa nella massa e felice di esserlo. Perchè questo cambiamento?

Questo cambiamento è stato un percorso lungo e meditato. Mi sono resa conto via via che mi interessa sempre di più l’ambiguità, perché la vita è ambigua e le risposte sono molteplici e instabili. In Polypolis vi era un senso se vogliamo aggressivo e drammatico, di disagio e denuncia sociale. Un percorso di riflessione su tematiche ben precise e secondo punti di vista piuttosto dichiarati. Poi mi sono accorta che diventa molto più interessante mescolare le carte in tavola e aprirsi a un’ambiguità di punti di vista, soluzioni, proposte. Ho sentito il bisogno di riappropriarmi di quell’arma fondamentale che è l’ironia. E’ stato un percorso al tempo stesso personale e artistico, per non dire anche ‘epocale’, perché lo ritengo un’esigenza del nostro tempo e una sua caratteristica, almeno per quantp riguarda l’arte. In Rimini Rimini ho lavorato quindi anche sul lato ludico del nostro essere inscatolati, sull’ironia dell’assurdo/reale e sulle ambiguità che viviamo… ed emerge un sottile cortocircuito: ci accorgiamo di essere inscatolati? oppure lo scegliamo? oppure risulta infine che questa omologazione ci fa divertire e ci dà sicurezza? Le risposte sono aperte, e non mi interessa ora dare soluzioni. Anche in una performance molto recente, Possibility, ho ripreso la tematica di Via d’Uscita, ma rendendola ambigua e sospesa: sul mio corpo reale inscatolato si stagliano le immagini del video Via d’uscita dove, in un crescendo di liberazione e sfrenatezza, distruggo le scatole che mi bloccano, emergendone nuda e gioiosa. Il mio doppio del video si libera, ma il mio corpo reale della performance rimane imprigionato e sulla superficie delle sue scatole bianche si proietta la ‘virtualità’ del liberarsi. Se nel lavoro di Via d’uscita davo delle soluzioni e delle proposte, ora mi interessa mettere in gioco le ambiguità e le pagine aperte multidirezionali del nostro tempo.


4 Novembre 2002

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Liuba (1967) vive tra Milano e Bologna.
Web site:www.liuba.net


Mostre personali e performances:

2002
- ArtandGallery, Milano, Luoghi di concentramento, a cura di Manuela Gandini, esposizione e performance
- MAPP, Museo d’Arte Paolo Pini, Milano, installazione permanente, a cura di Marco Meneguzzo
- Accademia di Belle Arti, Bologna, performance e proiezione video, a cura di Barbara Ceciliato
- Milano, Centro Cittadino, Lo smog nero e i bambini in bianco, a cura di Manuela Gandini
- Centro civico, Marano S/P (MO), AlphaOmega, performance e video, per Emergency
- Centro Civico, Comune di Grottammare (AP), AlphaOmega, performance, a cura di Lucilio Santoni
– Sala Benjamin, Q.re Saragozza, Bologna, performance, in Exit6, a cura di C-Voltaire

2001 
- Salara, Bologna, Polypolis, videoinstallazione e performance, a cura di Pierluigi Capucci, Cafe9.net e Bologna 2000
- Palazzo Marini, Rosignano Marittimo (LI), Le mummie vincenti, esposizione e performance, a cura di Bruno Sullo
- Matchmusic Satellite, trasmissione ART TV, Via d’uscita, a cura di Fabiola Naldi 
- Contropiani, Bologna, Exit 5 - Roberto Vitali, Via d’uscita, performance, a cura di C. Voltaire e Fiorile Arte
- Spazio Logos, Festival de l’Unità, Modena, AlphaOmega, performance e video, a cura di Patrizia Silingardi

2000
 - Bruxelles, Avignone, Praga, Bologna, Polypolis, performance nelle capitali europee della cultura 2000 e streaming internet, a cura di Cafe9.net e  Bologna 2000
- Artissima , Lingotto, Torino, S-catenarsi, performance
- Zoom c/o Villa Serena, Bologna, Le mummie vincenti, esposizione e performance, presentazione di Roberto Vitali, rassegna a cura di Antonio D’Orazio
- Fiorile Arte, Bologna, Via d'uscita, videoinstallazione e performance interattiva, a cura di Patti Campani
- Esposizione on line sul sito: www.eterea.20m.com/Eventitemp.htm, a cura di Alberto Gallingani
- Fiorile Arte, Bologna, Le mummie vincenti, video, a cura di Roberto Vitali

1999
- C.R.T, Milano, Una mummia per la città, performance, in PoetAzione a cura di Nanni Balestrini e Michelangelo Coviello
- Galleria Avida Dollars, Milano, Percorso, esposizione e performance
- SeleArt 99, Novegro (MI), Liberazione, performance
- Imola (BO), Musica della pietà, performance, nella rassegna “Imola in musica”
- Hotel Forte Crest, San Donato (MI), Il guscio, performance

1998
- Viadana (MN), Prima Rassegna Internazionale di Performance, Galassie tra le nebbie, performance
- Praga Cafè, Bologna, esposizione e performance
- Circolo Culturale Bertolt Brecht, Milano, Liberazione, performance
- Galleria Cortina, Milano, S-catenarsi, performance
- Rosignano Marittimo (LI), performance e installazione a cura de La Casa dell’Arte
- Grotte di Rescia, Porlezza (CO), performance e installazione, a cura di Riccardo Lisi

1997
- Il campo delle fragole, Bologna, Passaggi, performance
- Teatro S. Salvatore, Bologna e Sala Estense, Ferrara, regia, scenografia e performance per lo spettacolo dei Viulàn
- Praga Cafè, Bologna, Oltre il limite, esposizione e performance

1996
- Teatro Dehon,  Bologna, Blossom,  esposizione e performance, a cura di Paolo Badini
- Teatro Out/Off, Milano, Blossom,  esposizione e performance, a cura di Mino Bertoldo
- Sant'Anna Arresi (CA), installazione nel centro cittadino e performance, in Percorsi '96, a cura di Ovidio Piras
- Praga Cafè, Bologna, Liberazione, azione e installazione multimediale

1995
- Asti, centro storico, Il linguaggio falta qualcosa, installazione, a cura di ufficio giovani artisti
- Sorano (GR), Liberazione, performance
- Perfomedia,  Ponte Nossa (BG), I mille volti di Dio, performance, a cura di Emilio Morandi
- Castel S.Pietro Terme (BO), Uomo del mio tempo, performance, a cura di Anna Boschi e i Santini del Prete
- Bologna, centro storico, Srotolarsi nella città, performance, in Percorsi nella città fantasma, a cura di Liuba e Paolo Badini.

1994
- Portici di San Luca, Bologna, Pellegrinaggio artistico multimediale, performance

 1993
- Villa delle Rose, Bologna, installazione, a cura di Gianni Venturi
- Centro d’arte Masaorita, Bologna, Vicolo Bolognetti, Bologna, Open Art Cafè, Lissone (MI), La Margherita dai petali colorati, performance multimediale con musiche di Gaby Bulltmann
- Bloom,  Mezzago (MI),  Poesia sonora d’improvvisazione, con Gianni Venturi
- Centro d’arte Masaorita, Bologna e Laboratorio d’arte Lo Specchio di Dioniso, Bologna. ll ranocchio rosso e le fragole, performance multimediale con musiche di Nicola Cursi.

 

Principali esposizioni collettive:

 2002
- Chiesa e Castello di Andora (SV), IX Biennale d’arte contemporanea, a cura di Giorgio Bonomi
- Villa Lais Biblioteca del municipio, Roma, Due molte tante mani per i diritti umani, esposizione e performance
- Milano, ArtandGallery, Luoghi di concentramento, a cura di Manuela Gandini
- Comune di Andora, IX Biennale d’Arte Contemporanea Paraxo 2002, a cura di Giorgio Bonomi
- Bologna, Sala Benjamin, Exit 6, a cura di C.Voltaire

2001
- Contropiani, Bologna, Exit 5 – Roberto Vitali, collettiva, a cura di G. Pedullà, P. Campani, R. Fanti, G. Buttaro
- Castello Visconteo, Pavia, Arte giovane europea, a cura di Elena Pontiggia e Rossana Bossaglia
- O Artoteca, Milano, I miei migliori amici, a cura di Vegetali ignoti
- Circolo Cult. Bertolt Brecht, Milano, No stop video d’autore
- Rivolta d’Adda (CR), Contemporanea-mente, a cura della Galleria Avida Dollars

2000
- Centro Cultura Navile, Bologna, Exit4, collettiva, a cura di C. Voltaire
- Aut Aut, videoinstallazione, nella rassegna Arte Video Tv 2000, Bologna, Giardini di Villa Serena, a cura di Carlo Terrosi
- Galleria Internazionale, Milano, Sei donne, collettiva e performance, a cura di Franco Migliaccio

1998
- Circolo Culturale Bertolt Brecht, Milano, Esperienze. Parole, colore, materia, a cura di Franco Migliaccio
- Galleria Bertand Kassel, Innsbruck (A)
- Centro Culturale Sassetti, Milano

1997
- Comune di Corsico (Mi), rassegna estiva, installazione e performance
- Campo delle fragole, Bologna, Exit, a cura di C-Voltaire

1996
- Castello Pasquini, Castiglioncello (LI), Poeti in visione, collettiva e performance, a cura di Bruno Sullo
- Tunnel d'Arte, Porlezza (CO), collettiva e performance, a cura di Michela Mantovani

1995
- Galleria Avida Dollars, Milano, Contemporanea-mente II
- Galleria Saga II, Copenaghen (DK), Ambiguo. 6 Italienske Kunstnere

1994
- Centro giovanile Comunale, Budrio (BO), Giovani artisti bolognesi
- Galleria Avida Dollars, Milano, Contemporanea-mente

1993
- Vicolo Bolognetti, Bologna,Via Irnerio 53. Evento collettivo di pittura, performance e poesia
- Spazio arti visive F.lli Rosselli, Bologna, Cinque giovani artiste
- Centro Civico, Q.re Borgo Panigale, Bologna, Alla ricerca della margherita, mostra collettiva su una fiaba di Liuba

1992
- Open Art Cafè, Lissone (MI), Trenta artisti per Harta


Video:
Le mummie vincenti, Italia 1999, colori 13’10’’
Performances, Italia, 2000, colori, 18’15’’
Via d’uscita, Italia, 2000, colori, 13’00’’
Polypolis Brussels, Italia, 2000, colori, 11’20’’
Polypolis Bologna, Italia, 2000, colori, 13’10’’
Polypolis Avignon, Italia, 2000, colori, 9’30’’
Polypolis Prague, Italia, 2000, colori, 13’00’’
Parto per AlphaOmega, Italia, 2001, colori, 3’15’’
AlphaOmega, Italia, 2002, colori, 5’30’’
Polypolis Frankfurt, Italia, 2002, colori, 8’3“


Bibliografia essenziale:
-“Liuba” di Fabiola Naldi, Juliet, n° 105, dec. 2001 – jan. 2002
-“Liuba” Tracce, anno 5 n° 10 - 2002
- “Il corpo messo a nudo, anche”, di Giorgio Bonomi, Titolo, n°36 – anno XII – autunno 2001
-“Le mummie vincenti di Liuba”, Il tirreno, 27 settembre 2001
-“Le mummie vincenti” di Bruno Sullo, presentazione mostra, Palazzo Marini, Comune di Rosignano Marittimo ( LI), 29 settembre – 14 ottobre 2001
-“Il messaggio artistico delle giovani generazioni” di Rossana Bossaglia, catalogo della mostra Pavia Giovane Arte Europea, Castello Visconteo, Pavia, 8 – 30 settembre 2001
-“Liuba, sense and sensibility” di Bruno Sullo, presentazione catalogo mostra personale Polypolis, Salara, Bologna, 15 – 18 marzo 2000
-Stefania Carrozzini, presentazione catalogo mostra personale Polypolis, Salara, Bologna, 15 – 18 marzo 2000
-“Vite inscatolate in un inutile valzer”,  Il Domani, Cultura e Spettacoli, 15 marzo 2001
-“Salara a tutta performance”  Il Resto del Carlino, 15 marzo 2001
-“Polypolis, i video di Liuba”,  La Repubblica, 15 marzo 2001
-“Mummie vincenti di una nuova metropolys” di Fabiola Naldi, ART TV, match music satellite, 23 febbraio 2001
-“Polypolis” di Pierluigi Capucci, Cafe9.net, settembre 2000
-“Oscillazioni”, catalogo Festival della performance, Firenze, 22 – 23 luglio 2000
-“Aut Aut”, di Omar Vici, presentazione della videoinstallazione in ArteVideoTv, Bologna, Villa Serena, giugno 2000
-“Via d’uscita” di Patti Campani, presentazione della mostra, Fiorile Arte, Bologna, 6-19 maggio 2000 
-Le mummie vincenti, di Roberto Vitali, recensione della mostra su Zero in condotta, dicembre 1999
-“Festival estivo dell’Arte Definit-iva”, Toscana delle culture, estate 1999
-“S-CATENARSI Arte e performance”, su Il Corriere della Sera,  23 dicembre 1998
-“Azione- performance”, La Repubblica, 23 dicembre 1998
-ESPERIENZE – Parole, colore, materia”,di Franco Migliaccio, presentazione della mostra, circolo culturale Bertolt Brecht, Milano, 23 marzo –3 aprile 1998
-“Liuba Picini, teatro Out Off”, La Repubblica, 20 febbraio 1996
-“Teatro Out Off – Liuba Picini”, su Il corriere della sera, 20 febbraio 1996
-“Natura, gioco, sensualità, forme primitive” di Michela Mantovani, catalogo della mostra Tunnel d’Arte, Porlezza (Como) 29 giugno – 14 luglio 1996
-“Liuba Picini. Le parole – le immagini- il sentimento” di Attilio Fortini, presentazione della mostra, Torre civica di Sarnico (BS), luglio 1996
-“Liuba Picini” di Bruno Sullo, catalogo della mostra, Castello Pasquini, Castiglioncello, (LI), 20 gennaio-4 febbraio 1996
-“Blossom” di Paolo Badini, presentazione della mostra, Teatro Dehon, Bologna, 9 gennaio – 9 febbraio 1996
-“Esposizione di Liuba Picini”, su La Repubblica Bologna, 9 gennaio 1996
-“Milano: Cento Artisti sulla strada, contemporaneamente” di Andrea Sola, Pandora, ottobre 1994
-“Pellegrinaggio poetico”, Il Resto del Carlino, 8 settembre 1994
-“L’arte? Un aspetto di questo mondo”, Il Cittadino, 4 dicembre 1993
-“Lissone – Harta”,  Il Corriere della Sera, 17 dicembre 1993
-“Spazio Arti visive Fratelli Rosselli”,  Harta, n° 22, recensione della mostra,dicembre 1993
-“Bestie Uomini e Dei”, Harta, n° 22, rassegna Bologna Sogna a Villa della Rose, dicembre 1993
-“Bologna, via Irnerio 53”, Harta n° 21,recensione della mostra, marzo 1993