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"Polaroid", 2003
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"Polaroid", 2003
"Polaroid", 2003
"Polaroid", 2003


di Luca Panaro


Guardando le polaroid che fai ogni giorno, tante da doverle contenere in una valigetta, mi viene da farti la domanda più banale che si possa fare. Perché fotografi?

Per accrescere la capienza del mio disco fisso, espandere la ram della mia memoria...la parola giusta è immortalare (rendere immortale ed eterna la memoria di qualcuno o di qualcosa)...penso per un attimo alle centinaia di polaroid e per ognuna provo un sentimento, un'emozione che non verrà sbiadita dagli anni e le sfumature di queste si riempiranno progressivamente di una felice malinconia. La vita ci passa davanti come una polaroid, fotogrammi di ricordi, istantanee di vita vissuta, contenitori di emozioni [felicità tristezza amicizia amore odio stupore sorpresa impassibilità noia dolore e ancora, sicurezza angoscia benessere allegria paura]. Le polaroid sono semplicemente immagini che fanno parte della mia vita come io della loro, senza pretese di tecnica e di falsità, sono vita, vita vera al 100%. Racchiudere in uno scatto immagini, sensazioni, odori, sentimenti, suoni e poterli vedere nell'immediato, gustarne il sapore, attendere con impazienza l'evoluzione dello sviluppo che progressivamente intaglia le curve dell'immagine rivelandone luci e lati oscuri. Da quel primo "imprinting" non ti potrai mai più liberare.

Questa è la tua prima esposizione. La prima volta che fai vedere le tue immagini a persone che non siano quelle che frequenti quotidianamente. E' imbarazzante rendere pubblica la propria vita?
Nessun imbarazzo, [perchè pensi che dovrei?] anzi, sinceramente vedo questa esposizione come un riconoscimento per tutte le persone ritratte nelle mie foto, un sottile desiderio di confronto tra me stessa, le persone dei ricordi e "l'esterno".

Perché, nonostante l'avvento del digitale, continui a preferire la polaroid?
La polaroid è vera, immediata, schietta e soprattutto unica. La puoi toccare, annusarne la chimica, vedere il lento progredire delle forme, godere della sua immediata schiettezza. Lo scatto in digitale è sì immediato ma più falso e freddo, è figlio legittimo di questa società frenetica, del tipo scatti, scarichi, elimina e vai....Per certe applicazioni sicuramente è indispensabile ma non certo per un album di ricordi di vita vissuta [confesso lo utilizzo anch'io, sporadicamente]. La caratteristica fondamentale e che più mi affascina è l'unicità della polaroid, l'assenza del negativo la rende estremamente positiva [ah ah ah, che ridere], ineguagliabile ed irriproducibile come ogni giorno vissuto e ogni persona incontrata sulla strada. ni giorno vissuto e ogni persona incontrata sulla strada.

27 agosto 2003
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Enrica Lodi è nata nel 1976 a Carpi dove vive e lavora