di
Simona
Giovani
La
fotografia oggi è uno dei mezzi più utilizzati dai giovani
artisti, nelle fiere e nelle manifestazioni dedicate allarte contemporanea.
La fotografia, realizzata ed elaborata anche con nuovi strumenti digitali,
sembra prevalere rispetto alla pittura. Per un giovane fotografo cosa
significa guardare il mondo attraverso lobiettivo di una macchina
fotografica?
E'
un mezzo disponibile, aiuta a riconsiderare l'ovvietà delle cose.
Il mezzo fotografico può essere utilizzato per cogliere e
documentare la realtà che ci circonda oppure può rappresentare
emozioni e luoghi della mente e dellanima. Nella tua opera la
visione oggettiva si alterna con quella soggettiva, luna non prevale
sullaltra. Cè una particolare esigenza di far dialogare
gli opposti?
Non sento l'esigenza di dare personale rappresentazione, venero
fotografi come Robert Frank o William Klein dove la loro interpretazione
è tanto intelligente che sembra non esistere nell'immagine.
Viviamo in una società che sempre più spesso riduce
gli spazi e i tempi personali, e trasforma lintimità e
la privacy in spettacolo. Larte in che modo viene influenzata
da una società che trasforma e utilizza tutto in merce da consumare
voracemente: simboli, valori, idee, miti, icone?
L'arte, penso sopravviverà alla mercificazione della nostra
società, se non altro perchè non si sa nemmeno cosa sia
realmente. S.Tommaso pensava che l'unica bellezza la si potesse trovare
attraverso la conoscenza (Pulchrum), ma, quest'ultima, oggi ci appare
cagionevole, tanto che, appoggiando un indugio conservatore, mi dà
a pensare a un futuro non-inciso, non-conosciuto, perciò non-bello.
Se l'erudita arte, come arte, fosse davvero una lente d'ingrandimento
sulla società, fosse davvero un mezzo disponibile d'indagine,
l'arte che vedremmo sarebbe non-bella. Il linguaggio della descrizione
come metafora rappresentativa, che la genesi artistica ha tracciato
fino ad oggi, declinerebbe nell'illusione dell'oggettività, a
questo punto, tramontato il pensiero filosofico dell'occhio di Dio sull'artista,
non resterebbe che dare la colpa alla voracità del consumismo.
Con il tuo lavoro racconti, in trentasei scatti fotografici, momenti
unici ed irripetibili, attimi carichi di tensione e momenti di attesa
legati al tema della nascita (quella della tua bambina). Cosa ti ha
spinto a celebrare un momento così particolare della tua vita?
Duane Michals in trentasei scatti raccontava la storia di persone che
non conosceva, io ho raccontato quella di una che non conoscevo ancora.
30
aprile 2003
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Gabriele Melloni
è nato il 6 aprile 1978 a Modena dove vive e lavora.