di
Antonella Tricoli
Il lavoro
presentato alla Festa dellUnità può essere considerato
un unicum oppure fa parte di una ricerca più ampia?
Quando
inizia una ricerca non si sa mai dove può arrivare e, paradossalmente,
unidea chiara, che sembra di veloce sviluppo, a volte si trasforma
in una ricerca di anni. Il Festival ed i tempi limitati rappresentano
un incentivo ad approfondire immediatamente il lavoro ma non posso dire
che questo sia un lavoro commissionato, piuttosto è una tematica
che sento molto vicina.
Quanto influisce lesperienza quotidiana sulle tue scelte artistiche?
Io credo che la vita che vivo giorno per giorno, il luogo in cui
abito, la gente che frequento e il grado di cultura che possiedo, siano
determinanti per il mio lavoro. Non credo di fare altro
che cogliere con lo sguardo tutto ciò che mi circonda
e trasferirlo in unimmagine che rappresenta il mio "essere".
La sensibilità, il sentimento, mi permettono di percepire certe
situazioni, di sentire il desiderio o la necessità di esprimerle
filtrandole con il cuore.
Come descriveresti, anche attraverso metafore, i colori e il taglio
delle tue fotografie?
Le mie fotografie sono Colore in tutte le sue gradazioni. Posso
utilizzare colori forti e accesi, in questi casi essi diventano protagonisti
influendo sullo stato d'animo umano; se le tinte sono tenui, pastellate,
il colore diventa un mezzo delicato per esprimere un sentimento, se
sono seppiate limmagine ha un sapore evocativo di
tempi passati. Io fotografo esclusivamente a colori perché ritengo
sia uno strumento espressivo molto forte, che allo stesso tempo
- può restituire la realtà, oppure creare
forme astratte. Le possibilità di intervento sono infinite, proprio
come le potenzialità del linguaggio fotografico.
Si può parlare di unevoluzione rispetto alle Polaroid?
Credo di sì. Certamente le Polaroid rappresentano un momento
molto importante nella mia ricerca. Non le ho ancora abbandonate perché
sono il mio primo amore! Cè stata evoluzione perché
cè la voglia di sperimentare nuove possibilità di
comunicazione attraverso altri materiali e altri mezzi. Pellicole tradizionali,
medio formato, panoramiche: mezzi diversi per esprimere emozioni diverse.
La mia evoluzione consiste nel superamento di una tecnica che conosco
benissimo, e che mi consente di esprimere sempre e solo il medesimo
concetto, nella volontà di scoprire nuove strade di ricerca.
Progetti futuri?
Progetti futuri ? Vorrei continuare ad utilizzare questo formato
panoramico che mi affascina molto. Proseguirò nello studio, poi
chissà... dipende dal mio animo...
14 luglio 2003
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Andrea Razzoli è nato nel 1965 a Modena, dove vive e lavora.