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"OLTRE LA LUCE", 2003
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"OLTRE LA LUCE", 2003
"OLTRE LA LUCE", 2003"OLTRE LA LUCE", 2003


di Antonella Tricoli


Il lavoro presentato alla Festa dell’Unità può essere considerato un unicum oppure fa parte di una ricerca più ampia?
Quando inizia una ricerca non si sa mai dove può arrivare e, paradossalmente, un’idea chiara, che sembra di veloce sviluppo, a volte si trasforma in una ricerca di anni. Il Festival ed i tempi limitati rappresentano un incentivo ad approfondire immediatamente il lavoro ma non posso dire che questo sia un lavoro commissionato, piuttosto è una tematica che sento molto vicina.

Quanto influisce l’esperienza quotidiana sulle tue scelte artistiche?
Io credo che la vita che vivo giorno per giorno, il luogo in cui abito, la gente che frequento e il grado di cultura che possiedo, siano determinanti per il mio ‘lavoro’. Non credo di fare altro che ‘cogliere con lo sguardo’ tutto ciò che mi circonda e trasferirlo in un’immagine che rappresenta il mio "essere". La sensibilità, il sentimento, mi permettono di percepire certe situazioni, di sentire il desiderio o la necessità di esprimerle “filtrandole con il cuore”.

Come descriveresti, anche attraverso metafore, i colori e il ‘taglio’ delle tue fotografie?
Le mie fotografie sono Colore in tutte le sue gradazioni. Posso utilizzare colori forti e accesi, in questi casi essi diventano protagonisti influendo sullo stato d'animo umano; se le tinte sono tenui, pastellate, il colore diventa un mezzo delicato per esprimere un sentimento, se sono ‘seppiate’ l’immagine ha un sapore evocativo di tempi passati. Io fotografo esclusivamente a colori perché ritengo sia uno strumento espressivo molto forte, che – allo stesso tempo - può ‘restituire’ la realtà, oppure creare forme astratte. Le possibilità di intervento sono infinite, proprio come le potenzialità del linguaggio fotografico.

Si può parlare di un’evoluzione rispetto alle “Polaroid”?
Credo di sì. Certamente le Polaroid rappresentano un momento molto importante nella mia ricerca. Non le ho ancora abbandonate perché sono il mio primo amore! C’è stata evoluzione perché c’è la voglia di sperimentare nuove possibilità di comunicazione attraverso altri materiali e altri mezzi. Pellicole tradizionali, medio formato, panoramiche: mezzi diversi per esprimere emozioni diverse. La mia evoluzione consiste nel superamento di una tecnica che conosco benissimo, e che mi consente di esprimere sempre e solo il medesimo concetto, nella volontà di scoprire nuove strade di ricerca.

Progetti futuri?
Progetti futuri ? Vorrei continuare ad utilizzare questo formato panoramico che mi affascina molto. Proseguirò nello studio, poi chissà... dipende dal mio animo...

14 luglio 2003


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Andrea Razzoli è nato nel 1965 a Modena, dove vive e lavora.