di Luca Panaro
Osservando
i tuoi quadri è inevitabile notare una forte componente fotografica
che li contraddistingue. L'occhio che rivolgi al mondo, è un
occhio allenato a guardare dentro al mirino della fotocamera, a scegliere
l'inquadratura con attenzione, a giocare sulla sfocatura dei particolari
e a bilanciare i colori con estrema cura. Come si inserisce la fotografia
nella realizzazione delle tue opere pittoriche? Potresti farne a meno?
Nel mio lavoro uso la fotografia come strumento per dipingere, più
precisamente per fissare con maggiore attenzione la visione del soggetto
che suscita in me quel particolare tipo di emozione e che trasmetto
attraverso una pittura eseguita con molta cura. Non sono in grado di
asserire se potrei fare a meno della fotografia. Di essa conservo sulla
tela solo quegli elementi ritenuti essenziali per il dipinto, in modo
che l'opera si possa appropriare di una migliore sintesi formale. Così
nascono i miei quadri, dalle atmosfere sfocate sottolineate dal fascino
delle linee naturali dei soggetti, raffiguarati con armonia di colore.
La pulizia formale che traspare dai tuoi lavori, la tendenza ad isolare
l'oggetto-soggetto scelto da tutto ciò che possa inquinare la
minimale bellezza che gli appartiene, fa pensare a una tua parentela
con il mondo della grafica pubblicitaria. Ti offende questo paragone
oppure pensi che arte e grafica nel mondo attuale possano contaminarsi
vicendevolmente?
Nel mio rapporto con l'immagine prevale sempre l'esigenza di conferire
all'insieme una pulizia formale che nasce da un bisogno interiore -
e dal modo stupito e giocoso con cui agisco rispetto alle cose che mi
circondano - che desidero far rivivere nella mia pittura. Sicuramente
sono affascinato da moltissime cose come la musica, il cinema, il racconto,
la pubblicità e con essa la grafica, di cui apprezzo l'aspetto
di sintesi che è la linea di forza del suo comunicare. In qualche
modo la grafica coincide con le esigenze pittoriche che riflettono il
mio modo di lavorare (pochi elementi e pochi colori). In ogni caso non
disdegno affatto le contaminazioni, inevitabili nella vita contemporanea.
Un lavoro di ricerca come il mio non può che misurarsi continuamente
con altri strumenti di comunicazione, in considerazione del fatto che
non esistono più delle nette linee di demarcazione.
L' arte contemporanea riscontra purtroppo una grande difficoltà
nel comunicare il proprio messaggio. Spesso la responsabilità
di questa mancanza di comunicazione con l'esterno, è di coloro
che invece dovrebbero suggerire delle chiavi di lettura, utili alla
comprensione della ricerca artistica del singolo. Pensi che i tuoi quadri
siano facilmente accessibili al grande pubblico?
Ho sempre pensato di proporre quadri comprensibili, per questo preferisco
dipingere soggetti che non trasmettano messaggi da decifrare ma che
mostrino immagini note a chiunque. Sono per lo più oggetti che
suscitano emozioni legate al piacere delle cose semplici, come una gomma
da matita, una giostrina o un pallone da calcio. Oggetti che riguardano
la memoria di tutti, e che una volta dipinti riescono a trasmettere
emozioni, lasciando riaffiorare quei piacevoli momenti che toccano i
cuori bambini.
Cupra
Marittima, 20 settembre 2002
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Giuseppe Restano è nato nel 1970 a Grottaglie (Ta), vive e lavora
a Firenze
Istruzione
1984-1989 istituto statale d'arte grottaglie(ta)
1991-1996 accademia belle arti sez. pittura firenze
Personali
2002 'untitled' PLACENTIA ARTE CONTEMPORANEA Piacenza
2000 'fouryouths' franco marconi cupramarittima(ap)
1999 'pittura pittura' STAProject firenze
Collettive
2002 'by pass' monteprandone(AP)
2001 'memories' studio ercolani bologna
2001 'il senso e la misura' pescheria pesaro
2000 'red and white' stamperie dell'arancio grottammare(AP)
2000 'tecnica mista' galleria la corte firenze
1999 'artefiera' galleria gentili bologna
1999 'i giochi e le fiabe' città s.angelo(pe)
1999 'fringefestival' stazione Leopolda firenze
1999 'entropia' galleria spaziotempo firenze
1999 'godimenti d'arte' città s'angelo (pe)