"Cornici" (dagli archivi delle "Raccolte fotografiche modenesi Giuseppe Panini", 2003
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"Cornici" (dagli archivi delle "Raccolte fotografiche modenesi Giuseppe Panini", 2003
"Veil of paper", 2002
"Retrò", 2001
"Catarsi", 2000"Le stanze di Berenice", 1999

di Luca Panaro


Iniziamo dalle "Le stanze di Berenice"
. Cosa rappresentano questi fotogrammi?
Fanno parte di una serie di lavori che ho iniziato a Berlino e che mi hanno fatto vincere il concorso Iceberg, promosso dal comune di Bologna. Sempre con immagini della stessa serie ho anche partecipato alla Biennale dei Giovani Artisti a Roma. Il progetto nasce dalla passione per i vecchi album fotografici comprati nei mercatini dell'usato. Album che racchiudono vite umane, attimi quotidiani di persone anonime, il cui ricordo fotografico è stato abbandonato. Ho incominciato così ad esporre queste foto, anche se in un primo momento il lavoro mi sembrava troppo impersonale. Infatti andavo ad agire su fotografie che parlavono di persone sconosciute, erano fotografie "oggetto", ready-made.
Con "Le stanze di Berenice" invece sono passata dalle fotografie "oggetto" a fotografare gli oggetti. Se prima riportavo ad una sfera privata il materiale fotografico reperito in un luogo pubblico, ora mostro pubblicamente oggetti appartenenti ai miei affetti famigliari. Infatti "Le stanze di Berenice" sono le stanze appartenute alla mia bisnonna Berenice, che sono state conservate dalla mia famiglia come lei le aveva lasciate. Sono oggetti "sacri" che evocano la memoria di Berenice. Attraverso queste "reliquie" la mia bisnonna continua a vivere tra le pareti domestiche della sua abitazione.

Parlami di "Catarsi".

E' stata una cosa folle. "Catarsi" è un'azione performativa che ho realizzato a Modena qualche anno fa. Ho raccolto tutte le mie foto - dal giorno della nascita fino a quelle scatte la sera prima dell'esposizione - e poi le ho stracciate spargendole disordinatamente sotto il portico.

Per quale motivo?

Lo scopo era quello di creare un' interazione con il pubblico, il quale veniva invitato a ricomporre le immagini stracciate ricostruendo la mia vita come se fosse un grande puzzle. Ogni immagine ricomposta pazientemente veniva poi affissa alla parete.

Con il titolo "Catarsi" intendevi esprimere uno sfogo liberatorio provocato dal rivedere le immagini del tuo passato?
Non esattamente. Catarsi sarebbe l'italianizzazione un pò storpiata del termine dialettale "cateres", ovvero incontrarsi.

Le fotografia di famiglia sembrano essere il comune denominatore del tuo lavoro. In "Retrò" (2001) hai esposto immagini "trovate" delle quali hai mostrato il retro. In "Veil of paper" (2002) hai posto l'attenzione sulle veline di tessuto o di carta che proteggono le fotografie negli album. In "Cornici" (2003), questo tuo ultimo progetto, su cosa hai voluto riflettere?
Questi ultimi tre lavori si possono considerare una riflessione unica su ciò che sta intorno alla fotografia, che la rende ricordo, feticcio delle persone a cui appartiene. Le cornici, le foto incorniciate che si trovano in ogni casa, sono pesanti nel loro essere, nel lavoro sono leggere e friabili, di una consistenza quasi nulla, come un’ostia.

Carpi, 31 luglio 2003

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Elisa Turchi è nata nel 1975 a Carpi dove vive e lavora.