Lo
Psicologo in ospedale pediatrico come prevenzione del disagio psicofisico
in etý evolutiva -
di Silvia Di Giuseppe (A.O. Salesi, Ancona) |
L'assistenza
psicologica nella malattia pediatrica: il diabete mellito insulinodipendente.
-
di Cristina Alessandrelli e Silvia di Giuseppe (A.O. Salesi Ancona) |
"Allenarsi
al coraggio". Programma psico-educativo per la preparazione all'intervento
chirurgico
di Maria Grazia Foschino Donatella Loiacono Monica Carbonara Settore di Psicologia, Azienda Ospedaliera "Di Venere-Giovanni XXIII" Bari |
. |
1)
LO PSICOLOGO IN OSPEDALE PEDIATRICO COME PREVENZIONE DEL DISAGIO PSICOFISICO
IN ETA EVOLUTIVA
di S.Di Giuseppe
(Pubblicato su Quaderni di Psico-in: "Modelli di intervento
dello psicologo in ospedale, confronto di esperienze"; a cura di Roberto
Ferretti e Maria Virginia Gentili. Il volume puo' essere richiesto all'Ordine
Degli Psicologi delle Marche, Corso Stamira 29, Ancona. Tel.071/2072630
Fax 071/2081006)
SOMMARIO
Lapproccio relazionale-sistemico costituisce la nostra teoria epistemologica
di riferimento per losservazione dellevento malattia nel contesto familiare
ed in quello ospedaliero. Il processo di ipotizzazione sistemico tiene
infatti presente il sovrapporsi di significati e motivazioni differenti
nella diagnosi e la cura medico-psicologica dellevento malattia. Lo psicologo
relazionale Ë consapevole della complessitý dei sistemi interagenti
tra loro e della necessitý di ricercare un "pattern which connect"
che faccia da sfondo al suo lavoro in ospedale. Devono poi essere identificati
gli strumenti e metodi efficaci per agevolare lincontro tra medico e psicologo,
tra diagnosi e famiglia, con lobbiettivo di sollecitare negli adulti una
visione integrata del bambino, non pi˜ irrimediabilmente scisso
tra mente e corpo.
I PRESUPPOSTI DELLA CONSULENZA PSICOLOGICA
La prassi psicologica ha spesso confuso i concetti di diagnosi e terapia,
mentre la differenza Ë netta ed ovvia. La consulenza psicologica
deve quindi contenere sia una definizione diagnostica che una proposta
terapeutica concernente il disagio psicologico presentato dal paziente.
Nel rispondere ai quesiti diagnostici posti dal medico lo psicologo cerca
invece di coniugare la classificazione psicopatologica e psichiatrica con
i significati intrapsichici e quelli relazionali, per restituire un nuovo
significato al disturbo somatico ed aiutare la famiglia a comprendere e
gestire diversamente i problemi fisici e psichici del figlio.
Occorre inoltre distinguere, come Wynne e coll.( 1988) hanno evidenziato,
tra consulenza familiare e consulenza sistemica: nella prima
Ë la famiglia ad essere oggetto della consulenza, nellaltra
lo sono gli operatori del presidio sanitario o dei servizi socioassistenziali.
Riteniamo che la consulenza psicologica in ospedale debba necessariamente
operare su entrambi i livelli sistemici, come giý evidenziato dallapproccio
biopsicosociale di Engel (1980) e quello Ecosistemico di Auerswald ( ).
Questi hanno ben evidenziato la necessitý che il clinico identifichi
tutti i livelli sistemici rilevanti per il caso in esame, nellobbiettivo
di lavorare con questi per la sua soluzione. Il processo della consulenza
familiare ad orientamento relazionale implica quindi linventario dei sistemi
interagenti intorno al sintomo del bambino:
1) la famiglia;
2) lÈquipe medica con le sue dinamiche interattive;
3) i contesti sociofamiliari satelliti intorno alla famiglia.
Strumenti operativi per la consulenza sono sia il processo informativo
per la formulazione della diagnosi relazionale, sia la costruzione di una
relazione "collaborativa" tra operatori e famiglia. Allinterno di questa
"cornice" si cerca di attivare uno scambio efficace sulla visione del problema
e sul come tecnicamente procedere nel lavoro medico-psicologico.
La consulenza non prevede invece, per sua definizione, il trattamento
del sintomo e quindi la formulazione di specifiche ipotesi e interventi
relazionali, demandando questa parte al contesto della psicoterapia.
IL CONTESTO OSPEDALIERO
La richiesta di consulenza psicologica. In ospedale Ë motivata
dalla frequente difficoltý dellÈquipe medica nel fornire
una risposta diagnostica e terapeutica al bambino malato: viene quindi
richiesta sia unintegrazione al proprio operato sia laiuto per contenere
le ansie genitoriali.
Il ricovero ospedaliero, nel sua natura ansiogeno, costituisce invece
un contenitore efficace per le ansie familiari nei disturbi ad eziologia
psicosomatica. Lospedale Ë anche il luogo dove la malattia del
bambino, organica o funzionale, inizia a strutturarsi in una realtý
concreta.
Le implicazioni patogenetiche nascono dal confluire della rete di significati
preesistenti nella famiglia con le immagini e le fantasie sollecitate dal
medico e dal contesto ospedaliero. Il mito familiare del bambino "delicato
di salute" diventa, ad esempio, il terreno fertile per accreditare limmagine
di un bambino "malato" cronicamente, intorno al quale stabilizzare quindi
i giochi relazionali dei familiari.
IL PEDIATRA E LO PSICOLOGO
La richiesta di consulenza pone innanzitutto la necessitý di
sviluppare un canale comunicativo pervio con il medico pediatra. La relazione
tra queste due figure professionali non Ë caratterizzata da frequente
simmetria e squalifica come avviene spesso tra psichiatra e psicologo.
In questi casi la differenza di competenze e di ambiti operativi favorisce
la costruzione di relazioni equilibrate, dove lunica difficoltý
Ë conciliare il linguaggio medico, lineare, concreto e riduzionista
con quello psicologico,metaforico, circolare, e talvolta forse anche aleatorio
ed indimostrabile.
IL METODO DELLA CONSULENZA
Il metodo che si sviluppa da questi presupposti intende integrare una
diagnosi individuale del bambino, effettuata mediante materiale psicodiagnostico
di vario tipo, con il processo di ipotizzazione sistemico avviato con lintervista
semi-strutturata alla famiglia e le informazioni raccolte presso il medico
inviante.
I risultati di queste osservazioni svolte con strumenti differenti
vengono integrati e connessi tra loro nella sintesi scritta che viene consegnata
alla famiglia, di solito assieme ad un colloquio finale, nella forma di
una relazione clinica inviata anche al medico curante e conservata in cartella
clinica.
Il metodo dindagine cosÏ organizzato permette di avere alcuni
dati oggettivi per scambiare informazioni con il medico e con i genitori,
tenuto presente che il linguaggio medico e non altri i genitori hanno scelto
di ascoltare e capire venendo in ospedale.
Tab. I
Le fonti di informazione della Consulenza Psicologica
LA PSICODIAGNOSI INDIVIDUALE ED I SIGNIFICATI RELAZIONALI
Sono stati studiati vari protocolli dindagine psicodiagnostica, anche
a scopo di ricerca. Uno studio condotto su circa 100 soggetti con obesitý
essenziale ha utilizzato ad esempio un protocollo dindagine che includeva:
la scala WISC-R, due rating-scale per valutare la presenza di tratti ansiosi
e depressivi, un questionario per il profilo di personalitý, un
questionario per latteggiamento educativo della madre. La consulenza psicologica
con sospetti disturbi psicosomatici comporta invece sia materiale obiettivabile
(test ansia, depressione ecc) che materiale proiettivo. E stato anche
utilizzato anche il FACES III di Olson per la valutazione delladattabilitý
e la coesione familiare.
DATI RELATIVI AD OLTRE 8 ANNI DI ATTIVITA
Sono state contabilizzate 866 consulenze interne allospedale. La percentuale
di maschi e femmine risulta quasi uguale. Differenze di genere sono invece
presenti nella distribuzione di frequenza di alcuni gruppi di disturbi.
Se Ë vero che lAnoressia Nervosa Ë pi˜ frequente
nelle femmine, il 77% nel nostro campione, non Ë altrettanto ovvio
il fatto che il Disturbo dAnsia Ë presente nelle femmine nel 64%
e solo nel 36% nei maschi; i disturbi del tratto gastroenterico (morbo
di Chron, gastriti) si osservano nelle femmine nel 62% dei casi, solo nel
36% dei maschi; i disturbi dermatologici (prurito, psoriasi, alopecia)
nel 62% di pz. femmine e solo nel 38% dei maschi. Altri disturbi dellarea
gastroenterica, come la sindrome dei Dolori Addominali Ricorrenti, i Disturbi
della Nutrizione, dellUmore e del Sonno, del Controllo (enuresi), Obesitý
ed altre appaiono invece equamente distribuiti.
La differenza torna evidente nelle Cefalee, presenti nel 75% dei maschi e nel 25% delle femmine, i Disturbi da tic, diagnosticati nel 71% dei maschi e nel 29% nelle femmine, la Balbuzie presente nel 67% dei maschi e nel 33% delle femmine. E interessante notare come, a conferma dei dati nazionali sullabbandono scolastico, lo scarso rendimento scolastico ed i disturbi della condotta si riscontrano nel 64% dei maschi e solo nel 36% delle femmine.
CONCLUSIONI
Come si puÚ vedere la consulenza viene richiesta sia per la
diagnosi differenziale dei disturbi psicosomatici, dove la componente psicologica
appare scatenante per il sintomo, ma anche nelle malattie organiche in
cui la componente psicologica costituisce invece un fattore copresente,
ma ugualmente significativo per la buona conduzione generale della malattia,
specie la patologia cronica come lasma, o quelle pi˜ gravi e letali
come la fibrosi cistica, la malattia oncologica, ed alcune sindromi genetico-malformative.
In questi casi appaiono rilevanti per lequilibrio psichico del bambino
e dei suoi familiari le disfunzioni relazionali e gli stress affettivi
dei singoli individui preesistenti allevento malattia, cosÏ come
ha peso la storia familiare passata sugli eventi attuali, le aspettative
degli adulti sui figli, le complicanze create dallinserimento scolastico
e sociale, le difficoltý degli interventi riabilitativi per la malattia.
Riteniamo quindi che la consulenza psicologica costituisca unoccasione
privilegiata per un incontro della famiglia con se stessa, oltre che con
lo psicologo, una verifica della visione del mondo dei vari componenti
della famiglia, degli equilibri e squilibri relazionali ed affettivi di
cui non si aveva coscienza. Lintervento psicologico offre quindi, se non
la soluzione immediata del sintomo, una serie di stimoli per sviluppare
una visione pi˜ consapevole, ricca e complessa della propria famiglia
e dei figli. In questo senso la consulenza lavora per il presente, ma cerca
anche di costruire un ponte verso un futuro di maggior benessere psicofisico
TAB.2: DIFFERENZA DI GENERE E
DISTURBI IN E.E.
%M %F
ENCEFALEE | 75 | 25 |
TIC | 71 | 29 |
BALBUZIE | 67 | 33 |
RITARDO EVOLUTIVO | 64 | 36 |
DIST.RENDIMENTO SCOLASTICO | 64 | 36 |
DIST.COMPORTAMENTO | 59 | 41 |
D.BRONCORESPIRATORI | 57 | 43 |
DIABETE | 57 | 43 |
DIST.CONTROLLO SFINTERICO:ENURESI | 57 | 43 |
SINDROMI GENETICO-MALFORMATIVE | 56 | 44 |
DIST.NUTRIZIONE:OBESITA | 54 | 46 |
PZ. ONCOEMATOLOGIA | 51 | 49 |
DIST.SFERA SEX IN E.E. | 50 | 50 |
DIST.FUNZIONALI: FEBBRI DI N.D.D. | 50 | 50 |
DIST.SONNO | 50 | 50 |
DIST.UMORE | 50 | 50 |
DIST.FUNZIONALI: SINDROME D.A.R. | 49 | 51 |
DIST.NUTRIZ.: VOMITO, INAPPETENZA | 46 | 54 |
DIST.NEFROLOGICI (I.V.V.) | 43 | 57 |
DIST.DERMATOLOGICI: ALOPECIA ecc. | 37 | 62 |
DIST.GATSRO-ENETRICI: GASTRITE, CHRON | 38 | 62 |
DIST.DANSIA | 36 | 64 |
ANORESSIA NERVOSA | 23 | 67 |
TAB.3: RIEPILOGO CONSULENZE PSICOLOGICHE 1/10/88-31/3/97 | %M | %F | % T | ETA |
DISTURBI BRONCO-RESPIRATORI | 57 | 43 | 4,50 | 10 |
DISTURBI DERMATOLOGICI | 37 | 62 | 0,92 | 8 |
DIABETE | 57 | 43 | 0,81 | 10 |
DIST. DELLA SFERA SESS. IN ETA EVOLUTIVA | 50 | 50 | 023 | 7,5 |
ABUSO SESSUALE IN ETA EVOLUTIVA | 0 | 100 | 0,12 | 10 |
ABUSO FISICO IN ETA EVOLUTIVA | 100 | 0 | 0,12 | 13 |
D..GASTROENT.:CELIACHIA,GASTRITE, CHRON | 38 | 62 | 2,42 | 12 |
D. FUNZIONALI: SINDROME, DAR, | 49 | 51 | 6,81 | 9,5 |
D.FUNZIONALI: CEFALEE | 75 | 25 | 0,92 | 9,2 |
D. FUNZIONALI: FEBBRE DI N.D.D. | 50 | 50 | 1,62 | 12 |
D. NEFROLOGICI | 43 | 57 | 3,46 | 9 |
D. DEL CONTROLLO SFINTERICO | 57 | 43 | 9,47 | 9,6 |
ANORESSIA NERVOSA | 23 | 77 | 1,50 | 16 |
BULIMIA | 100 | 0 | 0,12 | 17 |
D. DELLA NUTRIZIONE PRIMA INFANZIA: PICA | 100 | 0 | 0,12 | 7 |
D.DELLA NUTRIZIONE:VOMITO, INAPPETENZA | 46 | 54 | 2,77 | 6,92 |
D. DELLA NUTRIZIONE OBESITA | 54 | 46 | 18,24 | 12,8 |
SINDROMI GENEITICO MALFORMATIVE | 56 | 44 | 17,55 | 9,3 |
RITARDO EVOLUTIVO DI N.D.D. | 64 | 36 | 5,77 | 7,6 |
D. DEL RENDIMENTO SCOLASTICO | 64 | 36 | 3,81 | 10,1 |
D. DEL COMPORTAMENTO | 59 | 41 | 6,47 | 8,5 |
D. DA TIC | 71 | 29 | 0,81 | 11 |
D. DEL SONNO | 50 | 50 | 0,92 | 8,3 |
D. DANSIA | 36 | 64 | 1,62 | 10,8 |
D. DELLUMORE | 50 | 50 | 0,46 | 19,5 |
BALBUZIE | 67 | 33 | 0,69 | 7,6 |
PZ ONCOEMATOLOGIA | 51 | 49 | 7,34 | 13 |
TOT. PZ SOTTOPOSTI A VALUT. PSICODIAGN. | 53 | 47 | 100 | 10,6 |
2)
LASSISTENZA PSICOLOGICA NELLA MALATTIA PEDIATRICA:
IL DIABETE MELLITO INSULINODIPENDENTE
di M.C. Alessandrelli- S.Di Giuseppe
(Pubblicato su Quaderni di Psico-in: "Modelli di intervento
dello psicologo in ospedale, confronto di esperienze"; a cura di Roberto
Ferretti e Maria Virginia Gentili. Il volume puo' essere richiesto all'Ordine
Degli Psicologi delle Marche, Corso Stamira 29, Ancona. Tel.071/2072630
Fax 071/2081006)
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Il ruolo di fattori ansi