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foto lavori Alfonso M.Gialdini alla mostra palazzo municipale di Celle Ligure

 

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Alfonso Gialdini

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visitaGialdini nel suo laboratorio   

Gialdini
nel suo laboratorio                         
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Alfonso Maria Gialdini (nato a Genova il 6 settembre 1948) ? un ingegnere e ricercatore e scultore italiano.

Si ? avvicinato alla scultura nel 1975 e dal 1995 al 2002 ha applicato quest'arte, insieme a psichiatri e psicologi, come tecnica di supporto terapeutico a gruppi di malati di mente presso il Museattivo intitolato a Claudio Costa. Lo stesso Costa, prima di morire, lo aveva invitato numerose volte a svolgere insieme a lui tale attivit?, fino ad allora svolta di concerto con Slavich, collaboratore di Franco Basaglia.

Alcuni articoli di Gialdini basati sull'elaborazione e l'affinamento di concetti espressi da Martini, Sir Read, Bourdelle (allievo di Rodin) sono stati usati come approfondimento per tesi redatte presso l'Accademia Ligustica di Belle Arti.

La serie di sculture collocate a Celle Ligure tra il 2005 ed il 2006 tende a dimostrare la convinzione di Gialdini sull'utilizzo di materiali e tecniche particolari in modo tale che la scultura abbia diffusione di massa al pari della pittura.

Indice

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Opere

Numerose sono le opere di Gialdini esposte in diverse localit? delle province di Genova e di Savona:

Presso scuole

Presso giardini

Presso istituzioni pubbliche ed associazioni

  • Biblioteca municipale (Celle Ligure)
  • Istituto Ligure Resistenza e Storia Contemporanea (Genova)
  • Comunit? di San Benedetto al porto (Genova)
  • Sindacato CGIL (Genova)

 

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Arditi del Popolo

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Un simbolo degli Arditi del Popolo

Gli Arditi del Popolo furono un'organizzazione di stampo antifascista nata nell'estate del 1921 da una scissione della sezione romana degli Arditi d'Italia per iniziativa di un gruppo di iscritti guidati dell'anarchico Argo Secondari: l'obiettivo della scissione fu quello di opporsi alla violenza delle Camicie Nere. Questo movimento si opponeva alle spedizioni punitive fasciste e cre? vere e proprie milizie per la protezione dei quartieri e dei centri oggetto di attacchi armati da parte dalle squadracce fasciste.

Indice

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Gli Arditi d'Italia e il fascismo

Un gran numero di Arditi confluirono nel movimento fascista, anche se l'adesione non fu unanime. Il rapporto con il fascismo non fu sempre lineare e negli anni successivi si arriv?, nella fasi pi? convulse e controverse, anche all'espulsione di iscritti al PNF dalle associazioni degli Arditi d'Italia.

Dopo la prima guerra mondiale gli Arditi affluirono nell'Associazione Arditi d'Italia, fondata dal capitano Mario Carli, lo stesso che, dopo l'assalto di un gruppo di Arditi assieme a Marinetti alla casa del Lavoro di Milano, scrisse il noto articolo "Arditi non gendarmi" e distrusse il connubio instaurato nel primo dopoguerra fra Arditi e fascismo.

Gli Arditi parteciparono attivamente all'impresa fiumana guidati da Gabriele d'Annunzio, che proclamarono loro comandante. Durante l'impresa di Fiume furono sperimentate dai Legionari forme di democrazia libertaria. Vista anche la presenza di frange della sinistra rivoluzionaria, la stessa impresa di Fiume fu appoggiata anche da Lenin, che vedeva in D'Annunzio un possibile capo rivoluzionario. In quella fase, d'altra parte, D'Annunzio avrebbe, secondo alcune fonti, tenuto in considerazione le indicazioni di Alceste De Ambris, sindacalista rivoluzionario.

Altre fonti, spesso in contrasto con quanto ancora sostenuto dalla storiografia prevalente, mettono in rilievo come, di fatto, la Libera Repubblica di Fiume sarebbe stata distrutta dall'Esercito italiano, coadiuvato da un nucleo di squadristi fascisti (episodio passato alla storia come Natale di Sangue).

Gli Arditi del Popolo nacquero nell'estate del 1921 dalla sezione romana degli Arditi d'Italia. Loro fondatore ? considerato Argo Secondari, pluridecorato tenente delle fiamme nere (Arditi che provenivano dala fanteria). Secondari era di tendenze anarchiche, come l'ardito Gino Lucetti, responsabile di un attentato contro Benito Mussolini (cui fu poi intitolato il battaglione Lucetti che ag? durante la resistenza sui monti dell'alta Toscana).

Altro personaggio di rilievo nelle formazioni antifasciste degli Arditi del Popolo nel Ravennate fu Alberto Acquacalda, massacrato da un gruppo di fascisti.

La consistenza di queste formazioni viene - secondo alcuni studi - fatta ammontare a circa 20.000 uomini. Altre stime fanno salire a 50.000 uomini la loro consistenza considerando insieme iscritti, simpatizzanti e partecipanti alle azioni. Tra gli Arditi del Popolo poi divenuti celebri si ricordano: Riccardo Lombardi (non iscritto ma partecipante alle azioni), Giuseppe di Vittorio, Vincenzo Baldazzi (detto Cencio); numerosi Arditi caddero durante la guerra di Spagna militando nelle Brigate internazionali).

L'evento forse di maggior risonanza che coinvolse gli Arditi del Popolo fu la difesa di Parma dallo squadrismo fascista nel 1922: secondo alcune versioni, oltre 20.000 squadristi fascisti, prima al comando di Roberto Farinacci e poi di Italo Balbo, avrebbero attaccato e sarebbero stati respinti e messi in fuga da appena 350 Arditi del Popolo, comandati dai pluridecorati reduci della prima guerra mondiale Antonio Cieri e Guido Picelli, (che moriranno poi in Spagna). Fondamentale per la resistenza e la vittoria fu l'appoggio di massa dato dalla popolazione e il supporto di retrovia fornito soprattutto dalle donne parmensi (ne parl? lo stesso Balbo con malcelato elogio), che comunque in molti casi parteciparono anche ai combattimenti.

Una certa continuit? pu? essere ravvisata fra Arditi del Popolo e Resistenza anche se gli scopi erano ben diversi: gli Arditi, anche se in modo politicamente confuso, erano per la formazione di una Repubblica con basi progressiste estreme, almeno rispetto a quelle su cui poi si fonder? la Repubblica italiana (vedi Carta del Carnaro). L'ira dei fascisti si scaten? soprattutto contro i capi degli Arditi del Popolo, che furono incarcerati o massacrati dagli squadristi, spesso con la connivenza degli organi di polizia dello Stato.

Secondo talune tesi della storiografia contemporanea, gli Arditi avrebbero potuto battere il fascismo se non fossero stati abbandonati dai partiti democratici e dal neonato partito comunista (ad eccezione di Antonio Gramsci, la cui fazione era per? allora minoritaria), che contravvenne alle indicazioni dell'Internazionale comunista che aveva esplicitamente invitato ad appoggiare gli Arditi.

Anche il mondo dell'espressione artistica, bench? in modo piuttosto episodico, si occup? degli Arditi del Popolo; tra le opere pi? note ispirate alle loro gesta va ricordato Maciste, il valoroso fabbro antifascista di "Cronache di poveri amanti", film tratto dal libro di Vasco Pratolini; Maciste ? un ex Ardito del Popolo che viene assassinato dagli squadristi. Gli Arditi del Popolo, come pure il battaglione Lucetti, hanno ispirato anche alcune canzoni popolari.

Alcune formazioni partigiane nella Resistenza assunsero il nome di Arditi del Popolo: tra le pi? note e sulle quali si hanno maggiori e pi? documentate notizie, quella nella quale fu attivo Antonello Trombadori, poi esponente del PCI.


Tom Bhean,storico del fascismo,asserisce:

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??Difficile dire se una maggiore unit? tra gli Arditi del Popolo e la sinistra avrebbe potuto fermare il fascismo. Ma questo non avvenne soprattutto per il settarismo del Pcd?I e per le divisioni del Psi.??

Inoltre il Bhean fa un eplicito parallelo e richiamo storico fra la situazione di allora ed i movimenti attuali anti globalizzazione sostenendo la tesi dell'importanza della partecipazione a tali movimenti anche da parte dei militanti che ne criticano la mancanza di obbiettivi strutturati strategicamnete,in quanto attualmente sono il solo metodo per la costruzione di un'alternativa allo sviluppo capitalistico come si sta prefigurando.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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Claudio Costa
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Claudio Costa (Tirana, 1942 - Genova, 1995) e'  stato un artista di fama internazionale, la cui sola definizione di pittore sarebbe incompleta, in quanto ebbe modo di esplorare diversi campi delle arti visuali. Il suo lavoro fu caratterizzato dalla teoria del work in regress: camminare a ritroso verso l'origine dell'uomo attraverso la propria manifestazione artistica.

La sua opera e'  legata all'ex-ospedale pschiatrico di Quarto dei Mille dove, in collaborazione con lo pschiatra Slavich, gia' collaboratore di Franco Basaglia, organizzo'  importanti atelier per l'applicazione dell'arte alla terapia psichica.

Al suo nome e' stato intitolato il Museattivo Claudio Costa, presso l'ex ospedale psichiatrico di Genova, dove hanno collocazione opere, fra gli altri, di Aurelio Camminati e Giannetto Fieschi.
Il polo museale intitolato a Costa puo' considerarsi - con la sua raccolta di opere (di artisti professionisti e degli stessi degenti dell'ospedale) come un unicum dedicato all'opera di studio di questo artista.


Dopo la sua morte, tecniche di arte applicata come supporto ai malati psichici sono state applicate nello specifico della scultura dallo scultore Alfonso Gialdini.

Bibliografia
Miriam Cristaldi - Materia Immateriale,identita?, mutamenti e ibridazione dell'arte nel nuovo millenio, con prefazione di Gillo Dorfles
Miriam Cristaldi - Claudio Costa - Attraverso i quattro elementi


sito di Miriam Cristaldi,critico d'arte e giornalista

Museattivo Claudio Costa

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Museattivo Claudio Costa
Tipologia Pittura;Scultura
 
Immagine del Museattivo Claudio Costa
"Senzanome" - opera di Claudio Costa
Indirizzo via C.Maggio 6 - presso IMFI
Orari  
Biglietti  
Telefono  
Sito  
Mezzi pubblici  

Il Museattivo Claudio Costa ? un museo della scultura ospitato nell'ex-ospedale psichiatrico di Quarto dei Mille, a Genova.

Indice

 
  • 1 La struttura museale
  • 2 Il giardino delle sculture
  • 3 Fondatori
  • 4 Voci correlate
  • 5 Bibliografia
  • 6 Collegamenti esterni

La struttura museale

Nato come Museo delle Materie e Forme Inconsapevoli ? stato rinominato a ricordo del suo ideatore - Claudio Costa - scomparso nel 1995.

Raccoglie un insieme di quadri,opere in tecnica mista,sculture, di artisti anche famosi, alcuni di fama internazionale, come lo stesso Claudio Costa, accostate ai lavori di degenti dell'ex-ospedale e di coloro che collaborarono nell'applicare l'arte come forma di appoggio terapeutico.

Scultura di A.Gialdini nel "Giardino" di Quarto
Scultura di A.Gialdini nel "Giardino" di Quarto

L'intero museo ? considerato dalla critica corrente come un'opera d'arte di Costa stesso, ferma restando la validit? di opere dei singoli sia a livello di caratura sia a livello di materiale per studio psichiatrico.

 Il giardino delle sculture

Dopo la morte di Costa, la scultura fu applicata in maniera pi? compiuta come tecnica di appoggio terapeutico, completando la parte interna gi? esistante del museo con una parte esterna: il giardino delle Sculture, posizionato nei giardini dell'ex-ospedale,inaugurato il 23 aprile 1999. La sezione ? stata inaugurata in occasione dell'apertura al pubblico dei giardini stessi.

Attualmente ? collocata nel giardino della comunit? terapeutica Michelini, sempre all'interno del perimetro dell'ex-ospedale.

La tecnica basata sulle opere scultoree dei malati psichici tendenzialmente aggressivi si fonda sul supporto teorico di partenza ideato dal britannico Sir Read, che approccia la trasformazione dell'aggressivit? attraverso un metodo di utilizzo dell'aggressivit? stessa in senso creativo.

 Fondatori

Scultura di Giorgio Asfofele
Scultura di Giorgio Asfofele
Per un inventario delle Culture
Per un inventario delle Culture

 Voci correlate

 Bibliografia

Collegamenti esterni