Il pozzo del signor "P"

 

di Flavio Pretto

 

Da questa rupe ammiro la Valsugana che sta' a più di mille metri sotto di me; prendo un grosso respiro e sento che l'aria che entra nei miei polmoni è diversa dalla solita, è fredda e pungente, ma si inala con immenso piacere. Queste piacevoli sensazioni le provo ogni qualvolta arrampico una cima di un monte e sempre lasciano dentro di me la consapevolezza di essere padrone dell'aria.

Volto le spalle allo stupendo scenario e guardando Dino, Fabio e Massimo che si stanno preparando alla discesa del pozzo e noto con piacere che l'andar per grotte in alcuni luoghi come questo mi dà, oltre alla sensazione di dominio dell'aria, anche quella di conquistatore della terra.

Ma torniamo un po' indietro quando, tempo fa, Massimo mi parlava di un bel pozzo di una decina di metri che aveva trovato tre o quattro anni fa andando per funghi col padre a Nord della piana di Marcesina sull'Altopiano di Asiago. Così abbiamo deciso che il primo week-end di Agosto, di fare un giro per quei luoghi, mossi soprattutto dalla gran voglia di stare all'aria aperta e di vedere una zona a noi speleologicamente sconosciuta.

Per due giorni siamo andati per boschi girovagando alla cieca per una fantastica abetaia dove i luoghi sembravano tutti uguali senza mai trovare traccia del pozzo sopracitato. Alla fine del secondo dì siamo giunti fino agli strapiombi che guardano Grigno e la valle del fiume Brenta, praticamente sul limite N-NE dell'Altopiano dei Settecomuni. Trovando sulla carta I.G.M. un baitino come punto di riferimento per fare il punto esatto sulla nostra posizione, iniziamo quella che si rivelerà una ricerca vana, infatti del baito neanche l'ombra, ma per la gioia di entrambi Massimo trova un angusto imbocco di un pozzo proprio a pochi metri dagli strapiombi. Giunta ormai ora tarda prendiamo la via del ritorno ripromettendoci di tornare con tutto il materiale occorrente per l'esplorazione della grotta.

E arriviamo ad oggi, 16 Novembre 97; io, Massimo, e con noi Fabio e Dino, siamo tornati sul luogo. Sul posto la temperatura è sotto lo zero, i prati sono ricoperti da uno strato di alcuni centimetri di brina, alcuni tratti di strada poi sono una lastra di ghiaccio. Comunque le due ore di camminata ci fanno sudare soprattutto per colpa degli zaini che sembrano riempiti di piombo, e per completare il quadro, riusciamo anche a sbagliare sentiero. Alla fine riusciamo a raggiungere la zona interessata e dopo un po' di riposo, ci dividiamo i compiti. Massimo dopo aver piantato il primo spit lascia finire la preparazione della discesa a Dino e Fabio e se ne viene con me in giro per l'abetaia alla ricerca di qualche altra grotta. Troviamo una particolare dolina di crollo e un pozzo di cui allarghiamo solamente il minuscolo ingresso. Fabio intanto tocca il fondo del pozzo e dà il via libera; scendiamo lungo le levigatissime pareti arrivando anche noi su una grandissima sala lunga venti metri con larghezza e altezza dai sei agli otto metri. Da un angolo arriva della luce attraverso un breve meandro; velocemente lo percorriamo fino a raggiungere una fantastica finestra in parete sulla Valsugana. Usciamo rilevando tutto e ripromettendoci un ritorno per l'estate prossima.

 

 
POZZO DEL SIG: "P"  
Comune: Grigno ( TN ). Località: Bosco Giocomalo.
Area carsica: SC 13. Coordinate geografiche:
longitudine 0° 52' 28",4; latitudine 46° 00' 18", 2.
Carta I.G.M.: F.°22 III SE. Quota dell'ingresso: metri 1525 s.l.m.
Sviluppo spaziale: 75 metri. Dislivello: - 27 metri.