14 Gennaio 2001
Anima
Anima. Anima che vaghi; nel pulviscolo solare che
rende brillante il buio, ti muovi con il peso di un pensiero; ti innalzi fino al
tetto umido di vento, poi scendi fino al suolo. Sospiro, pensando che stai
chiusa tra la terra e il cielo, sotto un tetto vuoto di vita; ti senti soffocare
e ti avvicini alla finestra. Fuori ampi campi, ampi giardini, ampi spazi…
vuoti, privi di pensiero. Cerca di avvertire la forza vitale della terra, ma non
la senti, come se fosse fuggita via, scappata da uomini solitari.
Anima dal viso dolce tendi le orecchie e cogli un
suono, lontano, indistinto, ma vivo; i tuoi occhi si aprono, una luce di
speranza e paura. Perché non risponde, perché la terra non si sveglia sotto la
magia delle tue mani, perché non risponde al richiamo della tua disperazione.
Anima che danzi nell’aria illuminata, senti i suoni intorno a te chiaramente,
i sensi acuti come quelli di un gatto, corri fuori e verso il bosco, piangi
contro un albero, sperando che il potere delle tue lacrime possa svegliare la
vita. Nulla. Neanche i suoni che sentivi prima, ti muovi e avverti pensieri
urlati che chiedono aiuto.
Fermati, anima, fermati e ascolta; le mani che hai
possono aiutarti a usare la magia guaritrice, contro mille ostacoli, contro
mille muri alti come montagne, spiega le ali e osserva il disegno del mondo. Ora
puoi, anima, compiere la tua missione, la vita ti ascolta, l’erba riluce della
tua morbida energia, la magia si diffonde, guarisci la terra, e poi apri gli
occhi verdi, tendi le tue orecchie;
svegliati, piccolo elfo, è tardi ed è ora di
tornare ad Arborlon.