Se bisogna prendere qualcosa è
meglio farlo dalle persone giuste. Con questa filosofia in testa i triestini
Rouges hanno ascoltato a lungo Joe Satriani ed hanno scritto un disco che ha
del sorprendente. Me lo immagino Mimmo Rossi accarezzare l’idea di un disco
strumentale, lo vedo studiarsi la copertina di “Surfing with tha alien” con la
consapevolezza di saper ripetere anche i passaggi più estremi. Ma questo non è
un nuovo inno alla masturbazione (quella chitarristica, intendiamoci!). Rossi
ha una band intorno, una band che rende il suono più compatto, che dà spazio
alla melodia, che non la soffoca nella morsa dei soli. La regola qui è
certamente una sola: Satriani e ancora Satriani. Non serve conoscere a memoria
ogni sua pentatonica per capire che “Contatto cosmico” è la figlia dell’amplesso
fra “Crushing Day” e “Summer Song” e per ognuna di queste canzoni si potrebbe trovare
un antenato celebre (“Lord of Karma”, “The bells of Lal”). I Rouges però sacrificano
l’aspetto più istrionico e amplificano le aperture più dolci e delicate; aiutati
anche da una produzione trasparente quanto un costume da bagno in seta. “Un viaggio
in più”, “Contatto…” e “Dune” sono songs che respirano, magnificamente melodiche,
molto più che banali plagi. I Rouges sono una piccola grande band che ha bisogno
della vostra attenzione. Svegliatevi finchè siete in tempo. (ff)