Il Piccolo 27.12.2000 - "Mimmo Rossi, schitarrate eterogenee ma godibili"

TRIESTE - Dai Rouges a Mad, ma il denominatore comune è sempre il medesimo: Mimmo Rossi, chitarrista extraordinaire che mette il suo strumento al servizio di una musica mai di tendenza, anche se talvolta troppo eterogenea. Questo suo nuovo cd conferma quanto di buono si era detto e scritto al tempo dei Rouges, anche se Rossi dà l’impressione di cercare ancora la sua via definitiva d’espressione. I due primi pezzi, "It’s so high" e "Rainy days", gli unici cantati (da Ivan Moda), assieme al successivo, più metallico "Lady in black", ad esempio, obbligano quasi a guardare l’etichetta, per essere certi di non aver sbagliato cd. La musica ricorda infatti un certo tipo di country-rock alla Tom Petty, comprese delle chitarre tarate in pieno stile "jingle-jangle". Dei puri divertissiment? Sembra proprio di sì, se già dal quarto pezzo, un riuscito omaggio a Frank Zappa appropriatamente intitolato "Grazie Frank", Rossi ritorna a schitarrare in aree a lui più pertinenti. Ad accompagnarlo due vecchie conoscenze, il bassista Andrea Cova e il batterista Giulio Roselli, qua e là il fiatista Piero Purini o il tastierista Marco Ballaben, ed altri musicisti regionali, tra i quali spiccano le tastiere di Adriano Chinelli.

All’insegna dei continui cambiamenti di stile e di "mood" nella scaletta arriva "Gioia", forse il pezzo più vicino ai vecchi Rouges, assieme al successivo "Titolo", il quasi classico "Per magia (magica)", dove riecheggiano atmosfere alla Uli Jon Roth e "Desparde", che vede Rossi quasi rinnegare il vecchio totem Joe Satriani in favore del suo allievo più bravo, Steve Vai, del quale affiora a tratti un certo gusto per le armonie. Si ritorna in territori "caldi" con "Pan" e "Metallo", prima della sequenza finale che vede un Rossi più riflessivo, dapprima acustico, quasi al limite della new age in "Sogno argentino" e "Anadyr" e poi, dopo aver citato addirittura Bela Bartok, nell’orgia jazz-rock (12 minuti) di "Prima costruzione". Un’opera eclettica, una buona pedana di lancio per il prossimo cd che, sfrondata una certa tendenza ondivaga, potrebbe lanciare Rossi al di fuori di un ambito locale che, come strumentista, ormai gli sta stretto.

f.b.