Era
presente tutta la giunta esecutiva dellAssociazione nazionale magistrati ieri alla
commissione Giustizia della Camera. Si è parlato in generale dellamministrazione
della giustizia, con qualche riferimento al disegno di legge governativo sulla
riorganizzazione dellordinamento. Solo qualche accenno, appunto, perché, come hanno
spiegato i rappresentanti del sindacato delle toghe, il Ddl è stato presentato al Senato
e quindi per correttezza la giunta ha ritenuto opportuno esprimere solo forti
perplessità in merito al progetto.
Secondo Anm, in Italia oggi il problema non riguarda solo le garanzie, sulle quali la
scorsa legislatura si è espressa più di una volta con diverse norme, ma la durata
ragionevole del processo.
Non poteva, a questo punto, non entrare in ballo il famoso progetto Anedda, latto n.
1225, già presentato a marzo vedere negli arretrati al numero 23 marzo 2002
sul quale lAnm ha espresso forti critiche. Critiche in merito alle riforme sia del
Codice penale che di procedura, perché secondo il sindacato della magistratura vanno nel
senso opposto rispetto alla ragionevole durata del processo. Ad essere attaccati sono
stati soprattutto i punti del progetto riguardanti le azioni punitive nei
confronti del giudice a fronte di eventuali errori.
Laudizione è proseguita quindi con gli interventi dei parlamentari; ancora una
volta nette e distinte le posizioni, con i rappresentanti del centro destra piuttosto
critici nei confronti delloperato della magistratura e il centro sinistra impegnato
su una critica delloperato dellesecutivo attuale.
Giuliano Pisapia (Rc), approfittando dellattualità della discussione dei progetti
di legge sul patteggiamento ha chiesto ai rappresentanti della magistratura il parere
sulla revisione dellistituto nei casi di condanna fino a cinque anni di pena. «Uno
strumento di deflazione ottimo» secondo i vertici di Anm, se la riforma andasse in porto
così comè, che abbrevierebbe i tempi del processo.
Dopo lincontro, si sono rivelati ovviamente ristretti i tempi a disposizione della
commissione per portare avanti i lavori allordine del giorno.
Per quanto riguarda comunque la proposta Anedda, questa è stata associata ad altri
quindici provvedimenti sul giusto processo. Il presidente Pecorella avrebbe voluto
affidare ad un comitato ristretto lesame dei provvedimenti, proposta alla quale si
è opposto principalmente Francesco Bonito (Ds), dal momento che la relazione generale dei
provvedimenti era stata già iniziata. La commissione ha quindi ritenuto opportuno
continuare probabilmente nella seduta di martedì prossimo la discussione
generale ed affidare dopo lesame ad un comitato ristretto.(p.a.) |