anm.jpg (15074 bytes)

 

Tipologia: Articoli - Data pubblicazione su Diritto e Giustizia: 11/4/2002
ArticoliE l'Anm critica i codici penali che verranno

Era presente tutta la giunta esecutiva dell’Associazione nazionale magistrati ieri alla commissione Giustizia della Camera. Si è parlato in generale dell’amministrazione della giustizia, con qualche riferimento al disegno di legge governativo sulla riorganizzazione dell’ordinamento. Solo qualche accenno, appunto, perché, come hanno spiegato i rappresentanti del sindacato delle toghe, il Ddl è stato presentato al Senato e quindi ”per correttezza” la giunta ha ritenuto opportuno esprimere solo forti perplessità in merito al progetto.
Secondo Anm, in Italia oggi il problema non riguarda solo le garanzie, sulle quali la scorsa legislatura si è espressa più di una volta con diverse norme, ma la durata ragionevole del processo.
Non poteva, a questo punto, non entrare in ballo il famoso progetto Anedda, l’atto n. 1225, già presentato a marzo – vedere negli arretrati al numero 23 marzo 2002 – sul quale l’Anm ha espresso forti critiche. Critiche in merito alle riforme sia del Codice penale che di procedura, perché secondo il sindacato della magistratura vanno nel senso opposto rispetto alla ragionevole durata del processo. Ad essere attaccati sono stati soprattutto i punti del progetto riguardanti le “azioni punitive” nei confronti del giudice a fronte di eventuali errori.
L’audizione è proseguita quindi con gli interventi dei parlamentari; ancora una volta nette e distinte le posizioni, con i rappresentanti del centro destra piuttosto critici nei confronti dell’operato della magistratura e il centro sinistra impegnato su una critica dell’operato dell’esecutivo attuale.
Giuliano Pisapia (Rc), approfittando dell’attualità della discussione dei progetti di legge sul patteggiamento ha chiesto ai rappresentanti della magistratura il parere sulla revisione dell’istituto nei casi di condanna fino a cinque anni di pena. «Uno strumento di deflazione ottimo» secondo i vertici di Anm, se la riforma andasse in porto così com’è, che abbrevierebbe i tempi del processo.
Dopo l’incontro, si sono rivelati ovviamente ristretti i tempi a disposizione della commissione per portare avanti i lavori all’ordine del giorno.
Per quanto riguarda comunque la proposta Anedda, questa è stata associata ad altri quindici provvedimenti sul giusto processo. Il presidente Pecorella avrebbe voluto affidare ad un comitato ristretto l’esame dei provvedimenti, proposta alla quale si è opposto principalmente Francesco Bonito (Ds), dal momento che la relazione generale dei provvedimenti era stata già iniziata. La commissione ha quindi ritenuto opportuno continuare – probabilmente nella seduta di martedì prossimo – la discussione generale ed affidare dopo l’esame ad un comitato ristretto.(p.a.)